Appena l'uomo abbandona l'invidia comincia a prepararsi per entrare nel sentiero della beatitudine.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beato davvero è l'uomo che sente molte voci gentili chiamarlo papà.
Beato l'uomo che ha sofferto: egli ha trovato la vita!
Beato l'uomo che medita sulla sapienza e ragiona con l'intelligenza, e considera nel cuore le sue vie: ne penetrerà con la mente i segreti.
Breve è il dolore; la beatitudine eterna!
Gli anacoreti si maltrattavano a quel modo, per farsi scusare presso la gente comune la beatitudine che avrebbero goduto in cielo.
L'amore è la misura della tua beatitudine: quanto più sei colmo d'amore, tanto più sarai beato.
L'essere beato e incorruttibile non ha affanni, né ad altri ne arreca; è quindi immune da ira e da benevolenza, perché simili cose sono proprie di un essere debole.
L'uomo che ha realizzato il Sé è a suo agio: la vita e la morte sono la stessa cosa, beatitudine e infelicità sono la stessa cosa. Nulla lo turba; nulla lo rimuove da casa sua, dal suo essere centrato. A un uomo simile non puoi aggiungere nulla. Non puoi togliere nulla, e non puoi aggiungergli nulla. E’ realizzato.
La beatitudine di sentirsi amato addolcisce ogni dolore.
La beatitudine non è il premio della virtù, ma la virtù stessa.
La beatitudine è il risultato di un’unità organica con l’universo e l’angoscia quello di un’ostilità.
La beatitudine è l'accesso a un punto di vista che unifica l'universo.
La beatitudine è la tua stessa natura. Quando si è radicati nel proprio centro, essere beati è naturale.
La beatitudine è un augurio che si dà a chi lo vuole ricevere.
La pace, la beatitudine, la gioia, non dipendono dalla realizzazione di obiettivi, ma solo da un atteggiamento mentale.
La scrittura crea i libri, i libri creano biblioteche e una biblioteca è il luogo più forte e radicato di una casa privata, come lo è di una città se biblioteca pubblica. Una biblioteca sostituisce la realtà assente o malvagia, e ne costituisce il luogo della beatitudine, del piacere: il luogo pagano della gioia.
Nella nostra epoca, la strada della beatitudine deve necessariamente passare attraverso il mondo dell'azione.
Non lamentatevi se nella meditazione non vedete luci o immagini. Entrate
profondamente nell'esperienza della Beatitudine; là troverete la reale presenza di Dio. Non cercate una parte, ma il Tutto.
Per me la serenità vale più della felicità. Felicità è una parola molto
sopravvalutata. È la gioia che conta, o la beatitudine.
Prima della fine non chiamare nessuno beato; un uomo si conosce veramente alla fine.
Quando una persona realizza se stessa, raggiunge un culmine, una vetta di beatitudine. Allora non c’è più smania di nulla: è totalmente appagata da se stessa.
Se l'uomo potesse trovare il modo, restando ozioso, di sentirsi utile e fare il suo dovere, ritroverebbe una parte della sua beatitudine.
Si impara, dunque, a vivere? Sì, se è un vivere senza felicità. La beatitudine non insegna niente. Vivere senza felicità, e non perdere per questo la propria forza, è un'occupazione, quasi una professione.
Solo chi ha finito la sua vita senza sofferenze potrai dire beato.
Un minuto intero di beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?
È giunta l'ora di farla finita con la favola millenaria secondo cui felicità, beatitudine e serenità sono mete desiderabili della vita. Troppo a lungo ci è stato fatto credere, e noi ingenuamente abbiamo creduto, che la ricerca della felicità conduca infine alla felicità.