A nessuno piace sentirsi ricordare com'è difficile far coincidere l'esistenza innegabile del male la quale tale rimane nonostante le proteste della Christian Science con la sua onnipotenza e suprema bontà. Il diavolo sarebbe un'ottima scappatoia per scagionare Dio, economicamente avrebbe la funzione di scarico che ricade sull'Ebreo nel mondo degli ideali ariani. Ma poi? Dio può essere chiamato a rispondere tanto dell'esistenza del diavolo quanto del male che questo incarna.
Alla base del tabù c'è una corrente positiva di desiderio. Perché non c'è bisogno di proibire ciò che nessuno desidera fare, e comunque ciò che è proibito nella maniera più energica deve essere oggetto di un desiderio.
Amore e lavoro sono le pietre angolari della nostra umanità.
Anche l'artista è in germe un introverso, non molto distante dalla nevrosi. Incalzato da fortissimi bisogni pulsionali, vorrebbe conquistare onore, potenza, ricchezza, gloria e amore da parte delle donne; gli mancano però i mezzi per raggiungere queste soddisfazioni. Perciò, come un qualsiasi altro insoddisfatto, egli si distacca dalla realtà e trasferisce tutto il suo interesse, nonché la sua libido, sulle formazioni di desiderio della vita fantastica, dalle quali potrebbe essere condotto alla nevrosi.
Anche negli uomini considerati onestissimi, si scoprono facilmente i segni di un dubbio comportamento nei riguardi del denaro e della proprietà. L'avidità primitiva del lattante che cerca d'impadronirsi di tutti gli oggetti non scompare del tutto, in linea generale, sotto l'influenza della cultura e dell'educazione.
Anche se l'uomo ha rimosso nell'inconscio i suoi impulsi malvagi e vorrebbe dirsi che non è responsabile di essi, qualcosa lo costringe ad avvertire questa responsabilità come un senso di colpa il cui motivo gli è sconosciuto.
C'è molta gente che crede ai sogni profetici perché a volte il futuro si realizza come il desiderio lo ha costruito nel sogno. In questo non c'è nulla di strano tanto più che la credulità del sognatore trascura volentieri le considerevoli differenze che esistono tra il sogno e la sua realizzazione.
Che nel lapsus si affermi proprio quell'idea che si vorrebbe escludere, è fatto molto comune.
Chi sa attendere non ha bisogno di fare concessioni.
Chiamiamo inconscio un processo psichico di cui dobbiamo supporre l'esistenza per esempio, perché la deduciamo dai suoi effetti ma del quale non sappiamo nulla.
Ci si potrebbe arrischiare a considerare la nevrosi ossessiva come un equivalente patologico della formazione religiosa e a descrivere la nevrosi come una religiosità individuale e la religione come una nevrosi ossessiva universale.
Coloro che si autodefiniscono omosessuali sono solo gli invertiti consci e manifesti, il cui numero scompare accanto a quello degli omosessuali latenti.
Come il cavaliere, se non vuole essere disarcionato dal suo cavallo, è costretto spesso a ubbidirgli e a portarlo dove vuole, così anche l'Io ha l'abitudine di trasformare in azione la volontà dell'Es come se si trattasse della volontà propria.
Come possiamo arrivare a conoscere l'inconscio? Naturalmente lo conosciamo soltanto in una forma conscia, dopo che si è trasformato o tradotto in qualcosa di conscio.
Compiuto il lavoro di interpretazione, ci accorgiamo che il sogno è la soddisfazione di un desiderio.
Così come si provocano o si esagerano i dolori dando loro importanza, nello stesso modo questi scompaiono quando se ne distoglie l'attenzione.
Da quando abbiamo smesso di credere nell'aldilà, dove ogni rinuncia sarà ricompensata dal soddisfacimento, il Carpe diem è diventato un ammonimento serio.
Dimenticare è molto spesso determinato da un motivo inconscio e permette sempre di dedurre le intenzioni segrete della persona che dimentica.
Divenuto adulto, l'uomo sa, è vero, di essere in possesso di forze maggiori, ma anche la sua comprensione dei pericoli della vita si è accresciuta ed egli ne trae giustamente la conclusione di essere rimasto, in fondo, altrettanto inerme e sprovveduto come all'epoca della sua infanzia, di essere ancora un bambino di fronte al mondo.
