Al capitalismo è stato ricordato che il suo futuro è messo in discussione non dalla minaccia di una rivoluzione sociale, ma dalla natura stessa della sua indisturbata attività globale.
Anche il socialismo dopo anni di revisionismo si è trasformato in capitalismo.
Benché il capitalismo sia, in linea di principio, fortemente individualista, esso ha contribuito in pratica a rafforzare la tendenza all'integrazione, proprio perché ha reso le nostre vite sempre più interdipendenti.
Capitalismo è convertire lussi in necessità.
Chiunque non sia in grado di parlare di capitalismo dovrebbe anche tacere sul fascismo.
Dato che il capitalismo è un sistema incompleto, bisogna integrarlo introducendo un nuovo tipo d’impresa, che tenga nel giusto conto la natura multidimensionale degli esseri umani.
Di fronte al rischio di una crisi della crescita il capitalismo ha operato una riconversione: si è messo a produrre bisogni ancora prima di produrre beni.
Gli orologi hanno accelerato l'ascesa del capitalismo. La gente ha smesso di pensare all’eternità. Ha cominciato a concentrarsi sulle ore, ore misurabili, ore lavorative, e a usare il lavoro in modo più efficiente.
Il capitalismo corre sempre il rischio di ispirare gli uomini ad essere più interessati a guadagnarsi da vivere che a vivere.
Il capitalismo maturo, al pari di quello originario, poggia su sofferenze umane non contabilizzate, ma non per questo meno frustranti e degradanti.
Il capitalismo moderno necessita di uomini che senza difficoltà cooperino in vasto numero; che vogliano consumare sempre di più; i cui gusti siano standardizzati e possano essere facilmente previsti e influenzati.
Il capitalismo nasce quando non è più lo scambio di merci a servirsi del denaro, ma il denaro a servirsi della merce, quando cioè l'incremento del denaro in quanto profitto privato è lo scopo della produzione di merci.
Il capitalismo non può essere "persuaso" a porre un freno al suo sviluppo, così come non si può "persuadere" un essere umano a smettere di respirare. I tentativi di realizzare un capitalismo "verde", o "ecologico", sono condannati all'insuccesso a causa della natura stessa del sistema, che è un sistema di crescita continua.
Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non produce i beni necessari. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi.
Il capitalismo odierno, giunto all'egemonia nella vita economica, si crea e educa, per via della selezione economica, i soggetti economici, imprenditori ed operai, di cui abbisogna.
Il capitalismo è la sbalorditiva convinzione che il più malvagio degli uomini farà la più malvagia delle azioni per il massimo bene di tutti.
Il capitalismo è sopravvissuto al comunismo. Bene, ora si divora da solo.
Il capitalismo è un'ingiusta ripartizione della ricchezza. Il comunismo è una giusta distribuzione della miseria.
Il capitalismo? Libera volpe in libero pollaio.
Il capitalista ha in comune con l'avaro l'amore della ricchezza come fine a sé stessa. Ma ciò che nell'avaro è soltanto una idiosincrasia, nel capitalista è l'effetto di un meccanismo sociale, del quale egli è soltanto una fra le tante ruote.
Il lavoro generava danaro ben più della guerra e il denaro accumulato generava nuovo lavoro, con il sudore della fronte invece che con il rumore delle armi. Stava nascendo il capitalismo e la sua diversa etica.
Il problema dell'organizzazione sociale è come stabilire un contratto sociale in base al quale l'avidità farà il minor danno, il capitalismo è quel genere di sistema.
Il problema è la prestazione del Capitalismo contro le promesse del Comunismo.
Il socialismo nacque direttamente dal capitalismo: esso è calcolo, sorveglianza, controllo. Il comunismo deve nascere dal socialismo: gli è superiore.
Il solo uomo che trae vantaggio dal capitalismo è il truffatore, e diventa milionario in un batter d'occhio.
Il vizio inerente al capitalismo è la divisione ineguale dei beni, la virtù inerente al socialismo è l'eguale condivisione della miseria.
