A colui che guarda razionalmente il mondo, il mondo a sua volta presenta un aspetto razionale. Il rapporto è reciproco.
Ciò che eleva l'uomo rispetto all'animale, è la coscienza che ha di essere un animale. Nel momento in cui prende coscienza che è un animale, cessa di esserlo.
Ciò che l'esperienza e la storia insegnano è questo: che uomini e governi non hanno mai imparato nulla dalla storia, né mai agito in base a principi da essa edotti.
Ciò che è noto, non è conosciuto. Nel processo della conoscenza, il modo più comune di ingannare sé e gli altri è di presupporre qualcosa come noto e di accettarlo come tale.
Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale.
Da un legno così storto com'è quello di cui è fatto l'uomo non si può ricavare nulla di perfettamente dritto.
Era un buon costume quello di servirsi, anticamente, di prefiche in occasione di morti e di funerali, per dare visibilmente espressione al dolore. Anche con le attestazioni di condoglianza si mette all'uomo dinnanzi il contenuto della sua disgrazia, e, essendo egli costretto a parlar molto, è costretto pure a riflettervi, ricevendone sollievo.
Gli uomini, oltre i doveri che la ragione impone, hanno inventato una quantità di compiti pesanti, per tormentare la povera umanità! Questi compiti diventano fonte di orgoglio in cui non si può trovare acquietamento alcuno se non a spese della virtù.
Il delitto è ribellione all'autorità dello Stato, è la negazione del diritto, la pena è a sua volta la negazione del delitto e quindi la riaffermazione del diritto.
Il giornale è la preghiera del mattino dell'uomo moderno.
Il male è il motore della storia.
Il matrimonio è essenzialmente monogamia poiché è la personalità, l'immediata individualità, a porsi in questo rapporto.
Il vero teatro della storia è l'area temperata.
Il vero è l'intero. Ma l'intero è soltanto l'essenza che si completa mediante il suo sviluppo.
In mezzo alla pressione di grandi eventi un principio generale non è di nessun aiuto.
L'amato non ci è opposto, è uno con la nostra essenza: in lui vediamo solo noi stessi, e tuttavia non è noi: miracolo che non siamo in grado di capire.
L'idea del dritto è la libertà; e per comprenderla esattamente bisogna riconoscerla nella sua nozione e nel suo Essere determinato.
L'istruzione è l'arte di rendere l'uomo etico.
L'opera d'arte e il suo godimento immediato non sono per gli intenditori e i dotti, ma per il pubblico, e i critici non hanno bisogno di darsi tante arie, perché anche essi fanno parte del medesimo pubblico.
L'uomo che si isola rinuncia al suo destino, si disinteressa del progresso morale. Parlando in termini morali, pensare solo a sé è la stessa cosa che non pensarci affatto, perché il fiore assoluto dell'individuo non è dentro di lui; è nell'umanità intera.
L'uomo non è altro che la serie delle sue azioni.
L'uomo è veramente uomo soltanto grazie alla cultura.
La contraddizione è la regola del vero, la non contraddizione del falso.
La coscienza infelice è la coscienza di sé come dell'essenza duplicata e ancora del tutto impigliata nella contraddizione.
La fenomenologia dello spirito è la storia romanzata della coscienza che via via si riconosce come spirito.
La filosofia arriva sempre troppo tardi. Come pensiero del mondo, essa appare per la prima volta nel tempo, dopo che la realtà ha compiuto il suo processo di formazione ed è bell'e fatta.
La filosofia è il proprio tempo appreso col pensiero.
La forza dello spirito è grande quanto la sua estrinsecazione; la sua profondità è profonda soltanto in quella misura secondo la quale esso ardisca di espandersi e di perdersi mentre dispiega se stesso.
La preghiera del mattino dell'uomo moderno è la lettura del giornale. Ci permette di situarci quotidianamente nel nostro mondo storico.
La religione cristiana ha molti martiri, fatti eroi nel sopportare, ma non nell'agire.
La rivoluzione divora i suoi figli.
La scienza è un cerchio chiuso su se stesso, un cerchio di cerchi.