Dobbiamo credere perché i nostri antenati remoti hanno creduto. Ma questi nostri avi erano di gran lunga più ignoranti di noi, hanno creduto cose che oggi ci sarebbe impossibile accettare.
Esistono due modi per essere felici in questa vita, uno è di diventare un idiota e l'altro è di esserlo.
Essere amati costituisce un fattore positivo tale da giustificare la rinuncia ad altri vantaggi.
Essere completamente onesti con se stessi è un buon esercizio.
Fondamento del tabù è un'azione proibita verso la quale esiste nell'inconscio una forte inclinazione.
I cani amano gli amici e mordono i nemici, a differenza degli esseri umani, che sono incapaci di amore puro e confondono l'amore con l'odio nelle loro relazioni.
I giudizi di valore degli uomini sono guidati esclusivamente dai loro desideri di felicità, sono quindi un tentativo di argomentare le loro illusioni.
I medici dovrebbero abituarsi a spiegare a un impiegato che si è “affaticato” dietro una scrivania o a una casalinga per la quale le attività domestiche sono divenute troppo pesanti, che essi si sono ammalati non perché abbiano cercato di compiere doveri che in verità possono essere facilmente eseguiti da un cervello civilizzato, ma perché in tutto questo tempo hanno pericolosamente trascurato e danneggiato la propria vita sessuale.
I nevrotici si lamentano della loro malattia ma la sfruttano a volontà, e se la si vuole togliere loro la difendono con le unghie e con i denti.
I sentimenti della massa sono sempre semplicissimi e molto esagerati. La massa non conosce quindi né dubbi né incertezze. Corre subito agli estremi, il sospetto sfiorato si trasforma subito in evidenza inoppugnabile, un’antipatia incipiente in odio feroce.
I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli.
I sogni cedono il posto alle impressioni di un nuovo giorno come lo splendore delle stelle cede alla luce del sole.
I sogni ci rammentano continuamente cose a cui abbiamo cessato di pensare e che da lungo tempo hanno perso importanza per noi.
I sogni molto frequentemente esprimono ricordi e conoscenze che il soggetto da sveglio è ignaro di possedere.
I sogni servono come una valvola di sicurezza per il cervello sovraccarico. Essi possiedono un potere terapeutico e ristoratore.
I temi mitologici trovano spiegazione mediante l'interpretazione di sogni. Così, ad esempio, nella leggenda del Labirinto può essere ravvisata la rappresentazione di una nascita anale: i corridoi aggrovigliati sono l'intestino, il filo di Arianna il cordone ombelicale.
Il bisogno dell'uomo di ricavare piacere dai suoi processi mentali ricrea sempre nuovi motti che poggiano sui nuovi interessi del giorno.
Il compito principale della civiltà, la sua propria ragion d'essere, è di difenderci contro la natura.
Il contrario del gioco non è ciò che è serio, bensì ciò che è reale.
Il desiderio di dormire dev'essere ogni volta incluso tra i motivi della formazione del sogno e ogni sogno riuscito è un appagamento di questo desiderio.
Il futuro che ci mostra il sogno non è quello che accadrà, ma quello che vorremmo accadesse. La mente popolare si comporta qui come fa generalmente: crede in ciò che desidera.
Il lapsus verbale diventa un mezzo di espressione mimico, e sovente invero per esprimere quel che non si voleva dire, diventa cioè un mezzo per tradire sé stesso.
Il modo popolare di vedere circa l'istinto sessuale è meravigliosamente rappresentato nella poetica leggenda che racconta della divisione degli esseri umani originari in due metà l'uomo e la donna e come queste tendessero sempre a riunirsi nell'amore. Ecco perché ci desta grande stupore venire a sapere che ci sono degli uomini il cui oggetto sessuale è un uomo, non una donna, e delle donne il cui oggetto sessuale è ancora un'altra donna, e non un uomo.
Il nevrotico si isola dalla realtà perché la trova nel suo insieme o in una sua parte insopportabile.
Il numero degli uomini che accettano la civiltà da ipocriti è infinitamente superiore a quello degli uomini veramente civili.
Il passato, il presente e il futuro sono come infilati insieme nel filo del desiderio che li percorre.
Il pensiero cerca il travestimento dell'arguzia perché in tal modo si raccomanda alla nostra attenzione, può sembrarci più significativo, più valido, ma soprattutto perché questa veste corrompe e disorienta la critica.
