Ci sono cavalieri che peggiorano i loro cavalli, e cavalli che migliorano i loro cavalieri.
Come la donna, così il cavallo non ama i deboli, tanto meno li rispetta.
I cavalli sono sempre cavalli. I cavalieri non sono sempre cavalieri.
Il cavaliere non pretenderà di vincere la paura del suo cavallo, se non sia certo di aver vinto, anzitutto, la propria!
Il cavallo che si sente trattato come un uomo, è spesso abbastanza intelligente per comportarsi subito da bestia; forse appunto per togliere il cavaliere dall'equivoco.
Il cavallo non difetta di intelligenza; troppo spesso l'intelligenza è in lui paralizzata dalla ipersensibilità.
Il cavallo si ricorda sempre del bene che riceve, e ne è grato: l'uomo talvolta.
Il cavallo è femmina anche quando è maschio; il cavaliere sappia essere maschio anche quando è femmina.
Il cavallo è il più orgoglioso degli animali, perché non è servile verso il proprio padrone; è più cortese, perché non è scontroso con gli estranei: non guarda in faccia nessuno.
Le gambe del cavallo diventano del cavaliere; in cambio questi gli dona il proprio cervello.
Non è il cavallo che deve adattarsi al cattivo cavaliere, ma il cattivo cavaliere al buon cavallo.