La semplice bontà può ottenere poco contro il potere della natura.
La storia del mondo non è altro che il progresso della consapevolezza della libertà.
La storia non è il terreno della felicità. I periodi di felicità sono in essa pagine vuote.
La storia può essere concepita e raccontata in modo tale che, attraverso i singoli episodi di individui, il suo significato essenziale e la sua connessione necessaria segretamente vi traspaiano.
La verità in filosofia significa che un concetto e la realtà concreta corrispondono.
Le bestie vivono in pace con se stesse e con le cose intorno a loro, ma la natura spirituale dell'uomo produce il dualismo e la lacerazione nella cui contraddizione egli s'affanna.
Lo Stato è la realtà dell'idea etica.
Negli amanti non vi è materia, essi sono un tutto vivente.
Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione.
Non c'è eroe per il suo domestico, è una nota massima; io ho aggiunto, e Goethe lo ha ripetuto dieci anni più tardi, non perché l'eroe non è un eroe, ma perché il domestico è un domestico.
Non c'è niente di più profondo di ciò che appare in superficie.
Non preoccuparti del futuro, ma cerca di diventare fermo e chiaro nello spirito, perché la tua felicità non dipende dal tuo destino ma da come riesci ad affrontarlo.
Non si adempie il dovere, come spesso si è portati a credere e come ci si vanta di fare, confidandosi tra le vette dell'astrazione e della speculazione pura, vivendo una vita da anacoreta; non vi si adempie con i sogni ma con gli atti, atti compiuti nella società e per essa.
Ogni uomo ha dita, e può aver pennelli e colori, ma non per questo è pittore. Val lo stesso del pensiero. Il pensiero del dritto non è un che alla portata di tutti: l'esatto pensiero sta nel conoscere e profondamente conoscere la cosa; il che non si può avere che per via scientifica.
Ognuno vuole e ritiene di essere migliore di questo suo mondo. Chi migliore è, esprime solo questo suo mondo meglio degli altri.
Persino il pensiero criminale di un furfante è più grande e più sublime delle meraviglie del cielo.
Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono.
Quando consideriamo la storia come un simile mattatoio, in cui sono state condotte al sacrificio la fortuna dei popoli, la sapienza degli stati e la virtù degli individui, il pensiero giunge di necessità anche a chiedersi in vantaggio di chi, e di quale finalità ultima, siano stati compiuti così enormi sacrifici.
Questa è la prosa del mondo quale appare alla propria e all'altrui coscienza, un mondo fatto di finitezza e di mutamenti, inviluppato nel relativo, oppresso dalla necessità, alla quale il singolo non è in grado di sottrarsi.
Quindi l'essere indipendenti dalla pubblica opinione è la prima condizione formale per ottenere qualcosa di grande.
Se ci chiediamo in quale organo particolare l'intera anima appaia come tale, noi pensiamo subito all'occhio: infatti l'anima si concentra nell'occhio, e non solo vede per mezzo suo, ma vi è anche vista.
Sia fatta giustizia affinché non perisca il mondo!
Solo in quanto cittadino di un buono Stato l'individuo perviene ad esercitare il suo diritto.
Soltanto mettendo in gioco la vita si conserva la libertà. L'individuo che non ha messo a repentaglio la vita per la libertà non può venir riconosciuto come persona.
Spesso certamente si chiama libertà l'arbitrio, ma l'arbitrio è solo la libertà irrazionale, lo scegliere e l'autodeterminarsi non secondo la ragione della volontà, ma secondo impulsi accidentali e la loro dipendenza dal sensibile ed esterno.
Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, è che dalla storia l'uomo non ha imparato niente.
Tutto ciò che è umano, comunque appaia, è umano soltanto perché vi opera e vi ha operato il pensiero.
Un popolo che disprezza tutti gli Dèi stranieri deve covare in petto odio per tutto il genere umano.
Vi è nella battuta musicale un potere magico, a cui possiamo tanto poco sottrarci che spesso, nell'ascoltar musica, battiamo inconsapevolmente il tempo.