Denigrare coloro che amiamo equivale sempre a staccarcene un poco: non bisogna toccare gli idoli, se non si vuole che la doratura ci resti sulle mani.
Farsi un idolo di legno, di pietra o di metallo o costruirlo mettendo insieme concetti astratti è tutt'uno: se si ha davanti un essere personale a cui si sacrifica, che si invoca, a cui si rendono grazie, si tratta sempre di idolatria.
Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Hanno mani e non palpano, hanno piedi e non camminano; dalla gola non emettono suoni. Sia come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida.
Gli uomini cercano sempre Iddio e trovano sempre un idolo.
Gli uomini, non appena hanno atterrato un idolo, corrono a rizzarne un altro.
Idolo. Immagine o rappresentazione simbolica di un oggetto di culto. Anche se alcuni idoli sono sufficientemente brutti per essere divini, non è sostenibile che le immagini vengano idolatrate in sé e per sé da tutte le popolazioni della terra. Va anzi precisato che gli onori tributati agli idoli vengono giustamente deprecati dai veri credenti: costoro ben sanno come un essere dotato di testa non possa essere onnisciente; se provvisto di mani, non possa essere onnipotente; se collegato a un corpo, non possa essere onnipresente. D'altronde, nessuna divinità, in qualche modo contaminata dall'esistenza, potrebbe soddisfare pienamente le nostre esigenze.
Il denigrare quelli che amiamo ci allontana sempre un poco da loro. Non bisogna toccare gli idoli: la polvere d'oro che li ricopre potrebbe restarci attaccata alle dita.
Il selvaggio s'inchina davanti a idoli di legno e di pietra; l'uomo civile di fronte a idoli di carne e sangue.
L'idolo è la misura di quello che adora.
La moda è l'idolo della gioventù, la più ridicola e la più rovinosa di tutte le vanità.
La saggezza non sta nel distruggere gli idoli, sta nel non crearne mai.
La superstizione trasforma la divinità in idolo, e l'idolatra è molto più pericoloso perché è un fanatico.
Nella sua inconsistenza e nella sua banalità, l'individuo che non possiede capacità straordinarie cerca di scaldarsi alla luce riflessa dei suoi idoli.
Non è mai stato rovesciato un idolo, se non a vantaggio di un altro idolo.
Parla dei moderni senza disprezzo e degli antichi senza idolatria; giudicali tutti per i loro meriti e non per la loro età.
Ridere significa essere liberi dai falsi idoli del mondo che vogliono essere adorati e dalla tracotante serietà della vita che rende schiavi.