"Credere, obbedire, combattere": lo slogan imposto a un popolo che non crede in niente, non sa obbedire, e non vuol combattere.
All'estero quando un politico è coinvolto in un reato sparisce lui, in Italia sparisce il reato o sparisce il processo; una volta spariva anche il magistrato.
Alla manutenzione, l'Italia preferisce l'inaugurazione.
Arlecchino, Pinocchio e Pulcinella sono l'Italia del popolo, che si rappresenta, si denigra e si riscatta con la felicità che trasmette questo trio. Un'Italia del passato, ma che si può riconoscere oggi dovunque.
Bisogna essere degni del popolo italiano. Non è degno del popolo italiano colui che compie atti di disonestà. I corrotti ed i disonesti sono indegni di appartenere al popolo italiano, e devono essere colpiti senza alcuna considerazione.
Chiunque ha un sogno dovrebbe andare in Italia. Non importa se si pensa che il sogno è morto e sepolto, in Italia, si alzerà e camminare di nuovo.
Di legale in Italia c'è solo l'ora.
Di radicale in Italia c'è solo il conformismo.
Essere italiani è un lavoro a tempo pieno.
Forse uno dei guai dell'Italia è proprio questo, di avere per capitale una città sproporzionata, per nome e per storia, alla modestia di un popolo che quando grida "forza Roma!" allude solo ad una squadra di calcio.
Gl'italiani hanno piuttosto usanze e abitudini che costumi. Poche usanze e abitudini hanno che si possano dir nazionali, ma queste poche, e l’altre assai più numerose che si possono e debbono dir provinciali e municipali, sono seguite piuttosto per sola assuefazione che per ispirito alcuno o nazionale o provinciale.
Gl'italiani non hanno costumi; essi hanno delle usanze.
Gl'italiani ridono della vita: ne ridono assai più, e con più verità e persuasione intima di disprezzo e freddezza che non fa niun’altra nazione. Questo è ben naturale, perché la vita per loro val meno assai che per gli altri, e perché egli è certo che i caratteri più vivaci e caldi di natura, come è quello degl’Italiani, diventano i più freddi e apatici quando sono combattuti da circostanze superiori alle loro forze.
Gl'italiani vanno al Nord in cerca di soldi; al Sud in cerca dell'anima. All'estero smettono di essere meridionali o settentrionali e diventano solo italiani.
Gli italiani danno spesso il meglio di sé nel peggio.
Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.
Gli italiani saranno "cattivi"; fino a quando, fingendo di essere cristiani, saranno cattolici senza via di scampo e senza Stato.
Gli italiani se ci si mettono di picca, non muoiono neanche se li ammazzano.
Gli italiani si governano da soli.
Gli italiani si lamentano molto, quindi stanno bene.
Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori.
Gli italiani vivono d'arte, vivono d'amore e muoiono disperati.
Gli italiani, generosissimi in tutto, non sono generosi quando si tratta di pensare.
Gli usi e i costumi in Italia si riducono generalmente a questo, che ciascuno segua l’uso e il costume proprio, qual che egli si sia.
Governare gli italiani non è difficile, è inutile.
I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.
Il bordello è l'unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto.
Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia.
Il fascismo privilegiava i somari in divisa. La democrazia privilegia quelli in tuta. In Italia i regimi politici passano. I somari restano. Trionfanti.
Il popolo italiano non si considera superiore ad altri popoli, ma non è neppure inferiore agli altri popoli.
Il rinvio, simbolo della vita italiana: non fare mai oggi quello che potresti fare domani. Tutti i difetti e forse tutte le virtù del costume italiano si riassumono nella istituzione del rinvio: ripensarci, non compromettersi, rimandare la scelta; tenere il piede in due staffe, il doppio giuoco, il tempo rimedia a tutto, tira a campa'.
Il rischio dell'Italia è di entrare nel numero dei paesi di cultura bassa, giacché è possibile essere intelligenti e di cultura bassa.
In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire.
