Abbiamo bisogno della libertà per impedire che lo Stato abusi del suo potere e abbiamo bisogno dello Stato per impedire l'abuso della libertà.
Abbiamo bisogno dello Stato e delle sue leggi per far sì che gli inevitabili limiti della libertà dei cittadini siano uguali per tutti.
All'uomo irrazionale interessa solamente avere ragione. All'uomo razionale interessa imparare.
Chi cerca conferme le trova sempre.
Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante ci tiene a farsi capire. Farà perciò tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile. Niente è più facile dello scrivere difficile.
Chi insegna che non la ragione, ma l'amore sentimentale deve governare, apre la strada a coloro che governano con l'odio.
Chiunque sia collegato alla produzione televisiva deve avere una patente, una licenza, un brevetto, che gli possa essere ritirato a vita qualora agisca in contrasto con certi principi.
Ciò che realmente conta è la piccola minoranza di uomini che creano opere d'arte o di pensiero, i fondatori di religioni e i grandi uomini di Stato. Sono questi pochi individui eccezionali che ci permettono di farci un'idea della vera grandezza dell'uomo.
Coloro che ci promettono il paradiso in terra non hanno mai prodotto altro che l'inferno.
Coloro che credono nell'uomo quale è, e non hanno dunque abbandonato la speranza di vincere la violenza e l'irrazionalità, devono esigere che a ogni uomo sia dato il diritto di organizzare autonomamente la propria vita, nella misura in cui ciò è compatibile con gli eguali diritti degli altri.
Come nella ricerca il dogmatico è l'illuso possessore di una verità definita, così in politica l'utopista è l'illuso possessore di una verità politica perfetta.
Di questo si dovranno rendere conto, volenti o nolenti, tutti coloro che sono coinvolti dal fare televisione: agiscono come educatori perché la televisione porta le sue immagini sia davanti ai bambini e ai giovani che agli adulti. Chi fa televisione deve sapere di aver parte nella educazione degli uni e degli altri.
Dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti.
E in che cosa consiste fondamentalmente un modo civilizzato di comportarsi? Consiste nel ridurre la violenza. È questa la funzione principale della civilizzazione ed è questo lo scopo dei nostri tentativi di migliorare il livello di civiltà delle nostre società.
Evitare l'errore è un ideale meschino ; se ci confrontiamo con problemi difficili, è facile che sbaglieremo ; l’importante è apprendere dai nostri errori. L’errore individuato ed eliminato costituisce il debole segnale rosso che ci permette di venire fuori dalla caverna della nostra ignoranza.
I cittadini di una società civilizzata, le persone cioè che si comportano civilmente, non sono il risultato del caso, ma sono il risultato di un processo educativo. E in che cosa consiste fondamentalmente un modo civilizzato di comportarsi? Consiste nel ridurre la violenza.
I filosofi superficiali sono la rovina dell'arte.
I nostri sogni e desideri cambiano il mondo.
Il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da noi tutti. Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani. E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dai nostri timori. Dipende da come vediamo il mondo e da come valutiamo le possibilità del futuro che sono aperte.
Il liberale è una persona a cui importa più di imparare che di avere ragione.
Il metodo della scienza è razionale: è il migliore che abbiamo. Perciò è razionale accettare i suoi risultati, ma non nel senso di confidare ciecamente in essi: non sappiamo mai in anticipo dove potremmo essere piantati in asso.
Il nostro mondo, il mondo delle democrazie occidentali, non è certamente il migliore di tutti i mondi pensabili o logicamente possibili, ma è tuttavia il migliore di tutti i mondi politici della cui esistenza storica siamo a conoscenza.
Il sapere scientifico non è conoscenza certa: è solo un sapere congetturale.
In realtà non c'è nessuna storia dell'umanità, c'è soltanto un numero illimitato di storie, che riguardano tutti i possibili aspetti della vita umana. E uno di questi è il potere politico.
Io credo che tutti gli scienziati autentici abbiano considerato se stessi come Newton: sapevano che non sappiamo nulla, a anche che nel campo già coltivato della scienza tutto è incerto.
L'anarchismo è un'esagerazione dell'idea di libertà.
L'arte è l'espressione della personalità: io, l'artista, io sono importante nell'arte: io mi devo esprimere, eventualmente, io devo comunicare. Questo è tutto quello che è importante nell'arte. Ciò ha rovinato l'arte.
