Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti in quanto questa deve esser possibile a priori.
Esiste una specie di ventriloquismo trascendentale con il quale si può far credere alla gente che qualcosa che è stato detto in terra proviene dal cielo.
Il criterio nascosto di ogni opzione filosofica è l'implicazione o non implicazione di una trascendenza.
L'avvenire è la sola trascendenza degli uomini senza Dio.
La cultura è terrena, mentre la civilizzazione è trascendente.
Se nega ogni trascendenza la storia si suicida. Se la realtà è solo temporale, il suo luogo è il presente. Il passato è privo di importanza. Perché la storia ci riguardi, qualcosa in essa deve trascenderla: nella storia deve esserci qualcosa di più che la storia.
Si può trascendere il soggettivismo solo assumendolo in modo totale. Quando il soggetto ripiega su se stesso e s'immerge nel folto di sé, un rumore d'acqua viva lo accoglie nella penombra. E là dove si aspettava di trovare la solitudine estrema, gli si rivela un'oggettività ribelle, un'alterità irriducibile, una trascendenza vittoriosa.