Il prezzo del progresso della civiltà si paga con la riduzione della felicità.
Il sogno non si occupa mai di inezie; non permettiamo alle quisquilie di disturbarci nel sonno. I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli.
Il sogno è il tentato appagamento di un desiderio.
Il tratto distintivo dello psicoanalista è la rigorosa convinzione del determinismo della vita psichica. Per lui, nelle manifestazioni della psiche, non esiste nulla di insignificante, nulla di arbitrario e casuale; laddove gli altri, di solito, ne escludono la presenza, egli vede dappertutto una diffusa motivazione.
In psicoanalisi le cose sono solite essere un po' più complicate di quel che vorremmo. Se fossero così semplici, non ci sarebbe forse stato bisogno della psicoanalisi per portarle alla luce.
In ultima analisi il dio non è altro che un padre a livello più alto.
L'America è il più gigantesco esperimento che il mondo abbia mai visto, ma temo non sia destinato al successo.
L'accettazione della nevrosi universale risparmia il compito di formarsi una nevrosi personale.
L'agire è capace così spesso di mascherarsi da esperienza passiva.
L'alcool sopprime le inibizioni e annulla le sublimazioni.
L'amore è il passo più vicino alla psicosi.
L'amplissima disseminazione delle perversioni ci obbliga a supporre che la disposizione alle perversioni non è poi tanto rara, ma deve far parte di ciò che va sotto il nome di costituzione normale.
L'analisi della melanconia ci insegna che l'Io può uccidersi solo quando, grazie al ritorno dell'investimento oggettuale, riesce a trattare sé stesso come un oggetto.
L'attrattiva del bambino poggia in buona parte sul suo narcisismo, sulla sua autosufficienza e inaccessibilità, al pari del fascino di alcune bestie che sembrano non occuparsi di noi, come i gatti e i grandi animali da preda.
L'ego non è il padrone a casa sua.
L'esercizio della terapia ipnotica implica una prestazione irrilevante sia da parte del paziente che del medico. Questa terapia s'accorda perfettamente con la valutazione delle nevrosi che ancor oggi dà la maggior parte dei medici. Il medico dice al nervoso: "Lei non ha nulla, è solo un fatto nervoso, e perciò sono in grado di liberarla dai suoi guai con due o tre parole in pochi minuti". Ripugna però alla nostra mentalità energetica l'idea che sia possibile muovere con uno sforzo esiguo un grosso peso, affrontandolo direttamente e senza l'aiuto esterno di strumenti adatti.
L'essere amata è per la donna un bisogno superiore a quello di amare.
L'etiologia comune che determina lo scoppio di una psiconevrosi o di una psicosi rimane sempre la frustrazione, il mancato appagamento di uno di quegli invincibili desideri infantili che nella nostra organizzazione, filogeneticamente determinata, hanno radici così profonde.
L'inconscio è un particolare regno della psiche con impulsi di desiderio propri, con una propria forma espressiva e con propri caratteristici meccanismi psichici che non vigono altrove.
L'inconscio è una fase normale e inevitabile nei processi che costituiscono il fondamento della nostra attività psichica; ogni atto psichico inizia come inconscio, e può o rimaner tale o procedere nel suo sviluppo fino alla coscienza; questo, a seconda ch'esso incontri o meno la resistenza.
L'interpretazione del sogno è la via regia che porta alla conoscenza dell'inconscio nella vita psichica.
L'obiettivo di tutta la vita è la morte.
L'onnipotenza dell'uomo non trova più posto nella visione scientifica del mondo, giacché egli ammette la propria piccolezza, è rassegnato alla morte ed è sottomesso a tutte le necessità della natura. Tuttavia una parte dell'originaria credenza nella propria onnipotenza sopravvive con la fiducia nella potenza dell'intelletto umano, che impugna le leggi della realtà.
L'umorismo non è rassegnato ma ribelle, rappresenta il trionfo non solo dell'Io, ma anche del principio del piacere, che qui sa affermarsi contro le avversità delle circostanze reali.
L'umorismo è il più eminente meccanismo di difesa.
L'uomo energico, l'uomo di successo, è colui che riesce, a forza di lavoro, a trasformare in realtà le sue fantasie di desiderio.
L'uomo primordiale stava meglio perché ignorava qualsiasi restrizione pulsionale. In compenso la sua sicurezza di godere a lungo di tale felicità era molto esigua. L'uomo civile ha barattato una parte della sua felicità per un po' di sicurezza.
