A causa della mentalità limitata della grande massa, la religione soddisfa molto bene l'insopprimibile bisogno metafisico dell'uomo e sostituisce la pura verità filosofica, che si può raggiungere con infinite difficoltà e forse non si raggiunge mai.
A chi ha bisogno di una compagnia rasserenante e di scacciare il tedio della solitudine raccomando i cani, le cui qualità morali e intellettuali procureranno quasi sempre gioia e soddisfazione.
A mitigare la miseria umana, il mezzo più efficace sarebbe la diminuzione, anzi l'abolizione, del lusso.
A parte poche eccezioni, al mondo tutti, uomini e animali, lavorano con tutte le forze, con ogni sforzo, dal mattino alla sera solo per continuare ad esistere: e non vale assolutamente la pena di continuare ad esistere, inoltre dopo un certo tempo tutti finiscono. È un affare che non copre le spese.
Ai tempi dei tempi, il pilastro principale del trono era la fede, oggigiorno il credito. Nemmeno al papa sta a cuore la fiducia dei suoi credenti più di quella dei suoi creditori. Se una volta si lamentavano i peccati del mondo, oggi si guarda con orrore ai debiti del mondo e, come un tempo il giudizio universale, così oggi si profetizza la bancarotta universale dello Stato, sebbene, al tempo stesso, con la fiduciosa speranza di non dovervi assistere.
Al mondo esiste un solo essere che mente: l'uomo.
Al nostro carattere morale la sofferenza è necessaria come la pressione dell'aria al nostro corpo. Senza questa il corpo scoppia; senza sofferenza il nostro carattere sprofonda nei piaceri e nei vizi di ogni genere.
Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro.
Alcuni possono disprezzare qualsiasi bene, a patto che non lo possiedano; altri invece solo se ce l'hanno.
All'innata vanità si accompagna una loquacità e una slealtà connaturata.
All'uomo di grandi doti intellettuali la solitudine offre due vantaggi: anzitutto quello di stare con se stesso, e, in secondo luogo, quello di non stare con altri.
Alla fine tutti quanti siamo e restiamo soli.
Alla natura sta a cuore solo la nostra esistenza, non il nostro benessere.
Alla serenità nulla contribuisce meno della ricchezza e nulla più della salute.
Alla verità è concesso solo un breve trionfo fra due lunghi spazi di tempo in cui è, prima condannata come paradossale, e poi schernita come banale.
Anche l'uomo più sano e più sereno può risolversi per il suicidio, quando l'enormità dei dolori e della sventura che si avanza inevitabile sopraffà il terrore della morte.
Anche per i più longevi, la vita è troppo breve in relazione ai progetti fatti.
Anziché influire con ragioni sull'intelletto, si influisca con motivi sulla volontà, e l'avversario, come pure gli ascoltatori, sono subito guadagnati alla nostra opinione, poiché pesa di più una briciola di volontà, che un quintale di ragione e di persuasione.
Bisogna guardarsi bene dal concepire un'opinione molto favorevole delle persone di nuova conoscenza; altrimenti nella maggior parte dei casi si rimarrà delusi con proprio scorno o magari danno.
Bisogna scoprire i difetti dello stile negli scritti altrui al fine di poterli evitare nei propri.
Bisognerebbe scegliere la mosca a simbolo della sfacciataggine e dell'insolenza degli stupidi. Infatti, mentre tutti gli animali temono più di tutto l'uomo e lo sfuggono già da lontano, la mosca gli si posa sul naso.
C'è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici.
Che contrasto stridente sussiste tra la suscettibilità di moltissima gente, al minimo accenno di biasimo nei loro riguardi, e tutto ciò che essi potrebbero udire, se ascoltassero di nascosto le conversazioni dei loro conoscenti!
Che cosa ci si può aspettare da un mondo in cui quasi tutti vivono solo perché non hanno ancora trovato il coraggio di spararsi?
Che cosa è che fa il filosofo? Il coraggio di non tenersi nessuna questione sul cuore.
Che dopo l'angustia si trovi subito la noia, la quale assale perfino gli animali più intelligenti, è una conseguenza del fatto che la vita non ha un vero contenuto autentico, ma viene tenuta in movimento soltanto dal bisogno e dall'illusione.
Che i vermi roderanno il mio corpo è un pensiero che posso sopportare, ma che i professori di filosofia rodano la mia filosofia, è un'idea che mi fa venire i brividi.
Che la donna, per natura, sia stata destinata all'obbedire, si può riconoscere dal fatto che ogni donna, che venga messa nella posizione per lei innaturale di completa indipendenza subito si unisce a un uomo, dal quale si lascia guidare e dominare, perché ha bisogno di un padrone. Se è giovane sarà un amante; se è vecchia, un confessore.
Che la morale del cristianesimo non tenga conto degli animali è un suo difetto che farebbe meglio a confessare.
Che stoltezza deplorare e lamentare di avere in passato lasciato senza sfruttarla l'occasione offertaci per questa o quella felicità, questo o quel piacere! Che guadagno se ne avrebbe, ora? La secca mummia di un ricordo.
Chi ama la verità odia gli dèi, al singolare come al plurale.
Chi crede non pensa; chi pensa non crede.
Chi insegna una certa cosa non la conosce a fondo, perché a chi la studia realmente a fondo non rimane il tempo per insegnare.
Chi non ama la solitudine, non ama neppure la libertà, poiché soltanto quando si è soli si è liberi.
Chi non ama le donne il vino e il canto, è solo un matto non un santo!
Chi non fa valere le buone ragioni dell'avversario, mostra di avere o un intelletto debole per natura, o represso dal dominio della propria volontà, quindi indirettamente debole.
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato.
Chi scrive in modo trascurato confessa così, prima di tutto, che egli stesso non attribuisce un gran valore ai suoi pensieri.
Chi si aspetta che nel mondo i diavoli vadano in giro con le corna e i buffoni coi sonagli sarà sempre loro preda e il loro zimbello.
Chi vede tutto nero e teme sempre il peggio e prende le sue misure in questo senso, non si sarà sbagliato tanto spesso quanto colui che dà alle cose un colore e una previsione serena.
Chi vuole che il suo giudizio sia creduto lo pronunci freddamente e senza passionalità.
Chi è amico di tutti non è amico di nessuno.
Chi è crudele nei confronti degli animali come può essere una buona persona?
Chi è privo di fama non l'ha perduta, piuttosto non l’ha ancora conquistata.
Chi è venuto al mondo per istruirlo sul serio e nelle cose più importanti, può dirsi fortunato se salva la pelle.
Chiunque ami un altro essere quasi come se stesso, sia il figlio, la moglie o un amico, se questo essere gli sopravvive muore solo a metà: chi invece non ha amato altri che se stesso vuota il calice della morte fino in fondo.
Chiunque noi siamo, e qualunque cosa possediamo il dolore ch'è essenza della vita non si lascia rimuovere.
Ci sarà una sola determinata donna che corrisponderà nel modo più perfetto ad un determinato uomo. La vera passione d'amore à tanto rara quanto il caso che quei due si incontrino.
Ciascuno quanto più interna contentezza gli manca, tanto più desidera nell'opinione altrui passare per felice.
Ciò che ha valore non viene stimato, e ciò che è stimato non ha alcun valore.
Ciò che la gente chiama destino è, per lo più, soltanto l’insieme delle sciocchezze che essa commette.
Ciò che occorre a tutte le religioni è un certo grado di diffusa ignoranza; quello è il solo elemento in cui possano vivere.
Ciò che rende socievoli gli uomini è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi.
Ciò che rende tanto felice il primo quarto della vita è che ci dedichiamo più a conoscere che a volere. Tutte le cose sono bellissime da vedere e terribili da essere. Nell'infanzia vediamo molto, tutto: ma siamo poco, abbiamo poche relazioni, poca voluttà.
Ciò che uno può essere per un altro ha i suoi limiti, e sono assai stretti: alla fine, ognuno si ritrova solo, e a quel punto ciò che conta è questo: chi sia, allora, a essere solo.
Coloro che combinano discorsi difficili, oscuri, confusi e ambigui sicuramente non sanno affatto ciò che vogliono dire, ma ne hanno soltanto un'oscura consapevolezza che ancora si sforza di trovare un pensiero: spesso però essi vogliono celare a loro stessi e ad altri che in realtà non hanno nulla da dire.
Coloro che sperano di diventare filosofi studiando la storia della filosofia dovrebbero, piuttosto, ricevere da essa l'idea che filosofi si nasce proprio come avviene per i poeti, anzi assai più di rado.
Colui che con un temperamento flemmatico è solo un imbecille, con un temperamento sanguigno sarebbe un pazzo.
Colui che disputa non lotta per la verità, ma per imporre la propria tesi.
Colui che ha una grande ricchezza in sé stesso è come una stanza pronta per la festa di Natale, luminosa, calda e gaia in mezzo alla neve e al ghiaccio della notte di dicembre.
Colui che scrive in modo affettato somiglia a colui che si mette in ghingheri per non essere scambiato e confuso col volgo; è questo un pericolo che il gentleman non corre mai, anche se indossa l'abito più misero.
Come all'inizio della primavera tutte le fronde hanno lo stesso colore e quasi la stessa forma, così anche noi nella prima infanzia siamo tutti simili e armonizzati quindi perfettamente.
Come aumenta il sapere, così aumenta il dolore. Come aumenta il dolore, così aumenta il sapere.
Come il mondo è da un lato, in tutto e per tutto, rappresentazione, così dall'altro, in tutto e per tutto, volontà.
Come il politeismo è la personificazione di singole parti e forze della natura, cosi il monoteismo è la personificazione dell'intera natura in un sol colpo.
Come la carta moneta al posto dell'argento, così hanno corso nel mondo, al posto della vera stima e della vera amicizia, le dimostrazioni esteriori di esse e i gesti mimati con la massima naturalezza possibile.
Come la negligenza nel vestire rivela disprezzo per la società nella quale si va, così lo stile affrettato, trascurato, cattivo rivela un offensivo disprezzo per il lettore, il quale poi lo ripaga giustamente non leggendo.
Come la seppia la donna si avviluppa nella dissimulazione e nuota a suo agio nella menzogna.
Come si porta il peso del proprio corpo senza sentirlo, mentre invece si sente quello di ogni corpo estraneo che si voglia muovere, così non si notano i propri difetti, ma solo quelli degli altri.
Come su individui vivi non si esercita l'anatomia, così non si esercita la satira, pena il non essere sicuri della propria pelle e della propria vita.
Come su una nave si nota il proprio movimento dal ritirarsi e quindi rimpicciolirsi degli oggetti sulla riva, così ci si accorge del proprio invecchiare quando persone di sempre maggiore età ci sembrano giovani.
Con certe persone vale più essere traditi che diffidare.
Con l'eliminazione del diritto del più forte si è introdotto il diritto del più furbo.
Con le citazioni si mostra la propria erudizione e si sacrifica la propria originalità.
Con poco sapere, ma di buona qualità, si produce di più che con moltissimo sapere di cattiva qualità.
Considera ogni giornata come una vita a se stante.
Contro una tale veduta del mondo in quanto opera riuscita di un essere onnisciente, infinitamente buono e per di più onnipotente, grida da un lato troppo forte la miseria di cui il mondo è pieno, e dall'altro l'evidente imperfezione, anzi buffonesca deformità, della più perfetta delle sue apparenze, quella umana. Qui è un'irrimediabile dissonanza.
Cortesia è saggezza, e quindi scortesia è ottusità. Farsi dei nemici con un'insolenza non necessaria rappresenta una frenesia, quale potrebbe essere quella di incendiare la propria casa.
