Al di sotto di un certo livello di vita l'uomo si lega con un attaccamento fatalistico alla sua miseria e tratta con diffidenza ogni occasione di miglioramento; l'amara esperienza gli ha insegnato che il mutamento può esser solo per il peggio.
C'è sempre posto per la speranza quando la vita diventa così completamente disperata che nessuno ha presa su noi; allora apparteniamo a noi stessi.
Coloro che aspettano ancora qualcosa dal futuro possono parlare di speranza; ma come si può infondere speranza in un uomo che è troppo debole anche per troncare le sue sofferenze?
Gli uomini sconfitti in una lotta solitaria per qualcosa in cui essi credono prendono su di sé volontariamente il carico del martirio come amara ricompensa della loro solitudine.
La speranza racchiude il tremendo pericolo della disillusione.
Migliaia di uomini in tutto il mondo combattono per diverse ragioni, senza sapere che anche la possibilità della sconfitta, se soltanto può assumere il carattere del martirio, diviene gloria e conquista.
Nulla conforta un cuore che soffre quanto la vista della sofferenza altrui; e nulla toglie la speranza quanto il pensiero che solo pochi privilegiati hanno diritto a essa.
Quando non c'è speranza di salvezza in vista, non la più sottile breccia nelle mura che ci circondano, quando non possiamo levare la mano contro il destino proprio perché è il nostro destino, c'è una sola cosa che ci resta: rivolgere quella mano contro noi stessi.
Sono assai pochi coloro la cui resistenza fisica può andare di pari passo con la forza della loro determinazione.
È doloroso scoprire che l'oggetto dei nostri pensieri e delle nostre attese è insignificante e volgare quando lo si è infine raggiunto: è meglio desiderare qualcosa di irraggiungibile che sapere che si è avverata solo l'ombra dei nostri sogni.