La battuta di spirito è per così dire il contributo pagato alla comicità dalla sfera dell'inconscio.
La civiltà è una cosa imposta a una maggioranza recalcitrante da una minoranza che ha saputo appropriarsi degli strumenti del potere e della coercizione.
La creatività è un tentativo di risolvere un conflitto generato da pulsioni istintive biologiche non scaricate, perciò i desideri insoddisfatti sono la forza motrice della fantasia ed alimentano i sogni notturni e quelli a occhi aperti.
La credulità dell'amore è la fonte più fondamentale dell'autorità.
La differenza genetica più importante tra le nevrosi e le psicosi: la nevrosi sarebbe l'effetto di un conflitto tra l'Io e il suo Es, mentre la psicosi rappresenterebbe l'analogo esito di un perturbamento simile nei rapporti tra Io e mondo esterno.
La differenza tra professori ordinari e professori straordinari consiste nel fatto che gli ordinari non fanno nulla di straordinario e gli straordinari non fanno niente che sia anche solo ordinario.
La distinzione dello psichico in ciò che è cosciente e ciò che è inconscio è il presupposto fondamentale della psicoanalisi.
La domanda circa lo scopo della vita umana è stata posta innumerevoli volte; non ha ancora mai trovato una risposta soddisfacente, forse non la consente nemmeno.
La fede nella "bontà" dell'umana natura è una di quelle tristi illusioni da cui gli uomini si aspettano che la loro vita risulti abbellita e alleviata, mentre in realtà non provocano che danni.
La folla è un gregge docile incapace di vivere senza un padrone. È talmente desiderosa di obbedire che si sottomette istintivamente a colui che le si pone a capo.
La forza psichica dell'odio è maggiore di quanto crediamo.
La grande domanda a cui non è mai stata data risposta e alla quale io non sono mai stato in grado di rispondere, a dispetto di trent'anni di ricerca sull'animo femminile, è: "Cosa vuole una donna?".
La libertà non è un beneficio della cultura: era più grande prima di qualsiasi cultura, e ha subito restrizioni con l'evolversi della civiltà.
La massa è impulsiva, mutevole e irritabile. È governata quasi per intero dall’inconscio. A seconda delle circostanze gli impulsi cui la massa obbedisce possono essere generosi o crudeli, eroici o pusillanimi; sono però imperiosi al punto da non lasciar sussistere l’interesse personale, neanche quello dell’autoconservazione. Nulla in essa è premeditato. Pur potendo desiderare le cose appassionatamente, non le desidera mai a lungo, è incapace di volontà duratura. Non tollera alcun indugio fra il proprio desiderio e il compimento di ciò che desidera. Si sente onnipotente, per l’individuo appartenente alla massa svanisce il concetto dell’impossibile.
La massa è straordinariamente influenzabile e credula, è acritica, per essa non esiste l’inverosimile. Pensa per immagini, che si richiamano vicendevolmente per associazione come, nel singolo, si adeguano le une alle altre negli stati di libera fantasticheria: queste immagini non vengono valutate da alcuna istanza ragionevole circa il loro accordo con la realtà.
La massa è un gregge docile che non può vivere senza un padrone. È talmente assetata di obbedienza da sottomettersi istintivamente a chiunque se ne proclami padrone.
La nevrosi non rinnega la realtà e semplicemente di essa non vuole sapere nulla; la psicosi invece rinnega la realtà e cerca di rimpiazzarla.
La nevrosi è caratterizzata dal porre la realtà psichica al di sopra della realtà effettiva, di reagire a pensieri con la stessa serietà con cui gli uomini normali reagiscono soltanto di fronte alla realtà.
La nostra scienza non è un'illusione. Sarebbe invece un'illusione credere di poter ricevere altronde ciò che essa non può darci.
La nostra terapia opera trasformando in conscio ciò che è inconscio, e sortisce qualche effetto solo nella misura in cui è in condizioni di effettuare questa trasformazione.
La possibilità di dare un senso ai sintomi nevrotici mediante l'interpretazione analitica è una prova irrefutabile dell'esistenza o, se preferite, della necessità dell'ipotesi dei processi psichici inconsci.
