Passione

Aforismi

Sun Tzu

Adescate il nemico con la prospettiva di un vantaggio, e conquistatelo con la confusione. Se è solido, preparatevi (a combatterlo); se è forte, evitatelo. Se è collerico, mostratevi cedevoli; se è umile, arroganti. Se è pigro, affaticatelo; se è compatto, disperdetelo. Attaccatelo quando è impreparato, e apparite all’improvviso.
Affidati alla forma per vincere sul nemico numeroso e quest'ultimo non riuscirà a capire come hai fatto. Tutti vedono la forma con cui ho vinto, ma nessuno sa cosa mi porta a decidere la forma della vittoria.
Al mattino presto, il morale è più alto. Durante il giorno s’abbassa. A sera i pensieri volano a casa.
Attacca il nemico dove non è preparato, fai sortite con le truppe quando non se l’aspetta.
Attendi vicino al campo di battaglia chi è ancora lontano. Attendi riposato chi si sta affaticando. Attendi ben sazio chi giunge affamato. Questa è l’arte di padroneggiare la forza.
Attraverso l'ordine, affrontare il disordine; attraverso il silenzio, affrontare il clamore: è questo il metodo per controllare la prontezza mentale. Trasformare la distanza in vicinanza; il disagio, in comodità; la fame, in sazietà: è questo il metodo per controllare il vigore.
Bisogna impegnare le persone con ciò che esse si aspettano, con ciò che sono in grado di discernere, confermando così le loro proiezioni. In questo modo le si instrada verso modelli di risposta prevedibili, che occuperanno la loro mente mentre noi attendiamo il momento per mettere in atto lo straordinario, ciò che non saranno in grado di anticipare.
Cerca di anticipare i piani del nemico, e individua i suoi punti forti e deboli: potrai decidere quale strategia usare per avere successo, e quale no.
Chi in cento battaglie riporta cento vittorie, non è il più abile in assoluto, al contrario, chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette le truppe dell'avversario, è il più abile in assoluto.
Chi parla con deferenza ma aumenta i suoi preparativi avanzerà. Uno che parla con bellicosità ed avanza dovrà ritirarsi in fretta.
Chi è prudente e aspetta con pazienza chi non lo è, sarà vittorioso.
Chi è ricco di virtù, è simile al fanciullo. Simulare il disordine presume una perfetta disciplina, simulare paura il coraggio, simulare debolezza la forza.
Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue città senza assieparle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate.
Chi, senza sostegno e senza strategia, attacca un nemico sottovalutandone la forza, sarà sicuramente fatto prigioniero.
Ciò che da valore alla guerra, è la vittoria.
Ciò che fa muovere il nemico dove vuoi tu, e di sua iniziativa, è la prospettiva di guadagni.
Coloro che non fanno piani e sottovalutano l'avversario saranno certamente catturati.
Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni derivanti dall'applicazione delle strategie non possono essere neppure consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione.
Colui che capisce quando è il momento di combattere e quando non lo è, sarà vittorioso.
Con ordine, affronta il disordine; con calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore.
Conoscere l'altro e se stessi, cento battaglie, senza rischi. Non conoscere l'altro, e conoscere se stessi, a volte, vittoria; a volte, sconfitta. Non conoscere l'altro, né se stessi, ogni battaglia è un rischio certo.
Conosci il nemico come conosci te stesso. Se fari così, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo.
Devi apparire debole quando sei forte, e forte quando sei debole.
Educa con le arti letterarie, unifica con le arti marziali; così otterrai la vittoria.
Fondamentale in tutte le guerre è lo stratagemma.
Generalmente, il caos è il disordine esistente tra l’ultimo ordine di cui si è a conoscenza e l’ordine futuro ancora da realizzarsi.
Gli esperti nell'arte del combattere inducono gli altri a fare la prima mossa, e non vengono indotti a farla.
Gli stratagemmi militari vittoriosi dei nostri avi non possono essere tramandati in anticipo.
Gli strateghi vittoriosi hanno già trionfato, prima ancora di dare battaglia.
I guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno in guerra, mentre i guerrieri sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere.
I perdenti hanno già dato battaglia, prima ancora di cercare la vittoria.
Il comandante saggio comincia dall'analisi di se stesso. Il suo primo obiettivo non è "cosa fare", bensì "come essere". Essere semplicemente se stessi conferisce un potere spesso trascurato nello sforzo di essere qualcun altro.
Il conflitto è componente integrante della vita umana, si trova dentro di noi e intorno a noi.