Io credo totalmente in un sistema capitalista, mi auguro solo che qualcuno voglia provarlo.
L'attuale stretta creditizia non è il segnale della fine del capitalismo, solo dell’esaurimento di un altro pascolo.
L'odierno ordinamento capitalistico è un enorme cosmo, in cui il singolo viene immerso nascendo, e che è a lui dato, per lo meno in quanto singolo, come un ambiente praticamente non mutabile, nel quale è costretto a vivere.
La crisi politica del capitalismo riflette la crisi generale della cultura occidentale, che si manifesta in una diffusa sensazione di incapacità a comprendere il corso della storia o a gestirlo secondo una linea razionale.
La mente umana è la causa della ricchezza delle nazioni. Ecco perché il termine "capitalismo" trova giusto fondamento nella sua radice latina: caput, la fonte della ricchezza delle nazioni.
La questione è se preferiamo essere oppressi dal comunismo o sfruttati dal capitalismo.
La storia del capitalismo è la storia della pirateria organizzata da pochi che si appropriano del lavoro di molti.
La storia ha dimostrato che i capitalisti vanno carichi di ottimismo anche al loro funerale.
La vera battaglia non è fra Est e Ovest, o capitalismo e comunismo, ma fra educazione e propaganda.
La vera forza del morale del capitalismo sta nella sua capacità di promuovere la creatività umana.
Lo Stato e il mercato possono occasionalmente combattersi, ma in un sistema capitalista la relazione normale e ordinaria tra di essi è stata la simbiosi.
Mentre la Società si secolarizza e la Chiesa perde il suo potere e la nuova religione imperante sta diventando il Capitalismo.
Mostratemi un capitalista, vi mostrerò una sanguisuga.
Nei paesi più progrediti del mondo occidentale, di fronte all'impressionante fenomeno del neocapitalismo o, direi meglio, del neofeudalesimo industriale, che differenza c'è ancora tra borghese e proletario?
Nel capitalismo l'attività economica, il successo, i guadagni materiali diventano fini in se stessi. Diventa destino dell'uomo contribuire allo sviluppo del sistema economico, accumulare il capitale non per la propria felicità o salvezza, ma come fine in sé. L'uomo diventa un semplice ingranaggio dell'immensa macchina economica.
Nella stessa proporzione in cui si sviluppa la borghesia, cioè il capitale, si sviluppa il proletariato, la classe degli operai moderni, che vivono solo fintantoché trovano lavoro, e che trovano lavoro solo fintantoché il loro lavoro aumenta il capitale. Questi operai, che sono costretti a vendersi al minuto, sono una merce come ogni altro articolo commerciale, e sono quindi esposti, come le altre merci, a tutte le alterne vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del mercato.
Nelle discussioni sul sistema capitalistico, coloro che sostengono la necessità di distribuire la ricchezza dimenticano l'importanza di crearla.
Niente al mondo è irreversibile, nemmeno il capitalismo.
Ora speriamo che il capitalismo dopo anni di rampantismo si trasformi in socialismo, viceversa ci rimarrà solo l'umorismo.
Parlare di "limiti di crescita" in seno a un'economia di mercato capitalistica non ha alcun senso, così come non ne ha parlare di limiti della guerra in una società guerriera. Gli scrupoli morali cui oggi danno voce tanti ambientalisti sapientoni sono tanto ingenui quanto quelli delle multinazionali sono fasulli.
Quale che possa essere il destino del capitalismo come sistema con i suoi specifici "limiti interni" sul piano economico, possiamo comunque affermare che esso ha dei limiti esterni sul piano ecologico.
Questo è il vero genio del capitalismo: impacchettare, mettere l'etichetta con il prezzo sui sogni degli uomini. Mai valutarci al di sopra della nostra mediocrità.
Solo rimettendo in discussione il mercato capitalistico, le sue regole e le sue cosiddette «leggi», è possibile rispondere al bisogno di giustizia e di senso che cresce in ogni angolo della Terra.