Apelle aveva l'abitudine di mostrare i suoi lavori nell'entrata della propria
bottega e di nascondersi vicino per sentire le osservazioni dei passanti.
Quando un calzolaio osservò degli errori nella forma di una calzatura, Apelle corresse il dipinto durante la notte. Il giorno dopo il calzolaio notò i cambiamenti e criticò la forma del piede. Apelle uscì fuori e disse: Ciabattino, non andare oltre le scarpe.
Apelle dipinse la cortigiana Frine mentre usciva dalle acque. Giuliano d’Egitto scrisse il seguente epigramma nell’Antologia Palatina: Ciprigna è appena uscita dal seno delle onde. ... Tenetevi a distanza dal dipinto, per evitare di essere bagnati dall’acqua che gronda dalla capigliatura della dea.
Apelle possedeva una notevole abilità nel disegnare il volto umano. Il buffone di corte di Tolomeo, istigato dai rivali di Apelle, consegnò all'artista un falso invito alla tavola del re, che si infuriò
al suo inatteso arrivo e chiese chi avesse avuto l'ardire di invitare l'artista. Con un pezzo di carbone Apelle disegnò un ritratto sulla parete; e subito Tolomeo riconobbe il suo buffone.
Apelle volle conoscere il pittore Protogenes a Rodi. Giunto al suo studio,
una donna anziana lo avvertì dell’assenza del pittore e chiese il suo nome in modo da poterlo segnalare. Apelle prese un pennello e disegnò una linea estremamente fine lungo il contorno di una tela e le disse di riferire che era stato lui. Quando Protogenes tornò, dalla finezza della linea capì che poteva averla tracciata solo Apelle; disegnò una linea ancor più
sottile all’esterno di quella tracciata da Apelle e raccomandò alla donna di mostrargliela, se fosse tornato. Costui, vergognandosi di essere stato superato,
disegnò una ancor più fine fra le due precedenti, senza lasciar spazio per nessun’altra linea. Non appena la vide, Protogenes ammise la sconfitta e decise di incontrarlo di persona.
Apelle, mentre dipingeva senza veli Campaspe, la concubina di Alessandro Magno, se ne innamorò. Alessandro, per dimostrare il suo apprezzamento per il lavoro del pittore, ritenendo che la bellezza appartenga di diritto al genio,
gli fece dono della donna.
Zeusi, per dimostrare ad Apelle la sua abilità, dipinse un canestro di frutta così verosimile che perfino gli uccelli venivano tratti in inganno e scendevano a beccare gli acini d’uva. Tempo dopo, Apelle invitò l’amico a vedere la sua ultima creazione. Quando Zeusi entrò a casa di Apelle, vide il dipinto coperto da un panno e stese la mano per toglierlo ma si accorse che era un drappo dipinto. Così Apelle gli disse: La tua pittura è
certamente grande, perché inganna gli animali, ma cosa dire della mia, che inganna gli uomini?