A che scopo dolerci delle donne? Noi possiamo mostrare loro di conoscerle, di saperle apprezzare nel loro valore, di tenerle anche in ispregio; esse sono tuttavia ben certe che noi le ameremo sempre.
Ciò che gli uomini amano ed ammirano sopratutto nella donna, senza saperlo, è la loro fatuità.
Comprendere la vanità e il ridicolo delle cose del mondo è somma sapienza; riderne è somma forza.
Confessare altrui i propri difetti è assai meno doloroso che confessarli a sé stessi.
Dei nostri dolori noi siamo superbi e gelosi, noi li amiamo, noi li vogliamo
ricordare. Sono essi che compongono la corona della vita.
Diffidate degli uomini che non hanno passioni.
Dimenticare! È uccidersi, è rinunciare a quell'unico bene che possediamo
realmente e impreteribilmente, al passato.
Dio ci ha concesso una sola via alla vita, ed è l'amore; una sola via alla felicità, ed è l'amore; una sola via alla perfezione ed è ancora una volta l'amore.
Gli artisti sono pochi, passano inosservati o derisi; gli uomini impongono loro una corona di spine, il cielo prepara ad essi una corona di stelle.
Gli uomini non ripongono mai la loro felicità in ciò che sono, ma in ciò che sperano di divenire; e non so se sia per questa illusione che essi non possono mai raggiungere la felicità, o se, appunto perché sanno di non poterla mai raggiungere, la ripongono volentieri in questa illusione.
Gli uomini portano una maschera, le donne due.
Gli uomini veramente grandi non possono dubitare di un'esistenza futura, perchè sentono in se medesimi la propria immortalità.
I pensatori e i filosofi di tutte le epoche e di tutti i paesi parlano dei loro tempi, come di tempi eccezionalmente scellerati. È logico arguire che gli uomini siano stati scellerati in ogni tempo.
Il legame più potente che ci unisce alla donna è quello della maternità.
Il linguaggio più eloquente dell'amore è il silenzio.
In molta parte delle donne la resistenza è vanità, o mancanza d'opportunità, o artificio; prova evidente di ciò, che cedono quasi sempre alla sorpresa.
L'amore è Dio, Dio è l'universo, e l'universo è amore.
L'amore è la fusione e la conciliazione di due egoismi che si soddisfano a vicenda.
L'essenza di tutti i libri, di tutte le tradizioni, di tutte le storie, si riduce a questo: una moglie che inganna il marito, un marito che inganna la moglie, o una moglie e un marito che si ingannano a vicenda.
L'ingenuità nella donna è più pericolosa della malizia.
L'uomo può portare nei suoi affetti, nei suoi doveri, nelle sue azioni, molte forze che la natura non ha dato alla donna. Il difetto essenziale della donna è l'incompletazione, dell'uomo l'esuberanza.
La bontà nella donna è debolezza, nell'uomo carattere; però più frequente in quella che in questo.
La donna è un capolavoro abortito, il grande errore della creazione.
La giustizia di sè è nell'istante, quella degli uomini nel tempo, quella di Dio nell'eternità.
La grandezza è solitaria. Si direbbe anzi che la solitudine è condizione della grandezza. Tutte le intelligenze superiori, tutte le nature superiori sono isolate, l'aquila vive sola, il leone solo.
La malignità è cattiveria impotente.
La prudenza è la maschera dell'astuzia. O nessuna delle due è virtù, o entrambe.
Le donne hanno interesse a mostrarsi incapaci di sentire l'amicizia; mettono gli uomini nella necessità di non chieder loro che dell'amore.
Le donne non annettono teoricamente alla loro virtù un atomo di quella importanza che vi annettono gli uomini semplici e coscienziosi. Esse conoscono meglio di noi il valore di ciò che danno. È difficile che un uomo onesto possa essere tanto ammirato e desiderato da esse come un libertino.
Le donne non hanno un carattere proprio finchè non amano; non hanno che un istinto provvidenziale di piegarsi, d'informarsi a quello dell'uomo. Per ciò esse sono quasi sempre quali gli uomini le fanno.
Leggo per dimenticare, per conoscere quali sono le gioie che il mondo dispensa ai felici e per goderne quasi di un eco.
Nelle religioni di tutti i paesi, nelle tradizioni di tutti i popoli la prima notizia che si ha della donna accenna ad una seduzione. Le tradizioni bibliche sono in ciò piene di molta sapienza. La prima donna si fa sedurre, la prima volta, dal più vile degli animali, da un rettile.
Non si arriva alla fede che per una sola via, per quella del dolore.
Pochi e grandi dolori fanno l'uomo grande, piccoli e frequenti l'impiccioliscono; un fiotto lava la pietra, una serie di gocce la trapassa. Allora si ha incominciato realmente a soffrire, quando si ha imparato a tacere il proprio dolore.
Questo amore che si rafforza col progredire della vita, e sembra tanto più ingigantire quanto più si distacca da essa, ci fa fede della sua continuazione al di là della morte. Il dolore che accompagna il morire, il rimpianto che lo segue, il desiderio che lasciamo di noi morendo sembrano dirci che una sola cosa portiamo con noi dalla terra, l'amore.
Scrivere ciò che abbiamo sofferto e goduto, è dare alle nostre memorie la durata della nostra esistenza.
Secondo l'ordine naturale delle cose nessuno muore ad un tratto, ma la natura ci distacca essa medesima dalla vita come un frutto maturo; ed è sì valente in questa bisogna che spesso ce ne infastidisce per modo da farci anelare alla morte come ad una dolcezza.
Si suol dire che l'amore non mira che al possedimento e che con esso finisce, e non si distingue tra la passione e l'amore. È la passione che si uccide col possedimento, ma l'amore incomincia con esso e perdura. L'una cosa è dei sensi, l'altra dell'anima. Si dovrebbe dire degli amanti: si piacciono dei coniugi: si amano.
Tutti i mali della società dipendono da ciò, che si amano le donne o troppo o troppo poco.