Passione

Aforismi

Alain De Botton

Chi pronuncia parole d'amore è come chi lancia un messaggio in codice con una tramittente difettosa, senza mai essere sicuro di cosa viene captato.
Ciò che cerchiamo in un'opera architettonica non è diverso da ciò che cerchiamo in un amico. Gli oggetti che definiamo belli sono versioni delle persone che amiamo.
Essere innamorati dell'amore è sempre un rischio.. le aspettative quando si incontra una nuova persona son spesso molto alte.. la si idealizza.. si colgono spesso solo i lati positivi.. durante i primi incontri si prende solo il meglio dell'altra persona .. ma è nella vita quotidiana .. che si comprende se la persona che si ha al proprio fianco è quella con la quale si potrà condividere gran parte dell'esistenza.
Fare sesso in maniera fantastica rappresenta un’eccezione preziosa e sublime, più o meno come essere felici.
Forse è proprio vero che di fatto non esistiamo finché non c'è qualcuno che ci vede esistere, che non parliamo finché qualcuno non è in grado di comprendere ciò che diciamo, in sintesi, che non siamo del tutto vivi finché non siamo amati.
Gli innamorati, cui non è propria la lucidità dei flosofi, non possono non abbandonarsi all'impulso religioso, cioè credere e avere fede, in quanto opposto all'impulso filosofico, che è dubitare e indagare. Preferiscono il rischio di essere nell'errore e in amore a essere nel dubbio e senza amore.
I bisogni disperati fanno intravedere la soluzione attraverso le allucinazioni: l'assetato ha l'allucinazione dell'acqua, il bisogno d'amore provoca l'allucinazione dell'uomo, o della donna, ideale. L'ossessione dell'oasi non è mai una delusione completa: l'uomo nel deserto vede qualcosa all'orizzonte. È che le palme sono inaridite, il pozzo secco, il luogo infestato di locuste.
I rivoluzionari hanno in comune con gli amanti la tendenza a prendere tutto troppo sul serio.
Il mio errore fu confondere il destino ad amare con il destino ad amare una certa persona.
Il presente si degrada, prima in storia, poi in nostalgia.
Il sesso è come l'arte: gli incidenti di natura e le bizzarrie della nostra formazione ci conducono alla vita adulta in una condizione di squilibrio.
In nessun ambito della nostra vita il desiderio di un certo destino è più forte che nella sfera romantica.
L'amore non è cosa molto diversa dalla cospirazione.
L'architettura desta perplessità anche perché non è affatto in grado di creare quella felicità di cui si serve per attirare la nostra attenzione. Se a volte un edificio seducente ci mette di buon umore, ci sono invece momenti in cui nemmeno il luogo più ameno sarà in grado di sfrattare la nostra tristezza o la nostra misantropia.
L'architettura, anche quella più compiuta, costituirà sempre solo una debole e imperfetta protesta contro lo stato delle cose.
L'innamoramento può essere definito come la momentanea volontà di sospendere il giudizio, anche a costo di chiudere gli occhi.
La confidenza crea un linguaggio nuovo, un linguaggio domestico di intimità, ricco di riferimenti all’intreccio amoroso, e che non può essere facilmente compreso da altri.
La consapevolezza dell'insania di un amore non ha mai preservato nessuno da tale malattia.
La libertà di pensare è il coraggio di imbattersi nei propri demoni.
La maggior parte della gente non ci impone con prepotenza un ruolo, si limita a suggerirlo con le sue reazioni, poi altrettanto gentilmente ci impedisce di andare oltre lo stampo assegnato.
La nostra capacità di trarre felicità dagli oggetti estetici o dai beni materiali sembra in effetti criticamente dipendente dal nostro soddisfare per prima cosa una gamma più importante di bisogni emotivi o psicologici, fra i quali il bisogno di comprensione, di amore, di espressione e di rispetto.
La sola differenza tra la fine di un amore e la fine di una vita è che, nel secondo caso, ci conforta il consolante pensiero che, dopo la morte, non sentiremo più niente.
Nell'architettura nulla è mai brutto in sé: semplicemente nel posto sbagliato o della misura sbagliata, mentre la bellezza è figlia di una relazione coerente tra le parti.
Nell'ossessione dell'oasi, l'uomo assetato immagina l'acqua, le palme e l'ombra non perché ce ne siano oggettivi indizi, ma perché ne ha pressante necessità.
Non siamo del tutto vivi finché non siamo amati.
Ogni innamoramento comporta il trionfo della speranza sull’autoconoscenza. Ci innamoriamo sperando di non trovare nell’altro ciò che sappiamo essere in noi stessi: tutta la codardia, la debolezza, la pigrizia, la disonestà, il compromesso e la stupidità bruta.
Per noi costruire è come scrivere: serve a preservare ciò che ci sta a cuore.
Poche sensazioni possono essere così stimolanti e incutere, allo stesso tempo, tanta paura quanto la consapevolezza di essere oggetto dell’amore di un altro, perché se non si è assolutamente sicuri delle proprie virtù, si giudica l’affetto che si riceve come un grande dono immeritato.
Se a volte un edificio seducente ci mette di buon umore, ci sono invece momenti in cui nemmeno il luogo più ameno sarà in grado di sfrattare la nostra tristezza o la nostra misantropia.
Se anche l'architettura possiede un contenuto morale, le manca il potere di farlo valere. Offre suggerimenti invece di promulgare leggi. Ci invita a emulare il suo spirito non ce lo impone, e non può impedire che se ne abusi.
Se l'innamoramento è repentino, forse è perché la voglia di amare precede l’amata: il bisogno inventa la sua soluzione.
Se non accettiamo gli insegnamenti che l'amore ci ispira, continueremo felici a ripetere indefinitamente gli stessi errori, come mosche che ritornano dementi a picchiare contro i vetri delle finestre, incapaci di capire che il vetro, per quanto trasparente, non può essere attraversato.
Sentimenti virtuosi nascono spontaneamente sul terreno fertile della sofferenza. Più si soffre, più si deve essere virtuosi.
Senza venerare alcun dio, un elemento di architettura domestica, non meno di una moschea o di una cappella, può aiutarci a ricordare chi siamo davvero.
Sospeso su ogni storia d'amore c’è il pensiero, atroce quanto inconoscibile, di come potrebbe finire.
Una casa può trasmetterci uno stato d'animo che siamo incapaci di crearci da soli ma a volte l'architettura più nobile può fare per noi meno di una siesta o un'aspirina.
Vivere nel tempo futuro significava alimentare, in contrasto con il presente, una vita ideale che ci avrebbe preservato dalla necessità di lasciarci coinvolgere dalla situazione che ci circondava.