Il generale esperto attacca la strategia del meno esperto. Questa è la prima cosa da fare.
Il generale esperto crea situazioni grazie alle quali non potrà essere battuto, e non si lascia sfuggire alcuna occasione di porre in condizioni di inferiorità il nemico.
Il generale esperto non va, ma fa in modo che sia il nemico a venire: non si lascia condurre da lui.
Il leader comanda con l'esempio non con la forza.
Il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio.
Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento bensì sottomettere il nemico senza combattere.
Il potere nasce solo quando tutte le condizioni si verificano contemporaneamente.
Il potere è come la contrazione della balestra; la tempestività, come lo scoccare del dardo.
Il sapere è la base di qualsiasi azione e il sapere superiore assicurerà la vittoria.
Il tempo impiegato nella ricognizione raramente è tempo sprecato.
Il territorio genera la lunghezza. La lunghezza genera il volume. Il volume genera il calcolo. Il calcolo genera il confronto. Il confronto genera la vittoria.
Il timore di un danno frena. L’azione logora. La prospettiva di un vantaggio incita.
Il valore delle operazioni militari risiede nella vittoria, non nel temporeggiare.
In battaglia, usa metodi ortodossi per affrontare il nemico. Usa metodi straordinari per ottenere la vittoria.
In linea di massima, a proposito della battaglia, l'attacco diretto mira al coinvolgimento, quello di sorpresa, alla vittoria.
In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria.
In un terreno aperto non ti accampare. In una zona di confine stringi alleanze. In una zona crocevia non restare. In un terreno chiuso elabora strategie. In un terreno di morte combatti.
L'arte della guerra consiste nello sconfiggere il nemico senza doverlo affrontare.
L'attacco migliore è quello che non fa capire dove difendersi. La difesa migliore è quella che non fa capire dove attaccare.
L'invincibilità risiede nella difesa; la possibilità di vittoria nell'attacco. Uno difende quando le sue forze sono inadeguate; ed attacca quando sono abbondanti.
L'invincibilità sta nella difesa. La vulnerabilità sta nell'attacco. Se ti difendi sei più forte. Se attacchi sei più debole.
L'obiettivo di un'operazione militare è porsi subdolamente in sintonia con le intenzioni del nemico... arrivare per primi a ciò che egli vuole, anticipare con astuzia le sue mosse. Mantenere la disciplina e uniformarsi al nemico. Così, da principio sei come una fanciulla innocente ed egli ti apre la porta; poi sei come un coniglio che corre libero e senza freni, e il nemico non riesce più a tenerti fuori.
La capacità di assicurarsi la vittoria combattendo e adeguandosi al nemico è chiamata genialità.
La configurazione tattica eccellente, dal punto di vista strategico, consiste nell'essere privi di configurazione tattica, ossia nella condizione 'senza forma'. Quando si è senza forma, neanche gli agenti segreti più profondi sono in grado di spiarci, né gli uomini più intelligenti di tramare progetti.
La cosa più complicata nelle operazioni militari sta nel conformare la propria strategia alle intenzioni del nemico.
La distruzione lascia solamente devastazione non solo per gli sconfitti, ma anche per i conquistatori.
La guerra si fonda sull’inganno.
La lotta è caotica eppure non si è soggetti al caos.
La miglior vittoria è quando l'avversario si arrende di sua propria iniziativa prima che vi siano davvero delle ostilità. È meglio vincere senza combattere.
La rabbia può trasformarsi in gioia. Il rancore può trasformarsi in delizia. Ma uno Stato estinto non può tornare a vivere, né un morto tornare in vita. Così il sovrano illuminato pondera tutto ciò e il buon generale agisce cautamente.
La strategia migliore è quella che fa fallire i piani dell'avversario; quella immediatamente successiva, fa fallire i negoziati; quella ancora successiva, fa fallire le strategie rivali; e quella più infima consiste nell’attaccare le fortezze.
La strategia si fonda sull'astuzia; è messa in moto dalla prospettiva di un guadagno; è analitica o sintetica, a seconda delle trasformazioni del nemico.
La strategia è l'affare più importante dello Stato, il terreno di vita o di morte, la via che conduce alla sopravvivenza o all’estinzione; si deve sondarla attentamente.
La strategia è la via del paradosso. Così, chi è abile, si mostri maldestro; chi è utile, si mostri inutile. Chi è affabile, si mostri scostante; chi è scostante, si mostri affabile.
La vera vittoria è la vittoria sull'aggressione, una vittoria che rispetti l’umanità del nemico rendendo così inutile un ulteriore conflitto.
