Passione

Aforismi

La casa di Eld

Non appena il bimbo cominciava a parlare, saldavano l'anello; e i ragazzi e le ragazze zoppicavano come galeotti quando giocavano.
Senza dubbio era cosa più pietosa da vedere e più dolorosa da sopportare in gioventù; ma anche gli adulti, oltre a star molto male in gamba, erano spesso malati di ulcere.
Quando Jack aveva circa dieci anni, molti stranieri cominciarono a viaggiare per il paese.
Ed egli li vedeva camminare leggeri sulle lunghe strade, e la cosa lo stupiva.

- Mi domando come mai,

chiese,

- tutti questi stranieri hanno i piedi tanto leggeri, e noi dobbiamo trascinare la nostra catena.

- Caro ragazzo,

gli disse suo zio, il catechista,

- non ti lagnare della tua catena, perché è la sola cosa che renda la vita degna d'essere vissuta.
Nessuno è felice, nessuno è buono, nessuno è rispettabile, se non è in ceppi come noi.
E per di più, ti debbo dire che è un discorso molto pericoloso.
Se ti lamenti del tuo anello, non avrai fortuna; e se te lo togliessi, saresti colpito sull'istante da un fulmine.


- Non ci sono fulmini per questi stranieri?

Domandò Jack.

- Giove è tollerante con chi ha l'intelletto ottenebrato.

Rispose il catechista.

- Parola mia, vorrei esser stato meno fortunato.

Disse Jack.

- Perché, se fossi nato ottenebrato, potrei camminar libero; e non si può negare che il ferro sia scomodo, e che l'ulcera dolga.

- Ah!

esclamò suo zio,

- non invidiare i miscredenti.
La loro sorte è ben triste!
Ah, povere anime, potessero conoscere le gioie dell'essere incatenati!
Povere anime, il mio cuore spasima per esse.
Ma la verità è che son vili, odiosi, insolenti, mal fatti, fetidi bruti; non sono veramente umani, che cos'è l'uomo se non è in catene? E non potrai mai stare troppo attento a non toccarli e a non parlare con loro.


Dopo questo discorso, il ragazzo non passava mai davanti a uno degli uomini senza catena sulla strada senza sputargli addosso e oltraggiarlo; e questa era l'abitudine dei ragazzi di quelle parti.
Accadde che un giorno, quando aveva quindici anni, andò nei boschi, e l'ulcera gli doleva.
Era una bella giornata, col cielo azzurro; tutti gli uccelli cantavano; ma Jack si curava il piede.
Poco dopo cominciò un altro canto; pareva quello di una persona, ma molto più allegro; e, allo stesso tempo, si sentiva battere sulla terra.
Jack scostò le foglie; e vide un ragazzo del suo villaggio, che saltava e danzava e cantava tutto solo in una verde valletta; e sull'erba, vicino a lui, era il suo anello di ferro.

- Oh!

esclamò Jack,

- ti sei levato l'anello!

- Per amor di Dio, non lo dire a tuo zio!

Esclamò il ragazzo.

- Se hai paura di mio zio,

rispose Jack,

- come mai non hai paura del fulmine?

- Non è che una storiella da femminucce.

Disse l'altro.

- È cosa da raccontare ai bambini.
Veniamo qui a ventine nei boschi, e danziamo per notti intere, e non per questo ce ne troviamo peggio.


Questo fece nascere mille nuovi pensieri nella mente di Jack.
Era un ragazzo serio; non aveva voglia di danzare; portava da uomo la sua catena, e curava la sua ulcera senza lamentarsi.
Ma gli piaceva meno essere ingannato o veder gli altri truffati.
Cominciò a mettersi ad aspettare i miscredenti, in parti nascoste della strada, e sull'imbrunire, in modo da poter parlare con essi senza essere veduto; e questi s'interessarono molto del loro interlocutore e gli dissero cose di gran peso.
Portare catene (dicevano) non era comando di Giove.
Era l'invenzione di un essere dal viso pallido, uno stregone, che abitava in quel paese nel bosco di Eld.
Era uno che, come Glauco, poteva cambiar forma, eppure rimaneva sempre riconoscibile; perché, quando andava in collera, faceva glu-glu come un tacchino.
Aveva tre vite; ma il terzo colpo sarebbe certo stato la sua fine; e con quello la sua casa stregata sarebbe svanita, i ceppi sarebbero caduti, e gli abitanti del villaggio si sarebbero presi per mano e avrebbero danzato come bambini.

