A che serve questo circolo vizioso di dolore, di violenza, di paura? Deve avere uno scopo, altrimenti il nostro universo è governato dal caso, il che è impensabile. Ma quale? Questo è l'immenso, sempiterno interrogativo al quale la mente umana è ancora lontanissima dal poter dare una risposta.
Ad ogni sistema autocratico fondato sulla violenza fa sempre seguito la decadenza, perché la violenza attrae inevitabilmente. Il tempo ha dimostrato che a dei tiranni illustri succedono sempre dei mascalzoni.
Aiutare a ogni costo uno che non te lo chiede è una forma di violenza. In realtà lo stai facendo per te stesso più che per l’altro.
Anche quando fa giustizia, la violenza è ingiusta.
Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente vincere l’odio con l’amore, la menzogna con la verità, la violenza con l’abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nell’educazione di un bambino.
Ben pochi uomini sarebbero crudeli se avessero avuto una saggia educazione, se non fossero vissuti in un clima di violenza.
Bisogna comprendere che la violenza volta le spalle alla speranza. Bisogna preferirle la speranza, la speranza della non-violenza. È la strada che dobbiamo imparare a seguire.
C'è nel cuore una forza intrinseca che gli dà forza contro la violenza esterna. Ogni colpo che lo scuote serve a indurirlo contro il colpo futuro; come il lavoro continuo indurisce la pelle delle mani e ne rafforza i muscoli invece di indebolirli.
Cercare la speranza e farla crescere, coltivarla in noi stessi e in chi ci sta vicino, non arrendersi a ciò che adesso la società ci impone, alla sua volgarità, alla sua violenza, ma vedere tra queste cose dei segnali di cambiamento, custodirli e alimentarli come nell'antica Roma le Vestali custodivano il fuoco. Senza sonno né distrazione.
Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.
Chi lavora con l'ascia non può fare se non lavori grossi. Le operazioni più delicate della vita non si possono eseguire con ira e con violenza.
Chi non ha i nomi per la sofferenza la agisce, la esprime volgendola in violenza, con conseguenze spesso tragiche.
Chi si abbandona a gesti violenti accresce la sua rabbia; chi non controlla i segni della paura prova ancora più paura.
Chi è nell'errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza.
Chiamo violenza un'audacia in riposo innamorata dei pericoli.
Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, è l'indifferenza dei buoni.
Coloro che credono nell'uomo quale è, e non hanno dunque abbandonato la speranza di vincere la violenza e l'irrazionalità, devono esigere che a ogni uomo sia dato il diritto di organizzare autonomamente la propria vita, nella misura in cui ciò è compatibile con gli eguali diritti degli altri.
Coloro che non agiscono in alcun modo diventano in realtà un motivo di vergogna e un pretesto per la violenza.
Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza.
Con la violenza puoi uccidere colui che odi, ma non uccidi l'odio. La violenza aumenta l'odio e nient'altro.
Cosi la violenza, come la debilità dello spirito, hanno spesso un effetto medesimo: la sterilità.
Dalla violenza non viene mai niente di buono.
Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non partecipando a qualcosa che crediamo sia sbagliato.
Dubbio è alla base di ogni democrazia, mentre la fede è pur sempre matrice di violenza.
E in che cosa consiste fondamentalmente un modo civilizzato di comportarsi? Consiste nel ridurre la violenza. È questa la funzione principale della civilizzazione ed è questo lo scopo dei nostri tentativi di migliorare il livello di civiltà delle nostre società.
Ecco un piccolo, bel modo per fare qualcosa contro la violenza: decidere di non mangiare più altri esseri viventi.
Fonte di vita è la bocca del giusto, la bocca degli empi nasconde violenza.
Gioie violente hanno fini violente. Muoiono nel loro trionfo, come la polvere da sparo e il fuoco che si consumano al primo bacio. Il miele più dolce diventa insopportabile per la sua eccessiva dolcezza: assaggiato una volta, ne passa per sempre la voglia. Amatevi dunque moderatamente, così dura l'amore.
I violenti non muoiono di morte naturale.
Il contrario della violenza non è il pacifismo, è l'intelligenza.
Il diritto a manifestare in maniera non violenta è un pilastro irrinunciabile della democrazia, come lo sono il pluralismo e la tolleranza. Non ci può essere alternativa alla via del dialogo e del confronto. Il dialogo è, in realtà, lo strumento dei forti. Il ricorso alla forza o alla violenza è spesso espressione di debolezza.
