Forse il principale motivo della metafora, o per la scrittura e la lettura del linguaggio figurativo, è il desiderio di essere diversi, di essere altrove.
I motivi per leggere e per scrivere sono molto diversi e spesso non sono chiari neppure per i lettori o gli scrittori autocoscienti.
Il genio, a mio parere, è stravagante e sommamente arbitrario e, in ultima analisi, è isolato.
Il mondo non diventa un posto migliore o peggiore; diventa semplicemente più vecchio.
La critica, per come ho sempre tentato di interpretarla, sia in primo luogo letteraria, e con questo intendo personale e passionale. Non si tratta di filosofia, politica o religione: nei casi più alti è una forma di letteratura sapienziale, e quindi una meditazione sulla vita.
Leggere bene è uno dei grandi piaceri che la solitudine può concederci.
Non credo nel mito del declino o in quello del progresso, se non in relazione alla scena letteraria.
Se siete artisti, risentite del peculiare accrescimento della volontà di vivere tipico della vostra vocazione, un desiderio di riconoscimento che, all'inizio e in un ultima istanza, aspira all'immortalità.