Da' al mondo gli inchini dovuti.
Dal punto di vista della giovinezza la vita è infinita; dal punto di vista della vecchiaia è un brevissimo passato.
Dall'albero del silenzio pende il suo frutto, la pace.
Dalla vuotezza interiore nasce la ricerca di compagnia, distrazioni, piaceri e lussi di ogni genere, cose che conducono molti alla dissipazione e poi alla miseria. Da tale miseria nulla difende tanto sicuramente quanto la ricchezza interiore, cioè la ricchezza dello spirito: essa infatti, quanto più si avvicina all'eccezionalità, tanto meno concede posto alla noia.
Date l'impudenza e la stupida arroganza della maggior parte degli uomini, chiunque possiede dei meriti farà bene a metterli in mostra se non vorrà lasciare che cadano in un completo oblio.
Davanti a un'opera d'arte bisogna comportarsi come di fronte a un principe, e mai prendere la parola per primi. Altrimenti, si rischia di sentire soltanto la propria voce.
Declamare è più facile che dimostrare e moraleggiare più facile che essere sinceri.
Dei beni ai quali non è mai venuto in mente a un uomo di aspirare, egli non sente la mancanza.
Dei giorni felici della nostra vita ci accorgiamo solo quando hanno ormai lasciato il posto a giorni infelici.
Dei mali della vita ci si consola pensando alla morte e della morte pensando ai mali della vita. Una piacevole condizione.
Desiderare l'immortalità è desiderare la perpetuazione in eterno di un grande errore.
Di fronte agli imbecilli non c'è che un solo modo per mostrare il proprio spirito: evitare qualsiasi conversazione con loro.
Di regola, per riconoscere e ammettere spontaneamente, liberamente, il valore altrui, bisogna averne di proprio.
Di una persona si guarda la vetta e non la base.
Dio è nella moderna filosofia ciò che furono gli ultimi re franchi sotto i majores domus, un vuoto nome che si conserva per fare più tranquillamente all'ombra di esso il proprio comodo.
Dire molte parole e comunicare pochi pensieri è dovunque segno infallibile di mediocrità; invece segno di testa eccellente è il saper rinchiudere molti pensieri in poche parole.
Discorsi o idee intelligenti si possono esporre soltanto a una società intelligente, nella comune invece riescono odiosi poiché per piacere a questa è assolutamente necessario essere superficiali e di cervello limitato.
Dite che gli amici nel bisogno sono rari? Al contrario! Non appena si è stretta amicizia con uno, ecco che si trova subito nel bisogno e vorrebbe farsi prestare del denaro.
Dopo che ogni sofferenza fu bandita nell’Inferno, per il Paradiso non restò
altro che la noia: ciò dimostra che la nostra vita non ha altre componenti
che la sofferenza e la noia.
Dovunque e comunque si manifesti l'eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla.
Durante la lettura, veramente la nostra testa non è che l'arena di pensieri altrui. Quando questi se ne vanno, che cosa rimane? Questa è la ragione perché colui che legge molto e quasi tutto il giorno, e negli intervalli si riposa passando il tempo senza pensare, a poco a poco perde la capacità di pensare da sé.
Esser soli è il destino di tutti i grandi spiriti; un destino a volte deplorato, ma tuttavia sempre scelto come il minore di due mali.
Essere consapevoli di ciò che si prova dentro di sé, senza sentirsi sbagliati, è il passo fondamentale per essere padroni di se stessi.
Farsi un idolo di legno, di pietra o di metallo o costruirlo mettendo insieme concetti astratti è tutt'uno: se si ha davanti un essere personale a cui si sacrifica, che si invoca, a cui si rendono grazie, si tratta sempre di idolatria.
Fede e conoscenza rinchiuse nella medesima testa non vanno d'accordo; ci stanno come un lupo e una pecora chiusi nella medesima gabbia: e la conoscenza è il lupo che minaccia di divorare la vicina.
Fra uomini esiste, per natura, soltanto indifferenza; ma fra donne, già per natura, vi è inimicizia.
Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri.
Gli amici di casa si chiamano così giustamente perchè sono più amici di casa che del padrone, paragonabili dunque più a gatti che a cani.
Gli amici si dicono sinceri, ma in realtà sinceri sono i nemici.
Gli animali sono assai più di noi soddisfatti per il semplice fatto di esistere, le piante lo sono interamente, gli uomini lo sono secondo il grado della loro stupidità. Questa dedizione totale al presente, propria degli animali, è la precipua causa del piacere che ci danno gli animali domestici.
Gli avvenimenti della nostra vita sono come le immagini del caleidoscopio nel quale ad ogni giro vediamo una cosa diversa, mentre in fondo abbiamo davanti agli occhi sempre la stessa.
Gli ebrei sono il popolo eletto del loro dio, ed egli è il dio eletto del suo popolo: e per il resto questo non interessa niente a nessuno.
Gli scopi egoistici sono gli unici sui quali si possa contare con sicurezza.
Gli uomini completamente privi di genio sono incapaci di sopportare la solitudine.
Gli uomini di genio sono raramente (o mai) ragionevoli, per questo raramente felici e raramente esenti da biasimo.
Gli uomini hanno bisogno di qualche attività esterna, perché sono inattivi dentro.
Gli uomini mutano sentimenti e comportamenti con la stessa rapidità con cui si modificano i loro interessi.
Gli uomini nei loro reciproci rapporti fanno sempre come la luna e i gobbi, non ci mostrano cioè che un solo lato.
Gli uomini sono per lo più così soggettivi che in fondo nulla ha interesse per loro se non unicamente loro stessi.
Gli uomini volgari hanno inventato la vita di società perché è per loro più facile sopportare gli altri che sopportare se stessi.
Gli uomini, mentre non hanno né gusto né sensibilità per quanto di vero, di eccellente, di fine, di arguto è contenuto nel discorso altrui, mostrano la più delicata suscettibilità per tutto ciò che potrebbe ferire anche solo nel modo più lontano e indiretto la loro piccina vanità, o potrebbe in qualche modo risultare dannoso per la loro individualità sommamente preziosa.
I bambini possono sembrare talvolta delinquenti innocenti che sono stati condannati non alla morte ma alla vita, senza tuttavia aver ancora appreso il contenuto del loro verdetto.
I chierici e i loro compari, che oggi esistono anche tra gli zoologi, non sopportano che nel sistema della zoologia l'uomo venga annoverato tra gli animali: miserabili! Essi disconoscono lo spirito eterno che, unico e identico, vive in tutti gli esseri, e peccano contro di lui nella loro infantile illusione.
I cristiani sono ammaestrati a farsi il segno della croce in certe occasioni, a inchinarsi e cosi via; del resto la religione è, in genere, il vero capolavoro dell'ammaestramento.
I fatti e le nostre intenzioni sono paragonabili per lo più a due forze che tirano in due direzioni diverse e la loro diagonale è il corso della nostra vita.
I giornali quotidiani sono la sfera dei secondi dell'orologio della storia. Quest'ultima non soltanto è stata fabbricata di solito con metalli meno nobili di quelli delle altre due sfere, ma ben di rado indica il tempo giusto.
I giorni felici li viviamo senza accorgercene, e solo quando arrivano quelli brutti tentiamo invano di richiamarli indietro.
I pensieri degli spiriti originali non tollerano la mediazione di una mente comune.
I pensieri messi su carta, in fondo, non sono altro che la traccia sulla sabbia di un viandante: è vero, si vede la via che egli ha seguito, ma per sapere che cosa abbia visto sul suo cammino bisogna adoperare i propri occhi.
I pensieri muoiono nel momento in cui prendono forma le parole.
I piccoli infortuni che ci tormentano a ogni ora si possono considerare destinati a tenerci in esercizio, affinché nella fortuna non si afflosci del tutto la forza di sopportare i guai grossi.
I primi due requisiti del filosofare sono questi: prima di tutto che si abbia il coraggio di non serbare nel proprio cuore alcuna domanda e, in secondo luogo, che si porti a chiara coscienza tutto ciò che si capisce da sé per concepirlo come problema.
I primi quarant'anni di vita ci danno il testo; i successivi trenta ci forniscono il commento allo stesso.
I selvaggi si divorano l'un l'altro, gli uomini civili si imbrogliano l'un l'altro, e questo si chiama l'andamento del mondo.
I sensi non forniscono che la materia prima, che solamente l’intelletto, per mezzo delle semplici forme indicate: spazio, tempo e causalità, trasforma nell’intuizione oggettiva di un mondo fisico regolato da proprie leggi.
I tedeschi si distinguono, rispetto a tutte le altre nazioni, per la trascuratezza nello stile come nei vestiti, e ambedue le sciatterie sono dovute alla stessa causa che risiede nel carattere nazionale.
I tedeschi sono esenti dall'orgoglio nazionale e forniscono in tal modo una prova della loro lodata onestà.
I veri grandi spiriti costruiscono, come le aquile, i loro nidi a grandi altezze, nella solitudine.
Il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità, spinge gli uomini l'uno verso l'altro; le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l'uno lontano dall'altro. La distanza media, che essi riescono finalmente a trovare e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia e nelle buone maniere.
Il bisogno e la privazione generano il dolore; per contro la sicurezza e l'abbondanza provocano la noia.
Il brahmanesimo e il buddhismo hanno come caratteri fondamentali l'idealismo e il pessimismo: giacché riconoscono al mondo soltanto un'esistenza che somiglia al sogno e considerano la vita come una conseguenza della nostra colpa.
Il caso sa l'arte regale di metter bene in chiaro che, in confronto col suo grazioso favore, ogni merito è impotente e senza valore.
Il chiasso è la più impertinente di tutte le interruzioni, poiché interrompe, anzi perfino spezza i nostri pensieri. Ma dove non vi è nulla da interrompere, il chiasso non sarà avvertito in modo particolare.
Il coraggio consiste nell'assumersi volontariamente il male del momento per prevenire un male peggiore futuro; la vigliaccheria invece nel considerare il male del momento come peggiore.
Il corpo intero non è altro se non la volontà oggettivata.
Il corso della nostra vita è simile a un mosaico: non possiamo riconoscerlo e giudicarlo prima di esser giunti a una certa distanza.
Il credente non si lascerebbe strappare la sua fede né tramite argomentazioni né tramite proibizioni. E se anche la cosa riuscisse nel caso di qualcuno, sarebbe una crudeltà. Chi per decenni ha preso sonniferi, naturalmente non può dormire se ne viene privato.
Il denaro non è mai speso con lo stesso interesse che per esso si prova quando se ne viene defraudati; perché, in una volta sola, avete acquistato la prudenza.
Il denaro è il bene assoluto perché non solo soddisfa un bisogno in concreto
ma il bisogno in genere, in astratto.
Il denaro è la felicità umana in abstracto; perciò colui che non è più capace di goderla in concreto, si attacca con tutto il cuore alla felicità in abstracto.
Il desiderio sessuale, soprattutto quando si concentra nell'innamoramento fissandosi su di una donna determinata, è la quintessenza dell'imbroglio di questo nobile mondo; perché promette così indicibilmente, infinitamente e straordinariamente molto, e mantiene, poi, cosi miserabilmente poco.
Il destino assomiglia al vento, poiché ci spinge rapidamente in avanti, oppure ci rigetta all'indietro; contro di ciò poco possono fare le nostre fatiche e i nostri sforzi.
Il destino mescola le carte e noi giochiamo.
Il destino può mutare, la nostra natura mai.