- E nel vostro paese?

Domandava Jack.

Ma a queste parole i viaggiatori, tutti d'accordo, non rispondevano più; fin che Jack cominciò a supporre che non vi fosse terra del tutto felice.
O, se c'era, doveva esser quella che tratteneva presso di sé gli abitanti; e questo era abbastanza naturale.
Ma il caso dei ceppi gli pesava sul cuore.
La vista dei bambini zoppicanti gli rimaneva negli occhi; i lamenti di quelli che si sfasciavano le piaghe lo tormentava. E alla fine gli venne il pensiero d'esser nato per liberarli.
C'era in quel villaggio una spada di fattura divina, battuta sull'incudine di Vulcano.
Non era mai usata se non nel tempio, e, anche allora, solo dalla parte del piatto; ed era appesa a un chiodo presso il camino del catechista.
Una notte, di buon'ora Jack s'alzò, prese la spada, e se ne andò dalla casa e dal villaggio nell'oscurità.

Tutta la notte camminò alla ventura; e, quando venne il giorno, incontrò degli stranieri che andavano nei campi.
Allora domandò del bosco di Eld e della casa stregata; e uno disse a nord, e uno disse a sud; fin che Jack vide che lo ingannavano.
Perciò, quando chiese il cammino a un uomo, gli mostrò la spada lucida e ignuda; e, allora, l'anello che era alla caviglia dell'uomo risonò, e rispose in sua vece; e la parola era sempre:

- Avanti.

Ma l'uomo, quando il suo anello parlò, sputò addosso a Jack e lo percosse, e gli buttò delle pietre, mentre se ne andava; e gli ruppe la testa.
E così egli andò nel bosco, e vi entrò, e vide una casa in una bassura, dove crescevano i funghi e gli alberi si incontravano, e i vapori della palude vi salivano intorno come un fumo.
Era una bella casa, e molto irregolare; alcune parti di essa erano antiche quanto i monti, e alcune del giorno avanti, e nessuna era finita; e da ogni lato era aperta, così che si poteva entrare da ogni parte.
Eppure era in buono stato, e tutti i camini fumavano.
Jack entrò per l'abbaino; ed ecco una stanza dopo l'altra, tutte ignude, ma tutte ammobiliate in parte, sì che un uomo ci avrebbe potuto abitare; e in ognuna di esse c'era un fuoco acceso, al quale ci si poteva scaldare, e c'era una tavola apparecchiata, alla quale si poteva mangiare.
Ma Jack non vide in nessun luogo una creatura viva; soltanto qualche corpo impagliato.

- Questa è una casa ospitale,

disse Jack,

- ma il terreno dev'essere melmoso qui sotto, perché a ogni passo l'edificio trema sotto i piedi.

Aveva girato per qualche tempo in quella casa, quando cominciò a sentir fame.
Allora guardò i cibi, e dapprima ebbe paura; ma snudò la spada, e al brillar della spada parve il cibo fosse onesto.
Così si fece coraggio e si mise a sedere e mangiò, e così fu rinnovato di corpo e di mente.

- Questo è strano,

pensò,

- che nella casa stregata ci siano cibi tanto buoni.

E stava ancora mangiando, quando in quella stanza comparve il fantasma di suo zio, e Jack ebbe paura, perché aveva presa la spada.
Ma suo zio non era mai stato più cortese, e sedette a mensa con lui, e lo lodò d'aver presa la spada.
Quei due non erano mai stati così volentieri insieme, e Jack si sentiva pieno d'amore per quell'uomo.

- Hai fatto molto bene,

disse lo zio,

- a prendere la spada e a venire nella casa di Eld; un buon pensiero e una coraggiosa azione.
Ma ora che hai avuto soddisfazione, possiamo andarcene a casa a pranzo, sottobraccio.


- Oh, no davvero!

Disse Jack.

- Non sono ancora soddisfatto.

- Come!

Esclamò lo zio.

- Non ti sei scaldato al fuoco?
Questo cibo non ti sostenta?


- M'accorgo che questo cibo è buono,

disse Jack,

- ma non è una prova che l'uomo debba portare un anello di ferro alla gamba destra.

E a queste parole il fantasma dello zio fece glu-glu come un tacchino.

- Per Giove!

esclamò Jack,

- è questo lo stregone?

