Cosa contrassegna le parole fragili e delicate, le parole che sono arcobaleno di speranza, e cosa le distingue da quelle che non lo sono? Solo l'intuizione e la sensibilità ci consentono di conoscerle, e di coglierle nei loro orizzonti di senso.
Dovremmo sapere che nella vita non tutto è dicibile, e non tutto è esprimibile; e non dovremmo illuderci di potere spiegare i pensieri che abbiamo, e le emozioni che proviamo, con le sole parole chiare e distinte.
Il dolore dell’anima, la sua fenomenologia, non ha nulla di uniforme: ciascuno di noi la rivive con sue proprie risonanze emozionali ed esistenziali; e con sue proprie esperienze di solitudine.
L'amicizia ha in sé il significato di un dialogo infinito che continua anche quando non ci si vede, non ci si incontra e non ci si parla. Quando ci si rivede con una persona amica, si cancella il silenzio e si rimuove l’assenza: si ricostituisce il dialogo solo apparentemente perduto ma, in realtà, mai interrotto.
L'infinito, questa segreta dimensione della vita, è in noi: palpitante e vivo; e non si cancella nella misura in cui non ci lasciamo affascinare, e divorare, dal tumulto, e dal frastuono, non solo delle cose che sono al di fuori di noi; ma, ancora più devastanti, da quelle che si agitano in noi: nella nostra vita interiore assediata.
La solitudine, come il silenzio, è esperienza interiore che ci aiuta a vivere meglio la nostra vita di ogni giorno; facendoci distinguere le cose essenziali della vita da quelle che non lo sono, e che non di rado sopravvalutiamo nei loro significati.
La solitudine, nella sua dimensione metaforica, è una condizione ineliminabile dalla vita; e in essa si riflettono desideri di riflessione e di contemplazione, di tristezza e di angoscia, di silenzio e di preghiera, di attesa e di speranza.
Le emozioni sono infinite, amore e odio, ma anche noia e malinconia, simpatia e antipatia, angoscia e inquietudine. Comune a ciascuno di questi sentimenti è la capacità di portarci fuori dal nostro egoismo e dal nostro io. Un sentimento implica necessariamente un uscire da noi stessi per cercare di cogliere quello che le altre persone sono nella loro realtà più profonda e nelle loro emozioni.
Le illusioni, le speranze infrante, le utopie, le nostalgie, le possibilità e le impossibilità, i sogni dolorosi fanno parte della coscienza del tempo interiore che è in noi e che non ha nulla a che fare con il tempo dell’orologio.
Le parole fragili sono parole portatrici di significati inattesi e trascendenti, luminosi e oscuri, umbratili e crepuscolari.
Nel cuore di ogni emozione, anche delle emozioni più dolorose e apparentemente al di là di ogni orizzonte di senso, si nasconde almeno una scheggia di palpitante umanità.
Nella fragilità si nascondono valori di sensibilità e di delicatezza, di gentilezza estenuata e di dignità, di intuizione dell’indicibile e dell’invisibile che sono nella vita, e che consentono di immedesimarci con più facilità e con più passione negli stati d’animo e nelle emozioni, nei modi di essere esistenziali, degli altri da noi.
Nella noia non ci sono più speranze, certo, ma non ci sono nemmeno più attese.
Non c'è attesa, e non c’è speranza, senza il tempo - il tempo interiore.
Non c'è solitudine senza silenzio, e il silenzio è tacere ma è anche ascoltare.
Non fa paura l’isolamento causato da una malattia ma quello causato dal deserto delle emozioni.
Quando le certezze vengono meno, ci si può salvare solo su quella zattera in cui la solidarietà con l'altro dà senso al sacrificio nostro.
Quando scompare, il dolore del corpo non lascia tracce nella memoria; mentre il dolore dell’anima, quando è profondo, non si cancella: può rinascere sulla scia di avvenimenti inattesi, e imprevedibili.
Sapere guardare dentro di sé, negli abissi della nostra interiorità, e sondare le emozioni, gli stati d’animo, le immaginazioni, che sono in noi, sono le premesse a riconoscere le emozioni, gli stati d’animo e le notti oscure.