Certamente felice sarebbe la nostra età, se potessimo vedere la religione stessa libera anche da ogni superstizione.
Certamente l'esistenza umana sarebbe molto più felice se negli uomini la capacità di tacere fosse pari a quella di parlare. Ma l'esperienza insegna fin troppo bene che gli uomini non governano nulla con maggior difficoltà che la lingua.
Chi detiene il potere ha bisogno che le persone siano affette da tristezza.
Chi dà quello che spetta a ciascuno per timore della pena capitale agisce dietro comando altrui e costretto dalla paura di un male, né può chiamarsi giusto; mentre chi attribuisce a ciascuno il suo perché conosce la vera ragione delle leggi e la loro necessità agisce con coerenza e secondo decisione propria, non altrui, e perciò è a buon diritto chiamato giusto.
Chi fa il bene perché ha la vera cognizione del bene e dell'amore, agisce con libertà e con animo retto. Chi, invece, fa il bene per timore del male, agisce in maniera servile e sotto la coazione del male, e vive, così, sotto il dominio degli altri.
Chi vive guidato dalla ragione si sforza, per quanto può, di ricambiare l'odio,
l'ira, il dispregio, eccetera, di altri contro di lui, con l'amore, ossia con la generosità.
Chi è condotto dal timore, e fa il bene per evitare il male, non è condotto dalla ragione.
Chi, se non un disperato o un folle, sarebbe disposto a separarsi alla leggera dalla ragione e a spregiare le arti e le scienze negando a quella la possibilità di raggiungere la certezza?
Ciascuno ha il sovrano diritto di pensare liberamente in materia religiosa e poiché non è dato di supporre che si possa recedere da tale diritto, deterrà ciascuno il sovrano diritto e la sovrana autorità di giudicare liberamente in materia di religione e conseguentemente di spiegarsela e interpretarsela.
Ciascuno, per quanto è in suo potere, cerca sempre di conservare il suo essere.
Colui che vuole distinguere il vero dal falso deve avere un'idea adeguata di ciò che è vero e di ciò che è falso.
Con quanta imprudenza molti cercano di levar di mezzo un tiranno senza essere in grado di eliminare le cause che fanno del principe un tiranno.
Dal momento che gli uomini sono guidati dalle passioni più che dalla ragione, ne segue che una moltitudine si unisce naturalmente e desidera essere guidata
come da una sola mente, non per una spinta razionale, ma per qualche comune passione, o appunto per una comune speranza, o timore, o desiderio di vendicare un danno.
Democrazia: regime politico definibile come unione di tutti i cittadini, che possiede ed esercita collegialmente un diritto sovrano su tutto ciò che è in suo potere.
Di fronte ai drammi della vita non si deve piangere, né disperarsi, né tanto meno odiare. Bisogna solo comprenderli.
Dicesi schiavitù l'incapacità umana di dominare gli affetti.
Dio agisce per le sole leggi della sua natura e non costretto da alcuno.
Dio e tutti i suoi attributi sono eterni.
Essere ciò che siamo e divenire ciò che siamo capaci di divenire è l'unico scopo della vita.
Falso è il vanto di chi pretende di possedere, all'infuori della ragione, un altro spirito che gli dia la certezza della verità.
Forma le idee positive prima delle negative.
Gli effetti dell'immaginazione derivano dalla costituzione o del corpo o della mente.
Gli scismi non nascono tanto dall'amore ardente della religione, quanto dalla varietà degli affetti umani, dallo spirito di contraddizione che tutto suole guastare e condannare, anche se è ben detto.
Gli uomini non nascono civili, lo diventano.
Gli uomini sono ben lungi dal poter essere facilmente guidati dalla ragione; ciascuno è sospinto dai suoi personali impulsi al piacere e gli animi spessissimo sono a tal punto dominati dall'invidia, dalla collera che nessun posto resta per la capacità di riflettere e giudicare.
Godere dei piaceri quanto basta a conservare la salute.
Il credo di ognuno va ritenuto santo o empio solo in ragione dell'obbedienza o della riottosità e non in ragione della verità o della falsità.
Il denaro è guadagnato da tutte quelle persone che con pazienza e meticolosa osservazione seguono quelli che lo perdono.
Il desiderio è l'essenza dell'uomo.