La vittoria si ottiene quando i superiori e gli inferiori sono animati dallo stesso spirito.
La vittoria si ottiene quando si è preparati a ogni imprevisto. La vittoria si ottiene quando ci sono un generale capace e un sovrano che non interferisce.
Le opportunità si moltiplicano mentre vengono colte.
Le vie che portano a conoscere il successo: 1. Sapere quando si può o non si può combattere. 2. Sapersi avvalere sia di forze numerose che di forze esigue. 3. Saper infondere uguali propositi nei superiori e negli inferiori.
Lo scopo della creazione di un esercito è arrivare all'assenza di forma. La vittoria in guerra non è ripetitiva, ma adatta incessantemente la sua forma. Una forza militare non ha una formazione costante, l'acqua non ha una forma costante: la capacità di ottenere una vittoria cambiando e adattandosi a seconda dell'avversario è chiamata genio.
Non affaticarti senza motivo, serba la tua salute, risparmia le energie, raduna le forze. Definisci i tuoi piani e dirigi i movimenti dell’esercito rendendo imperscrutabile la tua strategia.
Non bisogna organizzare i propri piani in base a ciò che il nemico potrebbe fare, ma alla propria preparazione.
Non c'è mai stata una guerra protratta nel tempo che abbia portato vantaggi a una nazione.
Non cercare alleati. Non mostrarti mite. Basati sui tuoi interessi. Intimorisci il tuo avversario. Così il paese nemico potrà essere conquistato e le sue città fortificate sottomesse.
Non comunicare a nessuno il tuo schieramento e la strategia che intendi adottare.
Non contare sul mancato arrivo del nemico, ma fai affidamento sulla capacità di affrontarlo.
Non contrastare il nemico che si ritira verso casa, lascia una via d’uscita a un esercito accerchiato.Non incalzare un nemico disperato, poiché la disperazione può produrre una forza inaspettata.
Non è abile chi prevede una vittoria che chiunque potrebbe conseguire. Vincere in una battaglia universalmente considerata difficile non è vera abilità. Allo stesso modo in cui staccare un capello che cade d’autunno non significa avere molta forza. Riuscire a vedere il sole e la luna non significa avere una vista acuta. Riuscire a sentire il tuono non significa avere un udito fine. La vera abilità consiste nel vincere chi si può battere facilmente.
Offri al nemico un'esca per attirarlo; fingi disordine fra le truppe, e colpiscilo.
Ora, la forma dell'operazione militare è come quella dell'acqua. L'acqua, quando scorre, fugge le altezze e precipita verso il basso. L’operazione militare vittoriosa evita il pieno e colpisce il vuoto. Come l’acqua adegua il suo movimento al terreno, la vittoria in guerra si consegue adattandosi al nemico. L’abile condottiero non segue uno shih prestabilito e non mantiene una forma immutabile. Modificare la propria tattica adattandosi al nemico è ciò che si intende per "divino".
Per essere certo di conquistare la zona dove hai impegnato battaglia, attacca un punto che il nemico non difende. Per essere certo di tenere ciò che difendi, attestati dove il nemico non può attaccare.
Per quanto profonda sia la nostra saggezza individuale, essa non inciderà sul mondo reale, a meno che non si allei a qualche sorta di potere.
Possiamo fissarci in molti modi. Uno di questi può essere l'abitudine, i vecchi schemi di pensiero, simili a rivoletti nella sabbia attraverso i quali scorrono ostinatamente i nostri pensieri. Le buone abitudini possono essere tanto limitanti quanto quelle cattive.
Quando il nemico cerca il vantaggio, getta l'esca per ingannarlo. Quando è in confusione, attaccalo. Quando il nemico è potente, stai in guardia. Quando è forte, evitalo. Quando è infuriato, provocalo. Attaccalo quando è impreparato. Fai la tua mossa quando meno se lo aspetta.
Quando il nemico si trova a suo agio, può essere messo a disagio; quando è sazio, gli si può mettere fame; quando è stabile, può essere scosso.
Quando il nemico è unito, dividilo.
Quando le ricchezze si esauriscono, il popolo è immancabilmente oppresso da pesanti tassazioni.
Quando muovi, sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna.
Quando sei capace, fingi di essere incapace. Quando sei attivo, fingi di essere inattivo. Quando sei vicino, fingi di essere lontano. Quando sei lontano, fingi di essere vicino.
Quando vedi il nemico pronto, preparati contro di lui; ma evitalo, dove è forte.
