Passione

Aforismi

La fondazione di Roma

C'era un re che aveva due figli: Numitore e Amulio.
In punto di morte disse ai figli:

- Come volete dividere l'eredità?
Chi dei due prenderà il regno e chi le mie ricchezze?


Numitore prese il regno, Amulio le ricchezze.
Quando Amulio ebbe le ricchezze, fu invaso dall'invidia per il fratello che era re e incominciò a far regali ai soldati per indurli a scacciare Numitore e a eleggere lui re.
I soldati così fecero, e Amulio divenne re.
Numitore aveva una figlia.
A questa figlia nacquero due gemelli, maschi entrambi.
E tutti e due erano grossi e belli.
Amulio temeva che il popolo si affezionasse a loro quando fossero cresciuti e li creasse re.
Chiamò allora il suo servo Faustolo e gli disse:

- Prendi questi due bambini e buttali nel fiume.

Il fiume si chiamava Tevere.
Faustolo pose i bambini in una culla, li portò al fiume e li depose là.
Egli pensava che sarebbero certamente morti, ma il Tevere straripò, le sue acque sollevarono la culla e la trascinarono sino ai piedi di un grosso albero.
Nella notte sopraggiunse una lupa e con il suo latte nutrì i due gemelli.
I bambini diventarono grandi, e si fecero belli e forti.
Essi vivevano in un bosco non lontano dalla città dove regnava Amulio, imparavano a uccidere le bestie selvatiche e a nutrirsene.
Il popolo li conobbe e prese ad amarli per la loro bellezza.
Chiamarono il più grande Romolo e Remo il più piccolo.
Un giorno i pastori di Numitore e di Amulio, che pascolavano il bestiame non lontano da quel bosco, vennero a lite tra loro.
I pastori di Amulio portarono via le greggi di Numitore.
I due gemelli, che avevano veduto ciò che era successo, rincorsero i pastori, li raggiunsero e ritolsero loro il bestiame.
I pastori di Amulio si infuriarono allora contro i gemelli: scelto un momento in cui Romolo non c'era, rapirono Remo, lo condussero in città da
Numitore e gli dissero:

- Sono comparsi nel bosco due fratelli che rubano il bestiame e fanno rapine.
Ne abbiamo preso uno, e te l'abbiamo portato.


Numitore ordinò di condurre Remo al re Amulio.
Disse Amulio:

- Essi hanno offeso i pastori di mio fratello: sia mio fratello a giudicarli.

E Remo fu ricondotto da Numitore.
Numitore lo chiamò a sé e gli chiese:

- Di dove vieni, tu, e chi sei?

Remo rispose:

- Siamo due fratelli; quando eravamo piccoli fummo portati in una culla presso un albero sulla riva del Tevere, là ci nutrirono bestie selvatiche e uccelli, e là siamo diventati grandi.
Per sapere chi siamo non è rimasta che la nostra culla: ci sono sopra delle strisce di rame, e sul rame c'è scritto qualcosa.


Numitore rimase stupito e si chiese se non si trattasse per caso dei suoi nipoti.
Trattenne presso di sé Remo e mandò a chiamare Faustolo per interrogarlo.
Intanto Romolo stava cercando il fratello e non riusciva a trovarlo da nessuna parte.
Quando i pastori gli dissero che Remo era stato portato in città, egli prese con sé la culla e andò a raggiungerlo.
Faustolo riconobbe subito quella culla e disse al popolo che i due fratelli erano i nipoti di Numitore, che Amulio aveva cercato di far annegare.
Allora il popolo si inferocì contro Amulio, lo uccise ed elesse suoi re Romolo e Remo.
Ma Romolo e Remo non vollero vivere in quella città e lasciarono le cure del regno al nonno Numitore.
Tornarono presso quell'albero dove la lupa li aveva allattati, lungo la riva del Tevere, e là fondarono una nuova città: Roma.