Il fatto che il silenzio sia spesso di utilità al potere nessuno può negarlo, ma che senza di esso il potere non possa conservarsi, nessuno potrà mai provarlo.
Il miracolo è un vero e proprio assurdo.
Il mondo è un effetto necessario della natura divina, e non è stato fatto per caso.
Il pentimento non è una virtù, cioè non proviene dalla ragione. Chi si pente di una sua azione è due volte miserevole, cioè impotente.
Il termine "legge", preso in senso assoluto, indica quel principio in base a cui ciascun individuo, o tutti gli appartenenti ad una stessa specie o alcuni di essi, agiscono secondo una norma unica, fissa e determinata.
Il vezzo diffuso tra gli uomini di narrare le cose, non come sono realmente, ma come vogliono che siano, si manifesta più che in ogni altra cosa nei racconti di spiriti e di spettri.
Il volgo chiama miracoli o opere di Dio gli eventi straordinari della natura.
Io ho compiuto un incessante sforzo di non ridicolizzare, di non compatire, di non sdegnare le azioni umane, ma di capire.
Io metto la libertà non nella libera decisione, ma nella libera necessità.
Io non attribuisco alla natura né bellezza né bruttezza, né ordine né confusione, giacché le cose non si possono dire belle o brutte, ordinate o confuse, se non relativamente alla nostra immaginazione.
Io non presento Dio come giudice.
L'allegria è uno stato dell'animo che accresce e sostiene la forza del corpo ad agire; la tristezza al contrario, è uno stato dell'animo che ostacola e diminuisce la forza come l'ingegno.
L'amore di una cosa eterna e infinita nutre l'anima di pura gioia, questo è ciò che si deve desiderare e ricercare con tutte le nostre forze.
L'amore può e deve fare da tramite ai fini della perfezione. Che resta sempre Dio.
L'amore è gioia, concomitante con l'idea di una causa esterna.
L'amore è il mezzo attraverso il quale l'uomo può elevarsi al sommo bene.
L'anima e il corpo sono una sola e unica cosa.
L'esistenza di Dio è conosciuta dalla sola considerazione della sua natura.
L'essere di un essere è di perseverare nel suo essere.
L'invidia è quel tipo di odio per cui uno si rattrista della felicità di un altro e si rallegra dei mali di un altro.
L'occasione arriva solo a colui che è ben preparato.
L'uomo libero, che vive secondo ragione, non è mosso dalla paura della morte, ma cerca direttamente il bene, e, quindi, a nessuna cosa pensa meno che alla morte; e la sua sapienza è una meditazione non della morte, ma della vita.
L'uomo mantiene la possibilità di essere libero qualunque sia il tipo di comunità politica in cui vive, in quanto egli è libero nella misura in cui si fa guidare dalla ragione.
L'uomo non si può dire libero per il fatto che possa non esistere o per il fatto che possa non fare uso della ragione, ma solo in quanto ha potestà di esistere e di agire secondo le leggi della natura umana.
L'uomo non è che una parte della natura.
La facilità con cui gli uomini si lasciano irretire da ogni genere di superstizione è pari soltanto alla difficoltà di renderli costanti in uno solo di tali generi; anzi, poiché l'uomo del volgo vive sempre in uno stato di infelicità, esso non trova mai durevole soddisfazione e soltanto lo seduce ciò che ha sapore di novità e che non si è ancora rivelato illusorio.
La forma costituzionale dello Stato ve necessariamente mantenuta e che essa non può venir mutata se non col pericolo della rovina totale.
La libertà risiede nel riconoscimento della necessità.
La libertà è una virtù, ossia una perfezione: qualunque cosa, pertanto, denunci l'impotenza dell'uomo, non può venir imputata alla sua libertà.
La mente deve considerare questo, tutte le modificazioni corporee o gli aspetti esteriori delle cose devono essere riferiti all’immagine di Dio.
La migliore costituzione per qualsivoglia potere, si comprende facilmente a partire dal fine dello stato civile: che non è niente altro che la pace e la sicurezza della vita.
La natura unisce in se tutte le cose; quindi la natura unisce in se Dio e l'uomo.
La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d'animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia.
La paura non può essere senza speranza né la speranza senza paura.
La perfezione consiste nell'essere e l'imperfezione nella privazione dell'essere.