Il dolore dell'animale che viene ucciso per essere mangiato, è molto più intenso del piacere che prova chi lo mangia.
Il dolore è in effetti il processo di purificazione che solo permette, nella maggior parte dei casi, di santificare l'uomo, di distoglierlo cioè dalla volontà di vita.
Il filosofo non deve mai dimenticare che la sua è un'arte e non una scienza.
Il genio abita semplicemente al piano di sopra della follia.
Il genio è, tra le altre teste, ciò che è il carbonchio fra le pietre preziose: esso irradia luce propria, mentre gli altri riflettono solo la luce che ricevono.
Il gloriarsi di una qualità è un confessare che non la si possiede.
Il grado di socievolezza di ciascuno sta in rapporto inverso al suo valore intellettuale.
Il grande dolore che ci provoca la morte di un buon conoscente ed amico deriva dalla consapevolezza che in ogni individuo v'è qualcosa che è solo suo, e che va perduto per sempre.
Il matrimonio è una trappola che la natura ci tende.
Il medico vede l'uomo in tutta la sua debolezza; il giurista, in tutta la sua malvagità; il teologo, in tutta la sua stupidità.
Il mezzo più sicuro per non essere molto infelici è la rinuncia a pretendere di essere molto felici.
Il modo più giusto di concepire la vita sarà quello di vedere in essa un desengafio, una delusione: tutto, è anche troppo evidente, mira a ciò.
Il momento più felice di chi è felice è quando si addormenta, come il momento più infelice di chi è infelice è quando si risveglia.
Il mondo stesso è il giudizio universale.
Il mondo è a mal partito, gli uomini non sono come dovrebbero, ma non lasciarti sviare e sii tu il migliore.
Il mondo è appunto l'inferno e gli uomini sono, da una parte, le anime tormentate e, dall'altra, i diavoli.
Il mondo è solo una mia rappresentazione.
Il nostro pensiero di una felicità futura è sempre chimerico: ora c'inganna la speranza, ora ci delude la cosa sperata.
Il nostro tornaconto, quale che sia, esercita un'autorità segreta sul nostro giudizio, sicché ciò che gli è in qualche modo conforme subito ci appare conveniente, giusto, ragionevole, mentre ciò che gli si oppone ci si presenta in tutta serietà come ingiusto, riprovevole, assurdo o inopportuno, il che dà origine a innumerevoli pregiudizi di ceto, di nazione, di setta e di religione.
Il nucleo e lo spirito più profondo del cristianesimo è identico a quello del bramanesimo e del buddismo: tutti insegnano la grave colpa della razza umana causata dalla sua semplice esistenza.
Il perfetto uomo di mondo sarebbe colui che non fosse mai nè dubbioso nè precipitoso nel prendere le sue decisioni.
Il perpetuarsi dell'esistenza dell'uomo non è che una prova della sua lussuria.
Il più insignificante presente ha rispetto al più insignificante passato il vantaggio della realtà.
Il possesso disperde l'attrazione.
Il principio dell'onore e del coraggio consiste propriamente nel considerare piccoli i mali più grandi, se sono causati dal destino, e invece grandi anche i più piccoli, se sono causati dagli uomini.
Il profondo dolore per la morte di ogni essere amato ha origine dal sentimento che in ogni individuo sia qualcosa di inesprimibile, di esclusivamente peculiare e quindi assolutamente irripetibile. Ciò vale anche per le bestie, e viene sentito nel modo più vivo da colui il quale abbia per caso ferito mortalmente una bestia amata, e ora ne colga lo sguardo d'addio, che gli cagiona un dolore straziante.
Il pubblico è così stupido, che preferisce leggere le cose nuove che non le buone.
Il rango che si occupa nella scala degli spiriti è determinato tutto dallo sguardo con cui si osserva il mondo esterno, da quanto sia profondo o superficiale.
Il sapiente non è colui che conosce gli inesistenti valori assoluti, ma colui che conosce questo relativo più utile, più conveniente e più opportuno, e lo sa attuare e fare attuare.
Il sesso femminile pretende e si aspetta tutto da quello maschile: tutto quello, cioè, che desidera e di cui ha bisogno; il sesso maschile, a quello femminile, chiede, prima di tutto e direttamente, una cosa sola.
Il sesso femminile, di statura bassa, di spalle strette, di fianchi larghi e di gambe corte, poteva essere stato chiamato il bel sesso soltanto dall'intelletto maschile obnubilato dall'istinto sessuale: in quell'istinto, cioè, risiede tutta la bellezza femminile.
Il sogno potrebbe essere definito una breve follia e la follia un lungo sogno.
Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.
Il suicidio può servirci in certo modo da consolazione poiché ci dà la certezza che anche noi nel peggiore dei casi possiamo ricorrere a questa scappatoia possibilità che altrimenti sembra dubbia tanto è contro natura.
Il suicidio, lungi dall'essere negazione della volontà è un atto di forte affermazione della volontà stessa e ne deriva che la distruzione di un fenomeno isolato è azione in tutto vana e stolta.
Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire; il genio colpisce un bersaglio che nessun altro può vedere.
Il tedesco odia in tutte le cose l'ordine, la regola e la legge: egli ama il suo arbitrio individuale e il proprio capriccio, conditi con un po' di insipida equità, secondo il suo acuto giudizio.
Il vero carattere nazionale dei tedeschi è la pesantezza: essa risalta nel loro modo di camminare, nel loro modo di agire, nella loro lingua, nei loro discorsi e racconti, nel loro modo di intendere e di pensare, ma in modo del tutto particolare risalta nel loro stile letterario.
Il voler scrivere come si parla è da biasimare tanto quanto il suo contrario, cioè il voler parlare come si scrive; il che riesce pedantesco e nello stesso tempo difficile per la comprensione.
Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perché è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.
Immaginiamo che qualcuno, per esperienza propria o perché glielo fanno notare gli altri, riconosca un grave difetto del proprio carattere e se ne rammarichi, proponendosi con fermezza e sincerità di migliorarsi e di liberarsene: ciò nonostante, alla prima occasione, quel difetto avrà di nuovo libero corso. Nuovo pentimento, nuovo proposito, nuova ricaduta.
In base al concetto empirico di libertà diciamo: "Io sono libero se posso fare ciò che voglio", e con questo "ciò che voglio" la libertà è già definita. Ma, dato che cerchiamo la libertà del volere, la domanda andrebbe formulata così: "Puoi anche volere ciò che vuoi?
In fondo al cuore le donne pensano che compito dell'uomo è guadagnare soldi, e compito loro spenderli.
In genere è meglio palesare la propria intelligenza con quello che si tace piuttosto che con quello che si dice. La prima alternativa è la saggezza, la seconda vanità.
In genere, i nove decimi della nostra felicità si basano esclusivamente sulla salute. Con questa ogni cosa diventa fonte di godimento.
In genere, nei secoli cristiani l'etica filosofica ha preso inconsciamente la sua forma dall'etica religiosa.
In letteratura, disprezzare le cose cattive è un dovere verso quelle buone.
In ogni arte la semplicità è essenziale.
In ogni tempo e in tutti i paesi, la grande maggioranza degli uomini trova assai più facile elemosinare il cielo con le preghiere che guadagnarselo col proprio operare.
In questo gli uomini sono proprio come i bambini: diventano maleducati se li si vizia; dunque non si deve essere con nessuno troppo accomodanti e affettuosi.
In tutti i paesi l'attività principale di ogni società è sempre stata il gioco delle carte: esso è la misura del valore di tale società, e la bancarotta dichiarata di tutti i pensieri. Dal momento che non hanno alcun pensiero da scambiarsi, essi si scambiano delle carte e cercano di sottrarsi vicendevolmente dei fiorini.
Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è ristretto.
L'amicizia, l’amore e l’affetto degli uomini li si ottiene solo dimostrando
loro amicizia, amore e affetto. Per sapere quanta felicità può ricevere una persona nella sua vita, basta sapere quanta ne può dare.
L'amore autentico è sempre compassione; e ogni amore che non sia compassione è egoismo.
L'amore e l'odio falsano completamente il nostro giudizio: nei nostri nemici non vediamo altro che difetti e in coloro che amiamo soltanto i pregi, dei secondi perfino i difetti ci sembrano amabili.
L'amore è il grande agguato che la natura ha teso agli uomini per propagarne la specie.
L'amore è votato allo scacco. da controllare.
L'amore, due infelicità che si incontrano, due infelicità che si scambiano ed una terza infelicità che si prepara.
L'antichità si presenta a noi rivestita di tanta innocenza unicamente per il fatto che essa non conobbe il cristianesimo.
L'arte di non leggere è assai importante. Essa consiste nel non prendere in mano quello che in ogni momento occupa immediatamente la maggior parte del pubblico.
L'arte si deve necessariamente considerare come il grado più alto, come l'evoluzione più perfetta di quanto esiste; ci offre infatti essenzialmente la stessa cosa che il mondo visibile; ma più concentrata, più perfetta, con scelta e con riflessione: possiamo quindi, nel vero senso della parola, chiamarla il fiore della vita.
L'assurdo fa molto facilmente fortuna nel mondo.
L'egoismo ispira un tale orrore che abbiano inventato le buone maniere per nasconderlo, ma traspare attraverso tutti i veli e si tradisce in ogni occasione.
L'egoismo teoretico possiede la coerenza della pura follia, esso non abbisogna di confutazione, che è impossibile, ma di cure.
L'errore nasce sempre dalla tendenza dell'uomo a dedurre la causa dalla conseguenza.
L'essenza della speranza consiste nel fatto che la Volontà obbliga il proprio
servitore, l'intelletto, quando questo non può procurarle l'oggetto desiderato,
a fornirgliene almeno l'immagine, ad assumere in generale il ruolo del
consolatore e a calmare il suo padrone, così come la balia calma il bambino
con favole aggiustate in modo che acquistino una qualche apparenza di verità.
L'essenziale per la felicità della vita, è che non la si ha in sé.
L'essere umano appare come una macchia ignominiosa nella natura.
L'ignoranza degrada l'essere umano solo quando si trova associata con la ricchezza.
L'inclinazione di due persone di sesso diverso è la volontà di vivere nel nuovo individuo che esse potranno e desidereranno generare, una volontà che si agita nell’incontro dei loro sguardi.
L'infelicità è per il nostro animo il calore che lo mantiene tenero.
L'intelletto dell’uomo è duplice: esso ha, oltre alla conoscenza intuitiva, quella astratta, che non è legata al presente: cioè ha la ragione.
L'intelletto non è una grandezza estensiva bensì intensiva: perciò un solo individuo può tranquillamente opporsi a diecimila, e un'assemblea di mille imbecilli non fa una persona intelligente.
L'intelligenza è invisibile per l'uomo che non ne possiede.
L'intelligenza è negata agli animali solo da coloro che ne posseggono assai poca.
L'intimo spirito e significato dell'autentica vita monacale, come in generale dell'ascetismo, è che ci si è riconosciuti degni e capaci di un'esistenza migliore della nostra, e si vuole convalidare e conservare questa convinzione disprezzando tutto quanto è offerto da questo mondo, respingendo come futili tutti i suoi piaceri, e attendendo, con pace e fiducia. la fine di questa vita, ormai spoglia delle sue vane esche, per salutare l'ora della morte, quando verrà, come l'ora della liberazione.
L'intolleranza è unicamente essenziale al monoteismo: un dio unico è, per la sua natura, un dio geloso, che non soffre l'esistenza di alcun altro dio.
L'invidia negli uomini mostra quanto si sentano sfortunati, e la loro costante attenzione a quello che fanno o debbano fare gli altri, mostra quanto si annoino.
