Accettare un rischio significa sempre aprirsi a nuove possibilità ed esperienze.
Amore e conoscenza costituiscono un binomio inscindibile, il felice connubio degli aspetti più fondamentali dell’esistenza.
Coloro i quali accettano di vivere il proprio male, come parte integrante della totalità, sono scomodi per il collettivo, perché l’aspetto oscuro va sempre contro le cosiddette ‘leggi morali’ del tempo.
Credere nell'inconscio significa dar credito alla sofferenza psichica.
Fino a quando non si mette in gioco la propria vita si manca della forza necessaria per trarre dall'ombra il tratto fondamentale di un carattere.
Forti sono quelle persone che non smettono mai di mettersi in discussione, che non arretrano dinanzi al rischio, che accettano la più grande di tutte le sfide, quella della adesione incondizionata ai propri valori interiori.
I tradimenti si verificano quando una coppia «ristagna" e il ristagno deriva da una impossibilità di comunicare, da una difficoltà nel relazionarsi.
Il tradimento compiuto dal maschile non cambia affatto l’uomo perché lui, in fondo, lo affronta con grande superficialità.
Il tradimento si trova sempre sulla nostra strada, e non solo per annientarci: se il tradimento destabilizza, è perché qualcosa si ricrei.
Il tradimento è una rivolta: ogni rivoluzione s'iscrive nell'orbita del tradimento, è tradimento ogni opera d'arte che rompa un circuito obsoleto della conoscenza, è tradimento ogni nuova scoperta, è tradimento ogni originale movimento intellettuale.
Il viaggio nella propria interiorità coincide sempre con il calarsi in un vissuto particolare, quello della solitudine.
L'esperienza del tradimento e del lutto può svolgere una funzione trasformativa, se riusciamo a elaborarne il vissuto.
L'essere umano è per definizione solo, ma soltanto di rado le persone riescono a riconoscere la propria fondamentale e strutturale solitudine.
L'immaginazione occupa un ruolo centrale tale da consegnarci una vera e propria concezione del mondo, cui è sotteso il discorso radicale di un allargamento della nozione di realtà e di una corrispondente estensione della coscienza.
L'individuo creativo si sente afferrato in una corrente di vita che ha la dimensione dell’eternità; egli non sente i limiti della propria esistenza, ciò che fa o pensa supera i confini entro i quali è invece costretto chi semplicemente sopravvive.
L'uomo che pensa, che riflette, che abbandona la chiacchiera futile per ascoltare la voce della propria anima alla ricerca di risposte alla propria sofferenza, appare un uomo malato.
La creatività è la risposta che apre.
La creatività è un istinto, una necessità e la nevrosi è un blocco di tale istinto.
La donna che tradisce cambia completamente, soprattutto da un punto di vista psicologico, e il maschile non è mai pronto ad accettare questa metamorfosi.
La malattia è un processo creativo che, se trova un ambiente adeguato, un’attenzione consapevole e una traduzione fedele, può trasformare il soggetto.
La noia è caratterizzata da una grande sensazione di vuoto, perché è la presa d’atto che il nostro rapporto con la realtà è stato 'disinnescato'.
La psiche, nel suo linguaggio simbolico e carico di immagini, ci insegna a vivere ogni morte come un rito di passaggio a nuove forme di esperienza.
La seduzione amorosa, avvertita come minaccia destabilizzante, può suscitare reazioni difensive.
La seduzione dell’anima, il suo richiamo al cambiamento, può generare angosce e resistenze nell’Io.
La volontà non può superare i limiti della sfera psichica; non è in grado di costringere l’istinto, e non ha potere sullo spirito.
Lo stato di innamoramento è caratterizzato dalla rottura violenta del proprio nucleo difensivo narcisistico.
Nel momento in cui si afferma la mancanza dell’altro, emerge il desiderio: la seduzione è avvenuta.
Nel timore di non essere amati o di perdere la persona che amiamo, si cela anche il bisogno di comprendere le ragioni delle nostre insicurezze.
Ogni amante rappresenta la malattia dell’altro.
Ogni fenomeno che concerne l'universo umano la crescita, l'amore, la creatività si deve confrontare col suo lato oscuro, con la sua morte, per scoprire che, forse, ciò che ci limita e ci tradisce è anche ciò che ci determina e ci svela.
Quando il "desiderio d'infinito" si impossessa della vita di un uomo fino a inaridire il suo presente, questo "anelito" diviene una forma patologica di dipendenza.
Rimanere soli equivale a un ritiro spirituale con il peggior nemico che ci sia dato di incontrare: noi stessi.
Siamo noi stessi i nostri più crudeli carnefici.
Solo l'autoaccettazione può condurre verso l’indipendenza.
Subire un tradimento significa essere consegnati a una morte dolorosa e provare in prima persona le ferite dell'abbandono e la perdita di ogni riferimento abituale.
Tutte le volte che capita di rifiutare, attraverso la razionalizzazione, l’esperienza amorosa, non si fa altro che obbedire a una legge collettiva ormai interiorizzata.