La propria morte è irrappresentabile, e ogni volta che cerchiamo di farlo, possiamo costatare che in realtà continuiamo a essere presenti come spettatori. Perciò la scuola psicoanalitica ha potuto anche affermare che non c'è nessuno che in fondo creda alla propria morte, o, ciò che equivale, che nel suo inconscio ognuno di noi è convinto della propria immortalità.
La psicoanalisi ci ha insegnato a riconoscere l’interconnessione esistente tra complesso paterno e fede in Dio, ci ha indicato che il Dio personale non è altro, psicologicamente, che un padre innalzato, e ci pone ogni giorno sotto gli occhi i casi di giovani che perdono la fede religiosa appena vien meno in loro l’autorità paterna.
La psicoanalisi si impara innanzitutto su sé stessi, mediante lo studio della propria personalità.
La psicoanalisi vera e propria ha avuto inizio con la rinuncia all'aiuto dell'ipnosi.
La religione è un'illusione che trae la sua forza dalla condiscendenza ai nostri moti pulsionali di desiderio.
La religione é un narcotico con cui l'uomo controlla la sua angoscia, ma ottunde la sua mente.
La risoluzione dei sintomi del paziente isterico attraverso la psicoanalisi parte dal presupposto che essi costituiscono dei sostituti come dire, delle trascrizioni di un certo numero di processi mentali investiti da affettività, di tendenze e desideri che, per opera di uno speciale meccanismo psichico (rimozione), sono stati posti nell'impossibilità di scaricarsi in un'attività psichica accessibile alla coscienza.
La scienza non è un'illusione. Ma sarebbe illusione credere di poter trovare altrove quello che essa non può darci.
La sessualità non è un deus ex machina che interviene isolatamente in un qualche punto del meccanismo caratteristico dei processi isterici, ma costituisce al contrario la forza motrice di ogni singolo sintomo e di ogni singola manifestazione di un sintomo. I fenomeni morbosi sono, per così dire, l'attività sessuale del malato.
La sete di potere della classe dominante è in ogni Stato contraria a qualsiasi limitazione della sovranità nazionale.
La sofferenza che la nevrosi comporta è proprio ciò che rende preziosa la malattia per la tendenza masochistica.
La sola religione sa rispondere alla domanda circa uno scopo della vita. È difficile sbagliare concludendo che l'idea di uno scopo della vita sussiste e cade insieme con il sistema religioso.
La solitudine e l'oscurità mi hanno appena derubato dei miei oggetti di valore.
La teoria della bisessualità è stata definita nella sua forma più cruda da un apologista degli invertiti maschili: "un cervello di donna in un corpo di uomo". Ma noi non sappiamo che cosa caratterizzi "un cervello di donna".
La terribile impressione d'impotenza del bambino ha fatto sorgere il bisogno di protezione, protezione tramite l'amore, cui il padre ha provveduto; il riconoscimento del perdurare di tale impotenza nel corso dell'intera vita ha causato il mantenimento dell'esistenza di un padre, questa volta tuttavia più potente. Mediante il benigno governo della Provvidenza divina, l'angoscia di fronte ai pericoli della vita viene calmata.
Le dottrine religiose possiamo dire che sono tutte illusioni indimostrabili e che nessuno può essere costretto a tenerle per vere, a crederci. Alcune di esse sono a tal punto inverosimili, talmente antitetiche a tutto ciò che faticosamente abbiamo appreso circa la realtà dell'universo, che, tenuto il debito conto delle differenze psicologiche, possono essere paragonate ai deliri.
Le fantasie che si convertono in sintomi in nessun'altra nevrosi sono evidenti come nell'isteria.
Le incoerenze, le stravaganze e le follie degli uomini potrebbero essere viste in una luce analoga alle loro perversioni, accettando le quali gli uomini riescono a evitare le rimozioni.
Le masse non hanno mai conosciuto la sete della verità. Hanno bisogno di illusioni e a queste non possono rinunciare. L’irreale ha costantemente in esse la precedenza sul reale, soggiacciono all’influsso di ciò che non è vero quasi altrettanto che a quello di ciò che è vero. Hanno l’evidente tendenza a non fare alcuna distinzione tra i due.
Le parole suscitano affetti e sono il mezzo comune con il quale gli uomini si influenzano tra loro. Non sottovaluteremo quindi l'uso delle parole nella psicoterapia.