L'invidia è il segno sicuro del difetto, dunque se è rivolta ai meriti altrui è il segno del difetto di meriti propri.
L'invidia è naturale all'uomo: tuttavia è un vizio e una disgrazia allo stesso tempo.
L'istinto ci fa felici, il troppo volere ci dà l'infelicità.
L'odio viene dal cuore; il rispetto viene dalla testa; e nessun sentimento è totalmente sotto il nostro controllo.
L'onore è la coscienza esterna, e la coscienza l'onore interno.
L'onore è un sentimento che, sorgendo dal profondo e con frequenza quotidiana, è a tutti ben noto e assai familiare.
L'ottimismo, quando non sia per avventura il vuoto cianciar di cotali sotto la cui piatta fronte non altro alberga se non parole, sembra non pure un pensare assurdo, ma anche iniquo davvero, un amaro scherno dei mali senza nome patiti dall'umanità.
L'ottusità dello spirito va sempre unita all'ottusità del sentimento e alla mancanza di sensibilità.
L'umanità sta stretta nella religione così come un bambino, crescendo, diventa troppo grande per il suo vestito; e non c'è niente da fare: il vestito si strappa.
L'unica via sicura per conservare il proprio onore è comportarsi in modo da essere ritenuti degni di rispetto, restare fedeli nelle parole e nelle azioni all’autentica rettitudine.
L'uomo fa sempre soltanto ciò che vuole e pure lo fa necessariamente. Ciò dipende dal fatto che egli è già ciò che vuole, poiché da ciò che è segue necessariamente ciò che di volta in volta fa.
L'uomo ha fatto della Terra un inferno per gli animali.
L'uomo sposato porta sulle spalle tutto il peso della vita, quello non sposato solo la metà.
L'uomo è in fondo un animale selvaggio e feroce. Noi lo conosciamo solo in quello stato di ammansamento e di domesticità che è detto civiltà: perciò ci spaventano le rare esplosioni della sua vera natura. Ma fate che vengano tolte le catene dell'ordine legale e nell'anarchia l'uomo si mostrerà quale esso è.
L'uomo è l'unico animale che provoca sofferenza agli altri senza altro scopo che la sofferenza come tale.
L'uso, comune a tutte le lingue europee, della parola persona per indicare l'individuo umano è, senza saperlo, pertinente: persona significa, infatti, la maschera di un attore, e in verità nessuno si fa vedere com'è; ognuno, invece, porta una maschera e recita una parte.
La barba, essendo quasi una maschera, dovrebbe essere proibita dalla polizia. Inoltre, come distintivo del sesso in mezzo al viso, è oscena e per questo piace alle donne.
La base di ogni volere è bisogno, mancanza, ossia dolore, a cui l'uomo è vincolato dall'origine, per natura. Venendogli invece a mancare oggetti del desiderio, quando questo è tolto via da un troppo facile appagamento, tremendo vuoto e noia l'opprimono: cioè la sua natura e il suo essere medesimo gli diventano intollerabile peso. La sua vita oscilla quindi come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che sono in realtà i suoi veri elementi costitutivi.
La base e il terreno su cui si fondano tutte le nostre nozioni e scienze è l'inspiegabile. Perciò ad esso riconduce ogni spiegazione, mediante un numero maggiore o minore di membri intermedi: allo stesso modo sul mare lo scandaglio tocca il fondo ora a maggiore ora a minore profondità, ma alla fine deve raggiungerlo, ovunque. Questo inspiegabile riguarda la metafisica.
La bellezza dei ragazzi sta a quella delle ragazze come la pittura a olio sta a quella a pastello.
La bellezza è una lettera aperta di raccomandazione che conquista subito i cuori.
La brevità della vita, tanto spesso lamentata, potrebbe forse essere quel che la vita ha di meglio.
La condizione per leggere le cose buone è di non leggere roba cattiva: poiché la vita è breve, il tempo e le forze sono limitati.
La conoscenza è fatta di una materia più dura di quella della fede sicché, quando si urtano, è la fede a spaccarsi.
La cortesia è per l'uomo ciò che il calore è per la cera.
La cortesia è notoriamente una moneta falsa come lo sono i gettoni: il volerla lesinare dimostra quindi mancanza di intelligenza, così come l'esserne prodighi una prova di acume.
La cortesia è un tacito accordo da parte di due persone, di ignorare l'una dell'altra la misera natura morale e intellettuale, e di non rinfacciarsela a vicenda, tanto da farla venire in luce un po' meno, con vantaggio di ambedue le parti.
La cosiddetta buona società riconosce il valore di pregi d'ogni specie, tranne quelli spirituali: anzi questi sono contrabbando.
La differenza essenziale tra le azioni e le opere sta nel fatto che le azioni hanno vita effimera, mentre le opere restano. Le opere infatti sono di qualità ben superiore in quanto frutti dell'intelligenza pura e innocente che esala come profumo dal mondo della volontà.
La fede si può promuovere soltanto in modo indiretto, precostituendo, con largo anticipo, condizioni opportune, vale a dire preparandole un terreno adatto su cui possa allignare bene; quel terreno è l'ignoranza.
La fede è come l'amore: non si può ottenerla con la forza.
La felicità appartiene a coloro che sono autosufficienti. Dato che tutte le fonti esterne di felicità e di piacere sono, per loro stessa natura, altamente incerte, precarie, effimere e soggette alla sorte.
La felicità è come l'elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l'indomani.
La filosofia è un'alta strada alpina, a essa conduce solo un ripido sentiero su pietre appuntite e rovi pungenti; è un sentiero solitario e diventa sempre più deserto quanto più si sale, e chi lo percorre non deve conoscere spavento, ma deve lasciarsi tutto alle spalle e di buon animo aprirsi da sé la via nella fredda neve.
La filosofia è, in sostanza, nemica di tutte le religioni, in quanto esse hanno usurpato il trono che le appartiene e vi si mantengono sopra con l'impostura. Già solo il presentarsi come verità rivelata è il marchio dell'inganno, e costituisce, per uno che pensi, una sollecitazione all'ostilità.
La fine della vita avviene come la fine di un ballo mascherato quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.
La forza di volontà è per la mente come un poderoso uomo cieco che porta sulle sue spalle un uomo zoppo che può vedere.
La gente comune si preoccupa unicamente di passare il tempo; chi ha un qualche talento pensa invece a utilizzarlo.
La genuina concisione dell'espressione consiste nel saper dire in ogni caso soltanto ciò che è degno di essere detto, evitando per contro tutte le discussioni prolisse intorno a ciò che ognuno può pensare e distinguendo rettamente fra il necessario e il superfluo.
La giovinezza senza la bellezza ha pur sempre del fascino, la bellezza senza la giovinezza non ne ha alcuno.
La gloria la si deve acquistare, l'onore invece basta non perderlo.
La gloria, quanto più dovrà durare, tanto tardi giungerà.
La grande massa pensa assai poco perché le mancano il tempo e l'esercizio necessari. Ma, così, conserva molto a lungo i suoi errori.
La legge di causalità è la sola forma in cui possiamo in genere pensare i mutamenti.
La libertà di stampa dovrebbe essere condizionata dal più rigoroso divieto dell'anonimato.
La libertà di stampa è per la macchina statale ciò che per la macchina a vapore è la valvola di sicurezza: infatti, grazie ad essa, ogni insoddisfazione si sfoga immediatamente con le parole, anzi, se non ha molto fondamento, si esaurirà in esse. Se invece ha fondamento, allora è bene che lo si sappia in tempo, per provvedere.
La lontananza e l'assenza prolungata danneggiano ogni amicizia, per quanto lo si ammetta così malvolentieri. Gli uomini che non vediamo più, anche nel caso fossero i nostri più cari amici. si disseccano, con il passare degli anni, poco per volta sino a diventare dei concetti.
La lontananza rimpicciolisce gli oggetti all'occhio, li ingrandisce al pensiero.
La maggior parte dei libri saranno dimenticati. Impressione duratura la fanno solo quelli in cui l’autore ha messo tutto se stesso. In tutte le grandi opere si ritrova l’autore tutto intero.
La malinconia attira, il tedio respinge.
La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro mondo, ma la stupidità in questo.
La massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca memoria.
La memoria è un essere capriccioso e bizzarro, paragonabile a una giovane ragazza: ora rifiuta in modo del tutto inaspettato ciò che ha dato cento volte, e poi, quando non ci si pensa più, ce lo porta da sé.
La mia filosofia non è per nulla adatta a che si possa vivere di lei. Essa è priva dei requisiti primi, essenziali per una ben retribuita cattedra di filosofia.
La miseria e le preoccupazioni generano il dolore, la sicurezza, invece, e l'abbondanza la noia.
La morte acquieta l'invidia completamente, la vecchiaia lo fa per metà.
La morte venne nel mondo per il peccato', dice il cristianesimo. Ma la morte è puramente l'espressione cruda, stridente e portata al suo eccesso, di ciò che il mondo è nell'essenza sua. Onde è più conforme al vero dire: il mondo è per il peccato.
La musica è un quietivo della volontà; non lo redime per sempre dalla vita, ma solo per brevi istanti, e non è ancor una via a uscir dalla vita, ma solo a volte un conforto nella vita stessa.
La musica, intesa come espressione del mondo, è una lingua universale al massimo grado, e la sua universalità sta all'universalità dei concetti più o meno come i concetti stanno alle singole cose.
La natura dimostra che con una crescita intellettiva viene una incrementata capacità di provare dolore, ed è solamente con il più alto grado di intelligenza che il dolore raggiunge il suo limite supremo.
La noia è la fonte dei mali peggiori: giuoco, sbornia, dissipazioni, intrighi, e cosi via, hanno la loro origine, se si guarda fino in fondo, nella noia.
La nostra felicità dipende da quello che siamo, dalla nostra individualità, mentre per lo più prendiamo in considerazione soltanto il nostro destino, vale a dire ciò che abbiamo e ciò che rappresentiamo.
La parola di un uomo è il più duraturo dei materiali.
La patria dell'ebreo sono gli altri ebrei: perciò egli combatte per essi come pro ora et focis, e non vi è comunità sulla terra così salda come la loro.
La paura ci impedisce di vedere e di cogliere le occasioni di salvezza che ancora ci restano e che sono spesso a portata di mano.
La pena, causata dal desiderio non appagato, è insignificante in confronto con quella del rimorso: la prima si trova davanti l'avvenire sempre aperto e imprevedibile; la seconda, il passato, irrevocabilmente chiuso.
La penna è, per il pensare, quel che il bastone è per il camminare: ma l'incedere più agile è quello senza l'aiuto del bastone e il pensare più perfetto si compie senza penna. Soltanto quando cominciamo ad invecchiare, ci serviamo volentieri del bastone e della penna.
La pietà per ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il buon comportamento dell'uomo.
La pietà verso gli animali è talmente legata alla bontà del carattere da consentire di affermare fiduciosamente che l'uomo crudele con gli animali non può essere buono.
La più umile specie di superbia è l'orgoglio nazionale. In chi ne è affetto esso rivela infatti la mancanza di qualità individuali delle quali potrebbe andare orgoglioso, altrimenti non ricorrerebbe a ciò che condivide con tanti milioni di individui.
La presenza di un'idea è come la presenza di un'amante: pensiamo che non dimenticheremo mai l’idea e che l’amante non ci diventerà mai indifferente.
La presunta mancanza di diritto negli animali, l'illusione che le nostre azioni verso di loro siano senza importanza morale o, come si dice nel linguaggio di quella morale, non esistano doveri verso gli animali, è una rivoltante grossolanità e barbarie dell'occidente, la cui fonte sta nel giudaismo.
