Passione

Aforismi

La canzone del domani

Il Re di Duntrine ebbe una figlia da vecchio, ed essa era la più bella figlia di re tra due mari; e il Re le diede un castello sulla spiaggia del mare, con una terrazza, e un cortile di pietra tagliata, e quattro torri ai quattro angoli.
Qui essa dimorò e crebbe, e non si curava del domani, e non aveva potere sull'ora, al modo degli uomini semplici.
Accadde un giorno che camminasse sulla spiaggia del mare, quando era autunno, e il vento soffiava dai luoghi delle piogge; e da un lato il mare batteva sulla spiaggia, e dall'altro correvano le foglie morte.
Questa era la spiaggia più solitaria tra due mari, e strane cose v'erano state compiute negli antichi tempi.
E la figlia del Re scorse una vecchia seduta sulla spiaggia.
La spuma del mare le correva ai piedi e le foglie morte sciamavano dietro di lei, e gli stracci le andavano sul viso al soffiare del vento.

- Ora,

disse la figlia del Re, e nominò un santo nome,

- questa è la vecchia più sventurata tra due mari.

- Figlia di un Re,

disse la vecchia,

- voi dimorate in una casa di pietra e le vostre chiome son come l'oro: ma quale è il vostro profitto?
La vita non è lunga, e le vite non sono forti; e voi vivete al modo degli uomini semplici, e non pensate al domani, e non avete potere sull'ora.


- Al domani ci penso,

disse la figlia del Re,

- ma non ho potere sull'ora.
E fantasticò tra sé.
Allora la vecchia batté le sue scarne mani l'una sull'altra, e rise come un gabbiano.

- A casa!

Esclamò.

- Oh figlia di un Re, a casa, alla vostra casa di pietra; perché il desiderio è venuto su di voi, ora, e non potete più vivere al modo degli uomini semplici.
A casa, e lavorate e soffrite, fin che venga il dono che vi lascerà ignuda e fin che venga l'uomo che vi porterà preoccupazioni.


La figlia del Re non disse nulla, ma si voltò e se ne andò a casa in silenzio.
E quando fu in camera sua chiamò la nutrice.

- Nutrice,

disse la figlia del Re,

- mi è venuto il pensiero del domani, sì che non posso più vivere al modo degli uomini semplici.
Ditemi quello che debbo fare per avere il potere sull'ora.


Allora la nutrice si lamentò come il vento che porta la neve.

- Ahimè!

Disse.

- Che questo debba essere; ma il pensiero è venuto nel vostro midollo, e non v'è cura contro il pensiero.
Così sia, allora, come volete; sebbene il potere sia meno della debolezza, avrete il potere; e sebbene il pensiero sia più freddo dell'inverno, penserete fino alla fine.


E così la figlia del Re sedette nella sua stanza a volta nella casa di pietra, e pensò al pensiero.
Nove anni sedette; e il mare batteva sulla terrazza e i gabbiani gridavano intorno alle torri, e il vento muggiva nei camini della casa.
Per nove anni non uscì, e non gustò l'aria aperta, e non vide il cielo di Dio.
Per nove anni sedette, e non guardò né a destra né a sinistra, e non udì parole da nessuno, ma pensò al pensiero del domani.
E la nutrice le dava da mangiare in silenzio, ed essa prendeva il cibo con la mano sinistra e lo mangiava senza grazia.
Ora, quando i nove anni furono passati, cadde il buio dell'autunno, e venne un suono nel vento simile al suono del flauto.
E la nutrice alzò un dito nella casa a volta.

- Sento un suono nel vento,

disse,

- che è simile al suono del flauto.

- Non è che un piccolo suono,

disse la figlia del Re,

- eppure mi basta.

Così, scesero nel buio alle porte della casa, e andarono lungo la spiaggia del mare.
E le onde battevano da una parte, e dall'altra correvano le foglie secche; e le nuvole andavano veloci in cielo, e i gabbiani volavano all'incontrario.
E quando furono in quella parte della spiaggia nella quale strane cose erano state fatte nei tempi antichi, ecco, c'era la vecchia, e ballava all'incontrario.

- Che cos'è che vi fa ballare all'incontrario, vecchia?

Disse la figlia del Re

- Qui sulla spiaggia desolata, tra le onde e le foglie morte?

- Sento un suono nel vento che è simile al suono del flauto.

Rispose.

