Una farfalla, via via svolazzando, aveva visto una vespa.
- O sorte iniqua!
Finché vissero i corpi dai cui resti noi abbiamo ricevuto l'anima, io ero eloquente in pace, valoroso in guerra, il primo tra i miei coetanei in ogni arte.
Ecco tutto quel che sono: leggerezza polverosa e cenere che svolazza!
Tu che eri un mulo da soma, ora ferisci chi ti pare, trafiggendolo col pungiglione.
E la vespa pronunciò queste parole, degne del suo stile:
- Guarda non quel che eravamo, ma quel che siamo ora.
Morale della favola
Bisogna guardare non la sorte passata ma quella presente.