Le prostitute sfruttano la stessa disposizione polimorfa, cioè infantile, ai fini della loro professione; e, considerando l'immenso numero di donne che esercitano la prostituzione o che dobbiamo supporre in possesso di una tendenza alla prostituzione, senza tuttavia esercitarla diventa impossibile non riconoscere che questa stessa disposizione a perversioni di ogni genere è una caratteristica umana generale e fondamentale.
Le rappresentazioni religiose sono scaturite dallo stesso bisogno che ha generato tutte le altre acquisizioni della civiltà, ossia dalla necessità di difendersi contro lo schiacciante strapotere della natura.
Mediante la fissazione violenta a un infantilismo psichico e la partecipazione a un delirio collettivo, la religione riesce a risparmiare a molta gente la nevrosi individuale.
Nel caso in cui siano lasciati a sé stessi, o sotto l'influenza di una seduzione, i bambini si esibiscono spesso in prestazioni notevolissime di attività sessuale perversa. Naturalmente gli adulti hanno ragione a non prenderle sul serio, considerandole "bambinate" e "giochetti", perché il bambino non può essere ritenuto pienamente capace e responsabile né davanti al tribunale della morale né davanti alla legge; ma intanto queste cose esistono.
Nel complesso di Edipo si ritrovano i principi insieme della religione, della morale, della società e dell'arte, e ciò in piena conformità coi dati della psicoanalisi che vede in questo complesso la sostanza di tutte le nevrosi, per ciò che della loro natura siamo finora riusciti a penetrare.
Nel lutto il mondo si è impoverito e svuotato, nella melanconia impoverito e svuotato è l'Io stesso.
Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati.
Nell'impossibilità di poterci veder chiaro, almeno vediamo chiaramente le oscurità.
Nella vita psichica del singolo l'altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, e pertanto, in quest'accezione più ampia ma indiscutibilmente legittima, la psicologia individuale è anche, fin dall'inizio, psicologia sociale.
Nelle perturbazioni grossolane come anche in quelle più sottili del discorso che si possono far ricadere sotto la categoria dei lapsus verbali, io non ritengo sia decisivo l'influsso degli "effetti di contatto dei suoni", ma quello di pensieri estranei al discorso intenzionale, sufficienti a provocare il lapsus e che bastano a chiarire l'errore occorso.
Nessun mortale può mantenere un segreto: se le labbra restano mute, parlano le dita.
Nessun'altra pulsione è stata tanto repressa sin dall'infanzia quanto quella sessuale nelle sue numerose componenti, di nessun'altra rimangono desideri inconsci così numerosi e così forti, che ora agiscono durante il sonno provocando dei sogni.
Nevrosi e psicosi sono entrambe espressioni della ribellione dell'Es contro il mondo esterno, del suo dispiacere, o, se preferite, della sua incapacità di adattarsi alla dura realtà.
Niente di ciò che abbiamo posseduto nella mente una volta può andare completamente perduto.
Noi siamo fatti in modo tale che possiamo ottenere un intenso piacere da un contrasto e molto poco da uno stato di cose.
Non credo che i nostri successi terapeutici possano competere con quelli di Lourdes; le persone che credono ai miracoli della Santa Vergine sono molto più numerose di quelle che credono all'esistenza dell'inconscio.
Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza, come nel momento in cui amiamo.
Non è sempre facile dire la verità, specialmente quando si deve essere brevi.
Non è tanto facile suonare lo strumento della mente.
Ogni dispiacere nevrotico ha questa natura: è un piacere che non può essere avvertito come tale.
Ogni eccesso reca in sé il germe della propria auto-soppressione.
Ogni elemento del sogno può rappresentare, per l'interpretazione, sia sé stesso sia il proprio contrario. Non si sa mai a priori se si debba supporre l'uno o l'altro; è soltanto il contesto a decidere.
Ogni motto richiede un proprio pubblico, e ridere degli stessi motti è prova di una vasta concordanza psichica.
Ogni scoperta viene fatta più di una volta e mai tutta quanta insieme; e, a parte questo, il successo non va di pari passo con il merito. L'America non ha preso il nome da Colombo.
Oh la vita potrebbe essere molto interessante, solo che si sapesse e si capisse qualcosa di più.
Originariamente le parole erano magie e, ancor oggi, la parola ha conservato molto del suo antico potere magico.