L'inizio della ricerca scientifica è costituito dai problemi. Il proseguimento consiste nel fare un passo avanti.
La conoscenza è ricerca della verità, ricerca di teorie chiarificatrici, oggettivamente vere. Essa non è ricerca di certezza. Errare è umano: tutte le conoscenze umane sono fallibili e perciò incerte. Ne consegue l'obbligo di distinguere nettamente tra verità e certezza.
La democrazia consiste nel mettere sotto controllo il potere politico.
La democrazia è l'espressione di una società aperta, basata sull'esercizio critico della ragione umana, e quindi su un continuo perfezionamento di determinate istituzioni, senza ricorso ad atti di violenza.
La dittatura è moralmente cattiva perché condanna i cittadini dello stato, contro la loro migliore coscienza, contro il loro convincimento morale, a collaborare con il male se non altro con il silenzio. Essa solleva l'uomo dalla responsabilità morale senza la quale è solo la metà, un centesimo di uomo.
La libertà politica è una condizione preliminare del libero uso della ragione di ogni individuo.
La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base.
La negazione del realismo porta alla megalomania.
La nostra conoscenza può essere solo finita, mentre la nostra ignoranza deve essere necessariamente infinita.
La ricerca della verità è possibile soltanto se parliamo chiaramente e semplicemente ed evitiamo tecnicismi e complicazioni non necessari. Dal mio punto di vista, mirare alla semplicità e alla chiarezza è un dovere morale degli intellettuali: la mancanza di chiarezza è un peccato e la pretenziosità è un delitto.
La scienza della natura è, cionondimeno, la nostra più grande speranza. Se possiamo tirarci fuori dalla palude in cui siamo sprofondati, ci riusciremo di certo solo con l'aiuto della scienza. E ciò suona sicuramente 'scientifico', come si dice oggi.
La scienza non è un insieme di asserzioni certe, o stabilite una volta per tutte, e non è neppure un sistema che avanzi costantemente verso uno stato definitivo. La nostra scienza non è conoscenza: non può mai pretendere di aver raggiunto la verità, e neppure un sostituto della verità, come la probabilità.
La scienza è ricerca della verità. Ma la verità non è verità certa.
La storia dell'evoluzione insegna che l'universo non ha mai smesso di essere creativo o inventivo.
La storia della politica del potere non è nient'altro che la storia del crimine nazionale e internazionale e dell'assassinio di massa.
La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.
La tolleranza, al pari della libertà, non può essere illimitata, altrimenti si autodistrugge.
La via più sicura per la perdizione intellettuale: abbandonare i problemi reali per i problemi verbali.
Le scienze naturali, come pure le scienze sociali, partono sempre da problemi, da ciò che in qualche modo suscita la nostra meraviglia, come dicevano i filosofi greci.
Nel momento in cui credi di essere venuto a capo di qualcosa, tutto è perduto. Non veniamo mai a capo di qualcosa, i nostri problemi si spostano di continuo, vanno sempre più lontano.
Nessuna società può predire scientificamente il proprio futuro livello di conoscenza.
Noi non scegliamo la libertà politica perché ci promette questo o quello. La scegliamo perché rende possibile l'unica forma di convivenza umana degna dell'uomo; l'unica forma in cui noi possiamo essere pienamente responsabili di noi stessi.
Noi possiamo amare il genere umano soltanto in determinati individui concreti, ma mediante l’uso del pensiero e dell’immaginazione possiamo renderci pronti ad aiutare coloro che hanno bisogno del nostro aiuto.
Noi siamo cercatori di verità ma non siamo suoi possessori.
Non ci dovrebbe essere alcun potere politico incontrollato in una democrazia. Ora, è accaduto che questa televisione sia diventata un potere politico colossale, potenzialmente si potrebbe dire anche il più importante di tutti, come se fosse Dio stesso che parla. E così sarà se continueremo a consentirne l'abuso.
Non ci può essere nessuna storia del passato così come questo veramente accadde. Ci possono essere solo interpretazioni storiche, e nessuna di questa è definitiva, e ogni generazione ha il diritto di crearsi le sue proprie interpretazioni.
