Un uomo comperò in città un cucciolo di bracco e lo portò in campagna, dentro una manica della pelliccia.
La moglie si affezionò al cagnolino e lo tenne di sopra, nelle sue stanze.
Il cagnolino crebbe e lo chiamarono Druzòk.
Andava a caccia con il padrone, faceva la guardia alla casa e giocava con i bambini.
Un giorno entrò di gran corsa nel giardino un altro cane.
Correva diritto lungo il vialetto, con la coda bassa e la bocca aperta, e dalla bocca gli scendeva la bava.
I bambini erano in giardino.
Il padre vide quel cane e gridò:
- Bambini, scappate subito in casa!
Quel cane è arrabbiato!
I bambini sentirono il grido del padre; ma, non vedendo il cane, gli capitarono proprio incontro.
Il cane arrabbiato stava per avventarsi su uno dei bambini, ma in quel momento Druzòk si lanciò sull'animale e cominciò ad azzuffarsi con lui.
I bambini riuscirono a fuggire, ma quando Druzòk rientrò in casa, gemeva e perdeva sangue dal collo.
Di lì a dieci giorni Druzòk intristì: non beveva, non mangiava e giunse persino a scagliarsi contro un altro cucciolo, per morderlo.
Lo chiusero in una stanza vuota.
I bambini non capivano perché avessero rinchiuso Druzòk e andarono di nascosto a vedere la bestiola.
Aprirono la porta e cominciarono a chiamare Druzòk.
Poco mancò che il cane li buttasse a terra; si precipitò in giardino e andò ad accucciarsi sotto un cespuglio.
Quando la padrona vide Druzòk là sotto, lo chiamò, ma il cane non ubbidì, non scodinzolò e non la guardò neppure.
Aveva gli occhi torbidi e dalla bocca gli colava giù la bava.
Allora la padrona chiamò il marito e gli disse:
- Vieni qui subito, qualcuno ha fatto uscire Druzòk: è senz'altro arrabbiato.
Per amor di Dio, fa qualcosa!
Il padrone andò a staccare il fucile e si avvicinò a Druzòk.
Prese la mira, ma mentre mirava la mano gli tremava.
Sparò, ma non lo colpì alla testa, bensì alla schiena.
Il cane mandò un guaito e si abbatté.
Il padrone si avvicinò di più per vedere che cosa gli aveva fatto.
Il dorso di Druzòk era coperto di sangue e le zampe posteriori erano fracassate.
Il cane si trascinò verso il padrone e si mise a leccargli un piede.
Il padrone fu scosso da un tremito, si mise a piangere e corse in casa.
Allora chiamarono un cacciatore il quale, con un altro fucile, colpì a morte il cane e lo portò via.