Per giudicare correttamente la moralità della masse, occorre tener conto del fatto che, nello stare insieme degli individui riuniti in una massa, tutte le inibizioni individuali scompaiono e tutti gli istinti crudeli, brutali, distruttivi, che nel singolo sonnecchiano quali relitti di tempi primordiali, si ridestano ed aspirano al libero soddisfacimento pulsionale. Per influsso della suggestione le masse sono però anche capaci di realizzazioni più alte, quali l’abnegazione, il disinteresse, la dedizione ad un ideale.
Perché la vita psichica non si addormenta? Probabilmente perché qualcosa non lascia in pace la psiche. Su di essa agiscono stimoli ai quali bisogna reagire. Il sogno è quindi il modo con il quale la psiche reagisce agli stimoli che agiscono durante lo stato di sonno.
Poiché riguardo al vero e il falso la massa non conosce dubbi ed è però consapevole della sua grande forza, essa è a un tempo intollerante e pronta a credere all’autorità. Rispetta la forza e soggiace solo moderatamente all’influsso della bontà, che ai suoi occhi costituisce solo una sorta di debolezza. Ciò che essa richiede ai propri eroi è la forza o addirittura la brutalità. Vuole essere dominata ed oppressa e temere il proprio padrone.
Possiamo senz’altro definire l’educazione un’esortazione a superare il principio del piacere e a sostituirlo con quello della realtà.
Poter condividere è poesia nella prosa della vita!
Potremmo azzardarci ad affermare che l'isteria è la caricatura di una creazione artistica, che la nevrosi ossessiva è la caricatura di una religione, che il delirio paranoico è la caricatura di un sistema filosofico.
Proprio l'imperiosità del comando "non uccidere" ci assicura che discendiamo da una serie lunghissima di generazioni di assassini i quali avevano nel sangue, come forse ancora abbiamo noi stessi, il piacere di uccidere.
Psicoanalisi. Una professione di curatori laici di anime, i quali non hanno bisogno di essere medici, e non dovrebbero essere sacerdoti.
Pur essendo incline a tutti gli estremi, la massa può venir eccitata solo da stimoli eccessivi. Chi desidera agire su essa, non ha bisogno di coerenza logica fra i propri argomenti; deve dipingere nei colori più violenti, esagerare e ripetere sempre la stessa cosa.
Pur riuscendo così poco a vivere nell'isolamento, gli uomini avvertono tuttavia come peso opprimente il sacrificio che viene loro richiesto dalla civiltà al fine di rendere possibile una vita in comune.
Quando non è fine a sé stesso, cioè non è innocente, il motto è subordinato a due sole tendenze, che a loro volta possono essere viste come unitarie: esso è o un motto ostile (al servizio dell'aggressione, della satira, della difesa) o un motto osceno (al servizio della denudazione).
Quando si elimina il rischio dalla propria vita non resta molto.
Questo dio creatore viene chiamato senza ambagi "padre". La psicoanalisi ne desume che si tratta realmente del padre, un padre magnificato quale appariva una volta al bambino piccolo.
Ricordiamo il vecchio adagio: si vis pacem, para bellum: se vuoi conservare la pace preparati alla guerra. Sarebbe ora di modificare questo adagio e di dire: si vis vitam, para mortem: se vuoi poter sopportare la vita, disponiti ad accettare la morte.
Scale, scale a pioli, scalinate e rispettivamente il fare le scale, tanto in salita quanto in discesa, sono rappresentazioni simboliche dell'atto sessuale.
Scegliendosi un ideale sessuale di tipo narcisistico che possiede le prerogative che egli sa di non poter raggiungere, il nevrotico cerca così una strada che a partire dallo sperpero libidico applicato agli oggetti, lo riporti al narcisismo.
Scherzando, si può dire di tutto, anche la verità.
Se consideriamo l'atteggiamento dei genitori particolarmente teneri verso i loro figli, dobbiamo riconoscere che tale atteggiamento è la reviviscenza e la riproduzione del proprio narcisismo al quale i genitori stessi hanno da tempo rinunciato.
Se qualcuno giunge al punto di accettare acriticamente tutte le assurdità che le dottrine religiose gli trasmettono, e perfino di ignorarne le contraddizioni vicendevoli, la sua debolezza intellettuale non deve stupirci oltremodo.
Se si cerca di inserire la religione nel percorso evolutivo dell'umanità, essa non appare come una conquista permanente, ma piuttosto un corrispettivo della nevrosi attraverso cui ogni individuo civilizzato deve passare nel suo itinerario dall'infanzia alla maturità.
