Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista.
Chi non fa economia, andrà in agonia.
Chi non s'intende di economia non capisce affatto la storia.
Chissà se l'economia politica sarà una scienza esatta, si chiedeva un disoccupato squattrinato.
Come possiamo sapere quando l'esuberanza irrazionale ha illecitamente aumentato i valori dell'attivo?
Contrattare su ogni oncia nell'acquistare può non ridurre il proprio costo del capitale.
Economia. Fare a meno del necessario per risparmiare denaro e comprare il superfluo.
Esiste nelle scienze economiche una importante tradizione, attualmente dominante, soprattutto in macroeconomia, secondo la quale il mercato del lavoro è, da tutti i punti di vista, eguale a qualunque altro mercato.
Fondamento dell'economia politica ed in generale di ogni scienza sociale è evidentemente la psicologia.
Gli economisti non avanzano previsioni perché sono in grado di farle, ma soltanto perché qualcuno le richiede.
Gli economisti sono dei chirurghi che posseggono un ottimo scalpello e un bisturi sbrecciato: lavorano a meraviglia sul morto e martirizzano il vivo.
Gli uomini non capiscono che l'economia è una grande rendita.
Gli uomini si riprendono assai meglio dalle delusioni amorose che da quelle economiche.
I disastri economici iniziano con la filosofia del fare di meno e volere di più.
I guadagni possono essere modellabili come creta quando un ciarlatano guida la società che li dichiara.
Il capitale è denaro, il capitale sono le merci. Essendo un valore in virtù di ciò, ha acquisito la segreta abilità di aggiungere valore a sé stesso. Genera risultati attivi, o, almeno, depone uova d'oro".
Il fattore chiave che determinerà il tuo futuro finanziario non è l'economia; il fattore chiave è la tua filosofia.
Il fine dello studio dell'economia non è acquisire una serie di soluzioni bell'e pronte per i problemi economici, ma imparare a non lasciarsi ingannare dagli economisti.
Il potere politico o economico o burocratico accresce il potenziale nocivo di una persona stupida.
Il prezzo è quello che paghi. Il valore è quello che ottieni.
Il primo passo di ogni economia dev'essere quello di accendere l’interruttore della creatività di ogni persona.
In economia politica come in morale, la parte riservata all'investigazione scientifica è quanto mai ristretta; preponderante, invece, quella dell'arte.
In economia, gran parte della saggezza consiste nel sapere ciò che non sai.
In economia, gran parte della saggezza consiste nel sapere ciò che non sai.
In economia, speranza e fede coesistono con delle grandi pretese scientifiche e con un profondo desiderio di rispettabilità.
In genere nei periodi di crisi i poveri diventano molto abili in economia, ma i veri economisti rimangono comunque i ricchi.
In un'economia di conoscenza, un buon affare è una comunità con uno scopo, non una proprietà.
Insegna ad un pappagallo i termini "domanda e offerta" ed avrai un economista.
Io domando agli economisti politici, ai moralisti, se hanno già calcolato il numero di individui che è giocoforza condannare alla miseria, al lavoro spropositato, alla demoralizzazione, all'infanzia, all'ignoranza nella crapula, alla sventura invincibile, alla penuria assoluta, per produrre un ricco.
L'economia dipende dagli economisti quanto il tempo dipende dai meteorologi.
L'economia genera risultati noiosi per mezzo di un processo noioso.
L'economia in questo pianeta è naturalmente soggetta agli sbalzi di questo genere primario: qui la mancanza di investimenti si chiama stipsi, e l'inflazione si chiama diarrea. Speriamo di mantenere il tetto della diarrea sotto il dieci per cento, dicono i governanti. E poi scoppiano gli scandali, e si scopre che segretamente i governanti prendevano quintali di merda dagli industriali e chiudevano un occhio sul contrabbando di merda all'estero.
L'economia moderna non si occuperà più di ridistribuzione della ricchezza e comincerà a preoccuparsi della ridistribuzione del tempo e delle opzioni.
