Anche in una prigione si può trovare ampiezza e pienezza di vita.
Apparentemente siamo tutti prigionieri di un mondo mentale in cui le visioni si diluiscono con il sogno e il desiderio.
Aprite una scuola, chiuderete un carcere!
Aspettare? È il più grande ed efficace metodo educativo in un penitenziario. Bisogna aver imparato ad aspettare, per saperlo sopportar per anni. Chi non l'ha imparato, muore.
Avviene in prigione come nel mondo. Quelli che pongono la lor saviezza nel fremere, nel lagnarsi, nel vilipendere, credono follia il compatire, l'amare, il consolarsi con belle fantasie che onorino l'umanità ed il suo Autore.
C'è una cosa che in prigione s'impara: mai pensare al momento della liberazione, altrimenti c'è da spaccarsi la testa nel muro. Pensare all'oggi, al domani, tutt'al più alla partita di calcio del sabato; ma mai più in là. Prendere il giorno come viene.
Carcere, malattie e necessità, si conosce l'amistà.
Che differenza c'è tra un galeotto e l'uomo della strada? Il galeotto è un perdente che ci ha provato.
Che è l'onestà se non la paura della prigione?
Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione.
Chi, senza sostegno e senza strategia, attacca un nemico sottovalutandone la forza, sarà sicuramente fatto prigioniero.
Ci sono persone stranamente congegnate. Criminali, per esempio, che lavorano come negri a dei piani che li portano in prigione e che, appena usciti, ricominciano da capo per approdare nuovamente in prigione. Se dedicassero la stessa perseveranza, la stessa intelligenza, lo stesso spirito di risorsa, ad attività oneste, guadagnerebbero senza dubbio molto denaro e raggiungerebbero posizioni importanti. Ma sono fatti così: amano il delitto.
Comportatevi bene e avrete un lavoro sicuro per il resto della vita. Sicuro? La sicurezza si poteva averla anche in galera. Tre metri quadrati tutti per voi senza affitto da pagare, senza conti della luce e del telefono, senza tasse, senza alimenti. Senza tassa di circolazione. Senza multe. Senza fermi per guida in stato di ubriachezza. Cure mediche gratuite. La compagnia di persone con gli stessi interessi. Chiesa. Inculate. Funerali gratuiti
Dalla prigione ci esci vivo, dalla guerra no. Tutto il resto, sono parole.
Dalla prigione di essere sempre sé stessi per tutta la vita, se ne esce soltanto con la pazzia o con la morte.
Dalle prigioni della vita ne può uscire solo chi ha una libertà interiore.
Due sono i mondi in cui gli uomini si ritrovano messi a nudo, tutte le facciate spariscono, in modo che è possibile vedere il loro nocciolo duro. Il primo è il campo di battaglia; l'altro è la prigione.
Il giudice non cerca la verità del fatto, ma cerca nel prigioniero il delitto.
Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni.
Il mondo intero non è che una vasta prigione nella quale ogni giorno qualcuno viene estratto a sorte per essere giustiziato.
Il mondo è una prigione dove è preferibile stare in una cella d'isolamento.
Il regalo più gradito al mondo non è un grosso brillante, ma una lima nella cella.
Il vivere libero è assai più bello del vivere in carcere; chi ne dubita? Eppure anche nelle miserie d'un carcere, quando ivi si pensa che Dio è presente, che le gioie del mondo sono fugaci, che il vero bene sta nella coscienza e non negli oggetti esteriori, puossi con piacere sentire la vita.
L'amante pensa più spesso a giungere presso la sua diletta che non il marito a custodire la moglie; il prigioniero pensa più spesso a fuggire che non il carceriere a chiudere la porta; quali che siano dunque gli ostacoli, l'amante e il prigioniero debbono riuscire.
L'unica libertà possibile, a questo mondo, è la libertà di scegliersi la propria prigione.
L'unico modo di fuggire alla condizione di prigioniero è capire com'è fatta la prigione.
L'uomo moderno è un prigioniero che si crede libero perché evita di toccare i muri della cella.
L'uomo è nato libero, delle sue inclinazioni si costruisce una prigione, senza rendersene conto, egli diventa prigioniero.
L'uomo è un prigioniero che non può aprire la porta della sua prigione e scappare. . . deve aspettare, e non è libero di gestire la sua vita finché Dio non lo chiama.
La carcere è la semplice custodia d’un cittadino finchè sia giudicato reo, e questa custodia essendo essenzialmente penosa, deve durare il minor tempo possibile e dev’essere meno dura che si possa. Il minor tempo dev’esser misurato e dalla necessaria durazione del processo e dall’anzianità di chi prima ha un diritto di esser giudicato.
La gelosia è una prigione nella quale l’individuo si rinchiude da solo. Non ci viene spinto a forza da qualcuno. Ci entra di sua spontanea volontà, chiude la porta a chiave dall’interno e getta la chiave dalla finestra, al di là delle sbarre. E nessuno sa che lui è incarcerato lí dentro.
La peggiore disgrazia in prigione, è di non poter chiudere la propria porta.
La prigione è un paradiso socialista, dove l'uguaglianza prevale, tutto viene fornito, e la competizione è eliminata.
