Abbiamo l'abitudine di parlare come se le tragedie si svolgessero nel vuoto: ma chi le condiziona è lo sfondo.
Accade della verità storica nè più nè meno come di tutte le altre: ci si sbaglia, più o meno.
Accade quasi sempre che chi parte abbia una spinta di energia e anche di speranza in più di chi rimane.
Agire e pensare come tutti non è mai una garanzia e non è sempre una giustificazione.
Alcuni, di fronte alla malvagità e alla cattiveria, si ritraggono non per viltà ma per ripugnanza a discutere con un insolente.
Amo quello che il tempo ci porta, non quello che ci prende.
Aver ragione troppo presto equivale ad aver torto.
Avviene sempre che lo spazio si riduca, gli stessi gesti si ripetano quasi meccanicamente ogni volta che si imbrigliano le proprie facoltà in vista di un compito solo limitato e utile.
Biblioteca: ospedale dell'anima.
Bisogna aver vissuto in una piccola città per sapere come i congegni della società vi giochino allo scoperto e fino a che punto i drammi e le farse della vita pubblica e privata vi siano messi a nudo.
Bisognerebbe poter distinguere coloro che si convertirono molto presto, quando l'adesione alla nuova fede era ancora un'avventura eroica, dal gregge che seguì il movimento quando già lo Stato l'approvava dall'alto.
C'è il momento in cui ogni scelta diventa irreversibile.
Cerchiamo d'entrare nella morte a occhi aperti.
Certi errori e certi reati, trascurabili fino a che l'umanità era sulla Terra una specie come le altre, sono divenuti mortali dacchè l'uomo, impazzito, si crede onnipotente.
Che cos'è l'insonnia se non la maniaca ostinazione della nostra mente a fabbricare pensieri, ragionamenti, sillogismi e definizioni tutte sue, il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni?
Chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?
Chiudersi in sé, consacrarsi esclusivamente al lavoro, significherebbe fare del proprio io una prigione.
Ci pare sempre di essere vissuti a lungo nei luoghi in cui abbiamo vissuto intensamente.
Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l'abitudine ai furgoni dove le bestie agonizzano senza cibo e senz'acqua dirette al macello.
Ci si crede puri finché si disprezza quel che non si desidera.
Ci sono idee e sentimenti che si possono esprimere soltanto nella propria lingua, e con un ascoltatore in grado di capire.
Ci sono in ogni epoca degli individui che non pensano come tutti, cioè che non pensano come coloro che non pensano affatto.
Ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarant’anni.
Ciascuno di noi ha più qualità di quel che non si creda, ma solo il successo le mette in luce, forse perchè allora ci si aspetta di vederci smettere di esercitarle.
Coloro che vivono con cognizione di causa sono rari, e di solito dimenticano presto. E quelli che per miracolo se ne rammentano, spesso non sanno trarne profitto.
Come sarebbe stato scialbo essere felici!
Credevo di essere diventato ciò che ero veramente, poichè tutti noi ci trasformeremmo se avessimo il coraggio di essere ciò che siamo.
Credo che in ogni vita ci siano periodi in cui un uomo esiste realmente, e altri in cui egli non è che un agglomerato di responsabilità, di fatiche e, per le teste deboli, di vanità.
Detesto la sconfitta, persino quella altrui.
Di saggezze ce n'è più d'una, e tutte sono necessarie al mondo; non è male che esse si avvicendino.
Dio non è morto, ciò che muore sono le forme sempre limitate che l'uomo dà a Dio.
Fondare biblioteche è un po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito.
Forse succede con le macchine come con le donne di cui ci si stanca quando diventano facili.
Gli animali hanno propri diritti e dignità come te stesso. È un ammonimento che suona quasi sovversivo. Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà.
Ho cercato la libertà, più che la potenza, e questa solo perché, in parte, assecondava la prima.
Ho sempre pensato che la musica dovrebbe essere soltanto silenzio, il mistero del silenzio che cerca di esprimersi.
I fantasmi sono invisibili perchè li portiamo in noi.
I legami di sangue sono molto deboli, checchè se ne dica, quando non c'è affetto a rinsaldarli.
I pedanti si irritano sempre quando si conosce quanto loro il loro piccolo mestiere.
I pensieri periscono, come gli uomini.
I voraci consumatori di piaceri devono avere i sensi molto inibiti per andar cercando apparati così complicati.
Il coraggio che rimuove troppo radicalmente il dolore avvelena questo e noi stessi.
Il gay, dunque, o la gay che si mette in mostra è quasi sempre un personaggio collocato alla punta estrema del gruppo, ed è sulla base di questa presenza vistosa che il pubblico, divertito o irritato, giudica la stragrande maggioranza che resta nell'ombra.
