Passione

Aforismi

Il poveretto

C'era un uomo delle isole che pescava per la fabbrica dell'appetito, e che teneva in mano la sua vita per uscirsene sul mare tra quattr'assi.
Ma, sebbene patisse molti stenti, era di cuore allegro; e i gabbiani lo sentivano ridere quando lo toccavano gli spruzzi.
E sebbene avesse poca dottrina, era di spirito sano; e quando il pesce veniva al suo amo a mezz'acqua lodava Iddio senza pensieri.
Era assai povero di ricchezze e assai brutto di volto, e non aveva moglie.
Al tempo della pesca, accadde che l'uomo si svegliò nella sua casa, a mezzo il pomeriggio.
Il fuoco bruciava nel mezzo, e il fumo saliva e il sole scendeva dal camino.
E l'uomo vide il volto di uno che si scaldava le mani alla rossa torba.

- Vi saluto,

disse l'uomo,

- in nome di Dio.

- Vi saluto,

disse quello che si scaldava le mani,

- ma non in nome di Dio, perché io non sono dei Suoi; e neppure in nome dell'Inferno, perché non sono dell'Inferno.
Perché io sono soltanto una cosa senza sangue, meno del vento, più leggero d'un suono, e il vento passa attraverso me come in una rete, e un suono mi rompe e il freddo mi fa tremare.


- Siate sincero con me,

disse l'uomo,

- e ditemi il vostro nome e la vostra natura.

- Il mio nome,

rispose l'altro,

- non esiste ancora, e la mia natura non è ancor certa.
Perché io sono parte di un uomo; e fui parte dei vostri padri, e me ne uscii a pescare e a combattere con essi nei tempi antichi.
Ma ora la mia volta non è ancora venuta; e aspetto che abbiate una moglie, e, allora, sarò vostro figlio, e una bella parte di lui, e sarò lieto di varare virilmente la barca nelle schiume del mare, abile al timone, e uomo possente dove il cerchio si chiude e il vento soffia.


- In verità questa è cosa meravigliosa ad udire,

disse l'uomo,

- e se davvero dovete diventare mio figlio, temo che v'andrà male; perché sono assai povero di ricchezze e assai brutto di volto; e non troverò mai moglie, dovessi vivere quanto un'aquila.

- Son venuto a porre rimedio a tutto questo, padre mio,

disse il Poveretto,

- perché dobbiamo andare stanotte all'isola delle pecore, dove sono sepolti i nostri padri nel tumulo dei morti, e domani al palazzo del Conte, dove troverete moglie, per mio mezzo.

E l'uomo s'alzò e mise in acqua la barca al tramonto; e il Poveretto sedette a prua, e gli spruzzi passavan soffiando attraverso le sue ossa come neve, e il vento sibilava tra i suoi denti, e la barca non sentiva il suo peso.

- Ho paura di voi, figlio mio.

Disse l'uomo.

- Perché mi pare che non siate cosa di Dio.

- Non è che il vento che mi sibila tra i denti,

disse il Poveretto,

- e non c'è vita in me per tenerlo lontano.

Così giunsero alla piccola isola delle pecore, e la spuma le scoppiava tutt'intorno in mezzo al mare, ed era tutta verde di piante, e tutta umida di rugiada, e la luna la illuminava.
Misero la barca in un'insenatura, e si posero a camminare; e l'uomo andava pesantemente tra le fitte piante, ma il Poveretto avanzava come un fumo davanti a lui nel lume di luna.
Così giunsero al tumulo dei morti, e posarono l'orecchio sulle pietre; e i morti si lamentavano, là dentro, come uno sciame di api:

- Tempo sarebbe che midollo venisse nelle nostre ossa, e forza nei nostri muscoli; e che i pensieri delle nostre teste fossero rivestiti d'atti e di parole umane.
Ma ora siamo ridotti a brani, e i legamenti delle nostre ossa sono disciolti, e i nostri pensieri giacciono nella polvere.


Allora il Poveretto disse:

- Pregateli di darvi le virtù che avevano.

