A conti fatti, della vita è più quello che non si ricorda di quello che si ricorda.
A volte una soluzione sembra plausibile solo in questo modo: sognando. Forse perché la ragione è pavida, non riesce a riempire i vuoti fra le cose, a stabilire la completezza, che è una forma di semplicità, preferisce una complicazione piena di buchi, e allora la volontà affida la soluzione al sogno.
Dicono che la morte è un mistero, ma il fatto di essere esistito è un mistero maggiore, apparentemente è banale, e invece è così misterioso.
Difficile è il silenzio. Esso presuppone pazienza, costanza, testardaggine; e soprattutto si confronta con il giorno-dopo-giorno della nostra vita, i giorni che ci restano, uno dopo l’altro, lunghi davvero nelle loro piccole ore, è come un voto, è di cristallo, un niente lo può rompere, e il suo nemico è il tempo.
Gli scrittori sono sempre così, ingannano.
I ricordi di quando si è bambini li hanno quelli che allora erano già adulti.
I sogni non si devono raccontare, perché è come dare l'anima.
Il racconto è il romanzo di un pigro.
Il suicidio, per il fatto di essere una scelta radicale, paradossalmente in fondo è più facile: un gesto, e via.
Il vero protagonista della storia che abbiamo vissuto non siamo noi, è la storia che abbiamo vissuto.
L'abitudine è anche una forma di esorcismo, e poi la si sente come un piacere.
L'importante è cercare, non importa se si trova o non si trova.
La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.
La fotografia è la morte perché fissa l’attimo irripetibile.
La fotografia, come la musica, coglie l'attimo che non riusciamo a cogliere, ciò che siamo stati, ciò che avremmo potuto essere.
La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro.
La vita non si racconta, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata.
La vita non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo.
La vita è così brava a sclerotizzare le cose, e gli atteggiamenti diventano le scelte.
La vita è fatta d'aria, un soffio e via, e del resto anche noi non siamo nient'altro che un soffio, respiro, poi un giorno la macchina si ferma e il respiro finisce.
La vita è prigioniera della sua rappresentazione: del giorno dopo ti ricordi solo tu.
La vita è surrettizia e raramente mostra in superficie le sue ragioni, e invece il suo vero percorso avviene in profondità, come un fiume carsico.
La vita è un appuntamento, solo che noi non sappiamo mai il quando, il chi, il come, il dove.
La vita è una musica che svanisce appena l'hai suonata.
Le cose esistono come vuoi se le pensi e se le vuoi, allora le puoi guidare, altrimenti vanno per conto loro.
Le ragioni del cuore sono le più importanti, bisogna sempre seguire le ragioni del cuore, questo i dieci comandamenti non lo dicono.
Nel grande viaggio si fanno dei viaggi, sono i nostri piccoli percorsi insignificanti sulla crosta di questo pianeta che a sua volta viaggia, ma verso dove?
Non abbiamo una personalità sola, abbiamo tante personalità che convivono fra di loro sotto la guida di un io egemone.
Non puoi vivere da due parti, dalla parte della realtà e dalla parte del sogno, così ti vengono le allucinazioni.
Non si aspetta chi non può tornare.
Non si deve mai suggerire alle cose come devono realizzarsi, altrimenti succedono davvero.
Parlare, e soprattutto scrivere, è sempre un modo di venire a patti con la mancanza di senso della vita.
Per caso, tutto succede per caso nella vita, a volte penso che perfino il libero arbitrio sia un prodotto del caso.
Per conoscere un luogo non è sempre necessario esserci stati.
Se ti metti a guardare nelle pieghe piú nascoste della società, qualsiasi essa sia, scopri la pazzia. Ma quelli che hanno avuto il coraggio di farlo erano pazzi.
Una bella morte... che sciocchezza, la morte non è mai bella, la morte è laida, sempre, è la negazione della vita.
È difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore.
È il compito degli intellettuali e degli scrittori porre dei dubbi sulla perfezione.