Ciò che la gente rifiuta non è la burocrazia come tale, quanto piuttosto l'intrusione di essa in tutte le sfere della vita e delle attività umane.
I governi diventano liberali solo quando vi sono costretti dai cittadini.
La scomparsa del senso critico costituisce una seria minaccia per la preservazione della nostra società. Rende facile ai ciarlatani imbrogliare la gente.
Le forze che determinano lo stato, perennemente mutevole, del mercato sono i giudizi di valore degli individui e le azioni dirette dai loro giudizi di valore.
Lo Stato è, se correttamente amministrato, il fondamento della società, della cooperazione e della civiltà umane. Esso è lo strumento più benefico e utile negli sforzi dell'uomo per promuovere la felicità e il benessere umani. Ma è soltanto uno strumento e un mezzo, non il fine ultimo.
Nel sistema economico liberale si produce di più che in quello socialista. Il surplus non favorisce solo i proprietari. Ecco quindi che, secondo il liberalismo, combattere gli errori del socialismo non è affatto interesse esclusivo dei ricchi.
Non appena la libertà economica che l'economia di mercato concede ai suoi membri è rimossa, tutte le libertà politiche e le carte dei diritti diventano inganno.