In Italia ci sono pochi veri statisti. In compenso abbiamo molti statali.
In Italia il far nulla appartiene alle occupazioni.
In Italia il giornalista non si sente espressione dell'opinione pubblica ma portavoce della sua fazione. Attacca in nome della confraternita di cui fa parte ma non dirà mai una parola contro la sua confraternita.
In Italia il governo non comanda. In generale in Italia nessuno comanda, ma tutti si impongono.
In Italia la corruzione ce l'abbiamo nel sangue, anche se non ci piace. Siamo cattolici, per la madonna. Pecca e confessa e fatti perdonare e ripecca, e alla fine tutti sono contenti.
In Italia la linea più breve tra due punti è l'arabesco. Viviamo in una rete di arabeschi.
In Italia le dimissioni si chiedono, non si danno.
In Italia non esistono statisti poiché non vi è mai stata alcuna cultura dello Stato, della democrazia vera, del bene pubblico.
In Italia non si può ottenere nulla per le vie legali, nemmeno le cose legali. Anche queste si hanno per via illecita: favore, raccomandazione, pressione, ricatto ecc.
In Italia nulla è stabile, fuorché il provvisorio.
In Italia per trecento anni sotto i Borgia ci sono stati guerra, terrore, criminalità, spargimenti di sangue. Ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo, il Rinascimento. In Svizzera vivevano in amore fraterno, avevano 500 anni di pace e di democrazia. E cosa hanno prodotto? L'orologio a cucù.
In Italia si dice Dio e si pensa subito al papa e alla curia romana, è una sorta di reazione meccanica che dobbiamo alla nostra lunga storia all'ombra del Cupolone, e non sono pochi coloro che dicono di essere senza Dio solo perché in realtà vogliono liberarsi dal papa e dalla curia.
In Italia si può cambiare soltanto la costituzione. Il resto rimane com'è.
In Italia tutto è a mezzo.
In Italia, tutti sono estremisti per prudenza.
In questo Paese ministri e imprenditori parlano solo con i giornalisti amici. Eppure usano spesso la parola "libertà". Ma se ti prendi la libertà di critica, ti trascinano in tribunale.
Italia, la terra dei geni troppo compresi.
L'Italia non è democratica né aristocratica. È anarchica.
L'Italia rappresenta nel mondo una specie di minoranza genialissima tutta costituita di individui superiori alla media umana per forza creatrice innovatrice improvvisatrice.
L'Italia sta in piedi perché non sa da che parte cadere.
L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.
L'Italia è il paese dei diplomi, delle lauree, della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell'impiego.
L'Italia è il solo paese dove si gusta ancora la gioia di vivere. Ci fa credere nella gioia di vivere, anche quando essa stessa non ci crede.
L'Italia è piena di attori, cinquanta milioni di attori, e quasi tutti bravi. I pochi cattivi si trovano sui palcoscenici e nei cinema.
L'Italia è un paese dove sono accampati gli italiani.
L'Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. È un paese dove tutto funziona male, come si sa. È un paese dove regna il disordine, il cinismo, l'incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l'intelligenza, come un vivido sangue.
L'Italia è un posto dove le cose stanno sempre per succedere. Di solito, sono cose insolite: la normalità, da noi, è eccezionale.
L'Italia è un'espressione geografica.
L'Italia è una speranza storica che si va facendo realtà.
L'Italia, un paese adorabile che meriterebbe d'essere meglio abitato.
L'Italia, una sterminata domenica.
L'Italia: una basilica che diventa una casa popolare.
L'emergenza insegna a pregare, si dice: per impararlo si vada in Italia! Lo straniero vi trova emergenza di certo.
L'ideale dell'italiano è il voto segreto.
L'inferno italiano è popolato di maldestri peccatori che al rifiuto del concetto di colpa e di peccato uniscono la capacità di ridere dei guai in cui si trovano. E poiché il Diavolo laggiù è il padrone, ne deriva la necessità di imbrogliarlo. La nostra commedia è tutta qui.