La prigione è una fabbrica che trasforma gli uomini in animali. Le probabilità che uno esca peggiore di quando ci è entrato sono altissime.
La questione non è se la prigione può aiutare, né se la sua condanna possa servire da deterrente per qualcun altro. Il punto fondamentale è quello di proteggere la società.
La sofferenza, il dolore, la tristezza, la depressione ci legano a sé tenendoci prigionieri. La felicità ci libera.
La tua bontà, il tuo dovere, la tua fede: eccole le sbarre della prigione in cui sei rinchiuso.
Le carceri italiane, nel loro complesso, sono la maggior vergogna del nostro paese. Esse rappresentano l'esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si abbia mai avuta.
Le carceri sono luoghi favorevoli alla lettura dei testi di filosofia.
Le dittature si presentano apparentemente più ordinate, nessun clamore si leva da esse. Ma è l'ordine delle galere e il silenzio dei cimiteri.
Le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori.
Le prigioni sono costruite con le pietre della legge, i bordelli con i mattoni della religione.
Le prigioni trovano sempre dei guardiani.
Meglio dormire libero in un letto scomodo che dormire prigioniero in un letto comodo.
Meglio un colpevole fuori che un innocente in galera.
Nei paesi nei quali gli uomini non si sentono al sicuro in carcere, non si sentono sicuri neppure in libertà.
Nella solitudine, nella malattia, nella confusione, la semplice conoscenza dell'amicizia rende possibile resistere, anche se l'amico non ha il potere di aiutarci. È sufficiente che esista. L'amicizia non è diminuita dalla distanza o dal tempo, dalla prigionia o dalla guerra, dalla sofferenza o dal silenzio. È in queste cose che essa mette più profonde radici. È da queste cose che essa fiorisce.
Nessuno conosce veramente una nazione fino a che non è stato nelle sue prigioni. Una nazione non dovrebbe essere giudicata per come tratta i suoi cittadini migliori, ma i suoi cittadini di più basso rango.
Non c'è da aver paura della povertà né dell'esilio, né del carcere, né della morte. Si deve aver paura della propria paura.
Non c'è mai abbastanza tempo, a meno che tu non sia in galera.
Non ci sono abbastanza prigioni, non abbastanza poliziotti, non abbastanza tribunali per applicare una legge non sostenuta dalla gente.
Non possiamo fare d'un essere libero uno schiavo, in quanto un tale essere è sempre libero, anche in prigione.
Non temere né la prigione, né la povertà, né la morte. Temi la paura.
Non tutte le prigioni hanno le sbarre: molte sono meno evidenti ed è difficile
evadere perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri
automatismi culturali che castrano l’immaginazione, fonte di creatività.
Per rimanere liberi bisogna, a un bel momento, prendere senza esitare la via della prigione.
Per uno che voglia fare l'attore, vale di più un anno di prigione che un anno di scuola: in prigione s'impara di più e ci si annoia molto meno.
Più potente della paura per l'inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni.
Prigione. Pensione di terza categoria per chi è affetto da temporanei disturbi nervosi, e non ha amici in grado di farlo ricoverare in istituti più eleganti.
Prigione: a parte il necessario, non manca niente.
Quando sono uscito di prigione ho dovuto capire come fare pace con il mio passato.
Quasi tutti i desideri del povero sono puniti con la prigione.
Se noi salveremo solo i nostri corpi dai campi di prigionia, dovunque essi siano, sarà troppo poco. Non si tratta infatti di conservare questa vita a ogni costo, ma di come la si conserva.
Se vuoi la sicurezza totale, vai in galera. Ti danno cibo, vestiti, cure mediche e così via. La sola cosa che ti mancherà... è la libertà.
Si accusa spesso la letteratura di facilitare ai prigionieri la fuga dalla realtà.
Siamo imprigionati nel regno della vita, come un marinaio sulla sua piccola barca, su un oceano infinito.
Siamo tutti potenziali malfattori, e nel profondo dell’animo quelli che mettiamo in prigione non sono più cattivi di chiunque di noi. Hanno ceduto all’ignoranza, al desiderio, alla collera, malattie da cui anche noi siamo affetti, per quanto in misura diversa. Il nostro dovere è di aiutarli a guarire.
Siamo tutti prigionieri, ma alcuni si trovano in celle con finestre, altri senza.
Sono la più forte contraddizione delle sbarre, i libri. Al prigioniero steso sulla branda spalancano il soffitto.
Tutti i criminali dovranno essere trattati come pazienti e le prigioni diventare degli ospedali riservati al trattamento e alla cura di questo particolare tipo di ammalati.
Tutto quello che un uomo ha in prigione è la reputazione con i compagni.
Un giorno è presto passato, e quando la sera uno si mette a letto senza fame e senza acuti dolori, che importa se quel letto è piuttosto fra mura che si chiamino prigione, o fra mura che si chiamino casa o palazzo?
Un individuo che infrange una legge che crede ingiusta e che responsabilmente accetta la pena della prigionia per risvegliare la coscienza della comunità riguardo alla sua ingiustizia, in realtà sta esprimendo il più alto rispetto per la legge.
Un prigioniero senza libri né inchiostro è un uomo morto ancora in vita.
Uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero, perché se no anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire.
È una bella prigione, il mondo.