Caratteristica della nostra epoca: non che l'uomo volgare ritenga d'essere eccellente e non volgare, ma che proclami e imponga il diritto della volgarità, o la volgarità come un diritto.
Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi.
Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole che essere qualcuno.
Ci sono in ogni epoca degli individui che non pensano come tutti, cioè che non pensano come coloro che non pensano affatto.
Colui che cerca di essere eminente fra gli uomini capaci ha un grande compito; ma quella è sempre una cosa buona per la comunità. Colui che complotta per essere il solo numero tra cifre è la decadenza di un'intera epoca.
Cos'è, in fondo, il cattivo gusto? È invariabilmente il gusto dell'epoca che ci ha preceduto.
I due punti più deboli della nostra epoca sono la mancanza di principi e la mancanza di immagine.
I pensatori e i filosofi di tutte le epoche e di tutti i paesi parlano dei loro tempi, come di tempi eccezionalmente scellerati. È logico arguire che gli uomini siano stati scellerati in ogni tempo.
I più grandi uomini di tutti i popoli famosi nella guerra appartengono sempre e soltanto ad epoche di un'alta civiltà.
Il libero pensiero di un'epoca è il buonsenso della successiva.
Il problema centrale della nostra epoca è come poter agire risolutamente in assenza di certezza.
Il troglodita non era troglodita. Rispecchiava il livello della civiltà dell'epoca.
In ogni epoca e paese, il più saggio, o almeno il più forte, dei due sessi, ha usurpato il potere dello stato, e confinato l'altro alle cure e ai piaceri della vita domestica.
In un'epoca di rapidi cambiamenti, restare fermi è il più pericoloso modo di agire.
In un’epoca rumorosa come la nostra, il non poter chiudere le orecchie così come ci è possibile chiudere gli occhi, diventa un non trascurabile difetto.
L'adolescenza è l'epoca in cui si conquista a morsi l'esperienza.
L'epoca attuale è l'epoca dell'aurea mediocrità e dell'insensibilità, dell'amore dell’ignoranza, della pigrizia, dell’inettitudine all’azione e della pretesa di trovare tutto pronto.
L'epoca della procrastinazione, delle mezze misure, del mitigare, degli espedienti inutili, del differire sta giungendo alla fine. Ora stiamo entrando nell'epoca dove ogni azione causa conseguenze.
L'epoca più oscura è oggi.
L'epoca sembra atea, ma solo agli occhi dei cristiani o dei credenti. In realtà, è nichilista.
L'uomo è imperfetto, ma bisogna pensare all'epoca in cui è stato creato.
La civiltà di un'epoca diventa il concime della successiva.
La festa prima della fine, l'orchestra che suona e non smette di suonare, mentre il Titanic affonda, è più che l'immagine di un'epoca: è una metafora della storia, della vita stessa, di ciascuno e di tutti.
La filosofia è giudice di un'epoca: brutto segno quando ne è invece l'espressione.
La nostra epoca ha bisogno di persone capaci di atti di vero eroismo, non il tipo di eroismo che finisce in gloria, ma il tipo di eroismo che finisce nel tirare fuori e rendere disponibile la verità, ciò che lavora, ciò che è onesto e reale.
La nostra epoca, senile e cancerogena, è la deviazione multipla di tutti i grandi propositi, opposti o confluenti, dal cui fallimento è sorta l’era con cui sono falliti.
La nostra non è un'epoca di fede, ma neppure d'incredulità. È un'epoca di malafede, cioè di credenze mantenute a forza, in opposizione ad altre e, soprattutto, in mancanza di altre genuine.
La tragicità di un'epoca è resa dal suo riso.
La tristezza è che quando finisce un'epoca ne comincia subito un'altra.
Le filosofie di un'epoca sono diventate le assurdità dell’epoca successiva.
Le grandi epoche della nostra vita si hanno quando noi abbiamo il coraggio di ribattezzare il nostro male come quel che abbiamo di meglio.
Le stupidaggini di una data epoca per la scienza delle epoche successive sono importanti quanto le sue saggezze.
Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi e agli esibizionisti. Dove sono i santi? Dovremo accontentarci di morire in odore di pubblicità.