- Ed è per questo che danzo all'incontrario.
Perché viene il dono che vi lascerà ignuda, e viene l'uomo che vi porterà preoccupazioni.
Ma, in quanto a me, è venuto il domani al quale ho pensato, ed è venuta l'ora del mio potere.


- Com'è vecchia,

disse la figlia del Re,

- ché tremate come un cencio, e pallida come una foglia morta, davanti ai miei occhi?

- Perché è giunto il domani al quale ho pensato, e giunge l'ora del mio potere.

Disse la vecchia; e cadde sulla spiaggia, ed ecco!
Non era altro che fili dell'alghe marine, e le locuste della sabbia saltellavano dov'essa era stata.

- Questa è la più strana cosa che sia accaduta tra due mari.

Disse la figlia del Re di Duntrine.
Ma la nutrice non si poté più tenere, e si lamentò come una bufera d'autunno.

- Sono stanca del vento.

Disse; e lamentò il suo giorno.
La figlia del Re vide un uomo sulla spiaggia; era incappucciato, sì che nessuno poteva vederlo in volto, e aveva un flauto sotto il braccio.
Il suono del suo flauto era come il ronzio delle vespe e come il vento che canta nell'erbe secche; e giungeva all'orecchio degli uomini come il grido dei gabbiani.

- Siete voi che arrivate?

Domandò la figlia del Re di Duntrine.

- Sono io che vengo,

diss'egli,

- e questo è il flauto che l'uomo può udire, e ho il potere sull'ora, e questa è la canzone del domani.

E suonò con il flauto la canzone del domani, ed era lunga come gli anni; e nell'udirla la nutrice pianse forte.

- Questo è vero,

disse la figlia del Re,

- voi suonate la canzone del domani; ma che abbiate il potere sull'ora, come lo posso sapere?
Mostratemi una meraviglia qui sulla spiaggia, tra le onde e le foglie morte.


E l'uomo disse:

- Su chi?

- Ecco la mia nutrice.

Rispose la figlia del Re.

- È stanca del vento.
Mostratemi una buona meraviglia su di lei.


Ed ecco!
La nutrice cadde sulla spiaggia come due manciate di foglie secche, e il vento le fece turbinare all'incontrario, e le locuste della sabbia saltarono in mezzo ad esse.

- È vero,

disse la figlia del Re di Duntrine,

- siete giunto, e avete il potere sull'ora.
Venite con me alla mia casa di pietra.


Così andarono lungo la riva del mare, e l'uomo sonò col flauto la canzone del domani, e le foglie li seguivano mentre andavano.
Poi sedettero insieme; e il mare batteva sulla terrazza, e i gabbiani gridavano intorno alle torri, e il vento muggiva nei camini della casa.
Nove anni rimasero seduti, e ogni anno, quando cadeva l'autunno, l'uomo diceva:

- Questa è l'ora, ed io ho potere su di essa.

E la figlia del Re diceva:

- Sì, ma sonatemi col flauto la canzone del domani.

Ed egli la suonava, ed era come un passare di lunghi anni.
Ora, quando i nove anni furono passati, la figlia del Re di Duntrine si alzò in piedi, come una che ricorda; e guardò intorno a sé nella casa di pietra; e tutti i suoi servi se n'eran andati; soltanto l'uomo che suonava il flauto sedeva sulla terrazza con una mano sul volto; e mentre suonava le foglie correvano sulla terrazza, e il mare batteva lungo il muro.
Allora essa gridò a lui a gran voce:

- Questa è l'ora, e fate ch'io veda il suo potere.

E a queste parole il vento soffiò via il cappuccio dal volto dell'uomo, ed ecco!
Non c'era un uomo, ma c'erano soltanto le vesti e il cappuccio e il flauto, caduti l'uno sull'altro in un angolo della terrazza, e le foglie morte correvano su di essi.
E la figlia del Re di Duntrine andò in quella parte della spiaggia dove strane cose erano state fatte negli antichi tempi; e là sedette.
La spuma del mare correva ai suoi piedi, e le foglie morte sciamavano dietro di lei, e il velo soffiava contro il suo viso nel soffiare del vento.
E quand'essa alzò gli occhi, c'era la figlia di un Re che veniva, camminando sulla spiaggia.
Le sue chiome erano come oro filato, e i suoi occhi come acque in un fiume, e non aveva pensieri per il domani, e non aveva potere sull'ora, alla maniera degli uomini semplici.