E l'uomo disse:

- Ossa dei miei padri, vi saluto! perché io sono nato dai vostri lombi.
E ora, guardate, tolgo le pietre accumulate sul vostro tumulo, e faccio entrare la luce tra le vostre costole.
Consideratela cosa ben fatta, perché doveva essere; e datemi quello che vengo a cercare in nome del sangue e nel nome di Dio.


E gli spiriti dei morti si mossero nel tumulo, come formiche; e parlarono:

- Voi avete rotto il tetto del nostro tumulo e avete fatto passare la luce tra le nostre costole; e avete la forza di chi ancora è vivente.
Ma che virtù abbiamo?
Quale potere?
O quale gioiello qui, nella polvere, con noi, che un uomo vivo possa desiderare o ricevere?
Perché noi siamo men che nulla.
Ma vi diremo una cosa, parlando con molte voci, come le api: che la via è facile davanti a tutti come le scanalature per il varo.
Perciò, avanti nella vita, e non temete, perché così facemmo noi tutti negli antichi tempi.


E le loro voci passarono, come un gorgo in un fiume.

- Ora,

disse il Poveretto,

- vi hanno insegnato qualche cosa, ma fate che vi facciano un dono.
Mettete una mano tra le ossa, senza paura, e troverete il loro tesoro.


E l'uomo mise la mano tra le ossa, e i morti la presero, molti e deboli, come formiche; ma egli li scuoté via, ed ecco, quello che aveva in mano era un ferro di cavallo, ed era arrugginito.

- È una cosa che non ha valore,

disse l'uomo,

- perché è arrugginito.

- Questo lo vedremo,

disse il Poveretto,

- perché, secondo me, è bene fare quello che facevano i nostri padri e tenere quello ch'essi tenevano, senza domandare.
E secondo me una cosa ne vale un'altra, a questo mondo, e un ferro di cavallo andrà bene.


Ora entrarono in barca col ferro di cavallo, e quando fu l'alba videro il fumo della città del Conte e udirono il suono delle campane della chiesa.
Misero piede a terra; e l'uomo andò al mercato, tra i pescatori, di fronte al palazzo e alla chiesa; ed era assai povero e assai brutto, e non aveva un solo pesce da vendere, ma soltanto un ferro di cavallo nel suo paniere di vimini, e anche quello era arrugginito.

- Ora,

disse il Poveretto,

- fate così e così, e voi troverete una moglie, e io una madre.

Accadde che la figlia del Conte uscì per andare in chiesa a dir le sue preghiere; e quando vide il povero uomo al mercato, e che aveva soltanto un ferro di cavallo, e che anche quello era arrugginito, le venne in mente che potesse esser cosa di valore.

- Che cos'è?

Domandò.

- È un ferro di cavallo.

Disse l'uomo.

- E a che cosa serve?

Domandò la figlia del Conte.

- Non serve a nulla.

Disse l'uomo.

- Non lo posso credere,

diss'ella,

- altrimenti, perché lo portereste?

- Lo porto,

diss'egli,

- perché così facevano i miei padri negli antichi tempi; e non ho né una ragione migliore, né una peggiore di questa.

La figlia del Conte non riuscì a credergli.

- Andiamo,

gli disse,

- vendetemelo, perché sono sicura che è cosa di valore.

- No,

disse l'uomo,

- quest'oggetto non è in vendita.

- Come!

esclamò la figlia del Conte.

- E allora, che cosa fate qui nel mercato della città, con questo oggetto nel paniere, e niente altro?

- Sto qui seduto,

disse l'uomo,

- per trovare una moglie.

- Non c'è senso in nessuna di queste risposte,

pensò la figlia del Conte,

- e sento in cuore il desiderio di piangere.

Intanto arrivò il Conte; ed essa lo chiamò e gli raccontò ogni cosa.
E quando egli ebbe udito, fu d'accordo con la figlia nel pensare che doveva essere una cosa piena di virtù; e disse all'uomo di darle un prezzo, o altrimenti l'avrebbe impiccato sulla forca; e questa era vicina, così che l'uomo la poté vedere.

