Passione

Aforismi

Umberto Eco

Appellarsi invece al popolo significa costruire un figmento: siccome il popolo in quanto tale non esiste, il populista è colui che si crea una immagine virtuale della volontà popolare.
Avevo sempre creduto che la logica fosse un'arma universale e mi accorgevo ora di come la sua validità dipendesse dal modo in cui la si usava. D'altra parte, frequentando il mio maestro mi ero reso conto, e sempre più me ne resi conto nei giorni che seguirono, che la logica poteva servire a molto a condizione di entrarci dentro e poi di uscirne.
C'è una lussuria del dolore, come c'è una lussuria dell'adorazione e persino una lussuria dell'umiltà.
Certo ci sono bibliofili che collezionano a soggetto e persino leggono i libri che accumulano. Ma per leggere tanti libri basta essere topo di biblioteca. Il bibliofilo, invece, anche se attento al contenuto, vuole l’oggetto, e che possibilmente sia il primo uscito dai torchi dello stampatore.
Chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera.
Chi ride è malvagio solo per chi crede in ciò di cui si ride.
Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.
Ciascuno di noi ogni tanto è cretino, imbecille, stupido o matto. Diciamo che la persona normale è quella che mescola in misura ragionevole tutte queste componenti, questi tipi ideali.
Come non cadere in ginocchio davanti l'altare della certezza.
Credo che si diventi quel che nostro padre ci ha insegnato nei tempi morti, mentre non si preoccupava di educarci. Ci si forma su scarti di saggezza.
Democrazia è anche accettare una dose sopportabile di ingiustizia per evitare ingiustizie maggiori.
Di qualsiasi cosa i mass media si stanno occupando oggi, l'università se ne è occupata venti anni fa e quello di cui si occupa oggi l'università sarà riportato dai mass media tra vent'anni. Frequentare bene l'università vuol dire avere vent'anni di vantaggio.
E tu scopri che il mondo deve essere pieno di cose meravigliose e per conoscerle tutte, visto che la vita non ti basterà a percorrere tutta la terra, non rimane che leggere tutti i libri.
Ecco, forse l'unica vera prova della presenza del diavolo è l'intensità con cui tutti in quel momento ambiscono saperlo all'opera.
Essere colti non significa ricordare tutte le nozioni, ma sapere dove andare a cercarle.
Fare una tesi significa divertirsi e la tesi è come il maiale, non se ne butta via niente.
Forse il compito di chi ama gli uomini è di far ridere della verità, fare ridere la verità, perché l'unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità.
Gli intellettuali non risolvono le crisi, ma le creano.
Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa.
I deboli sono carne da macello da usare quando servono a mettere in crisi il potere avverso e da sacrificare quando non servono più.
I giornali non sono fatti per diffondere ma per coprire le notizie.
I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti a indagine. Di fronte a un libro non dobbiamo chiederci cosa dica ma cosa vuole dire.
I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare.
I libri sono un'assicurazione sulla vita, una piccola anticipazione di immortalità. All'indietro anziché in avanti.
Il bello di un procedimento scientifico è che esso non fa mai perdere tempo agli altri: anche lavorare sulla scia di una ipotesi scientifica per scoprire poi che bisogna confutarla significa avere fatto qualcosa di utile sotto l'impulso di una proposta precedente.
Il bene di un libro sta nell'essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.
Il cinema è un alto artificio che mira a costruire realtà alternative a spese di quella fattuale, che gli provvede solo il materiale grezzo.
Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti.
Il giornalista è uno storico del presente, ma non sempre i buoni libri di storia si scrivono in un giorno, spesse volte in un'ora, spesse volte in un minuto.
Il libro, creando un pubblico, produce lettori che a loro volta lo condizioneranno.
Il qualunquismo è una tara congeniale alla nostra cultura.
Il riso squassa il corpo, deforma i lineamenti del viso, rende l'uomo simile alla scimmia.