L'economia politica liberale è stata uno dei migliori esempi di utopia che si possa citare. Ci si era immaginati una società dove tutto sarebbe stato ricondotto a tipi commerciali, sotto la legge della più perfetta concorrenza; oggi ci si rende conto che questa società ideale sarebbe tanto difficile a realizzarsi quanto quella di Platone.
L'economia è estremamente utile come forma d'impiego per gli economisti.
L'economia è idealismo nella sua forma più pratica.
L'economia è il mezzo, l'obiettivo è quello di cambiare il cuore e l'anima.
L'economia è per i poveri; i ricchi possono farne a meno.
L'economia è un modo di spendere denaro senza ottenere alcun piacere da esso.
L'economista non farebbe l'economista, ma vivrebbe di rendita, se conoscesse l'arte di prevedere.
L'economista è il fiduciario di una civiltà possibile e se gli interessi costituiti prevalgono sulle idee, tuttavia l'economista deve stare attento alle idee.
L'economista è un rappresentante ideologico del capitalista.
L'unica funzione delle previsioni economiche è quella di far apparire
rispettabile l'astrologia.
La manifattura globale è diventata agnostica nei confronti dei volumi.
La nostra economia dai bisogni è passata a soddisfare i nostri desideri.
La nostra società ha legato il suo destino a un'organizzazione fondata sull'accumulazione illimitata. Questo sistema è condannato alla crescita. Non appena la crescita rallenta o si ferma è la crisi, il panico.
La nostra sovracrescita economica si scontra con i limiti della finitezza della biosfera. La capacità rigeneratrice della terra non riesce più a seguire la domanda: l'uomo trasforma le risorse in rifiuti più rapidamente di quanto la natura sia in grado di trasformare questi rifiuti in nuove risorse.
La parola d'ordine della decrescita ha soprattutto lo scopo di sottolineare con forza la necessità dell'abbandono dell'obiettivo della crescita illimitata, obiettivo il cui motore è essenzialmente la ricerca del profitto da parte dei detentori del capitale, con conseguenze disastrose per l'ambiente e dunque per l'umanità.
La prima fase del dominio dell’economia sulla vita sociale aveva comportato nella definizione di ogni realizzazione umana una evidente degradazione dall’essere in avere.
La ragione è dietro alla cinica crudeltà dell’economia che fa credere ai poveri che un giorno potranno essere ricchi mentre il mondo in verità si sta sempre più spaccando fra chi ha sempre di più e chi ha sempre di meno.
La religione e l'arte crescono dalla stessa radice e sono parenti stretti. L'economia e l'arte sono delle estranee.
La sobrietà non è soltanto una virtù di cui il sistema economico e produttivo basato sulla crescita del prodotto interno lordo ha voluto cancellare accuratamente ogni traccia perché non se ne serbasse nemmeno la memoria nel giro di una generazione, ma è, soprattutto una manifestazione di intelligenza e di autonomia di pensiero.
La sola cosa che può consolare della ricchezza è l’economia.
La sola funzione delle previsioni in campo economico è quella di rendere persino l'astrologia un po' più rispettabile.
La spesa pubblica in deficit è semplicemente uno schema per la confisca della ricchezza. L'oro impedisce la strada a questo insidioso processo.
La storia non è stata gentile con le conseguenze di lunghi periodi di bassi premi di rischio.
Le forze che determinano lo stato, perennemente mutevole, del mercato sono i giudizi di valore degli individui e le azioni dirette dai loro giudizi di valore.
Lo spreco è il carburante che accende la contraddizione, la contraddizione mette in moto l’economia, e un’economia fiorente produce a sua volta nuovi sprechi.
Lo studio della moneta, sopra tutti gli altri settori dell'economia, è quello in cui la complessità viene usata per nascondere la verità o per evaderla, non per rivelarla.
Mentre le funzioni economiche un tempo rappresentavano solo una parte secondaria, esse ora stanno al primo posto. Di fronte a loro vediamo arretrare sempre più le funzioni militari, amministrative, religiose.
Molte persone, vedono l'impresa privata, come una tigre feroce, da uccidere subito. Altre invece, come una mucca da mungere. Pochissime la vedono com'è in realtà: un robusto cavallo che, in silenzio, traina un pesante carro.