Il mondo è bello perché è vario: non c'è detto più popolare, ma non c'è nemmeno detto contro cui si scagliano maggiormente le animosità e i pregiudizi.
Il nostro errore più grande è quello di cercare negli altri le qualità che non hanno, trascurando di esaltare quelle qualità che invece realmente possiedono.
Il piacere è troppo effimero, la musica ci solleva un momento soltanto per poi lasciarci più tristi, ma il sonno è una compensazione. Anche quando ci ha lasciati, abbiamo bisogno di qualche secondo per ricominciare a soffrire.
Il turismo seleziona il mondo.
Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su sé stessi: la mia prima patria sono stati i libri.
In ogni tempo l'uomo ha fatto un pò di bene e molto male.
In un certo senso, ogni vita raccontata è esemplare; si scrive per attaccare o per difendere un sistema del mondo, per definire un metodo che ci è proprio. Ma non è meno vero che le biografie in genere si squalificano per una idealizzazione o una denigrazione a qualunque costo, per particolari esagerati senza fine o prudentemente omessi; anziché comprendere un essere umano, lo si costruisce.
Ipocrisia. La maggior parte pensa troppo poco per pensare doppio.
L'alcol è come l'amore o la vecchiaia: ci si trova ciò che vi si porta.
L'amore folle è l'unico amore saggio.
L'amore è un castigo: siamo puniti per non aver saputo restare soli.
L'angoscia si trasforma in delirio puro e semplice.
L'antipatia è come un'amicizia a rovescio.
L'entusiasmo non si comunica come attraverso una miccia. La polvere è lenta ad accendersi e non basta mettere la gente di fronte ad un bel paesaggio o ad un buon libro per farglieli apprezzare.
L'insolito e l'illecito, due ingredienti indispensabili di tutta la pornografia.
L'oscenità, in certi casi, può diventare una sfida, il che è nobile, o una brutale messa a fuoco, il che è utile.
L'ossessione del presente è caratteristica delle persone che vivono e pensano in modo convenzionale, dominati dalla moda. E così non si accorgono che tutto quello che è davvero importante nella nostra vita è uguale, ieri come oggi.
L'uomo è un'istituzione che ha contro di sé il tempo, la necessità, la fortuna e l'imbecille e sempre crescente supremazia del numero.
La bellezza di un dono diminuisce, quando colui che lo fa non gli attribuisce importanza.
La carità è una virtù che gli elogi funebri attribuiscono senza eccezione a tutti i defunti, e questo è già sospetto.
La carriera del seduttore: tendere insidie sempre uguali, percorrere la solita strada che si limita a perpetui approcci e alla quale la conquista segna il traguardo.
La creazione letteraria è un torrente che travolge ogni cosa, in quel vortice le nostre caratteristiche personali sono tutt'al più dei sedimenti. La vanità o il pudore dello scrittore contano ben poco di fronte al grande fenomeno di cui egli è teatro.
La crudeltà è un lusso da oziosi, come le droghe e le camicie di seta.
La filosofia è soprattutto una lenta penetrazione al di là delle conoscenze consuete che abbiamo sulle cose, un paziente progresso interiore verso una meta situata a una distanza che sappiamo infinita.
La gente alla moda cambia divinità come altrove cambia medico, ma senza risultati più apprezzabili.
La libertà basta volerla.
La maggior parte pensa troppo poco per pensare doppio.
La meditazione della morte non insegna a morire, non rende l'esodo più facile.
La memoria della maggior parte degli uomini è un cimitero abbandonato, dove giacciono senza onori i morti che essi hanno cessato di amare.
La memoria dice sempre troppo o troppo poco.
La morte non è forse altro che la nascita di un'anima.
La morte s'avvicina, e il suo rumore: Fratello, Amico, Ombra, cosa importa? È la morte la nostra unica porta per uscire da un mondo dove tutto muore.
La musica dovrebbe essere solo lo straripare di un grande silenzio.
La musica mi trasporta in un mondo in cui il dolore non smette di esistere, ma si allarga, si placa, diventa insieme piu calmo e più profondo.
La musica non facilita i pensieri: facilita soltanto i sogni, e i sogni più indefiniti.
La musica, questa gioia dei forti, è la consolazione dei deboli.
La nostra distruzione della natura giustifica quella dell'uomo.
La nostra memoria allontana o avvicina i fatti, li arricchisce o li impoverisce, e li trasforma per farli rivivere. La memoria non è una raccolta di documenti depositati in buon ordine: essa vive e cambia, avvicina i pezzi spenti per farne di nuovo scaturire la fiamma.