La prima regola, e forse l'unica, del buono stile è che si abbia qualcosa da dire: con questa regola si va lontano!
La religione cattolica insegna ad elemosinare il paradiso perché a meritarselo sarebbe troppo scomodo.
La religione può venir paragonata ad uno che prende per mano un cieco e lo guida dove questi non può vedere, nel qual caso l'essenziale è che il cieco raggiunga la propria meta, e non ch'egli veda ogni cosa.
La religione è come il vestito di un bambino quando il bambino è cresciuto: non gli va più bene, e non c'è niente da fare: il vestito si squarcia.
La religione è il capolavoro dell'arte dell'ammaestramento di animali, perché addestra la gente su come deve pensare.
La religione è l'unico mezzo per rivelare e rendere sensibile l'alto significato della vita alla rozza mentalità e all'intelligenza maldestra della massa, affondata completamente in basse attività e nel lavoro materiale.
La religione, se è vietato, sotto la minaccia di pene tanto severe, farne oggetto di scherno, deve avere una coscienza veramente sporca.
La ricchezza assomiglia all'acqua di mare: quanto più se ne beve, tanto più si ha sete.
La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.
La salute sta tanto al di sopra di tutti i beni esteriori, che in verità un mendico sano è più felice di un re malato.
La salute supera tutti gli altri beni esterni, a tal punto, che davvero un mendicante sano è più felice di un re ammalato.
La serenità e la vitalità della nostra giovinezza derivano in parte dal fatto che procedendo in salita non vediamo la morte, perché questa è ai piedi dell'altro versante.
La socievolezza di ognuno sta pressappoco in rapporto inverso con il suo valore intellettuale; "egli è molto insocievole" significa già quasi "egli è un uomo di grandi qualità".
La socievolezza fa parte delle tendenze pericolose, anzi rovinose, poiché ci mette in contatto con esseri, la cui grande maggioranza è moralmente cattiva, e intellettualmente ottusa, o deviata.
La socievolezza è l'atto per cui gli uomini si scaldano a vicenda lo spirito;
esattamente come quando fa molto freddo si scaldano a vicenda il corpo stringendosi l'uno all'altro. Quanto più calore spirituale si possiede, tanto meno si ha bisogno di socievolezza: perciò essa tende ad aumentare quando lo spirito diminuisce.
La soddisfazione dell'istinto sessuale è in sé assolutamente riprovevole, in quanto è la più forte affermazione della vita.
La solitudine è fonte di felicità e di tranquillità dell'animo.
La solitudine è il destino di tutte le grandi menti: un destino a volte deplorato, ma sempre scelto come il minore di due mali.
La sorte più felice tocca a colui che passa la vita senza eccessivi dolori sia spirituali sia fisici, non già a colui che ha avuto in sorte le gioie più vive o i maggiori godimenti.
La speranza e la paura ci fanno vedere come verosimile e prossimo rispettivamente ciò che desideriamo e ciò che temiamo, ma entrambe ingrandiscono il loro oggetto.
La storia è la continuazione della zoologia.
La superbia è una grande stima di se stessi che procede dal proprio interno, ed è quindi diretta, mentre la vanità è un’aspirazione a ottenerla dal di fuori, cioè indirettamente. In conformità con ciò, la vanità rende loquaci, e la superbia rende taciturni.
La sventura è per il nostro animo il calore che lo mantiene molle: nella buona sorte è facile che diventi duro.
La testa sbarra il passo a quanto ripugna al cuore: ciò che va contro le nostre ipotesi, i nostri progetti, le nostre speranze e i nostri desideri, noi non lo possiamo vedere né comprendere, laddove viene visto e compreso da tutti gli altri.
La tolleranza generale riguardo al chiasso inutile, ad esempio riguardo allo sbattere le porte, abitudine oltre modo maleducata e volgare, addirittura un sintomo dell'ottusità generale e della povertà di idee.
La vera eloquenza consiste nel dire il necessario e soltanto il necessario.
La vera vita del pensiero dura soltanto fino al confine delle parole: oltre il pensiero muore.
La verità e l'originalità troverebbero più facilmente posto nel mondo, se coloro che non sono in grado di produrle non cospirassero di comune accordo per non farle venire alla luce.
La verità passa per tre gradini: viene ridicolizzata, viene contrastata, viene accettata come ovvia.
La via più sicura per evitare una grande infelicità è di ridurre possibilmente le proprie pretese in rapporto ai propri mezzi di qualunque specie.
La vista di qualità preminenti di solito provoca la rabbia di chi non vale niente.
La vita corre e la vostra comprensione è tarda: perciò io non assaporo la mia gloria e perdo il mio premio.
La vita d'ogni singolo, se la si guarda nel suo complesso, rilevandone solo i tratti significanti, è sempre invero una tragedia; ma, esaminata nei particolari, ha il carattere della commedia. Imperocché l'agitazione e il tormento della giornata, l'incessante ironia dell'attimo, il volere e il temere della settimana, gli accidenti sgradevoli d'ogni ora, per virtù del caso ognora intento a brutti tiri, sono vere scene da commedia.
La vita dei più non è che una diuturna battaglia per l'esistenza, con la certezza della sconfitta finale.
La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.
La vita negli anni della vecchiaia assomiglia al quinto atto di una tragedia: si sa che la fine tragica è vicina, ma non si sa ancora quale sarà.
La vita si presenta, prima di tutto, come un compito, cioè come compito di conservarla, de gagner sa vie. Assolto questo compito, quello che si è ottenuto è un peso, e allora ecco il secondo compito: disporne per combattere la noia che aggredisce ogni vita assicurata, come un uccello di rapina in agguato.
La vita somiglia a una bolla di sapone che continuiamo a gonfiare il più a lungo possibile, ma con l’assoluta certezza che scoppierà.
La vita umana non può dirsi a rigore né lunga né breve, perché è in fondo la misura con cui valutiamo tutte le altre estensioni nel tempo.
La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia.
La vita umana è un eterno conflitto. L'uomo muore con le armi in pugno.
La vita è come un gioco di scacchi: noi tracciamo una linea di condotta, ma questa rimane condizionata da ciò che piacerà di fare all'avversario, nel gioco degli scacchi, e dal destino, nella vita.
La vita è come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella propria metà dell'esistenza può osservare il diritto, nella seconda invece il rovescio: quest'ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perchè ci fa vedere l'intreccio dei fili.
La vita è un linguaggio con cui ci viene dato un insegnamento. Se potesse esserci dato in un altro modo, non vivremmo. Perciò massime di saggezza e regole di prudenza non sostituiranno mai l'esperienza, non saranno mai un surrogato della vita. Eppure non vanno respinte, perché appartengono alla vita.
La vita è una cosa spiacevole, e io mi sono proposto di passare la mia vita a rifletterci sopra.
La vita è una notte riempita da un lungo sogno, che spesso diventa un incubo opprimente.
La volontà è un'idea.
Lasciar trapelare ira oppure odio dalle proprie parole o dai propri atteggiamenti è inutile, pericoloso, imprudente, ridicolo, volgare. Non si dovrà quindi mostrare ira né odio, se non attraverso le azioni. Si potrà fare quest'ultima cosa in modo tanto più perfetto, quanto più completamente si è evitata la prima.
Le cause non determinano il carattere della persona, ma soltanto il manifestarsi di questo carattere, cioè le azioni.
Le donne sono adatte a curarci ed educarci nell'infanzia, appunto perché esse stesse sono puerili, sciocche e miopi, in una parola tutto il tempo della loro vita rimangono grandi bambini: esse occupano una specie di gradino intermedio fra il bambino e l'uomo, che è il vero essere umano.
Le dottrine di fede, fondate su autorità, miracoli e rivelazione, sono un sussidio adatto solo all'età infantile dell'umanità.
Le guerre di religione, i massacri religiosi, le crociate, l'inquisizione con gli altri tribunali per gli eretici, lo sterminio della popolazione originaria dell'America e la sostituzione di essa con schiavi africani, furono frutti del cristianesimo e nulla di analogo o di equivalente ci è offerto dagli antichi.
Le leggi sono come le tele di ragno; i calabroni le attraversano senza intoppi, i moscerini vi restano impigliati.
Le menti scadenti sono la regola, le buone l'eccezione, le eminenti rarissime e il genio un miracolo.
Le persone comuni mirano soltanto a passare il tempo. Chi ha un pò d'ingegno a utilizzarlo.
Le più alte, le più varie e più durevoli gioie sono spirituali.
Le religioni hanno, molto spesso, un'influenza decisamente negativa sul comportamento morale. In generale, si potrebbe affermare che quanto viene aggiunto ai doveri verso Dio viene tolto ai doveri verso gli uomini; è assai comodo, infatti, compensare con l'omaggio adulatorio tributato alla divinità la mancanza di un comportamento corretto nei riguardi del prossimo.
Le religioni sanno di rivolgersi non già alla convinzione con delle ragioni, bensì alla fede con delle rivelazioni. L'età più propizia per queste ultime è la fanciullezza, per conseguenza esse hanno soprattutto cura di impadronirsi di questa tenera età. Con questo mezzo, ancor più che con minacce o con narrazioni di prodigi, si riesce a radicare profondamente le dottrine della fede.
Le religioni si sono impossessate della naturale disposizione metafisica dell'uomo in parte paralizzandola con una prematura istillazione dei loro dogmi, in parte proibendo e interdicendo tutte le espressioni libere e spregiudicate di questa disposizione.
Le religioni sono come le lucciole, per splendere hanno bisogno delle tenebre.
Le religioni sono figlie dell'ignoranza, e non sopravvivono a lungo alla madre.
Le società per la protezione degli animali nei loro ammonimenti continuano a usare il cattivo argomento secondo cui la crudeltà verso gli animali conduce alla crudeltà verso gli uomini; come se soltanto l'uomo fosse un oggetto diretto di dovere morale e l'animale invece soltanto un oggetto indiretto, in sé essendo nient'altro che una cosa. Che schifo!
Leggere equivale a pensare con la testa di qualcun altro invece che con la propria.
Lo sciocco corre dietro i piaceri della vita, e si vede ingannato; il saggio evita i mali.
Lo sguardo più generale basta a mostrarci il dolore e la noia come i due nemici della felicità umana.
Lo stile è la fisionomia dello spirito.
Matrimonio: guerra e necessità; celibato: pace e prosperità.
Mediante il precoce indottrinamento, in Europa si è arrivati al punto che la credenza in un dio personale è letteralmente diventata, in quasi tutti, un'idea fissa.
Mentre per l'uomo comune il proprio patrimonio conoscitivo è la lanterna che illumina la strada, per l'uomo geniale è il sole che rivela il mondo.
Negli anni di adolescenza noi siamo per lo più scontenti della nostra situazione e del nostro ambiente, qualunque esso sia; a tale ambiente infatti noi attribuiamo ciò che in ogni caso dipende dalla vuotezza e dalla miseria della vita umana.
Nel mondo esiste un unico essere menzognero: l'uomo. Ogni altro essere è genuino e sincero, perché si fa vedere schiettamente qual è, manifestandosi così come si sente, mentre l'essere umano, a causa del suo abbigliamento, è diventato una caricatura, un mostro, la cui vista è ripugnante già per questo fatto, che è poi perfino sottolineato dal colore bianco e per lui innaturale della pelle e dalle disgustose conseguenze del suo nutrimento a base di carne, che è contro natura, nonché delle bevande alcoliche, del tabacco, degli stravizi e delle malattie. L'essere umano appare come una macchia ignominiosa nella natura.