Il vero è tanto più gradito quanto sia ispido di difficoltà, e più stimata è la rivelazione che assai ci sia costata.
Imponendo un contegno esteriore, gli abiti sono artifici semiotici ovvero macchine per comunicare.
In fondo la gaffe nasce sempre da un atto di sincerità non mascherata; quando la sincerità è voluta non si ha gaffe ma sfida e provocazione.
Internet è come un immenso magazzino (di informazioni), ma non può costituire di per sé la memoria.
Io ho il diritto di scegliere la mia morte per il bene degli altri.
L'amore vero vuole il bene dell'amato.
L'aria fresca della sera è il respiro del vento che si addormenta placido tra le braccia della notte.
L'assenza è all'amore come il vento al fuoco: spegne il piccolo, fa avvampare il grande.
L'eroe vero è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco come tutti.
L'odio riscalda il cuore.
L'opera d’arte è sempre una confessione.
L'umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, per sbaglio, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull'autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli.
L'umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia.
L'uomo, abbandonato a se stesso, è troppo cattivo per essere libero.
La bellezza del cosmo è data non solo dalla unità nella varietà, ma anche dalla varietà nell'unità.
La comicità è la percezione dell'opposto, del diverso; l'umorismo ne è il sentimento.
La creazione, anche se produce l'errore, si dà sempre per amore di qualcuno che non siamo noi.
La filosofia è sempre una forma di alto dilettantismo, in cui qualcuno, per tanto che abbia letto, parla sempre di cose su cui non si è preparato abbastanza.
La giustizia non è mossa dalla fretta... e quella di Dio ha secoli a disposizione.
La mentalità magica vede solo un processo, il cortocircuito sempre trionfante tra la causa presunta e l'effetto sperato.
La paura di morire dà fiato ai ricordi.
La presenza sminuisce la fama, mentre la lontananza l'accresce: le qualità perdono lucentezza se si toccano troppo, mentre la fantasia giunge più lontano della vista.
La prima qualità di un onest'uomo è il disprezzo della religione, che ci vuole timorosi della cosa più naturale del mondo, che è la morte, odiatori dell'unica cosa bella che il destino ci ha dato, che è la vita, e aspiranti a un cielo dove di eterna beatitudine vivono solo i pianeti, che non godono né di premi né di condanne, ma del loro moto eterno, nelle braccia del vuoto.
La saggezza non sta nel distruggere gli idoli, sta nel non crearne mai.
La scuola deve insegnare ad analizzare e discutere i parametri su cui si reggono le nostre affermazioni passionali.
La stampa deve diventare sempre più storiografia dell'istante.
La superstizione porta sfortuna.
La verità è una giovinetta tanto bella quanto pudica e perciò va sempre avvolta nel suo mantello.
Lascia parlare il tuo cuore, interroga i volti, non ascoltare le lingue.
Le opere letterarie ci invitano alla libertà dell'interpretazione, perché ci propongono un discorso dai molti piani di lettura e ci pongono di fronte alle ambiguità e del linguaggio e della vita.
Lo stupido può anche dire una cosa giusta, ma per ragioni sbagliate.
Lo stupido è insidiosissimo. L'imbecille lo riconosci subito, mentre lo stupido ragiona quasi come te, salvo uno scarto infinitesimale.
Ma l'esibizionista (tale il suo dramma) non ci consente di ignorare la sua vergogna.
Ma poi mi rendo conto che il problema della Stupidità ha la stessa valenza metafisica del problema del Male, anzi di più: perché si può persino pensare che il male si annidi come possibilità rimossa del seno stesso della Divinità, ma la Divinità non può ospitare e concepire la Stupidità.
Mentire riguardo al futuro produce la storia.
Nella grande sapienza c'è grande dolore, chi aumenta il proprio sapere, aumenta il proprio dolore.
Non c'è maggior successo che l'incontro piacevole tra due fallimenti.