La perfezione e l'imperfezione sono in realtà soltanto modi del pensare, cioè nozioni che siamo soliti inventare per il fatto che confrontiamo gli uni agli altri individui della stessa specie o genere.
La sostanza che intendiamo essere per sé sommamente perfetta e nella quale non concepiamo assolutamente nulla che implichi un qualche difetto o limite di perfezione, si chiama Dio.
La stessa cosa può essere al tempo stesso buona, cattiva o indifferente.
La strada che porta alla conoscenza è una strada che passa per dei buoni incontri.
La superbia è propria di chi comanda.
La superstizione è sostenuta esclusivamente dalla speranza, dall'odio,
dall'ira e dall'inganno, dato che essa trae la sua origine non dalla ragione,
ma dalla sola sensibilità e per di più da una appassionata sensibilità.
La teologia non è ancella della ragione, né la ragione della filosofia.
La vera definizione di ciascuna cosa non comprende altro se non la semplice
natura della cosa definita.
La volontà e l'intelletto sono la stessa e unica cosa.
Le azioni umane non vanno derise, compiante o detestate: vanno comprese.
Le cose che per accidente sono causa di speranza o di paura si chiamano buoni o cattivi presagi.
Le idee, quanta più perfezione esprimono di un oggetto, tanto più sono perfette.
Infatti non ammiriamo l'architetto che ha concepito una cappella, come quello che ha concepito un magnifico tempio.
Le leggi che si fanno intorno alle opinioni non sono fatte per frenare i malviventi, ma piuttosto per irritare gli onesti.
Lo stolto è felice e infelice allo stesso modo che il saggio.
Mi sono assiduamente studiato di imparare a non ridere delle azioni degli uomini,
a non piangerne, a non detestarle, ma a comprenderle.
Nessuna cosa potrebbe tendere alla propria distruzione per sua natura, ma, al contrario, ciascuna cosa possiede in sé un conato sia a conservarsi nel suo stato, sia a portarsi ad uno stato migliore.
Nessuna delle cose che non sono in mio potere mi è tanto cara quanto stringere amicizia con uomini sinceramente amanti della verità.
Nessuno può alienare a favore d'altri il proprio diritto naturale, inteso qui come facoltà di pensare liberamente.
Nessuno può essere costretto dalla violenza o dalle leggi ad essere felice; per conseguire tale stato sono invece necessari un'amorevole e fraterna esortazione, una buona educazione e soprattutto un personale e libero giudizio.
Nessuno viene conquistato dall'adulazione più dell'orgoglioso, che vorrebbe essere primo e non lo è.
Niente accade in contrasto con la natura.
Noi dubitiamo dell'esistenza di Dio e di conseguenza di tutto, finché abbiamo di Dio non un'idea chiara e distinta, ma un'idea confusa.
Noi non possiamo immaginare Dio, ma soltanto comprenderlo.
Noi sentiamo e sappiamo di essere eterni.
Non c'è speranza senza paura né paura senza speranza.
Non presumo di aver trovato la filosofia migliore, ma so di intendere quella che è vera.
Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta.
Ogni cosa, sia essa più perfetta o meno perfetta, potrà perseverare sempre
nell'esistere con la stessa forza con la quale comincia a esistere, così che,
sotto questo aspetto, tutte le cose sono uguali.
Per Bene intendo ogni genere di Gioia e qualunque cosa inoltre conduce ad essa e soprattutto ciò che soddisfa un desiderio, qualunque esso sia.
Per natura siamo così fatti che facilmente crediamo alle cose nelle quali speriamo e difficilmente a quelle che temiamo, così che di esse sentiamo più o meno del giusto.
Poiché dunque l’amor di Dio è la felicità e la beatitudine somma dell’uomo, nonché il fine ultimo e lo scopo di ogni azione umana, ne viene che osserva la legge divina solo chi si preoccupa di amare Dio.
Quale altare potrà procurarsi a propria difesa chi offende la maestà della ragione?
Quanto più concepiamo l'uomo libero tanto più siamo obbligati a concludere che egli debba necessariamente conservare se stesso e rimanere padrone della sua mente, come facilmente concederà chiunque non confonda libertà e contingenza.
Quanto più uno è ignorante tanto più è audace e pronto a scrivere.
