Come "divino" e "demoniaco", "schizofrenico" è un concetto meravigliosamente vago nel suo contenuto e terribilmente spaventoso nelle sue implicazioni.
Come la pazzia, in un certo senso elevato, è l'inizio di ogni sapienza, così la schizofrenia è l'inizio di tutte le arti, di ogni fantasia.
La differenza tra colui che ama immaginarsi continuamente Napoleone e colui che crede di essere Napoleone è la differenza tra il sognatore felice e lo schizofrenico infelice.
La mente ammalata dello schizofrenico può permettergli di vedere delle cose che non possono entrare nella mente intatta, ma non aperta, di molte persone sane.
La negazione dell'essere, come strumento per la conservazione dell'essere. Lo schizofrenico crede di aver ucciso il suo io, e ciò allo scopo di evitare di essere ucciso: è morto per poter restare vivo.
La pretesa affermazione secondo la quale alcune persone hanno una malattia definita schizofrenia non è fondata su una particolare scoperta, ma soltanto sull'autorità medica: essa non è stata, in altre parole, la conseguenza di un lavoro scientifico ed empirico, ma di una presa di posizione etica e politica.
La schizofrenia non può essere capita senza capire la disperazione.
Le cose dette e fatte da uno schizofrenico sono destinate a restare, essenzialmente, assurde e inspiegabili se non si comprende il loro contesto esistenziale.
Lo schizofrenico è un uomo senza speranza.
Nessuno ha la schizofrenia, nel senso che intendiamo quando diciamo che uno ha il raffreddore. Il paziente non ha la schizofrenia: è schizofrenico.
Se parli con Dio stai pregando. Se Dio parla con te, sei uno schizofrenico.
Un'altra peculiarità degli schizofrenici è una tolleranza per il dolore superiore al normale.