L'italiani sono di simulato sospiro.
L'italiano comincia a battersi per una causa solo quand'è certo che non sarà perduta.
L'italiano confonde facilmente la libertà con i propri comodi. Anzi, con i propri comodacci.
L'italiano ha un solo vero nemico: l'arbitro di calcio, perché emette un giudizio.
L'italiano non lavora, fatica.
L'italiano non s'organizza: s'arrangia.
L'italiano rispetta la legge soprattutto se coincide con i suoi interessi.
L'italiano è per il divorzio, l'aborto, la pillola, la fecondazione artificiale, ma spende un milione per il vestito della figlia che va alla prima comunione.
L'italiano, le leggi, le subisce, non le rispetta.
L'italiano: totalitario in cucina, democratico in Parlamento, cattolico a letto, comunista in fabbrica.
L'onestà nella compilazione della dichiarazione dei redditi viene considerata in Italia una forma blanda di demenza.
L'ora è venuta di tentare tutte le rivoluzioni per liberare il popolo italiano da tutti i pesi morti e da tutti i ceppi (matrimonio e famiglia cattolica soffocatrice, pedantismo professorale, elettoralismo, mentalità pessimistica, provinciale, mediocrista e quietista).
La disponibilità degl’Italiani alla dittatura non è che la loro vocazione
al servilismo.
La legge in Italia è come l'onore delle puttane.
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.
La vera bandiera italiana non è il tricolore, ma il sesso, il sesso maschile.
Lo sapete perchè l'Italia è fatta a stivale. No? Allora provate un pò voi a camminare con i sandali nella merda, cosi capirete!
Nessuno, come gli italiani, sa organizzare così bene le tempeste dentro ai bicchieri d'acqua.
Nessuno, meglio dell'italiano, sa conciliare l'individualismo col conformismo.
Noi siamo il cuore d'Europa, ed il cuore non sarà mai né il braccio né la testa: ecco la nostra grandezza e la nostra miseria.
Nulla finisce mai in tempi certi in Italia, tranne le partite di calcio.
Per un magistrato italiano, la Legge con la Giustizia non ha nulla a che fare.
Più che in Dio, l'italiano crede nei miracoli.
Popolo di navigatori, che sbarca il lunario.
Quando un popolo individualista come il nostro perde la fiducia in sé stesso e nelle istituzioni che lo reggono, l'immoralità diventa una forma di viver civile e la mediocrità invade la cosa pubblica.
Queste due malattie italiane: l'avvocato e il professore.
Qui lo dico e qui lo nego. C'è tutta l'Italia.
Qui non c'è nulla: né destra né sinistra. Qui si vive alla giornata, fra l'acqua santa e l'acqua minerale.
Se c'è una cosa che in Italia funziona è il disordine.
Senza conservatori e senza rivoluzionari, l'Italia è diventata la patria naturale del costume demagogico.
Soltanto in Italia il governo paga di tasca propria, cioè con i soldi dei cittadini, l'indottrinamento confessionale nella scuola pubblica. Soltanto in Italia l'opinione di un vescovo è considerata oggetto di discussione pubblica, materia di dibattito politico, espressione di un punto di vista collettivo e addirittura generale.
Sotto un involucro di sorriso e di bonomia, l'Italia è diventata il paese d'Europa più duro da vivere, quello in cui più violenta e più assillante è diventata la lotta per il denaro e per il successo.
Un italiano è un latin lover, due italiani sono un casino, tre italiani fanno quattro partiti.
Viviamo in un paese dove si verificano sempre le cause e non gli effetti.
È ora che gli italiani scendano in piazza a protestare contro se stessi.
È un Paese così diviso, l'Italia. Così fazioso, così avvelenato dalle sue meschinerie tribali! Si odiano anche all'interno dei partiti, in Italia. Non riescono a stare insieme nemmeno quando hanno lo stesso emblema, lo stesso distintivo. Gelosi, biliosi, vanitosi, piccini, non pensano che ai propri interessi personali.