Quanto poi a ciò che alcune Chiese aggiungono, e cioè che Dio ha assunto
forma umana, io ho espressamente dichiarato che non so cosa vogliano dire;
anzi, a voler dire il vero, mi sembra che esse parlino un linguaggio non meno assurdo di chi mi dicesse che il cerchio ha rivestito la natura del quadrato.
Sarà più sicura e salda e meno sottoposta alla fortuna quella società che è fondata e governata da uomini saggi ed attenti. Viceversa quella che è costituita da uomini rozzi ed incapaci dipende in massima parte dalla fortuna ed è meno salda.
Se a qualcuno venisse in mente di affermare che Dio può in qualche modo agire contro le leggi di natura, costui sarebbe al tempo stesso costretto ad ammettere che Dio può agire contro la sua stessa natura: cosa di cui nulla è più assurdo.
Se amiamo qualcuno che in precedenza odiavamo, lo faremo con un amore molto più grande rispetto al non aver mai odiato prima.
Se ciascuno avesse la libertà di interpretare a proprio arbitrio il diritto pubblico, nessuno Stato potrebbe sussistere.
Se fosse altrettanto facile comandare agli animi quanto alle lingue, ogni sovrano regnerebbe in piena tranquillità e nessuna autorità avrebbe bisogno di ricorrere a mezzi violenti.
Se gli uomini fossero in grado di governare secondo un preciso disegno tutte le circostanze della loro vita, o se la fortuna fosse loro sempre favorevole, essi non sarebbero schiavi della superstizione.
Se i filosofi vogliono chiamare spettri le cose che ignoriamo, io non avrò nulla in contrario, perché vi è un’infinità di cose che mi sono nascoste.
Se il bene rispetto a Dio implica che l'uomo giusto produca in Dio
una certa soddisfazione e il ladro un certo disgusto, né l'uno né l'altro
possono produrre in Dio né gioia né dispiacere.
Se qualcuno si accorgesse che potrebbe vivere più a suo agio infisso in croce che a tavola, sarebbe il più stolto degli uomini se non si facesse crocifiggere.
Se riguardo alla natura umana le cose fossero disposte in modo tale che gli uomini desiderassero soprattutto ciò che è particolarmente utile, non vi sarebbe bisogno di artificio alcuno per ottenere concordia e lealtà.
Se uno ha in odio un altro, si sforzerà di fargli male, a meno che tema che possa derivargliene un male maggiore; e viceversa, chi ama un altro, per la stessa legge si sforzerà di fargli del bene.
Sia la natura che l'uomo tendono al costante perfezionamento.
Siccome la parte migliore di noi è l'intelletto, è certo che se vogliamo
cercare ciò che ci sia veramente utile, dobbiamo, sopra tutto, sforzarci di perfezionare il più possibile l'intelletto stesso, perché nella perfezione di esso deve consistere il nostro sommo bene.
Sono i più desiderosi di onore e gloria coloro che gridano più forte per il suo abuso e per la vanità del mondo.
Temo l'odio dei teologi, perché sostengo in quest'opera che Dio coincide con la natura, e attribuisco a Dio cose che nella tradizione filosofica sono state sempre considerate effetti o creature, mentre io, ritengo che queste cose appartengano alla stessa natura di Dio.
Tutte le cose e le azioni esistenti nella Natura sono perfette.
Tutto ciò che la mente comprende, lo comprende non perché concepisce la presente esistenza... perché concepisce l'essenza.
Un uomo libero agisce sempre in buona fede e non ricorre all'astuzia.
È certamente stolto pretendere da altri ciò che nessuno può ottenere da se stesso.
È consolazione per i disgraziati aver avuto compagni di sventura.
È dell'uomo desiderare che anche gli altri gioiscano del bene di cui noi godiamo, non di costringere gli altri a vivere secondo il nostro modo di pensare.
È dunque il timore la causa che genera, mantiene ed alimenta la superstizione.
È il desiderio che spinge la maggior parte degli uomini a raccontare cose, non come esse sono in realtà, ma come si vorrebbe che fossero, nella speranza che sia molto più facile farsi conoscere attraverso storie di spettri che non raccontano fatti reali.
È impossibile che l'animo di un uomo possa rientrare sotto la giurisdizione di un altro.