Il distintivo del violento è la sua arma: lancia o spada o fucile. Lo scudo del nonviolento è Dio.
Il dominio naturale ha Comunità naturale; il violento, violenta.
Il fanatico è convinto di possedere la verità, e questo gli dà la forza di imporla, in genere usando la violenza. Ciò comporta l'eclissi dell'intelligenza, il trionfo della passione sulla ragione.
Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza.
Il mare è un ristagno di pace violenta.
Il più grande problema del mondo d’oggi è la violenza incontrollata.
Il potere acquistato con la violenza è mera usurpazione e dura solo finché la forza di chi comanda prevale su quella di coloro che obbediscono; sicché, se questi ultimi diventano a loro volta i più forti e si scrollano di dosso il giogo, lo fanno con altrettanto diritto e giustizia di chi l'aveva loro imposto. La stessa legge che ha fondato l'autorità la distrugge; è la legge del più forte.
Il potere e la violenza sono tutt'uno.
Il sentiero della nonviolenza richiede molto più coraggio di quello della violenza.
Il tennis è una combinazione perfetta di gesti violenti inseriti in un contesto di totale tranquillità.
Il violento, il dogmatico, l'intransigente sono anche persone stupide: basta fargli credere che hanno ragione.
In definitiva, così nella storia come nella vita privata, la violenza non chiama che violenza, la frode non chiama che frode. L'uomo, entrato nel movimento del circolo, non ne esce più se non per qualche preveduto e perciò immorale incidente.
In questo mondo di guerra e violenza anche i fiori piangono... e noi continuiamo a credere che sia rugiada.
In televisione, a parte le disgrazie, la violenza, la vanità e la stupidità, tutto è falso.
In un mondo in cui il cambiamento è continuo ed inevitabile, il bisogno di raggiungere questo cambiamento senza l'uso della violenza è essenziale per la sopravvivenza.
L'affabilità di certa gente è assai più pericolosa della violenza di individui meno raffinati.
L'anima attraversa momenti di estrema violenza; sente la forza schiacciante del nemico e la sua congenita debolezza.
L'intolleranza è responsabile della cattiveria, delle violenze, del terrore e dei dolori che torturano il mondo.
L'ostinazione delle autorità costituite cresce di pari passo con la violenza e la stravaganza degli oppositori, e danno tutta la colpa alla follia e agli sbagli che loro stesse hanno provocato o aggravato.
L'ubriachezza non origina i vizi, ma li mette in luce: è allora che l'uomo libidinoso non aspetta nemmeno di entrare in camera da letto, ma soddisfa subito le sue voglie; che l'impudico rivela apertamente i suoi istinti morbosi; che l'insolente non tiene più a freno la lingua e le mani. Cresce la superbia dell'arrogante, la crudeltà del violento, la malevolenza dell'invidioso; ogni vizio viene fuori ingigantito.
L'uomo è un animale addomesticato che per secoli ha comandato sugli altri animali con la frode, la violenza e la crudeltà.
La bontà, che non è mai bonacciona, è difficile perché presuppone la forza di fare i conti con la complessità del reale, in cui coesistono bene e male, fraternità e violenza.
La civiltà e la violenza sono concetti antitetici.
La democrazia è l'espressione di una società aperta, basata sull'esercizio critico della ragione umana, e quindi su un continuo perfezionamento di determinate istituzioni, senza ricorso ad atti di violenza.
La guerra è figlia della violenza che a sua volta è figlia della forza fisica, e il trinomio non partorisce che scelleratezze.
La guerra è solo un triste espediente per affermare il proprio diritto con la violenza.
La legge ingiusta è in sè e per sè una specie di violenza. A maggior ragione lo è il venire arrestati per averla infranta.
La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà. La scienza ci ha trasformato in cinici, l'avidità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità. Più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità, la vita è violenza e tutto è perduto.
La malvagità stessa ci spinge a commettere violenza.
La non-violenza è la risposta ai cruciali problemi politici e morali del nostro tempo; la necessità dell'uomo di avere la meglio sull'oppressione e la violenza senza ricorrere all'oppressione e alla violenza.
La nonviolenza è la legge della nostra specie, come la violenza è la legge delle creature brute. Lo spirito giace sopito nel bruto, che non conosce altra legge che quella della forza fisica. La dignità dell'uomo richiede obbedienza a una legge più alta, alla forza dello spirito.
La peggiore violenza contro l'uomo è la degradazione dell’intelletto.