Se si esige che tutto ciò che accade nella psiche debba per forza esser noto alla coscienza, si avanza in effetti una pretesa insostenibile.
Sempre, quando esiste la prospettiva di ricevere uno schiaffo, il vero masochista porge la guancia.
Si può sognare una moltitudine di bevande; ma quando si ha veramente sete bisogna svegliarsi per bere.
Sia per la nevrosi sia per la psicosi si presenta non solo il problema della perdita di realtà, ma anche il problema di un suo sostituto.
Sopportare la vita: questo è pur sempre il primo dovere d'ogni vivente.
Sotto l'effetto dell'alcol l'adulto ritorna un bambino, che prova il piacere di pensare liberamente come vuole senza dover fare attenzione alla costrizione della logica.
Tra lo stato amoroso e l'ipnosi non c'è gran distanza. I punti di rassomiglianza sono evidenti. Nei confronti dell'ipnotizzatore si dimostra la stessa umiltà nella sottomissione, lo stesso abbandono, la stessa mancanza di senso critico che nei confronti della persona amata.
Tutti abbiamo dei desideri che preferiremmo non svelare ad altre persone e desideri che non ammettiamo nemmeno di fronte a noi stessi.
Tutti coloro che desiderano essere più nobili di quanto la loro costituzione non permetta soccombono alla nevrosi; sarebbero stati più sani se fosse stato loro possibile essere peggiori.
Tutti crediamo di aver motivo di rancore verso la natura e il destino per le menomazioni congenite e infantili; tutti pretendiamo una riparazione che ci indennizzi delle precoci frustrazioni del nostro narcisismo ed egoismo.
Tutti i sogni sono sogni di comodità, ubbidiscono all'intento di continuare il sonno, anziché a quello di svegliarsi. Il sogno è il custode, non il perturbatore, del sonno.
Un individuo predisposto all'isterismo cade nello stato isterico quando, sia in seguito allo sviluppo puberale, sia per circostanze esterne della sua vita, si trova di fronte alle esigenze di una situazione sessuale reale. Tra la pressione dell'istinto e la resistenza opposta dall'avversione sessuale, la malattia gli offre una via d'uscita. Essa, però, non risolve affatto la sua situazione conflittuale, ma cerca di evitarla, trasformando gli impulsi della sua libido in sintomi.
Un introverso non è ancora un nevrotico, ma si trova in una situazione labile; al prossimo spostamento di forze, se non trova altri sbocchi per la sua libido ingorgata, svilupperà certamente dei sintomi. Il carattere irreale del soddisfacimento nevrotico, e la trascuranza della differenza tra fantasia e realtà, sono invece già determinati dal fatto che ci si sofferma nello stadio dell'introversione.
Un uomo che dubita del proprio amore, può, anzi deve, dubitare di ogni più piccola cosa.
Un uomo che è stato l'indiscusso favorito di sua madre mantiene per tutta la vita l'atteggiamento interiore di un conquistatore, quella fiducia nel successo che di frequente porta al successo effettivo.
Un'obiezione non è ancora una confutazione, e una innovazione non è necessariamente un progresso.
Una catena ininterrotta corre tra le nevrosi in tutte le loro manifestazioni e la normalità. Dopo tutto, direbbe a ragione Moebius, siamo un po' tutti degli isterici.
Una chiara affinità esiste tra lo stato ipnotico e lo stato di sonno, il quale è la condizione necessaria per sognare. L'ipnosi viene chiamata, anzi, un sonno artificiale; alla persona che ipnotizziamo diciamo: "dorma", e le suggestioni che ad essa provengono da parte nostra sono paragonabili ai sogni del sonno naturale.
È impossibile conoscere gli uomini senza conoscere la forza delle parole.
È ovvio che il sogno sia l'appagamento di un desiderio, dato che nulla, all'infuori di un desiderio, è in grado di mettere in moto il nostro apparato psichico.
È rimarchevole il fatto che l'uomo, quanto più limita la propria aggressività verso l'esterno, tanto più diventa rigoroso, ossia aggressivo, nel proprio ideale dell'Io.
È troppo triste rendersi conto che la vita assomiglia al gioco degli scacchi, in cui basta una mossa falsa a farci perdere la partita, con l'aggravante che, nella vita, non possiamo nemmeno contare su di una possibilità di rivincita.