La sua mano si ritraeva e il cuore gli mancava, per l'amore che portava allo zio; ma levò la spada e percosse il fantasma sul capo; e il fantasma gridò forte con la voce dello zio; e cadde a terra; e una piccola cosa senza sangue volò via dalla stanza.
Il grido risonò alle orecchie di Jack, e le sue ginocchia s'urtavano e la coscienza lo rimordeva; eppure si fece forza, e nel suo sangue si destò il desiderio del sangue di quell'incantatore.

- Se le catene debbon cadere,

disse,

- debbo terminare l'impresa, e quando arriverò a casa troverò lo zio che danza.

Perciò seguì la cosa senza sangue.
Nell'andare, incontrò il fantasma di suo padre; e suo padre era in collera e lo sgridò, e lo richiamò al suo dovere, e gli ordinò di tornare a casa, fin che c'era ancor tempo.

- Perché ancora,

gli disse,

- puoi essere a casa prima del tramonto; e allora tutto sarà perdonato.

- Dio sa se temo la tua ira,

disse Jack,

- eppure la tua ira non prova che l'uomo debba portare un anello di ferro alla gamba destra.

E a queste parole il fantasma di suo padre fece glu-glu come un tacchino.

- Ah, cielo,

esclamò Jack,

- ancora lo stregone!

Il sangue scorreva a ritroso nel suo corpo, e le giunture si ribellavano a lui, per l'amore che portava a suo padre; ma levò la spada, e trafisse il cuore del fantasma; e il fantasma gridò forte con la voce di suo padre; e cadde a terra; e una piccola cosa bianca senza sangue volò via dalla stanza.
Il grido risonò negli orecchi di Jack, e l'animo suo fu oscurato; ma ora il furore venne su di lui.

- Ho fatto cosa alla quale non oso pensare.

Disse.

- Giungerò alla sua fine, o perirò.
E quando arriverò a casa, prego Dio che questo possa essere un sogno, e ch'io possa trovare mio padre che danza.


Così seguì la cosa senza sangue che era fuggita; e nell'andare trovò il fantasma di sua madre, ed essa piangeva.

- Che hai fatto?

Gli gridò.

- Che cos'è questo che hai fatto?
Oh, vieni a casa (ci puoi arrivare prima che sia l'ora d'andare a letto), prima di far dell'altro male a me e ai miei; perché è quanto basta aver colpito mio fratello e tuo padre.


- Cara mamma, non sono loro che ho colpito,

disse Jack,

- ma soltanto l'incantatore che aveva preso il loro aspetto.
E se pure l'avessi fatto, questo non proverebbe che l'uomo deve portare un anello alla gamba destra.


E a queste parole il fantasma fece glu-glu come un tacchino.
Non seppe mai come lo facesse; ma vibrò la spada da una parte, e trafisse il fantasma; e questo gridò forte con la voce di sua madre; e cadde a terra; e, quando cadde, la casa sparì e Jack si trovò solo nei boschi, e l'anello non era più al suo piede.

- Bene,

disse,

- ora l'incantatore è morto e la catena se n'è andata.

Ma le grida risonavano nell'animo suo e il giorno era come notte per lui.

- "E' stata una dura prova.

Disse.

- Ora uscirò dal bosco, e andrò a vedere il bene che ho fatto agli altri.

Pensava di lasciare l'anello dov'era; ma quando si volse per andare cambiò idea.
Così, si chinò, e si mise l'anello nel petto; e il rozzo ferro lo tormentava nell'andare, e il suo petto sanguinava.
E quando uscì dal bosco sulla strada maestra, trovò la gente che tornava dai campi; e quelli che incontrava non avevano l'anello alla gamba destra; ma, guarda! ne avevano uno alla sinistra.
Jack chiese loro che cosa volesse dire; ed essi dissero, che quella era la nuova maniera di portarlo, perché avevano capito che l'altra era una superstizione.
Allora li guardò da vicino; e c'era una nuova ulcera alla caviglia sinistra; e l'antica, sulla destra, non era ancora guarita.

- Che Dio mi perdoni!

Esclamò Jack.

- Vorrei poter essere a casa.

E quando giunse a casa, trovò lo zio colpito alla testa, e suo padre trafitto al cuore, e sua madre col petto squarciato.
E sedette nella casa solitaria, e pianse presso i cadaveri.




Morale della favola

Vecchio è l'albero e buono il frutto.
Molto vecchio e fitto il bosco. Boscaiolo, sei coraggioso?
Bada! la radice è ravvolta al cuore di tua madre, alle ossa di tuo padre; e come la mandragola, si lamenta se la strappi.