Passione

Aforismi

Il pescecane

La nostra nave stava all'ancora sulla costa africana.
Era una giornata bellissima e dal mare spirava un vento fresco, ma verso sera il tempo cambiò: l'atmosfera divenne soffocante e, come da una stufa infocata, ci giungeva l'aria arroventata del Sahara.
Prima del tramonto il capitano uscì sul ponte e gridò:

- Buttatevi in acqua!

In un momento, i marinai si tuffarono, calarono in mare una vela, la legarono e con quella vela costruirono una specie di vasca da bagno.
Sulla nave c'erano con noi due ragazzi che furono i primi a tuffarsi, ma dentro quella vasca di tela si sentivano a disagio e perciò pensarono di gettarsi in mare aperto e di fare una gara di nuoto.
Entrambi, come due anguille, guizzarono nell'acqua e a tutta forza si spinsero verso un punto in cui galleggiava la boa dell'ancora.
Uno dei due ragazzi sulle prime aveva superato il compagno, ma poi cominciò a rimanere indietro.
Il padre del ragazzo, un vecchio artigliere, era sul ponte e si compiaceva nel guardare suo figlio.
Quando questi cominciò a restare indietro, il padre prese a gridargli:

- Non mollare!
Fa ancora uno sforzo!


A un tratto, dal ponte, qualcuno gridò:

- Un pescecane!

E tutti noi scorgemmo sulla superficie dell'acqua il dorso del mostro marino.
Il pescecane nuotava diritto verso i ragazzi...

- Indietro, indietro!
Tornate!
C'è un pescecane!


Urlava l'artigliere.
Ma i ragazzi non lo udivano, e continuavano ad allontanarsi ridendo e gridando più allegramente e più forte di prima.
L'artigliere, bianco come un cencio, li seguiva con lo sguardo, immobile.
I marinai calarono in mare una barca, vi si gettarono dentro e, facendo piegare i remi dallo sforzo, si lanciarono con quanta energia avevano verso i ragazzi; ma erano ancora lontani, mentre il pescecane era ormai a non più di venti metri dai nuotatori.

Sulle prime essi non avevano udito le grida di coloro che erano a bordo e non avevano veduto il pescecane; ma poi uno dei due diede un'occhiata indietro: noi udimmo allora uno strillo acuto e i ragazzi si slanciarono a nuoto in direzioni diverse.
Quello strillo parve risvegliare l'artigliere.
Fece un balzo e si lanciò verso i cannoni.
Girò un affusto, si curvò sul cannone, aggiustò il tiro e afferrò la miccia.
Tutti noi, quanti eravamo sulla nave, mezzo morti dall'angoscia, attendevamo ciò che sarebbe accaduto.
Rimbombò un colpo, e vedemmo l'artigliere accasciarsi presso il cannone e coprirsi gli occhi con le mani.
Che cosa fosse avvenuto là tra i ragazzi e il pescecane non riuscivamo a vedere, perché per un momento il fumo ci offuscò la vista.
Ma quando il fumo si dissipò sull'acqua, si alzò un mormorio prima leggero, poi sempre più forte e infine, da tutte le parti, risonò un grido alto gioioso.
Il vecchio artigliere aprì gli occhi, si alzò in piedi e guardò in mare.
Sulle onde galleggiava il ventre giallo del pescecane morto.
In pochi minuti la barca si avvicinò ai ragazzi e li riportò sulla nave.