Anche la polvere del nostro amore è qualcosa, confrontata al nulla del mondo.
Bisogna porre al centro dell'annuncio cristiano il supremo mistero del suo fallimento.
Certo non la pietà, non l'umiltà, non l'ingenuità, non la debolezza possono salvarci, ma forse il disporsi con orrore a povere, sconfitte e disperate cose come queste.
Che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.
Ci si può rassegnare alla disperazione, ma anche ci si può disperare della rassegnazione.
Come le molte e complicate leggi in politica, così i molti e complicati libri sono segni indiscutibili di decadenza.
Cristianesimo: che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.
Dove non ci sono domande è inutile mettere risposte, ma è inutile anche farsi domande quando non si ha più nessuna speranza di pervenire a vere risposte.
Ebraismo: un unico popolo non ha potuto accettare la croce, perché è l'unico che nel suo attaccamento alle concrete promesse che Dio fa al giusto ne ha sentito la spaventosa, l'insostenibile assurdità.
I veri problemi sono quelli che non ammettono soluzioni.
Il nichilismo l'abbiamo già alle spalle, di fronte abbiamo il nulla.
Il nichilismo è inseparabile da un grande amore per la vita, perché un grande amore per la vita è inseparabile da una più che disperata delusione.
L'odio sembra capace più dell'amore di serbare memoria.
La forza capace di dire parole vere è la stessa che è necessaria per tacere, per non parlare troppo, per non analizzare interminabilmente, per spezzare il cerchio.
La mancanza di volontà di vivere, che oggi dilaga endemica, è l'unica malattia certamente mortale, alla quale non ci sarà rimedio in eterno.
Le cose lontane che non si possono neppure sognare si dimenticano.
Mettere la consolazione al posto del dolore è opera più grande della creazione che ha messo l'essere al posto del nulla.
Si deve credere nei segni, per rischioso che sia, e se non vediamo segni nella nostra vita allora vuol dire che per noi Dio non c'è.
Un uomo che ha fede è un uomo al quale è precluso il rimedio del suicidio.
Viviamo in una società competitiva che scatena rivalità senza esclusione di colpi. E il comportamento aggressivo come un modello per farsi largo nella vita.