Nel mondo non si ha altra scelta che quella tra la solitudine e la volgarità.
Nel nostro continente monogamico, sposare significa dividere a metà i propri diritti e raddoppiare i doveri.
Nella conversazione ci si astenga da osservazioni intese a correggere: poiché offendere la gente è facile, migliorarla difficile, se non impossibile.
Nella fanciullezza la vita ci si presenta come uno scenario teatrale visto da lontano, nella vecchiaia come il medesimo scenario visto da molto vicino.
Nella filosofia moderna Dio è ciò che gli ultimi re franchi erano tra i majores domus, un nome vuoto che si conservava per poter vivere più comodamente e senza contestazioni.
Nella matematica la mente ha a che fare con le sue stesse forme di conoscenza, il tempo e lo spazio: è come un gatto che gioca con la sua coda.
Nella monogamia l’uomo ha troppo sul momento e troppo poco nel tempo; per al donna è il contrario.
Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura, perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra.
Nella solitudine il miserabile sente tutta quanta la sua miseria e il grande spirito tutta la sua grandezza, ciascuno in breve sente di essere ciò che è.
Nelle persone di capacità limitate la modestia è semplice onestà, ma in chi possiede un grande talento è ipocrisia.
Nessun animale si stupisce di esistere, eccetto l'uomo.
Nessun carattere è tale che possa essere abbandonato a se stesso, ma sempre ha bisogno di essere guidato con massime e concetti.
Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria esistenza, per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso.
Nessuno può vedere al di là di sé. Con ciò voglio dire che ciascuno vede nell'altro solo quel tanto che è anche lui stesso.
Nessuno si è mai sentito felice nel presente, a meno che non fosse ubriaco.
Nessuno è divenuto artista per lo studio dell'estetica, né un nobile carattere s'è formato con lo studio dell'etica.
Nessuno è gran che da invidiare, innumerevoli sono da compiangere molto.
Noi ci consoliamo delle sofferenze della vita pensando alla morte, e della morte pensando alle sofferenze della vita.
Noi perdiamo tre quarti di noi stessi per essere come le altre persone.
Noi tutti viviamo, per lo meno per un certo tempo, di solito però sempre, nella poligamia. Siccome, dunque, ogni maschio ha bisogno di parecchie femmine, nulla e più giusto che consentirgli, anzi imporgli di mantenere molte donne.
Non c'è denaro impiegato più vantaggiosamente di quello che ci siamo fatti portar via con l'inganno: in cambio acquistiamo, in contanti, saggezza.
Non c'è, veramente, stoltezza più grande del voler trasformare questa valle di lacrime in un luogo di delizie, e del proporsi per meta, come pure fanno molti, la gioia e il piacere, anziché aspirare a un'esistenza il più possibile priva di dolore.
Non chi ha il volto ringhioso, ma chi lo ha intelligente, appare temibile e pericoloso: come è certo che il cervello dell'uomo è un'arma più terribile dell'artiglio di un leone.
Non esiste alcuna religione naturale: le religioni, tutte, sono prodotti artificiali.
Non esiste indizio più infallibile di un cuore profondamente cattivo, della più bassa indegnità morale, che un tratto di pura e cordiale gioia del danno altrui.
Non già pietà, ma giustizia si deve all'animale, e nel maggior numero dei casi, se ne resta debitori.
Non posso certo sottrarmi in alcun modo ai difetti e alle debolezze inerenti per necessità alla mia natura come a ciascun'altra: ma non li accrescerò con indegni compromessi.
Non rinunciare a cogliere una rosa per timore che una spina ti punga.
Non sono mai mancate persone, che si siano affaticate a fondare il loro mantenimento sul bisogno metafisico dell'uomo e a sfruttarlo il più che possibile: perciò in tutti i popoli vi sono i monopolizzatori ed appaltatori generali di esso: i sacerdoti.
Non v'e rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l'intervallo.
Non v'è dubbio che la vita non ci sia stata data perché ne godiamo, ma per vincerla, per superarla.
Non v'è nulla di più inconciliabile e crudele dell'invidia: eppure ci sforziamo senza posa soprattutto di suscitarla!
Non v'è rosa senza spine, ma vi sono parecchie spine senza rose.
Non è mai solo chi è in compagnia di nobili pensieri.
Nonostante tutti i tentativi e i sofismi di sant’Agostino, la responsabilità del mondo e di tutte le sue sventure ricade comunque su Dio, il quale ha creato tutto, assolutamente tutto, e sapeva come sarebbero andate le cose.
Nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt'attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta.
Né amare né odiare: questa è la metà di ogni saggezza. Nulla dire e nulla credere è l'altra metà. Certo però si volgeranno volentieri le spalle a un mondo che rende necessarie norme come questa.
Né per la musica, né per la poesia, né per le arti figurative le donne, in verità, hanno realmente comprensione e sensibilità; ma è una mera scimmiottatura, ai fini della loro civetteria, se esse fingono e pretendono di averle.
O si pensa o si crede.
Offendere la gente è facile, ma è difficile se non impossibile migliorarla.
Ogni appagamento dei nostri desideri strappato al mondo è appena simile all'elemosina, che oggi tiene in vita il mendico perché domani ancor soffra la fame.
Ogni apprezzamento è il prodotto del livello di conoscenza di chi apprezza.
Ogni bambino che nasce è in qualche misura un genio, così come un genio resta in qualche modo un bambino.
Ogni genio rimane un po' bambino; guarda il mondo come qualcosa di strano, uno spettacolo incantevole, con interesse puramente oggettivo.
Ogni giubilo eccessivo nasce sempre dall'illusione di aver trovato nella vita qualcosa che è impossibile trovarvi, e cioè la pacificazione definitiva del tormento.
Ogni incidente, che ci procura sgradevoli sensazioni, anche quando è assai insignificante, lascerà un effetto postumo nel nostro spirito, e finché questo dura, ci impedirà di aver una visione chiara e oggettiva delle cose e delle circostanze, anzi tingerà di sé tutti i nostri pensieri, allo stesso modo che un oggetto piccolissimo, portato davanti agli occhi, limita e distorce il nostro campo visivo.
Ogni religione positiva non è, propriamente parlando, che l'usurpatrice del trono che spetta alla filosofia. Per questo i filosofi la osteggeranno sempre, anche se dovessero considerarla un male necessario, una stampella per la patologica debolezza di spirito della maggior parte degli uomini.
Ogni religione è antagonistica rispetto alla civiltà.
Ogni separazione ci fa pregustare la morte; ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione.
Ogni sera siamo più poveri di un giorno.
Ogni sistema filosofico, appena viene alla luce, pensa alla rovina di tutti i suoi fratelli, simile a un sultano asiatico quando prende il potere. Infatti, come nell'alveare può esservi solo una regina, cosi solo una filosofia può essere all'ordine del giorno. I sistemi, cioè, sono di natura cosi poco socievole come i ragni, dei quali ognuno se ne sta da solo nella sua rete e sta a guardare quante mosche si faranno prendere, ma si avvicina a un altro ragno solo per combatterlo.
Ogni stile di scrittura deve rivelare una certa affinità con lo stile lapidario, che è infatti l'antenato di tutti gli stili.
Ogni storia di vita è una storia di dolore.
Ogni testardaggine è basata sul fatto che la volontà ha usurpato il posto della conoscenza.
Ogni uomo prende i limiti del proprio campo visivo per i limiti del mondo.
Ognuno ha sempre bisogno di una certa quantità di preoccupazioni, sofferenze o necessità, come la nave, per procedere fermamente e in linea retta, ha bisogno della zavorra.
Ognuno è socievole nella misura in cui è spiritualmente povero, e in genere volgare. Nel mondo infatti non si ha molto di più, oltre la scelta tra la solitudine e la volgarità.
Per filosofare davvero, lo spirito deve essere veramente ozioso: non deve perseguire degli scopi e dunque non deve essere guidato dalla volontà, bensì dedicarsi integralmente all'ammaestramento che gli danno il mondo intuibile e la sua stessa coscienza. I professori di filosofia, invece, pensano al loro utile e vantaggio personale, a ciò che serve in questo senso: qui risiede la loro serietà. Per questo non vedono affatto tante cose che invece sono chiare; anzi non giungono mai alla meditazione, sia pure soltanto sui problemi della filosofia.
Per la vita comune, pratica, in quanto adeguata alle energie spirituali normali, il genio è una dote scomoda e, come ogni anormalità, un ostacolo.
Per molti uomini i filosofi sono moleste falene, che li disturbano nel sonno.
Per non diventare molto infelici il mezzo più sicuro sta nel non pretendere di essere molto felici.
Per ogni libro degno di essere letto c'è una miriade di cartastraccia.
Per quanto l'amicizia, l'amore e il matrimonio uniscano gli uomini strettamente, in fondo ciascuno è interamente onesto soltanto con se stesso.
Per riuscire a cavarsela nel mondo, è opportuno fare una grande provvista di cautela e di indulgenza: con la prima ci si difende dai danni e dalle perdite, con la seconda dalle contese e dalle liti.
Perdonare e dimenticare vuol dire gettar dalla finestra una preziosa esperienza già fatta.
Perfino quando l'educazione è più o meno di pari grado, la conversazione tra un grande spirito e una mente comune è come un viaggio che due uomini fanno assieme, l'uno in sella ad un focoso destriero e l'altro a piedi, un viaggio che sarà presto assai fastidioso per entrambi e che finirà per divenire impossibile.
Più guardo gli uomini, meno mi piacciono. Se soltanto potessi dire la stessa cosa delle donne, tutto sarebbe a posto.
Più intelligenza avrai, più soffrirai.
Più o meno, noi desideriamo veder la fine di tutto ciò che operiamo e facciamo; siamo impazienti di giungere al termine, e lieti di esservi giunti. Soltanto la fine totale, la fine di tutte le fini, noi ce l'auguriamo, di solito, il più tardi possibile.
Più ristretto è il nostro campo di azione, di visuale e di relazioni, e più siamo felici.
Più si invecchia, meno quel che si vede, si fa e si vive lascia traccia nello spirito: non fa più alcuna impressione, siamo ormai insensibili.
Poiché non esistono due individui
perfettamente uguali, ci sarà una sola determinata donna che corrisponderà
nel modo più perfetto ad un determinato uomo. La vera passione d'amore è tanto rara quanto il caso che quei due s'incontrino.
Predicare la morale è facile, difficile motivarla.
Presupponendo il libero arbitrio ogni ragione umana sarebbe un miracolo inspiegabile, un effetto senza causa.
Pretendere che anche uno spirito grande uno Shakespeare, un Goethe faccia entrare nella propria convinzione, i dogmi di una qualche religione, è come pretendere che un gigante calzi la scarpa di un nano.
Prima di bruciare vivo Vanini, un pensatore acuto e profondo, gli strapparono la lingua, con la quale, dicevano, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo cose del genere, mi vien voglia di bestemmiare quel dio.
Provare invidia è umano, assaporare la gioia per il danno altrui è diabolico.
Può capitare che già poco tempo dopo noi rimpiangiamo la morte dei nostri nemici e oppositori quasi come quella dei nostri amici: quando sentiamo la loro mancanza come testimoni dei nostri splendidi successi.
Quale insidiosa ed astuta insinuazione nella parola 'ateismo'! Come se il teismo fosse la cosa più naturale del mondo.
Qualsiasi soddisfacimento, o ciò che in genere suol chiamarsi felicità, è propriamente e sostanzialmente sempre negativo, e mai positivo.