Nel capitalismo l'attività economica, il successo, i guadagni materiali diventano fini in se stessi. Diventa destino dell'uomo contribuire allo sviluppo del sistema economico, accumulare il capitale non per la propria felicità o salvezza, ma come fine in sé. L'uomo diventa un semplice ingranaggio dell'immensa macchina economica.
Nel nostro tempo la sventura consiste nell'analfabetismo economico, così come l'incapacità di leggere la semplice stampa era la sventura dei secoli precedenti.
Nel sistema economico liberale si produce di più che in quello socialista. Il surplus non favorisce solo i proprietari. Ecco quindi che, secondo il liberalismo, combattere gli errori del socialismo non è affatto interesse esclusivo dei ricchi.
Nella strana, semplice economia del mondo si ottiene solo ciò che si dà, e per quelli che non hanno abbastanza immaginazione per penetrare la semplice esteriorità delle cose e se ne dispiacciono, quale pietà può esserci se non quella del disprezzo?
Non appena la libertà economica che l'economia di mercato concede ai suoi membri è rimossa, tutte le libertà politiche e le carte dei diritti diventano inganno.
Non ci può essere economia dove non c'è efficienza.
Non ci può essere libertà se non c'è libertà economica.
Non consiste tanto la prudenza dell'economia nel sapersi guardare dalle spese, perché sono molte volte necessarie, quanto in sapere spendere con vantaggio.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del Paese sulla base del prodotto interno lordo. Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Non puoi fare una buona economia con una cattiva etica.
Non si può giudicare solo dal punto di vista politico ed economico se un sistema economico e politico sia tale da promuovere la causa della libertà umana. Il solo criterio per misurare il grado in cui la libertà venga realizzata è l'esistenza o meno di una partecipazione attiva dell'individuo alla determinazione della sua vita e di quella della società, e questo non solo attraverso l'atto formale del votare, ma anche nella sua attività quotidiana, nel suo lavoro e nei suoi rapporti con gli altri.
Oggi l'economia è fatta, per costringere tanta gente, a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che da soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente.
Oggi la nostra teologia è l'economia.
Ogni individuo si sforza di impiegare il proprio capitale in modo che il suo prodotto possa essere di grandissimo valore. Generalmente non intende né promuovere il pubblico interesse, né sa quanto lo sta promuovendo. Si prefigge solo la sua sicurezza, solo il suo guadagno. In ciò è guidato da una mano invisibile per prefiggersi un fine, che non ha nessun interesse della sua intenzione. Perseguendo il suo interesse spesso promuove quello della società più efficacemente di quando realmente intenda promuoverlo.
Paradigma dell'economista è non spacciarsi da profeta.
Quando un processo economico diventa troppo noioso per parlarne, è probabile che allora stia iniziando a funzionare.
Quant'è triste vedere un padre con dei soldi e senza gioia. L'uomo ha studiato l'economia, ma non ha mai studiato la felicità.
Se tutti gli economisti fossero stesi uno accanto all’altro, non raggiungerebbero una conclusione.
Senza economie nessuno potrà essere mai ricco. Facendo economie pochi saranno poveri.
Senza valori e obblighi morali comunemente condivisi e ampiamente radicati, né la legge, né il governo democratico, nemmeno l'economia di mercato funzioneranno correttamente.
Un economista è qualcuno che vede qualcosa funzionare nella pratica e chiede se potrebbe funzionare in teoria.
Un economista è un esperto che saprà domani perché le cose che ha predetto
ieri non sono successe oggi.
Un'economia di servizi è buona cosa, ma eliminate la manifattura e diventate una nazione di banchieri, camerieri e guide turistiche.
Una giusta economia non dimentica mai che non sempre si può risparmiare; chi vuol sempre risparmiare è perduto.
È possibile parlare di solidarietà e che “siamo tutti uniti”, in un’economia basata sulla concorrenza spietata? Fin dove arriva la nostra fratellanza?
È un'assurdità sottoporre l'educazione alle leggi dell'economia, quando invece dovrebbe essere l'economia ad essere sottoposta alle leggi dell'educazione.