Non sempre un'impronta ha la stessa forma del corpo che l'ha impressa e non sempre nasce dalla pressione di un corpo. Talora riproduce l'impressione che un corpo ha lasciato nella nostra mente, è impronta di una idea. L'idea è segno delle cose, e l'immagine è segno dell'idea, segno di un segno. Ma dall'immagine ricostruisco, se non il corpo, l'idea che altri ne aveva.
Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie.
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Nulla è più fugace della forma esteriore, che appassisce e muta come i fiori di campo all'apparire dell'autunno.
Ogni cultura assimila elementi di culture vicine o lontane, ma poi si caratterizza per il modo in cui li fa propri.
Ora penso invece che il mondo sia un enigma benigno, che la nostra follia rende terribile perché pretende di interpretarlo secondo la propria verità.
Per me l'uomo colto è colui che sa dove andare a cercare l'informazione nell'unico momento della sua vita in cui gli serve.
Per non apparire sciocco dopo, rinuncio ad apparire astuto ora. Lasciami pensare sino a domani, almeno.
Perché un angolo retto misura novanta gradi? Domanda mal posta: lui non misura niente, sono gli altri che misurano lui.
Poiché nessuno pensa che le sue sventure possano essere attribuite a una sua pochezza, ecco che dovrà individuare un colpevole.
Qualcuno ha detto che il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie: chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera, e i bastardi si richiamano sempre alla purezza della loro razza. L'identità nazionale è l'ultima risorsa dei diseredati.
Quand'anche Gesù fosse per assurdo un personaggio inventato dagli uomini, il fatto che abbia potuto essere immaginato da noi bipedi implumi, di per sé sarebbe altrettanto miracoloso (miracolosamente misterioso) del fatto che il figlio di un Dio si sia veramente incarnato. Questo mistero naturale e terreno non cesserebbe di turbare e ingentilire il cuore di chi non crede.
Quando entra in gioco il possesso delle cose terrene, è difficile che gli uomini ragionino secondo giustizia.
Quando i veri nemici sono troppo forti, bisogna pur scegliere dei nemici più deboli.
Quando il terrorismo perde, non solo non fa la rivoluzione ma agisce come elemento di conservazione, ovvero di rallentamento dei processi di cambiamento.
Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia.
Quando la protesta, interpretando così a fondo i sospetti dell'uomo medio, si esercita contro tutto, siamo nel pieno di quella tecnica demagogica che si chiama qualunquismo.
Quando si vive coltivando speranze impossibili si è già un perdente.
Quelli della generazione del sessantotto pensavano che la rivoluzione fosse un caffè istantaneo.
Quello che esce indenne dal riso è valido. Quello che crolla doveva morire.
Questo è il bello dell'anarchia di Internet. Chiunque ha diritto di manifestare la propria irrilevanza.
Sa che si può essere ossessionati dal rimorso tutta la vita, non per aver scelto l'errore, di cui almeno ci si può pentire, ma per essersi trovati nell'impossibilità di provare a sé stessi che non si sarebbe scelto l'errore.
Scoprii che più amara della morte è la donna, che è come il laccio dei cacciatori, il suo cuore è come una rete, le sue mani funi.
Scrivere un libro senza preoccuparsi della sua sopravvivenza sarebbe da imbecilli.
Se gli uomini vedessero quello che è sotto la pelle, così come accade con la lince di Beozia, rabbrividirebbero alla visione della donna.
Se mai fossi saggio, lo sarei perché so essere severo.
Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.
Si deve smantellare la serietà degli avversari con il riso, e il riso avversare con la serietà.
Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo.
Si possono dire le cose sbagliate, basta che le ragioni siano giuste.
Si pubblicano molti libri di stupidi perché di primo acchito ci convincono. Il redattore editoriale non è tenuto a riconoscere lo stupido. Non lo fa l'accademia delle scienze, perché dovrebbe farlo l'editoria?
Si può essere colti sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro. Dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai. Ma proprio per questa ragione essi sono gli unici che non avranno mai preoccupazioni di questo genere.
