Chi ama solo l'umanità, non ama nessuno, ama invece chi si volge ad un uomo determinato.
Commozione non è conoscenza ma fonte di intuizione, che fornisce il materiale indispensabile per la conoscenza.
Dove domina un pregiudizio teoretico, la comprensione dei fatti sarà sempre prevenuta e parziale.
Dove l'uomo è autenticamente uomo, non esiste analogia con l'animale.
Esistono uomini che prosperano in modo eccellente con scaltre menzogne di fronte a sé stessi e al mondo.
Fede è ciò che riempie e muove l'uomo nel fondo proprio, laddove egli, superando se stesso, si congiunge con gli abissi dell'essere.
Filosofando, cerchiamo di tenere una direzione senza conoscerne la meta.
Il filosofare è il cammino dell'uomo che, nel suo tempo, coglie storicamente l’essere che gli si manifesta solo in questo apparire e non in se stesso.
Il malato non vuole veramente sapere, bensì ubbidire. L'autorità del medico è un gradito punto fermo che lo dispensa dalla riflessione e dalla responsabilità proprie.
L'animale ha il suo destino naturale che si compie automaticamente per leggi naturali, l'uomo ha un destino il cui compimento dipende da lui stesso.
L'ultima questione è di sapere se dal fondo delle tenebre un essere può brillare.
L'uomo non può porsi al di sopra degli uomini, incontra solo chi trova allo stesso livello.
La conoscenza chiara si manifesta anche in termini chiari.
La filosofia vede in ogni limite la cifra di un’ulteriorità dislocata rispetto ai luoghi delimitati e conosciuti, e quindi trascendente, metafisica.
La filosofia è concepita come pensiero che sostiene la vita e che illumina e guida l’azione nell’esserci personale e nell’ambito politico.
La nostra generazione deve imparare che non tutto è 'fare'.
La scienza sa, ma non sa il senso del suo sapere.
La vita trova sempre delle possibilità per aggirare la realtà, per velarla, sostituirla, sempre con un piacere momentaneo di sollievo, ma sempre a prezzo di una perdita reale di vita o di una malattia.
Lo psicoterapeuta che non ha fatto luce in sé stesso non può nemmeno illuminare bene il malato, perché nel modo in cui opera divengono costantemente attivi impulsi imprevisti ed estranei.
Lo spirito creativo dell'artista, pur condizionato dall'evolversi di una malattia, è al di là dell'opposizione tra normale e anormale e può essere metaforicamente rappresentato come la perla che nasce dalla malattia della conchiglia: come non si pensa alla malattia della conchiglia ammirandone la perla, così di fronte alla forza vitale dell'opera non pensiamo alla schizofrenia che forse era la condizione della sua nascita.
Noi non viviamo immediatamente nell'essere, perciò la verità non è il nostro possesso definitivo, noi viviamo nell’essere temporale, perciò la verità è la nostra via.
Non l'intelletto, ma la fantasia, e non una qualsiasi fantasia della coscienza, ma quella che si realizza come gioco del fondamento esistenziale è l’organo che consente all’esistenza di accertarsi dell’essere.
Per la mia filosofia è essenziale la distinzione dalla religione, ma distinzione non significa negazione, opposizione o disprezzo, ma significa incontro tra filosofia e religione, perché quest’ultima esprime quella realtà delle origini che non può essere indifferente al filosofare.
Solo insieme possiamo raggiungere ciò che ciascuno di noi cerca di raggiungere.
Uno psicoterapeuta che non può aiutare sé stesso, non è nemmeno capace di aiutare veramente il malato.
Vi è una grande differenza tra coloro che vanno ciechi per il mondo dei malati malgrado i loro occhi aperti, e la sicurezza di una chiara percezione che scaturisce dalla sensibilità di chi partecipa.