Non esiste alcun criterio generale di verità. Ma ciò non legittima la conclusione che la scelta fra teorie concorrenti sia arbitraria: significa soltanto e molto semplicemente che noi possiamo sempre errare nella nostra scelta, che possiamo sempre vederci sfuggire la verità o che possiamo non raggiungerla, che non possiamo mai pretendere la certezza; che noi insomma siamo fallibili.
Non esiste una storia nel senso in cui ne parla la maggior parte delle persone, e questa è almeno una ragione per cui io dico che la storia non ha alcun senso.
Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l'uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità.
Non può esistere società umana senza diritto.
Non si può designare nessuno dei grandi scienziati come scientista. Tutti i grandi scienziati furono critici nei confronti della scienza. Furono ben consapevoli di quanto poco noi conosciamo.
Occorrono di continuo delle soluzioni da provare e da scartare se non hanno riflessi positivi, come nella ricerca il dogmatico è l'illuso possessore di una verità definita, così in politica l'utopista è l'illuso possessore di una verità politica perfetta.
Ogni scoperta contiene un elemento irrazionale, o un'intuizione creativa.
Ogniqualvolta muore un uomo, è un universo intero a venire distrutto. Ce ne rendiamo conto non appena ci identifichiamo con quell'uomo.
Ogniqualvolta una teoria ti sembra essere l'unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere.
Per i propri ideali uno dovrebbe sacrificare solo se stesso, ma mai gli altri.
Più che un sistema di credenze, la scienza può essere considerata un sistema di problemi.
Quel che rende interessante o significativa un'opera d'arte è qualcosa di ben diverso dall'espressione di sé.
Quelli tra noi che non espongono volentieri le loro idee al rischio della confutazione non prendono parte al gioco della scienza.
Se dovessimo contare sull'imparzialità degli scienziati, la scienza, perfino la scienza naturale, sarebbe impossibile.
Se estendiamo una tolleranza illimitata anche nei confronti di chi è intollerante, se non siamo preparati a difendere una società tollerante contro l'assalto degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con loro.
Se la democrazia è distrutta, tutti i diritti sono distrutti, anche se fossero mantenuti certi vantaggi economici goduti dai governati, essi lo sarebbero solo sulla base della rassegnazione.
Se lo scientismo è qualcosa, esso è la fede cieca e dogmatica nella scienza. Ma questa fede cieca nella scienza è estranea allo scienziato autentico.
Se riconosciamo all'intolleranza il diritto d’essere tollerata, allora noi distruggiamo la tolleranza e lo stato di diritto.
Si è sempre tentato di tenere insieme gli uomini con la forza o le minacce. La minaccia dell'inferno era un tentativo di questo tipo.
Tutta la conoscenza prescientifica, sia essa animale o umana, è dogmatica; e con la scoperta del metodo non dogmatico, cioè del metodo critico, comincia la scienza.
Tutta la nostra conoscenza rimane fallibile, congetturale. La scienza è fallibile perché la scienza è umana.
Tutta la vita è risolvere problemi.
Tutte le teorie restano essenzialmente provvisorie, congetturali o ipotetiche, anche quando non ci sentiamo più in grado di dubitare di esse.
Tutti i nostri valori hanno dei limiti. Ed è difficile tracciare questi limiti.
Tutto quello che il mio ottimismo in relazione al presente può dare per il futuro è speranza.
Un nuovo Hitler avrebbe, con la televisione, un potere infinito.
Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà stato pienamente scoperto.
Una nazione è democratica quando è capace di privare del potere i suoi governanti incapaci.
Una teoria che non può venire confutata da nessun evento concepibile non è scientifica. L'inconfutabilità di una teoria non è una virtù, bensì un vizio.
Uno Stato democratico non può essere migliore dei suoi cittadini.
Uno stato è politicamente libero, se le sue istituzioni politiche rendono di fatto possibile ai suoi cittadini di cambiare governo senza spargimento di sangue, nel caso in cui la maggioranza desideri un tale cambiamento di governo.
Vi sono soltanto due tipi fondamentali di istituzioni: quelle che consentono un mutamento senza spargimento si sangue, e quelle che non lo consentono. Personalmente, preferisco chiamare democrazia il tipo di reggimento politico che può essere sostituito senza l’uso della violenza, e tirannide l’altro.
È facile ottenere delle conferme, o verifiche, per qualsiasi teoria, se quel che cerchiamo sono appunto delle conferme.