Che cosa sarebbe la vita senza il riso?
Forse si riesce meglio a mantenere la gioia di vivere se si tiene costantemente presente la propria transitorietà e il fatto che la morte può giungere in ogni momento, invece che scacciarne il pensiero.
Il diritto di continuare a vivere non può diventare un dovere, il diritto alla vita non equivale a una coercizione a vivere.
Il sì a Dio è una questione di fiducia. Solo questo sì fiducioso può dare all'uomo certezza e sicurezza definitive.
L'amore di Dio non protegge da ogni sofferenza. Protegge però in ogni sofferenza.
La Chiesa può e deve essere, a tutti i livelli, una comunità di uomini liberi: se vuole servire la causa di Cristo, non potrà mai essere un centro di potere o addirittura una Santa Inquisizione.
La fede dell’uomo in Dio non è un dimostrare razionale né un sentire irrazionale e neppure un atto decisionistico della volontà, bensì un fidarsi fondato e, in questo senso, ragionevole.
La globalizzazione, se non vuole avere effetti inumani, richiede anche una globalizzazione dell’etica.
Mi si chiedeva di assumermi un rischio elementare: il rischio di avere fiducia.
Nella fede l'adesione non è causata dal pensiero, ma dalla volontà.
Non ci sarà pace tra le nazioni senza pace tra le religioni. Non ci sarà pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni.
Per troppo tempo i cristiani hanno frettolosamente conciliato la sofferenza con Dio identificandola semplicemente con la sua volontà, trasferendo la liberazione nell'aldilà e consolando con questa prospettiva gli uomini asserviti.
Senza una vita dignitosa non è possibile una morte dignitosa.
Una fede cieca può produrre conseguenze nefaste quanto l’amore cieco.