La paura e l'orrore della carne si traducono in centinaia di piccoli divieti che vengono accettati come naturali.
La riflessione profonda, se espressa, cade facilmente nel luogo comune.
La sofferenza che si cagiona è l'ultima di cui ci si accorge.
La sofferenza ci rende egoisti, perchè ci assorbe completamente.
La vecchiaia non m'è mai sembrata una scusante alla perfidia umana: anzi, son più disposto a considerarla una circostanza aggravante.
La vera saggezza, se ci capisco qualcosa, consiste nella consapevolezza di tutte queste eventualità, che costituiscono la vita stessa, salvo a far di tutto per scartare le peggiori.
La vita fa presto a riformare dei vincoli che prendono il posto di quelli da cui ci si credeva liberati, qualunque cosa si faccia e ovunque si vada, dei muri ci si elevano intorno, creati da noi, dapprima riparo e subito prigione.
Le città portano le stigmate del passare del tempo, occasionalmente le promesse delle epoche future.
Le cose, nella vita, non sono mai troppo precise; ed è mentire dipingerle nude, poiché non le vediamo mai se non in una nube di desiderio.
Le parole adempimento, perfezione, contengono in sè la parola fine.
Le parole servono a tanta gente che non si addicono più a nessuno, come potrebbe un termine scientifico spiegare la vita? Non spiega neanche un fatto: lo designa. Lo designa sempre nella stessa maniera, eppure non ci sono due fatti identici in diverse vite.
Le parole tradiscono il pensiero, ma mi sembra che le parole scritte lo tradiscano ancor di più.
Le porte della vita e della morte sono opache, e si richiudono in fretta e bene.
Le risposte sincere non sono mai nette né rapide.
Le usanze contano più delle leggi, le convenzioni più delle usanze.
Lo scopo di ogni scrittore: comunicare un'impressione che non si potrà più dimenticare.
Lo strano impulso dell'artista consiste nel sovrapporre ai brulicanti aspetti del mondo reale una folla di figurazioni nate dal suo spirito, dal suo occhio e dalle sue mani.
Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi.
Mi piace che il tempo ci porti, non che ci trascini.
Mi sono guardato bene dal fare della verità un idolo; ho preferito lasciarle il nome più umile di esattezza.
Modesti sono coloro che hanno una tranquilla fiducia in sé stessi.
Moto di malinconia abbastanza simile a quello che lo afferra al pensiero degli sconosciuti, suoi contemporanei, che avrebbe potuto amare ma che non gli sarà mai dato incontrare fra i milioni di abitanti della Terra.
Nessuno può a lungo avere una faccia per sé stesso e un'altra per la folla, senza rischiare di non sapere più quale sia quella vera.
Non c'è nulla di più fragile dell'equilibrio dei bei luoghi. Le nostre interpretazioni lasciano intatti persino i testi, essi sopravvivono ai nostri commenti; ma il minimo restauro imprudente inflitto alle pietre, una strada asfaltata che contamina un campo dove da secoli l'erba spuntava in pace creano l'irreparabile. La bellezza si allontana; l'autenticità pure.
Non credo che la politica sia la cosa più importante del mondo, anche se siamo tutte sue vittime. Un autobus può oggi travolgermi, e io posso morire così: non per questo l'autobus è la cosa più importante che ci sia.
Non esageriamo con l’ipocrisia degli uomini, la maggior parte pensa troppo poco per pensare doppio.
Non ho l'impressione che l'Eterno sia morto, qualunque nome si voglia dare all'Ineffabile. Muoiono soltanto le forme, sempre limitate, che l'uomo dà a Dio.
Non sapevo che il dolore ripiega in labirinti strani, dove non avevo ancora finito di addentrarmi.
Non si vede due volte lo stesso ciliegio, né la stessa luna contro cui si staglia un pino. Ogni momento è l'ultimo perché è unico.
Non si vive senza una mania o una passione di qualche genere.
Non si è mai del tutto soli: disgraziatamente si è sempre con se stessi.
Non è difficile nutrire pensieri ammirevoli quando ci sono le stelle. Più difficile è conquistarli intatti nella meschinità di ogni giorno.
Ogni anima si ammaestra attraverso la carne.
Ogni azione, anche la più piccola, apre e chiude una porta.
Ogni coincidenza ha del miracoloso.
Ogni felicità è un capolavoro: il più piccolo errore lo falsa, la più piccola esitazione lo altera, la più piccola pesantezza lo guasta, la più piccola sciocchezza l'istupidisce.
Ogni felicità è un'innocenza.
