Ad Alessandro Magno, che si preparava a partire per l’Asia, Aristotele disse:
Aspetta di aver raggiunto la maggiore età, combatterai con maggior prudenza. È vero, rispose Alessandro, ma nel frattempo perderei lo slancio della giovinezza.
Alessandro Magno sosteneva di onorare Aristotele, suo precettore, perché suo padre Filippo, dandogli la vita, lo aveva fatto scendere dal cielo in terra; Aristotele, con la sua istruzione, lo aveva fatto risalire dalla terra in cielo.
Alessandro Magno stimava tanto Cratete che, dopo aver distrutto le mura di Tebe,
la sua città, si disse disposto a riedificarla. Che importa, replicò Cratete. Verrà un altro Alessandro ad abbatterle. La mia vera patria è la filosofia e nessun Alessandro può distruggerla.
Alessandro Magno, trovandosi ad Atene, volle vedere Diogene. Andò dunque,
circondato dalla sua splendida corte, a visitare il filosofo nella sua botte, e, standogli dinanzi, gli domandò che cosa poteva fare per lui e dimostrargli così la sua ammirazione: Levarti dal sole, fu la risposta di Diogene. I cortigiani si indignarono per questa risposta altezzosa, ma Alessandro ne restò ammirato e disse: Se non fossi Alessandro vorrei essere Diogene.
Quando Alessandro Magno studiò il pensiero filosofico di Democrito, il quale aveva ipotizzato l’esistenza di mondi innumerevoli, esclamò: E io che non sono riuscito ad impadronirmi neppure di uno solo di essi!