Una volta il gatto incontrò in un bosco la signora volpe.
Lui pensava che fosse saggia, esperta e tenuta in gran conto in società, e le rivolse affabilmente la parola:
- Buon giorno, cara
signora volpe, come state?
Come ve la passate in questo periodo di carestia?
La volpe piena di spocchia squadrò il gatto dall'alto in basso, e per un po' pensò se fosse il caso di rispondergli.
Alla fine disse:
- Povero disgraziato, pazzo pezzato, morto di fame, acchiappasorci, cosa ti salta in mente?
Osi chiedermi come va?
Chi ti ha insegnato?
Quali arti conosci?
- Una sola.
Rispose il gatto con modestia.
- Che arte è mai?
Chiese la volpe.
- Quando i cani mi sono alle calcagna, balzo su di un albero e mi salvo.
- Tutto qui?
Rispose la volpe.
- Io sono padrona di cento arti e, per giunta ho un sacco pieno di trucchi.
Mi fai proprio pena.
Vieni con me e ti insegnerò come sfuggire ai cani.
Il gatto saltò svelto su un albero, si accoccolò sulla cima, dove foglie e rami lo nascondevano del tutto.
- Aprite il sacco, signora; aprite il sacco.
Le gridò.
Ma i cani l'avevano già afferrata e la tenevano stretta.
- Ehi, signora volpe,
gridò il gatto,
- siete in trappola, con le vostre cento arti.
Se aveste saputo arrampicarvi come me, avreste salva la vita.