La perseveranza è più efficace della violenza, e molte cose che, unite insieme,
sono invincibili, cedono a chi le affronta poco alla volta.
La più grande debolezza della violenza è l'essere una spirale discendente che dà vita proprio alle cose che cerca di distruggere. Invece di diminuire il male, lo moltiplica.
La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.
La sola cosa lecita è la nonviolenza. La violenza non può mai essere lecita nel senso qui inteso, cioè secondo la legge fatta dall'uomo, ma secondo la legge
creata dalla Natura per l'uomo.
La storia non progredisce in base a principi democratici: avanza per mezzo della violenza.
La truffa è un omaggio che la violenza fa alla ragione.
La vera anarchia non può ammettere la violenza.
La verità deve prevalere senza violenza.
La violenza alla natura è un forte ingrediente della nostra civiltà da cento anni a questa parte.
La violenza che ci facciamo per rimanere fedeli a coloro che amiamo non vale meglio di un'infedeltà.
La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani.
La violenza da parte delle masse non eliminerà mai il male.
La violenza della donna è nel suo fascino.
La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà, e la vita delle persone.
La violenza e il tradimento sono armi a doppio taglio: feriscono più gravemente
chi le usa, di chi le soffre.
La violenza esercitata su di noi da altri è spesso meno dolorosa di quella che ci infliggiamo da soli.
La violenza genera violenza.
La violenza ha le proprie radici nella debolezza.
La violenza non può esistere per se stessa; è invariabilmente intrecciata
con la menzogna.
La violenza non risolve mai nulla.
La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna ma soltanto distruttrice.
La violenza non è in noi: la violenza è nel divenire. Quando qualcosa si muove, siamo già in presenza di una catastrofe.
La violenza non è più efficace della non-violenza.
La violenza può avere un effetto sulle nature servili ma non sugli spiriti indipendenti.
La violenza sulle donne è antica come il mondo, ma oggi avremmo voluto sperare che una società avanzata, civile e democratica non nutrisse le cronache di abusi, omicidi e stupri.
La violenza volta le spalle alla speranza. Le dobbiamo preferire la fiducia, la fiducia nella non-violenza.
La violenza è il frutto del desiderio.
La violenza è insita in noi anche quando non viene compiutamente espressa. Ho ucciso più gente sognando a occhi aperti alla fermata del tram che la politica estera americana dal dopoguerra a oggi.
La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci.
La violenza è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una nuova società.
La violenza è la ragione di chi ha torto.
La violenza è la retorica della nostra epoca.
La violenza è la semplice conseguenza di una frustrazione, dell’incapacità di esprimere la rabbia attraverso le parole.
La violenza è sempre terribile, anche quando la causa è giusta.
La violenza è un metodo di lotta inferiore, brutale, illusorio soprattutto, figlio di debolezza, fonte di debolezza, malgrado, anzi in ragione dei suoi effimeri trionfi.
La violenza è una mancanza di vocabolario.
La violenza, sia essa politica o spirituale, svolge un ruolo importante in quasi tutte le forme di anarchismo. La violenza è necessaria per superare gli impedimenti eretti da una società ben organizzata, o dai propri modi di comportamento (percezione, pensiero ecc.) ed è benefica per l'individuo, in quanto libera le sue energie e gli consente di rendersi conto delle forze di cui dispone.
La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza, e goderla in tutto il suo splendore.
La vittoria ottenuta con la violenza è equivalente alla sconfitta, perché è momentanea.
Le vere personalità sono quelle inventate: non c'è grandezza dove non c'è autoviolenza.
Libertà non fallisce ai violenti.
Lo Stato chiama la propria violenza, e quella dell'individuo.
Ma la gioia può essere violenta non meno del dolore.
Meglio essere violenti, se c'è violenza nel nostro cuore, che indossare il manto della non-violenza per coprire l'impotenza.
Mi oppongo alla violenza perchè, quando sembra produrre il bene, è un bene
temporaneo; mentre il male che fa è permanente.
Molte volte la vita è simile a una grande violenza. Tutte le ombre, anche le più lontane, stanno sopra a noi; e la nostra anima diviene silenziosa per le orme del meriggio che cominciano a scintillare. E tutte le cose vengono incontro a noi, come una marea.
Molte volte una medesima cosa è tirata da due violenzie, cioè necessità e potenzia: l'acqua piove, la terra la sorbisce per necessità d'omore, el sole l'asciuga non per necessità ma per potenzia.