Ogni momento è l'ultimo, perché è unico.
Ogni piacere si arricchisce del ricordo di piaceri trascorsi.
Ogni tolleranza accordata ai fanatici li induce immediatamente a credere a una simpatia per la loro causa.
Ogni uomo senza saperlo, cerca nella donna soprattutto il ricordo del tempo in cui lo abbracciava sua madre.
Ovunque si vada, regna la menzogna. La forma che essa assume nel XX secolo è soprattutto quella brutale, appariscente e chiassosa dell'impostura, quella del XIX secolo, più ovattata, era l'ipocrisia.
Per gli psicologi l'oblio nasconde sempre un segreto: questi analisti si rifiutano di affrontare il vuoto desolato.
Per un gay che si dichiara, ce ne sono dieci che non lo fanno, e cento che non l'hanno mai confessato a se stessi.
Per un uomo di gusto, l'ostacolo più grave consiste nel fatto di occupare una posizione preminente, che implica ineluttabilmente il rischio dell'adulazione e della menzogna.
Più difficile è essere dinanzi agli altri quel che siamo davanti a Dio.
Più invecchio anch'io, più mi accorgo che l'infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi che ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita.
Più si allunga il cammino alle mie spalle, più mi accorgo che di tutti i nostri mali il peggiore è l'impostura.
Pochissimi sanno essere liberi e pochissimi cosa vuol dire esserlo.
Qualsiasi felicità è un capolavoro: il minimo errore la falsa, la minima esitazione la incrina, la minima grossolanità la deturpa, la minima insulsaggine la degrada.
Qualsiasi piacere se preso con ardore mi sembra casto.
Qualunque cosa si faccia e ovunque si vada, dei muri ci si levano intorno creati da noi, dapprima riparo e subito prigione.
Quando il silenzio si è fissato in una casa, farlo uscire è difficile. .. Lo si direbbe una massa di materia ghiacciata, sempre più dura e compatta: sotto di essa la vita continua, ma non si sente.
Quando si ama la vita si ama il passato, perché esso è il presente sopravvissuto nella memoria umana.
Quando tutti i calcoli astrusi si dimostrano falsi, quando persino i filosofi non hanno più nulla da dirci, è scusabile volgersi verso il cicaleccio fortuito degli uccelli, o verso il contrappeso remoto degli astri.
Quei cattolici osservanti non si chiedevano se il lusso delle chiese non insultasse la miseria de poveri.
Quel che hanno di più difficile i periodi difficili della vita è che essi si ripetono.
Ripugna allo spirito umano accettare la propria esistenza dalle mani della sorte, esser null'altro che il prodotto caduco di circostanze alle quali nessun dio presieda.
Sembra esserci nell'uomo, come nell'uccello, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove.
Senza dubbio, stancarsi è un modo di dominarsi.
Si arriva vergini a tutti gli avvenimenti della vita.
Si può essere felici senza mai smettere di essere tristi.
Talora i nostri difetti sono i migliori avversari dei nostri vizi.
Tutti saremmo trasformati se avessimo il coraggio di essere ciò che siamo.
Tutto è da rifare nella morale dell'amore.
Un guscio di indifferenza talvolta circonda l'infanzia e la difende dalle provocazioni degli adulti.
Un uomo ha il diritto di stabilire in quale momento la sua vita cessa d'essere utile.
Uno dei pochi vantaggi che riconosco al fatto di invecchiare consiste nella possibilità di gettar la maschera in ogni cosa.
Via via che scompaiono coloro che abbiamo amato diminuiscono le ragioni di conquistare una felicità che non possiamo più gustare insieme.
È al momento in cui si respingono tutti i principi, che conviene munirsi di scrupoli.
È dai fatti e dai gesti più banali che si deve cominciare a delineare un personaggio, come uno schizzo a grandi linee.
È difficile non credersi superiori, quando si soffre di più.
È forse meglio non accorgersi delle lacrime, quando non possiamo consolarle.
È l'opinione altrui che conferisce ai nostri atti una sorta di realtà.
È lo sbaglio di tutti pensare alle soddisfazioni del presente e ai vantaggi del domani, mai al dopodomani o al secolo successivo.
È naturale sentire un brivido di freddo quando l'attenzione di un essere amato si posa su qualcun altro, come d'estate quando una nuvola passa sul sole.
È nel momento in cui si respingono tutti i princìpi che occorre fornirsi di scrupoli.
È più difficile cedere una volta sola che non cedere mai.
È raro che la vita annunci le sue catastrofi.
È spesso vano, e talvolta tirannico, tentare di rendersi utile.