Passione

Aforismi

Tossicodipendenza

I fumatori di marijuana non sono come gli altri intossicati. Il tossicomane ti mette in mano i quattrini, prende la droga e fila. Ma i fumatori di marijuana non si comportano così. Pretendono che lo spacciatore li metta a loro agio e tenga loro compagnia parlando per una mezz'ora prima di vendere due dollari di “erba”.
Il morfinomane ha una felicità che nessuno gli può togliere: la capacità di trascorrere la vita in completa solitudine. E la solitudine significa pensieri importanti e profondi, significa contemplazione, serenità, saggezza.
Il tossicomane può passare otto ore ad osservare un muro. Ha coscienza di ciò che lo circonda, ma l'ambiente è per lui privo di caratteristiche emotive e di conseguenza anche di interesse.
Il tossicomane, il più delle volte, crede di condurre un'esistenza normale e pensa che la droga sia un fatto incidentale. Non si rende conto che, pur svolgendo le sue attività estranee alla droga, sta scivolando lungo la china. Solo quando gli viene tagliata la fonte dei rifornimenti capisce quale importanza abbia la droga per lui.
L'intossicato misura il tempo con la droga. Quando viene privato della droga, l'orologio si scarica e si ferma. Egli non può fare altro che rassegnarsi e aspettare che ricominci a scorrere il tempo senza droga. L'intossicato in preda al malessere della mancanza di droga, non ha scampo dal tempo esteriore, non ha luogo in cui rifugiarsi. Può soltanto aspettare.
La noia, che indica sempre una tensione non scaricata, non disturba mai il tossicomane. Egli può fissarsi le scarpe per otto ore, e viene indotto all'azione quando si capovolge la clessidra della droga.
Lo scrittore tossicodipendente è nient'altro che un tossicodipendente, sono tutti in altre parole comunissimi ubriaconi e drogati. La pretesa che droghe e alcol siano necessari per sopire una sensibilità più percettiva non è che la solita stronzata autogiustificativa.
Man mano che il vizio prende piede, le altre cose alle quali si interessava l'intossicato si svuotano d'ogni importanza. La vita si riduce alla droga; una dose, e già si guarda con ansia a quella successiva, ai “nascondigli” e alle “ricette”, agli “aghi” e alle “pompette contagocce”.
Non si decide di diventare tossicomani. Un mattino ci si desta in preda al “malessere” e lo si è.