Si può essere ossessionati dal rimorso tutta la vita, non per aver scelto l'errore, di cui almeno ci si può pentire, ma per essersi trovati nell'impossibilità di provare a sé stessi che non si sarebbe scelto l'errore.
Spesso sono gli inquisitori a creare gli eretici.
Sì, c'è una lussuria del dolore, come c'è una lussuria dell'adorazione e persino una lussuria dell'umiltà. Se bastò così poco agli angeli ribelli per mutare il loro ardore d'adorazione e umiltà in ardore di superbia e di rivolta, cosa dire di un essere umano?
Tale è la forza del vero che, come il bene, è diffusivo di sé.
Talora uno scrittore, per dire troppo, diventa più comico dei suoi personaggi.
Tutte le eresie sono bandiera di una realtà dell'esclusione. Gratta l'eresia, troverai il lebbroso. Ogni battaglia contro l'eresia vuole solamente questo: che il lebbroso rimanga tale.
Tutti aspiriamo al meglio ma abbiamo imparato che talora il meglio è nemico del bene, e dunque negoziando si deve scegliere il meno peggio.
Un monaco dovrebbe certo amare i suoi libri con umiltà, volendo il ben loro e non la gloria della propria curiosità: me quello che per i laici è la tentazione dell'adulterio e per gli ecclesiastici regolari è la brama di richezze, questa per i monaci è la seduzione della conoscenza.
Un romanzo è una macchina per generare interpretazioni.
Un sogno é come un libro sacro, e molti di questi non sono altro che sogni.
Una delle prime e più nobili funzioni delle cose poco serie è quella di gettare un'ombra di diffidenza sulle cose troppo serie.
Una dose di vittimismo è indispensabile per non galvanizzare gli avversari.
Una volta un tale che doveva fare una ricerca andava in biblioteca, trovava dieci titoli sull'argomento e li leggeva; oggi schiaccia un bottone del suo computer, riceve una bibliografia di diecimila titoli, e rinuncia.
Uno dei malintesi che dominano la nozione di biblioteca è che si vada in biblioteca per cercare un libro di cui si conosce il titolo. In verità accade sovente di andare in biblioteca perché si vuole un libro di cui si conosce il titolo, ma la principale funzione della biblioteca, almeno la funzione della biblioteca di casa mia e di qualsiasi amico che possiamo andare a visitare, è di scoprire dei libri di cui non si sospettava l'esistenza, e che tuttavia si scoprono essere di estrema importanza per noi.
Vedevo il volto di un uomo esposto alla gogna, spiato in ogni piega del labbro, esposto al ludibrio di milioni di spettatori. Questo tipo di gogna vale un ergastolo.
Vedi, un tempo ho tentato di ribellarmi ai signori, ora li servo e per il signore di queste terre comando a quelli come me. O ribellarsi o tradire, è data poca scelta a noi semplici.
Viene un momento in cui qualcosa si spezza dentro, e non si ha più né energia né volontà. Dicono che bisogna vivere, ma vivere è un problema che alla lunga conduce al suicidio.
È bello qualcosa che, se fosse nostro, ci rallegrerebbe, ma che rimane tale anche se appartiene a qualcun altro.
È difficile individuare lo stupido. Uno stupido può prendere anche il premio Nobel.
È sempre meglio che chi ci incute paura abbia più paura di noi.
È vero che la tecnologia ci promette delle macchine con cui potremmo esplorare via computer le biblioteche di tutto il mondo, sceglierci i testi che ci interessano, averli stampati in casa in pochi secondi, nei caratteri che desideriamo a seconda del nostro grado di presbiopia e delle nostre preferenze estetiche, mentre la stessa fotocopiatrice ci fascicola i fogli e ce li rilega, in modo che ciascuno possa comporsi delle opere personalizzate. E allora? Saranno scomparsi i compositori, le tipografie, le rilegatorie tradizionali, ma avremmo tra le mani, ancora e sempre, un libro.