A che giovano le memorie? Di noi muore la miglior parte, e non c'è memoria che possa resuscitarla.
Il critico è simile all'attore; entrambi non riproducono semplicemente il mondo poetico, ma lo integrano.
Il fatto, la forza, la realtà attuano in noi l'immagine del diritto.
Il gusto è il genio del critico.
Il suicidio fu l'ultima virtù degli antichi. Nel pieno disfacimento d'ogni principio morale e di ogni credenza, essi formarono sotto il nome di stoicismo una filosofia della morte: non sapendo più vivere eroicamente, vollero saper morire da eroi.
La critica è la coscienza o l'occhio della poesia, la stessa opera spontanea del genio riprodotta come opera riflessa dal gusto.
La parola è potentissima quando viene dall'anima e mette in moto tutte le facoltà dell'anima ne' suoi lettori, ma, quando il di dentro è vuoto e la parola non esprime che se stessa, riesce insipida e noiosa.
La poesia è la ragione messa in musica.
La poesia è oblio dell'anima nell'oggetto della sua contemplazione; la critica è oblio dell'anima nella poesia.
La semplicità è compagna della verità come la modestia è del sapere.
La semplicità è la forma della vera grandezza.
Materia dell'arte non è il bello o il nobile, tutto è materia d'arte. Tutto ciò che è vivo: solo il morto è fuori dell'arte.
Molti disputano di reale e d'ideale, e spesso senza conclusione, perché manca a parecchi il concetto chiaro e giusto di questi vocaboli. Si crede che il realismo sia l'opposto dell'ideale, e si crede che l'ideale sia semplicemente un gioco d'immaginazione, una superposizione della realtà. Con questi falsi presupposti le dispute non possono avere nessuna fine ragionevole.
Nell'anima del fanciullo c’è sempre qualcosa che ride.
Più s'avanza l'osservazione, e piú si restringe il cerchio della speculazione.
Si dice che il poeta nasce; anche il critico nasce; anche nel critico ci è una parte geniale, che gli dee dar la natura.
È il ben pensare che conduce al ben dire.