Qualsiasi uomo notevole, chiunque cioè non appartenga a quei 5/6 dell'umanità dotati tanto miseramente dalla natura, rimarrà dopo i quarant'anni difficilmente esente da una certa traccia di misantropia.
Quando ci si accorge che l'avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passi dall'oggetto della contesa al contendente e si attacchi in qualche modo la sua persona.
Quando il mondo sarà divenuto tanto onesto da non impartire alcuna istruzione religiosa ai fanciulli prima dei quindici anni, si potrà sperarne qualcosa.
Quando in sogni opprimenti e orribili l'angoscia tocca il grado estremo, è proprio essa che ci porta al risveglio, con il quale scompaiono tutti quei mostri notturni. La stessa cosa accade nel sogno della vita, quando l'estremo grado di angoscia ci costringe a spezzarlo.
Quando le assurdità di una conversazione, di cui noi facciamo parte, cominciano a metterci in collera, dobbiamo pensare che si tratti di una scena di commedia tra due pazzi. "Probatum est". Chi è venuto al mondo per ammaestrarlo seriamente e nelle cose più importanti, può dirsi fortunato di cavarsela con la pelle salva.
Quando le leggi concessero alle donne gli stessi diritti degli uomini avrebbero anche dovuto munirle di un'intelligenza maschile.
Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita.
Quando si hanno di fronte degli imbecilli o dei matti, c'è un modo solo di dimostrarsi intelligenti: non parlare con loro.
Quando si vogliono valutare le condizioni di un uomo in quanto alla sua felicità, non bisogna chiedere cosa lo diverte, ma che cosa lo rattrista.
Quando si è vecchi, si ha dinanzi a sé soltanto la morte, mentre quando si è giovani si ha davanti la vita; sennonché ci si può chiedere quale dei due casi sia il più inquietante, e se tutto sommato la vita non sia qualcosa che è meglio avere dietro di sé che davanti.
Quando una disgrazia è accaduta e non si può più mutare, non ci si dovrebbe permettere neanche il pensiero che le cose potevano andare diversamente o addirittura essere evitate: esso infatti aumenta il dolore fino a renderlo intollerabile.
Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali.
Quanto dobbiamo invidiare gli animali per la loro spensieratezza! Nel 99 per cento dei casi, gli animali sono infelici solo quando li rendono tali gli uomini.
Quanto più in alto uno è nella serie gerarchica della natura, tanto più è solitario, essenzialmente e irrimediabilmente.
Quanto più in basso l'uomo si trova dal punto di vista intellettuale, tanto meno misteriosa è per lui l'esistenza: anzi, gli sembra ovvio che tutto quello che esiste, esista ed esista così com'è.
Quanto più ristretto è il nostro orizzonte, la nostra cerchia di attività e di contatti, tanto più siamo felici: quanto più è larga, tanto più spesso ci sentiamo tormentati o angosciati.
Quanto più una cosa è nobile e perfetta, tanto più tardi e più lentamente giunge alla maturità.
Quanto più uno possiede in se stesso, di tanto meno egli necessita del mondo esterno. Ecco perchè la superiorità dello spirito rende poco socievoli.
Quasi la metà di tutte le nostre angosce e le nostre ansie derivano dalla nostra preoccupazione per l'opinione altrui.
Quel che rimane dopo la soppressione completa della volontà è invero, per tutti coloro che della volontà ancora son pieni, il nulla. Ma viceversa per gli altri, in cui la volontà si è rivolta da se stessa e rinnegata, questo nostro universo tanto reale, con tutti i suoi soli e le sue vie lattee, è il nulla.
Quel che, quasi inevitabilmente, ci rende persone ridicole è la serietà con cui trattiamo ogni volta il presente, che reca in sé una inevitabile parvenza di importanza. Solo pochissimi grandi spiriti l'hanno superata, e da ridicole sono diventate persone ridenti.
Quelli che si amano e che sono nati gli uni per gli altri, si incontrano facilmente: le anime affini si salutano già da lontano.
Quello che abbiamo può non farci felici ma quello che ci manca ci fa sicuramente infelici.
Quello che l'intelletto ha conosciuto rettamente è la realtà; quello che la ragione ha conosciuto rettamente è la verità.
Quello che la gente chiama comunemente destino, è costituito per lo più dalle sue stupide gesta.
Quello che si sa ha un doppio valore se al tempo stesso si confessa di non sapere quello che non si sa.
Quest'umano mondo è il regno del caso e dell'errore, i quali senza pietà vi imperano, nelle grandi come nelle piccole cose; e accanto a quelli agitano inoltre follia e malvagità la sferza.
Questo privilegio della previdenza l'uomo deve scontarlo con la tortura senza tregua della preoccupazione, che parimenti nessun animale conosce: essa è l'avvoltoio che rode il fegato dell'incatenato Prometeo.
Riguardo all'apprezzamento della grandezza di un uomo, vale per la grandezza spirituale la legge opposta a quella della grandezza fisica; quest'ultima viene rimpicciolita dalla lontananza, l'altra invece ne viene ingrandita.
Riunire la cortesia con l'orgoglio costituisce un capolavoro.
Scrivere in modo poco chiaro oppure male significa pensare ottusamente o confusamente.
Scriverà cose degne di essere scritte soltanto colui che sia spinto esclusivamente dalla cosa che gli sta a cuore.
Scuri in viso, lasciamo passare senza goderne infinite ore piacevoli e serene, ma quando poi arrivano quelle brutte, riguardiamo con vana nostalgia alle prime.
Se a un Dio si deve questo mondo, non vorrei essere nei suoi panni; il dolore e le ingiustizie che vi regnano, mi strazierebbero il cuore.
Se i greci realmente non davano alle donne il permesso di assistere agli spettacoli teatrali, fecero bene, almeno nei loro teatri si sarà potuto sentire qualche cosa.
Se l'uomo fosse destinato a pensare, non avrebbe gli orecchi.
Se la civiltà ha raggiunto il suo culmine fra i popoli cristiani, ciò non dipende da un'influenza positiva del cristianesimo, ma dal fatto che il cristianesimo è morto e ha, ormai, ben poca influenza: e infatti, finché ne ebbe molta, e cioè nel Medioevo, la civiltà era molto arretrata.
Se la nostra vita fosse senza fine e senza dolore, a nessuno forse verrebbe in mente di domandarsi perché il mondo esista e perché sia fatto proprio così, ma tutto ciò sarebbe ovvio.
Se la pressione del bisogno, della fatica, degli sforzi insopportabili e vani fosse tolta alla vita degli uomini, la loro tracotanza aumenterebbe, anche se non fino a farli scoppiare, certo fino alle manifestazioni di stoltezza, o meglio pazzia furiosa, più sfrenate. Ognuno ha addirittura sempre bisogno di una certa quantità di preoccupazioni, sofferenze o necessità, come la nave, per procedere fermamente e in linea retta, ha bisogno della zavorra.
Se la qualità della società si potesse sostituire con la quantità, metterebbe conto vivere nel gran mondo: purtroppo invece cento imbecilli messi in un mucchio non danno ancora un uomo intelligente.
Se la vita è un bene, perché ci viene tolta? E se è un male, perché ci viene data?
Se lo scopo prossimo e immediato della nostra vita non è il dolore, allora la nostra esistenza è la cosa più contraria allo scopo del mondo.
Se noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmo.
Se non ci fossero i cani io non vorrei vivere... Ciò che mi rende così piacevole la compagnia del mio cane è la trasparenza della sua natura.
Se percepiamo più facilmente l'idea nell'opera d'arte che nella contemplazione diretta della natura e della realtà, ciò si deve al fatto che l'artista, il quale non si fissa che nell'idea e non volge più l'occhio alla realtà, riproduce anche nell'opera d'arte l'idea pura, distaccata dalla realtà e libera da tutte le contingenze che potrebbero turbarla.
Se questo mondo fosse popolato da esseri realmente pensanti, sarebbe impossibile che il rumore di ogni genere fosse permesso senza restrizione e abbandonato all'arbitrio, come avviene perfino per i rumori più orribili e nello stesso tempo insensati.
Se si vuole valutare la situazione dell'uomo per quanto riguarda la felicità, non si dovrà cercare ciò che gli dà piacere, ma ciò che lo conturba: quanto più irrilevante è infatti quest'ultimo elemento, preso in sé stesso, tanto più felice è l'uomo. Uno stato di benessere è ciò che rende sensibili alle piccolezze, che per contro non sono affatto da noi sentite nell'infelicità.
Se una volta si lamentavano i peccati del mondo, oggi si guarda con orrore ai debiti del mondo e, come un tempo il giudizio universale, così oggi si profetizza la bancarotta universale dello Stato, sebbene, al tempo stesso, con la fiduciosa speranza di non dovervi assistere.
Se vuoi godere di ciò che vali, devi prima dar valore al mondo in cui vivi!
Se è vero che bisogna possibilmente pensare come uno spirito grande, bisogna invece parlare la stessa lingua che parlano gli altri. Bisogna usare parole ordinane, ma dire cose fuori dell'ordinario.
Se, come è il caso per il modo di vita del tutto sedentario di infiniti uomini, il moto esterno è quasi del tutto assente, sorge uno squilibrio stridente e deleterio tra la calma esterna e il tumulto interno. Il continuo movimento interno vuole infatti essere in qualche modo appoggiato da quello esterno, e quello squilibrio sarà quindi analogo a quello verificantesi quando, in conseguenza di una qualche passione, tutto ci ribolle dentro, mentre esternamente non dobbiamo lasciar vedere nulla.
Sebbene il mondo contenga molte cose decisamente brutte, la peggiore di tutte è la società.
Si deve all'animale non pietà, ma giustizia.
Si fa un bel guadagno a sacrificare il piacere al fine di evitare il dolore.
Si ha ragione di cercare gli esseri umani o di evitarli, a seconda che si tema
di più la noia o il dispiacere.
Si possono conoscere i filosofi solo attraverso le loro opere, e in nessun modo con esposizioni di seconda mano.
Si possono leggere libri scritti da persone la cui compagnia non ci riuscirebbe gradevole, e dunque un'elevata cultura spirituale ci induce a poco a poco a trovare il nostro godimento quasi esclusivamente nella lettura dei libri e non nella conversazione con le persone.
Si provi a immaginare l'atto della generazione non accompagnato da bisogno né da voluttà, ma come una questione di pura riflessione razionale: potrebbe, allora, il genere umano sussistere? O forse, piuttosto, ciascuno non avrebbe tanta compassione della generazione futura da risparmiarle volentieri il peso dell'esistenza o per lo meno da non volersi assumere la responsabilità di imporglielo a sangue freddo?
Si può anche considerare la socievolezza come un reciproco riscaldarsi spirituale degli uomini, simile a quello corporeo provocato dalla calca, quando il freddo è grande. Chi però ha in se stesso molto calore spirituale, non ha bisogno di questi aggruppamenti.
Si può definire l'onore come l'immagine del nostro valore nei pensieri della gente.
Si può essere saggio solo alla condizione di vivere in un mondo di stolti.
Si può paragonare la società a un fuoco, con cui il saggio si riscalda, a debita distanza, senza peraltro giungere a toccarlo, come ha fatto lo stolto, il quale, dopo essersi bruciato, fugge nel freddo della solitudine, e si lamenta perché il fuoco brucia.
Si può pensare a fondo soltanto ciò che si sa, perciò bisogna imparare qualcosa, ma si sa, altresì, soltanto ciò che si è pensato a fondo.
