Accettando una regola generale, ci sembra di far torto alla nostra intelligenza.
Benedetta la paura: vi farà diventare adulti.
Chi difende il buon italiano non difende la pedanteria, né rifiuta le innovazioni: difende invece il buon senso, e accetta le novità.
Chi pretende di soddisfarli tutti, sempre, è destinato all’infelicità e all’insuccesso.
Chi scrive chiaro, sa scrivere.
Chieder conto delle promesse non mantenute non è crudele. È logico, opportuno e costituisce una prova di buon senso.
Di solito il motivo per cui chi scrive non dice qualcosa è questo: non sa cosa dire.
Diffidate di chi rifiuta d’essere giudicato: il futuro è imprevedibile, ma il passato è controllabile.
Durante l'adolescenza, per i ragazzi, i genitori sono come i mobili di casa: non ci si pensa sempre, ma è bene che non vengano spostati.
Essere italiani è un lavoro a tempo pieno.
I bei gesti ci piacciono al punto da preferirli ai buoni comportamenti. I primi, infatti, gratificano; i secondi costano fatica.
Il marchio delle democrazie è l'imperfezione inquieta; il segno delle autocrazie è l’ignoranza soddisfatta.
Il mutamento dev'essere visto come un'opportunità, non una fonte d’ansia.
Il peccato più grave è convincervi dell'inutilità dell'onestà.
Il sollievo è una forma raffinata e accessibile di felicità. Non tanto per il pericolo scampato, quanto per il coraggio trovato.
Il talento non basta: occorre tenacia. Tra una persona talentuosa senza tenacia e un’altra tenace, ma senza talento, sarà quest’ultima a ottenere i risultati migliori.
Il viaggio scombussola le nostre certezze, mostra quanto poco sappiamo e quanto abbiamo da imparare.
L'Italia è un posto dove le cose stanno sempre per succedere. Di solito, sono cose insolite: la normalità, da noi, è eccezionale.
L'eccessiva severità maschera l'inadeguatezza.
L'empatia è il lievito della politica.
L'impegno, da solo, non basta più. Dovete individuare il vostro talento e capire come usarlo. Perché qualcun altro, state certi, capirà come usare il suo.
L'ironia è l'opposto della mediocrità. Non esiste l'ironia media. L'ironia è, per definizione, speciale. È la capacità di leggere la realtà in modo originale; e di dominarla, invece di farsene dominare.
L'ironia, insieme alla misericordia, è la forma suprema di elasticità, un esercizio quotidiano di tolleranza, una prova continua di umanità.
La coscienza è un muscolo che va allenato e, come per l’atleta, l’esercizio richiede una certa disciplina.
La precisione diventerà lo spartiacque tra chi prova e chi tenta; tra chi costruisce e chi accumula. In ultima analisi, tra chi riesce e chi fallisce.
La precisione è la farina, senza la quale non si ottengono né pane né dolci.
La semplicità non solo nella lingua è fatica invisibile, ma porta vantaggi evidenti.
La sintesi è una spremuta di pensiero: fa bene alla salute mentale. Aiuta a capire e a far capire.
La tolleranza è come il vino: un po’ fa bene, troppa è dannosa.
Lamentarsi è sfogo, e lo sfogo è una forma sottile di piacere: permette di esprimere pubblicamente un fastidio privato. Ma è un piacere cui bisogna saper resistere.
Le recriminazioni sono àncore nella sabbia, impediscono di prendere il largo.
Non esistono luoghi noiosi. Esistono solo viaggiatori impreparati.
Scrivere bene si può, e non è neppure difficile. L'importante è capire chi scrive male, e regolarsi di conseguenza.
Scrivere in modo intelligente significa: dire quanto basta, quando serve, e dirlo bene.
Scrivere è scolpire: occorre soprattutto togliere, con un obiettivo in mente e un po' di ironia nelle dita.
Se da giovani viaggiare è utile, da meno giovani diventa fondamentale. La curiosità è l’antiruggine del cervello.
Sognare è una droga leggera. A differenza di tutte le altre, non fa male.
Solo chi si muove apprezza le soste e non conosce la noia.
Solo la costanza dei comportamenti produce risultati. Le cose buone fatte saltuariamente servono poco.
Timore e avventura navigano insieme.
Un grande popolo non ha il diritto, ma il dovere, dell’ingratitudine.
Viaggiare rende umili. Perché significa sbagliare, e ammettere i propri errori.
Viaggiare vuol dire allungarsi la vita, riempiendo il passato di ricordi e il futuro di progetti.
Viaggiare è un atto di umiltà. Chi è convinto di sapere tutto, preferisce non muoversi da casa.