A volte chi insegna deve alzare la voce. Addirittura deve gridare anche quando si tratta di una cosa tanto silenziosa come insegnare a pensare.
Ansia. Una manifestazione fondamentale dell’essere nel mondo.
Arriviamo a capire che cosa significa pensare quando noi stessi pensiamo. Perché un tale tentativo riesca, dobbiamo essere preparati ad imparare a pensare. Non appena ci impegniamo in questo imparare, abbiamo già anche confessato che non siamo capaci di pensare. Eppure, l'uomo significa colui che può pensare, e ciò a giusto titolo.
Caos è il nome che indica un peculiare pre-oggetto del mondo nella sua totalità e del signoreggiare cosmico.
Ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo.
Il colloquio, con la sua unità, sorregge il nostro esserci.
Il linguaggio è la casa dell'essere e nella sua dimora abita l'uomo.
Il possibile si colloca più in alto dell'attuale.
L'angoscia è la disposizione fondamentale che ci mette di fronte al nulla.
L'autentica poesia non è mai un modo più elevato della lingua quotidiana. Vero è piuttosto il contrario: che il parlare quotidiano è una poesia dimenticata.
L'esserci, l'essere umano, compreso nella sua estrema possibilità d'essere, è il tempo stesso, e non è nel tempo.
L'uomo si comporta come se fosse il modellatore e il padrone del linguaggio, mentre in effetti il linguaggio resta il padrone dell'Uomo.
L'uomo è anticipazione per la morte.
La cosa più interessante nel nostro tempo interessante è che non stiamo ancora pensando.
La filosofia implica una mobilità libera del pensiero, è un atto creativo che dissolve le ideologie.
La filosofia è ontologia universale e fenomenologica.
La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca.
La tecnica nella sua essenza è qualcosa che l'uomo di per sé non è in grado di dominare.
Noi inseguiamo quello che rifugge da noi.
Noi non giungiamo mai a dei pensieri. Sono loro che vengono a noi.
Non sempre una domanda chiede una risposta. Spesso chiede di essere dispiegata, affinché ceda quello che ha di più essenziale e dischiuda i riferimenti che si aprono quando ci si appropria di ciò che segretamente custodisce. La risposta, infatti, è solo l'ultimissimo passo del domandare. E una risposta che congeda il domandare annienta se stessa come risposta e non è quindi in grado di fondare alcun sapere, ma solo di consolidare il mero opinare.
Ogni uomo nasce come molti uomini e muore come uno solo.
Ormai solo un dio ci può salvare.
Potrebbe essere proficuo staccarsi dall'abitudine di star ad ascoltare soltanto quello che risulta subito chiaro.
Quella che è stata la funzione della filosofia fino ad oggi è stata ereditata dalle scienze. La filosofia si dissolve in singole scienze: la psicologia, la logica, la politologia.
Quelli che pensano in grande avranno di che sbagliarsi in grande.
Se prendo la morte nella mia vita, la riconosco, e l'affronto a viso aperto, mi libererò dall'angoscia della morte e dalla meschinità della vita, e solo allora sarò libero di diventare me stesso.
Siamo troppo in ritardo per gli dei, troppo in anticipo per comprendere l'Essere.
Solo quando pensiamo intensamente a cosa è già stato pensato comprenderemo il senso corretto di quello che è già stato pensato.