Sicuramente più d'un individuo deve la fortuna della sua vita unicamente al fatto di possedere un sorriso accattivante, col quale conquista i cuori. Tuttavia i cuori farebbero meglio a stare in guardia e a ricordare, col promemoria di Amleto, "che uno può sorridere e sorridere, ed essere un furfante".
Solo gli spiriti veramente grandi, come le aquile, hanno i nidi solo nelle vette deserte.
Solo il cambiamento è eterno, perpetuo, immortale.
Solo la luce che uno accende a se stesso, risplende in seguito anche per gli altri.
Solo per esperienza possiamo apprendere ciò che vogliamo e ciò che possiamo; prima, non lo sappiamo, non abbiamo carattere e dobbiamo sovente venir rigettati, da duri urti esteriori, sulla nostra via.
Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualche cosa da esso.
Soltanto attraverso ciò che facciamo apprendiamo ciò che siamo.
Soltanto le nature estremamente povere e volgari saranno in vecchiaia tanto socievoli quanto lo erano prima. Costoro risultano molesti in una società, cui non sono più adatti, e riescono tutt'al più a essere tollerati, mentre un tempo erano stati cercati.
Sono soltanto le religioni monoteistiche a offrirci lo spettacolo delle persecuzioni religiose, nonché dei processi agli eretici e della distruzione delle immagini degli dèi stranieri.
Spesso l'uomo concentrandosi sui mezzi perde di vista lo scopo.
Spesso noi cerchiamo di rischiarare le tinte fosche del presente, speculando su possibilità favorevoli, e inventiamo speranze chimeriche di ogni genere, ciascuna delle quali è gravida di una delusione, che non tarda a presentarsi quando tale speranza naufragherà contro la dura realtà.
Sposarsi significa dimezzare i tuoi diritti e raddoppiare i tuoi compiti.
Sposarsi significa fare il possibile per venirsi a nausea reciprocamente.
Tanto più sei amato, quanta meno affidabilità riponi nell'animo altrui.
Templi e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro grandezza, del bisogno metafisico dell'uomo che, potente e indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico.
Testa e cuore costituiscono la totalità dell'uomo, come la volontà e la rappresentazione: una volta che si siano elogiati testa e cuore, non v'è più nulla da criticare.
Tra ciò che uno ha, non ho annoverato la moglie e i figli, poiché da questi è meglio dire che si è posseduti.
Tu puoi costantemente osservare che la fede e la scienza si mantengono come i due piattelli di una bilancia: quanto più l'uno s'innalza, tanto più l'altro si abbassa.
Tutta la nostra vita è una lotta ininterrotta con ostacoli, che alla fine riportano la vittoria.
Tutte le donne, con rare eccezioni, sono inclini allo sperpero. Perciò ogni patrimonio, a parte i rari casi in cui l'abbiano acquistato esse stesse, dovrebbe essere messo al sicuro dalla loro stoltezza.
Tutte le nostre preoccupazioni, afflizioni, rodimenti, dispiaceri, paure, fatiche, eccetera, riguardano forse nella maggior parte dei casi soltanto l'opinione altrui.
Tutte le verità passano attraverso tre stadi. Primo: vengono ridicolizzate; secondo: vengono violentemente contestate; terzo: vengono accettate dandole come evidenti.
Tutti gli uomini vogliono vivere, ma nessuno sa perché vive.
Tutti i giornalisti sono, per via del loro mestiere, degli allarmisti; è il loro modo di rendersi interessanti.
Tutti i miserabili sono socievoli, sino a far pietà.
Tutti i pregi della posizione, della nascita, anche se questa è regale, della ricchezza, eccetera, sono di fronte agli autentici pregi personali, cioè alla grande mente o al grande cuore, nello stesso rapporto intercorrente tra i re del teatro e quelli reali.
Tutto ciò che accade, dalle cose più grandi a quelle più piccole, accade necessariamente.
Un buon carattere scusa grandi carenze di intelletto, ma non vale l'opposto.
Un carattere nobile non si indurrà facilmente a lamentarsi del suo destino; piuttosto varrà di lui ciò che Amleto esalta in Orazio: "Giacché tu, mentre tutto dovevi soffrire, sei stato come uno cui non capitasse nulla".
Un certo sentimento di totale autosufficienza è ciò che trattiene gli individui di valore e di ricchezza interiore dall'offrire sacrifici notevoli alla vita in comune con altri sacrifici che tale comunità esige, e ancora di più li trattiene dal cercarli, con un sensibile rinnegamento di se stessi. Il sentimento contrario rende invece la gente volgare così socievole e accomodante: per costoro infatti è più facile sopportare gli altri che se stessi.
Un dotto è colui che ha molto imparato, un genio, colui dal quale l'umanità impara ciò che il genio stesso non ha imparato da nessuno.
Un esempio grandioso della miserabile soggettività degli uomini onde essi riferiscono tutto quanto a se stessi, e da ogni pensiero ripiegano senz'altro e immediatamente su di sé, è fornito dall'astrologia, la quale riporta al meschino individuo il corso dei grandi corpi celesti, e così pure mette in collegamento le comete del cielo con gli affari e le sciocchezze terrene.
Un essere personale com'è inevitabile sia ogni Dio, il quale non abbia alcun luogo, ma sia ovunque e da nessuna parte, si può soltanto enunciare, non immaginare, e quindi neppure credere.
Un pedante ignorante è la cosa più intollerabile sotto il sole.
Un punto importante dell'umana saggezza sta nella giusta proporzione in cui dedichiamo la nostra attenzione, parte al presente, parte al futuro, affinché l'uno non ci guasti l'altro. Molti vivono troppo nel presente: le persone leggere; altri troppo nell'avvenire: i pavidi e gli ansiosi. Raramente uno saprà tenere il giusto mezzo.
Un temperamento calmo e sereno, sostenuto da una perfetta salute e da un organismo fortunato, da un'intelligenza chiara, vivace, penetrante e precisa, una volontà moderata e mansueta, e di conseguenza una buona coscienza, tutti questi sono pregi insostituibili da qualsiasi posizione e da qualsiasi ricchezza.
Un uomo che ama senza speranza la sua bella crudele può paragonarla epigrammaticamente allo specchio concavo,
poiché quest'ultimo, come la donna amata,
brilla, incendia e consuma, rimanendo esso stesso freddo.
Un uomo deve pur sapere ciò che vuole e sapere ciò che può: solo così mostrerà carattere e solo allora potrà compiere qualcosa di buono.
Un uomo non è mai felice veramente nel presente, a meno che non sia ubriaco.
Una briciola di volontà pesa più di un quintale di giudizio e persuasione.
Una buona dose di rassegnazione è di fondamentale importanza per affrontare il viaggio della vita.
Una città con ornamenti architettonici, monumenti, obelischi, fontane decorative, eccetera e nello stesso tempo con quel miserabile lastrico, che è in uso in Germania, somiglia a una donna. che sia ornata di oro e di gioie, e nello stesso tempo porti un vestito sudicio e lacero.
Una cretinata tutta particolare dei filosofastri di oggi è che essi danno per certo che gli animali non hanno un Io, mentre loro, evidentemente, ne avrebbero uno.
Una grande quantità di cattivi scrittori vive unicamente della stoltezza del pubblico, che non vuol leggere se non ciò che è stato stampato il giorno stesso: sono i giornalisti.
Una tipica differenza che assai spesso emerge nella vita quotidiana tra persone comuni e persone intelligenti è che le prime, nel riflettere e calcolare possibili pericoli, si limitano a informarsi e a considerare i casi del genere che già sono accaduti, le seconde invece ponderano ciò che eventualmente potrebbe accadere.
Uno degli studi principali dei giovani dovrebbe essere quello di imparare a sopportare la solitudine, perché questa è fonte di felicità e di tranquillità d’animo.
Uno sarà amato a misura che tiene basse le sue pretese rispetto allo spirito e al cuore degli altri.
Vediamo come, quando si sente in pericolo, la religione si aggrappi alla morale, quella morale di cui vorrebbe farsi credere madre; ma non le è madre per nulla. La vera morale e la moralità non dipendono da alcuna religione, anche se ogni religione le sanziona e, con ciò, offre loro un sostegno.
Veniamo adescati alla vita dall’illusorio istinto del piacere: e veniamo
mantenuti in vita dall’altrettanto illusoria paura della morte.
Verrà il tempo in cui l'idea di un dio creatore sarà considerata, nella metafisica, come ora si considera quella degli epicicli nell'astronomia.
Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.
Vi sono certi individui. sul viso dei quali è impressa una tale ingenua volgarità e una tale bassezza del modo di pensare, nonché una tale limitatezza bestiale dell'intelletto, che ci stupisce come mai simili individui abbiano il coraggio di uscire con un simile viso e non preferiscano portare una maschera.
Vi sono due tipi di scrittori: coloro che scrivono per amore della cosa, e coloro che scrivono per scrivere. I primi hanno avuto idee oppure esperienze che sembrano loro degne di essere comunicate; i secondi hanno bisogno di denaro e perciò scrivono per denaro. Essi pensano al fine di scrivere.
Vi è nel cuore di ogni uomo una belva, che attende solo il momento propizio per scatenarsi e infuriare contro gli altri.
Vista dai giovani, la vita è un avvenire infinitamente lungo. Vista dai vecchi, un passato molto breve.
Voler spacciare il sogno per un mero gioco di pensieri, mere immagini fantastiche, rivela mancanza di riflessione e di onestà.
Volere il meno possibile e conoscere il più possibile è la massima che ha guidato la mia vita. La Volontà è infatti l'elemento assolutamente infimo e spregevole in noi: bisogna nasconderlo come si nascondono i genitali, benché siano entrambi le radici del nostro essere.
Wieland considera una disgrazia l'esser nati tedeschi: Burger, Mozart, Beethoven, ed altri ancora gli avrebbero dato ragione, e io pure.
È assai sbagliato confrontare fra loro uomini grandi della stessa specie, per esempio, grandi poeti, grandi musicisti, filosofi, artisti, perché è quasi inevitabile che nel far ciò, almeno per un momento, si sia ingiusti. Proprio questo confronto fa sì che l'occhio colga i pregi peculiari dell'uno e trovi subito che mancano all'altro; motivo per cui quest'ultimo viene sminuito. Se poi si parte dai pregi peculiari e di tutt'altro genere che distinguono l'altro, inutilmente li si cercherà nel primo, sicché ora anche questi subisce una diminuzione parimenti immeritata.
È certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere che ciò che vuole.
È forse impossibile trovare una donna veramente sincera, che non finga. Ma per la stessa ragione le donne scoprono facilmente la finzione altrui, e non è consigliabile tentare di ricorrervi nei loro riguardi.
È fuori di dubbio che le dottrine della fede basate sull'autorità, sul miracolo e sulla rivelazione, sono un ripiego unicamente adatto all'infanzia dell'umanità.
È giunta l'ora di porre fine in Europa alla concezione ebraica della natura, almeno riguardo agli animali, e di riconoscere, risparmiare e rispettare in quanto tale l'eterna essenza, che, come in noi, vive anche in tutti gli animali.
È la cattiveria il collante che tiene insieme gli uomini. Chi non ne ha abbastanza si distacca.
È nelle inezie, e quando non si sorveglia, che l'uomo rivela meglio il suo carattere.
È profondamente stolto respingere da sè una buona ora presente o guastarsela di proposito col rammarico del passato o l'ansia del futuro.
È un'anima vile quella che, non appena le nubi si addensano o anche soltanto si mostrano all'orizzonte, si rannicchia, si perde d'animo e si lamenta.