Questi i cinque pericoli del combattente: essere troppo pronto a morire, troppo preoccupato di vivere, troppo portato dall’ira, troppo attaccato all’onore, troppo emotivo.
Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità.
Se adottiamo un punto di vista corretto, possiamo tenere sotto controllo vaste distanze, per quanto limitata sia la nostra persona.
Se chi è in minoranza persevera, determina la vittoria di un nemico più numeroso.
Se ho udito di azioni maldestre riuscite grazie alla rapidità, mai ho visto riuscire un’abile operazione che fosse anche prolungata.
Se il vostro avversario ha un carattere iroso, dovete tentare di irritarlo, se è arrogante, provate a incoraggiare la sua arroganza... Colui che è in grado di muovere il proprio avversario lo fa creando una situazione che indurrà il nemico a compiere una certa mossa; questi alletta il nemico con qualcosa che l’altro pensa di poter far suo. Tiene in movimento il nemico facendogli pendere davanti un’esca e poi attaccandolo con truppe scelte.
Se la situazione è vantaggiosa, agisci. Se non lo è, fermati.
Se non conosci il nemico, ma conosci soltanto te stesso, le tue possibilità di vittoria saranno pari alle tue possibilità di sconfitta.
Se non conosci te stesso, né conosci il tuo nemico, sii certo che ogni battaglia sarà per te fonte di pericolo gravissimo.
Se non si conoscono i piani dei signori vicini, non si possono stringere alleanze; se non si conosce la conformazione di monti e foreste, paesaggi pericolosi e acquitrini, non si possono muovere eserciti. Si rifletta con cura prima di muoversi; vince chi per primo conosce le strategie dirette e indirette.
Se qualcuno mi chiede: Rispondo:
Se sei capace, fingi incapacità; se sei attivo, fingi inattività.
Se sei lontano dal nemico, fagli credere di essere vicino.
Se vuoi attaccare in un punto vicino, simula di dover partire per una lunga marcia; se vuoi attaccare un punto lontano, simula di essere arrivato presso il tuo obbiettivo.
Si attacca con la forza frontale, ma si vince con quelle laterali.
Si può sapere come vincere, senza necessariamente vincere.
Sii veloce come il vento; lento come una pianta; aggressivo come il fuoco; immobile come una montagna; inconoscibile come lo yin; irruento come il tuono.
Solo valutando tutto esattamente si può vincere, con cattive valutazioni si perde. Quanto esigue sono le probabilità di vittoria di chi non fa alcun calcolo!
Soltanto coloro che calcolano molto vinceranno; coloro che calcolano poco non vinceranno e tanto meno vinceranno coloro che non calcolano affatto.
Tutti possono vedere la mie tattiche, nessuno può conoscere la mia strategia.
Tutto ciò che ci è necessario è la nostra intelligenza di uomini, l’attenzione al momento presente e l’apertura al mondo.
Un esercito confuso conduce all'altrui vittoria.
Un esercito senza equipaggiamento è perduto. Senza grano e cibo è perduto. Senza rifornimenti è perduto. Perciò, se non conosci i piani dei sovrani vicini, non puoi stringere alleanze con loro. Se non conosci la forma delle montagne e delle foreste, dei burroni e delle gole, delle paludi e degli acquitrini, non puoi mobilitare l’esercito. Se non ricorri alle guide locali, non puoi sfruttare il vantaggio del terreno. E così, nelle operazioni militari ci si basa sull’astuzia, si agisce a seconda delle circostanze, si operano trasformazioni dividendo e unendo.
Un esercito vittorioso prima vince, poi dà battaglia; un esercito destinato alla sconfitta prima dà battaglia, poi spera di vincere.
Un risultato superiore consiste nel conquistare intero e intatto il paese nemico. Distruggerlo costituisce un risultato inferiore.
Un sovrano non deve mai portare le sue armate all'ira, un capo non avvierà mai una guerra con il furore.
Una guida coerente permette agli uomini di sviluppare la fiducia che il loro ambiente sia onesto e affidabile, e che valga la pena combattere per esso.
Una volta che si conosce il nome di qualcosa, si può coglierne l'essenza, acquisendo una conoscenza completa della situazione. Allora sarà facile individuare la grande varietà di risposte a nostra disposizione.
Una volta colte, le opportunità si moltiplicano.
È di suprema importanza sconvolgere la strategia del nemico, in secondo luogo spezzare le sue alleanze, in terzo luogo attaccare il suo esercito. La scelta peggiore è assediare le città fortificate.
È suadente sottovalutare un nemico ma è anche spesso fatale.