Nella nostra epoca il mondo intorno a noi è tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati, mentre le nostre vite individuali sono frammentate in una successione di episodi mal collegati fra loro.
Noi viviamo grazie a Dio, in un’epoca senza fede.
Noi viviamo in un'epoca così disperata che qualsiasi felicità possediamo deve essere tenuta nascosta come una deformità.
Noi viviamo nell'epoca in cui la gente è così laboriosa da diventare stupida.
Non diciamo male della nostra epoca, non è più disgraziata delle altre. Non ne diciamo neanche bene. Non ne parliamo. È vero che la popolazione è aumentata.
Non si è mai data un’epoca creativa che non sia stata anche critica. Poiché è la facoltà critica che inventa forme nuove. La tendenza della creazione è quella di ripetersi.
Non tutte le epoche consentono ai propri figli di godere dei risultati che li rendono grandi nelle epoche successive e non tutti i secoli sono fatti per rendere gli uomini che li vivono distinti e felici.
Non è follia opporre resistenza alle condizioni dell'epoca, poiché queste
mutano ma non è detto che migliorino.
Ogni epoca abbonda dei propri doni, eppure solo alcune epoche li tramutano in sostanza durevole.
Ogni epoca è cieca alla sua stessa peggior follia.
Ogni epoca, per quanto priva di scienza e virtù, abbonda sufficientemente di atti di sangue e di gloria militare.
Ogni secolo ha la sua epoca medievale.
Per me l'arte moderna non è altro che l'espressione degli ideali dell'epoca in cui viviamo.
Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta!
Più si studia la vita e la letteratura, più si sente con forza che dietro ogni cosa meravigliosa c’è l’individuo, e che non è il momento che fa l’uomo, ma l’uomo che crea l’epoca.
Possiamo quindi accettare la piacevole conclusione, che ogni epoca del mondo ha aumentato, e continua ad aumentare, la vera ricchezza, la felicità, la conoscenza, e forse la virtù, della razza umana.
Quando un'opera sembra in anticipo sulla propria epoca, significa semplicemente che la sua epoca è in ritardo nei suoi riguardi.
Questa nostra epoca difetta di stile perché difetta di unità spirituale. Qui sta la tragedia del nostro tempo rispetto ad altri della storia più felici.
Questa è un'epoca di surrogati: invece del linguaggio, abbiamo il gergo; invece dei princìpi, slogan; e invece di idee genuine, idee brillanti.
Sciagurati quei tempi in cui i matti guidano i ciechi!
Se volete sapere qualcosa di più sulla bellezza, che cos'è esattamente, consultate una storia dell'arte e vedrete che ogni epoca ha le sue veneri e che queste veneri (o apolli) messi assieme e confrontati, fuori dalle loro epoche, sono una famiglia di mostri. Non è bello quello che è bello, disse il rospo alla rospa, ma è bello quello che piace.
Si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso.
Tra le molteplici definizioni che si possono attribuire al nostro specifico momento storico ve n'è una che forse, meglio delle altre, coglie il suo spirito: il nostro presente è l'epoca della fretta.
Un'epoca non più superstiziosa dicono, ma in compenso ipocondriaca.
Un'epoca viene chiamata Buia non perché la luce non splende, ma perché la gente rifiuta di vederla.
Una quantità di uomini ottimi sono stati dei falliti perché i loro particolari talenti non si adattavano all'epoca e al luogo in cui gli è toccato vivere.
Uno dei mali della nostra epoca consiste nel fatto che l'evoluzione del pensiero non riesce a stare al passo con la tecnica, con la conseguenza che le capacità aumentano, ma la saggezza svanisce.
Viviamo in epoca di slogan.
Viviamo in un'epoca che legge troppo per essere saggia, e crede troppo per essere bella.
Viviamo in un'epoca in cui la dichiarazione dei redditi sostituisce i rimorsi.
Viviamo in un'epoca in cui lo spazio ci si offre sotto forma di relazioni di dislocazione.
Viviamo in un'epoca pericolosa. L'essere umano ha imparato a dominare la natura molto prima di aver imparato a dominare se stesso.
È difficile essere ambigui in un’epoca in cui le parole non significano nulla.
È la critica che crea l'atmosfera intellettuale di un’epoca.