A me pare che il sommo dell’abilità nel restaurare un vecchio monumento consista per l’appunto nell’acconciarlo così che il nuovo sembri antico; sicché antico e nuovo si confondano insieme.
Conservare, non restaurare.
Il ben restaurare può chiamarsi una annegazione di sé in faccia al passato. Quanto più l’artista d’oggi si inchina, s’inginocchia, si annichila di contro al monumento, tanto meglio compie il dover suo.
Il dolore fa il poeta; ma la gioia fa il pittore.
Il restaurare è un travaglio che consuma il cervello e che non lascia mai l’animo in pace. La grande impresa si compone d’infinite piccolezze, le quali, alla lunga, opprimono.
In nessuna cosa è forse tanto difficile l'operare e tanto facile il ragionare quanto in ciò che si riferisce al restauro.
Io preferisco i restauri mal fatti ai restauri fatti bene. Mentre quelli, in grazia della benefica ignoranza, mi lasciano chiaramente distinguere la parte antica dalla parte moderna, questi, con ammirabile scienza ed astuzia facendo parere antico il nuovo, mi mettono in una sì fiera perplessità di giudizio, che il diletto di contemplare il monumento sparisce, e lo studiarlo diventa una fatica fastidiosissima.
L'arte del restauratore somiglia a quella del chirurgo. Sarebbe meglio, chi non lo vede? che il fragile corpo umano non avesse mai bisogno di sonde, di bisturi e di coltello; ma non tutti credono che sia meglio veder morire il parente o l’amico piuttosto che fargli tagliare un dito o portare una gamba di legno.