C'innamoriamo di minuzie, di riflessi in cui vediamo l’altra persona come pensiamo che nessuno l’abbia mai vista e mai la potrà vedere, e custodiamo questi attimi di unicità in forma d’immagine, anche se negli anni sbiadisce.
Certe volte penso che quando alzi la testa, e cominci a muovere le cose e a chiedere, invece di subire tutto praticando il minimo sindacale di resistenza, la realtà ti nota.
Chi ha pensieri sghembi e si permette addirittura di esprimerli, si complica la vita. Rischia di non piacere. Di essere frainteso, o rifiutato. Di offendere, addirittura.
Chi pianifica e si muove solo al termine di un’attenta valutazione dei pro e dei contro, chi realizza soltanto quello che progetta, di fatto si perde la parte più interessante, e lo sa. Anche nello scegliere responsabilmente c’è una quota d’irresponsabilità, la messa in conto di una perdita. Forse si agisce sempre a costo di qualcosa.
Colpa della memoria, che congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati.
Dicono che la felicità si trova nelle piccole cose. Sapeste l'infelicità.
E vaffanculo. È questa la parola che viene istintiva quando ti capita di sentirti inaspettatamente felice, tutt'a un tratto.
Il dolore e la felicità sono fatti soprattutto di cianfrusaglie, paccottiglia, ingombri da soffitta di cui non riusciamo a disfarci anche quando abbiamo smesso definitivamente di usarli ed escludiamo che ci possano tornare utili.
Il sesso è la negazione del contegno e dell’autorappresentazione, è l’esperienza che piú di ogni altra ti mette davanti a quello che sei, e soprattutto a quello che non sei.
L'amore è una malattia della dignità. Ha dei sintomi precisi. Ti fa sentire un eletto.
La musica è una trappola, un espediente per raccontarti le cose come stanno. Ed è così rassicurante all'orecchio, così comoda da indossare, che le parole arrivano in ritardo, quasi dovessi fare uno sforzo per sentirle.
La sincerità è sintetica, a volte telegrafica, e perciò spietata. Riassume anni in poche battute di dialogo, azzera le complicazioni, viene al punto.
Non c'è gradualità nell'accadere delle cose. Le cose, come quando capitano, capitano. E non è nemmeno che puoi accompagnarle, impedire che ruzzolino trascinandoti con loro. Non si possono far andare piano le cose che capitano.
Non è vero che la vita ti sorprende. Quello che fa, soprattutto, è confermarti al tuo posto. Farti sentire dov'eri. Ribadire la felicità che ti è concessa.
Non è vero che quando sei innamorato il mondo ti sembra più bello. È solo che lo tratti dall'alto in basso. Guardi la gente che passa e pensi: Poveracci, vedi come vanno avanti e indietro nelle loro scialbe vite. Vedi come s'affannano, lavorano, s'imbottigliano nel traffico, si mettono in coda alla cassa?. In altre parole, quando t'innamori diventi un qualunquista di merda.
Quando alzi la testa, e cominci a muovere e a chiedere, invece di subire tutto praticando il minimo sindacale di resistenza, la realtà ti nota. Acquista un po' di stima nei tuoi confronti e ti rende la vita più facile.
Sentirsi adeguati: è questa l’aspirazione massima dell’uomo comune.
Siamo fatti di banalità e d’intelligenza, e passiamo da una naturalezza all’altra con una costa. Sí, insomma, da una costa all’altra con naturalezza.
Siamo piuttosto ignoranti in materia d’infelicità, soprattutto della nostra.
Spesso la gente non ha le emozioni chiare, altro che le idee.
Un uomo davvero imbranato è patetico. Uno che vuole fare il sicuro, ma poi ti accorgi che è un imbranato, ti fa succedere qualcosa.
Una volta la bellezza era un dono intimo e da scoprire con pudore. Oggi, massificata in provini e casting, è diventata un possibile lavoro per chi non sa fare niente.
È piuttosto volgare, il buonsenso. Abbassa il livello delle aspirazioni, valuta le possibilità di successo e soprattutto quelle di fallimento, calcola. Il coraggio, la sincerità e l’istinto non hanno nessuna possibilità di resistergli, se gli dai il tempo di organizzarsi e preparare la controffensiva.