Comune alla democrazia, all'oligarchia, (alla monarchia) e ad ogni costituzione è la necessità di badare a che nessuno si innalzi in potenza tanto da superare la giusta misura.
Dominio d'uno buono si dice Regno e Monarchia; d'uno malo si dice Tirannia; di più buoni si dice Aristocrazia; di più mali Oligarchia; di tutti buoni Polizia; di tutti mali Democrazia.
I fiumi corrono a mescolarsi nel mare: le monarchie vanno a perdersi nel dispotismo.
Il saggio appartiene allo stesso repertorio obsoleto come la casalinga virtuosa e il monarca illuminato.
L'unità del governo non è nè negli uomini nè nei luoghi, ma nel sentimento. Monarchia consentita con intelligenza, è repubblica; repubblica consentita da pochi, dagli altri sopportata, è aristocrazia o cacocrazia.
La forza della monarchia è nella ragione pubblica, la quale riconosce la necessità d'un potere permanente ed inviolabile per mantenere l'ordine e la libertà.
Nel dispotismo l'uomo è al disotto de' suoi sentimenti naturali, nelle repubbliche è al di sopra, nelle monarchie è al livello.
Non c'è riposo per i popoli liberi: il riposo è un'idea monarchica.
Non si viene più sfruttati dai monarchi, ma dalle idee.
Ovunque il popolo non ha proprietà onde esistere, il governo è monarchico o aristocratico. Ovunque il popolo può esistere di sua proprietà il governo è suscettibile di democrazia.