- Il cammino della vita è dritto come le scanalature per il varo.

Rispose l'uomo.

- E se debbo essere impiccato, fatemi impiccare.

- Come!

Esclamò il Conte.

- Vvolete rimetterci il collo, per un ferro di cavallo, e che per di più è arrugginito?

- Secondo me,

disse l'uomo,

- una cosa ne vale un'altra, a questo mondo; e un ferro di cavallo va bene.

- Questo non può essere.

Pensò il Conte; e rimase a guardare l'uomo, e si morse la barba.
E l'uomo lo guardò e sorrise.

- È così che facevano i miei padri negli antichi tempi,

rispose al Conte,

- e non ho né una ragione migliore, né una peggiore.

- Non c'è senso in tutto questo,

pensò il Conte,

- e si vede che sto diventando vecchio.

E così prese sua figlia in disparte, e le disse:

- Molti corteggiatori avete rifiutati, figlia mia.
Ma questa è cosa assai strana, che un uomo s'attacchi tanto a un ferro di cavallo, e arrugginito, per giunta; e che lo offra in vendita, e non lo venda; e che stia lì seduto in cerca di moglie.
Se non arrivo in fondo a questa faccenda, non avrò più il gusto del pane; non vedo che due modi: o che io lo faccia impiccare o che voi lo sposiate.


- In fede mia, ma è assai brutto.

Disse la figlia del Conte.

- E la forca è tanto vicina.

- Non è così,

disse il Conte,

- che facevano i miei padri nei tempi antichi.
Io son come quell'uomo, e non vi posso dare né una ragione migliore, né una peggiore.
Ma vi prego, tornate a parlare con lui.


E così la figlia del Conte parlò all'uomo.

- Se non foste tanto brutto,

gli disse,

- il Conte mio padre vorrebbe che ci sposassimo.

- Sono assai brutto,

disse l'uomo,

- e voi siete bella come il mese di maggio.
Assai brutto, sono: e con questo?
Fu così che i miei padri...


- In nome di Dio,

disse la figlia del Conte,

- lasciate in pace i vostri padri!

- Se così avessi fatto,

disse l'uomo,

- non avreste mai contrattato con me, qui sul mercato; né il Conte vostro padre ci starebbe a guardare con la coda dell'occhio.

- Ma dite,

rispose la figlia del Conte,

- questa è cosa molto strana, che vogliate che vi sposi per un ferro di cavallo, e arrugginito, per giunta.

- Secondo me,

rispose l'uomo,

- una cosa ne vale...

- Oh, risparmiatemi queste parole

disse la figlia del Conte,

- e ditemi perché vi dovrei sposare.

- Ascoltate e guardate.

Disse l'uomo.
E il vento soffiò attraverso il Poveretto, e pareva che un bambino piangesse, e il cuore di lei s'intenerì; e gli occhi di lei si dissuggellarono, e parve che fosse un infante senza mamma, e lo prese tra le braccia, e svanì tra le sue braccia come l'aria.

- Venite,

disse l'uomo,

- ecco una visione dei nostri figli, del focolare circondato di gente e delle teste canute.
E questo vi basti, perché è tutto quanto Dio ci offre.


- Non son cose ch'io desideri.

Diss'ella; ma nel dire queste parole sospirò.

- Le strade della vita son dritte come le scanalature per il varo.

Disse l'uomo; e la prese per mano.

- E che cosa faremo del ferro di cavallo?

Gli domandò.

- Lo darò a vostro padre,

disse l'uomo,

- e potrà fare una chiesa e un mulino per me, con esso.

Col tempo accadde che il Poveretto nascesse; ma il ricordo di queste cose dormiva in lui, ed egli non sapeva quello che aveva fatto.
Ma era parte del figlio maggiore; e fu lieto di varare virilmente la barca nelle schiume del mare, abile al timone, e uomo possente dove il cerchio si chiude e il vento soffia.