Nel vandalismo la violenza si ideologizza, si distacca da qualsiasi progetto storico e si manifesta quale mera inattività e vuoto sociale.
Nell'antichità troviamo altari e santuari della vittoria, della fortuna, dell'amicizia, della pietà, della pace, della giustizia, della violenza, dell'insolenza, ma mai nessun luogo fu destinato alla stupidità.
Nessun impero violento durò a lungo: solo quello che è moderato resiste al tempo.
Nessuna maledizione più grande di un'idea propaganda attraverso la violenza.
Nessuno può essere costretto dalla violenza o dalle leggi ad essere felice; per conseguire tale stato sono invece necessari un'amorevole e fraterna esortazione, una buona educazione e soprattutto un personale e libero giudizio.
No alla violenza, le mani usale per accarezzare, la bocca per parlare, voce del verbo amare.
Non armate la vostra mano. Armate il vostro animo. Non armate la vostra mano, giovani, non ricorrete alla violenza, perché la violenza fa risorgere dal fondo dell'animo dell'uomo gli istinti primordiali, fa prevalere la bestia sull'uomo ed anche quando si usa in istato di legittima difesa essa lascia sempre l'amaro in bocca.
Non bisogna far violenza alla natura, ma persuaderla.
Non di forza e di violenza c'è bisogno, ma il primo per conoscenza sarà re.
Non di rado si può evitare di ricorrere alla violenza solo minacciando energicamente di farlo.
Non inducete i ragazzi ad apprendere con la violenza e la severità, ma guidateli invece per mezzo di ciò che li diverte.
Non la violenza, solo la debolezza mi mette paura.
Non lasciamo che chi è senza casa butti giù la casa altrui, ma lasciamo che lavori diligentemente a costruirsene una, assicurando così con l’esempio, che la propria casa, una volta costruita, non correrà il rischio della violenza.
Non sempre la violenza è sinonimo di malvagità. Ciò che è malvagio è l'infatuazione per la violenza.
Ogni grande speranza è avversata dalla violenza, dall'invidia, dall'odio, dalla gelosia.
Ogni potere minacciato diviene violento.
Ottieni con la persuasione, non con la violenza.
Proprio come, nell'esercitarsi alla violenza, si deve imparare l'arte di uccidere, così si deve imparare l'arte di morire nell'addestrarsi alla nonviolenza.
Quando la ragione tace e tocca alla violenza la decisione suprema, la miglior difesa consiste nell'assalto.
Restituire violenza alla violenza moltiplica la violenza.
Riguardo all'arroganza, i violenti la soffrono, ma i saggi la deridono.
Scrivere mi ha salvato dal peccato e dal problema della violenza.
Se due dolori scoppiano contemporaneamente in due punti diversi, il più violento soffoca l'altro.
Se fosse altrettanto facile comandare agli animi quanto alle lingue, ogni sovrano regnerebbe in piena tranquillità e nessuna autorità avrebbe bisogno di ricorrere a mezzi violenti.
Se qualcosa del nostro tempo può servire è la violenza.
Si dedica tanta attenzione ai peccati aggressivi, come la violenza, la crudeltà e l'avarizia, con tutte le loro tragiche conseguenze, che scarsa attenzione rimane per i peccati passivi, come l'apatia e la pigrizia, che alla lunga possono avere effetti ancor più rovinosi.
Si fa un gran parlare della violenza in televisione che genera a sua volta violenza nelle strade. Beh!, i programmi comici si sprecano in TV: il che provoca forse un aumento della comicità per le strade?
Solo la violenza può servire dove regna la violenza.
Solo una filosofia dell'eternità, nel mondo di oggi, potrebbe giustificare una nonviolenza.
Stiamo effettivamente distruggendo noi stessi per mezzo di una violenza mascherata da amore.
Storia. Ogni volta che la parola appare, fa capolino la violenza.
Trovo inaccettabile che la violenza costituisca la base di alcune delle nostre abitudini alimentari.
Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono.
Un violento può sempre sperare di diventare, un giorno, nonviolento, un vile no.
Uno spirito aggressivo verrà abbattuto, l'orgoglio conduce alla caduta, la violenza finirà con l’essere sconfitta.
Violenza! Violenza! Chi non può far fronte alla violenza? Ciò che chiamiamo violenza è nulla; la seduzione è la vera violenza.
Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l'amore, mentre la violenza e l'odio si diffondono alla luce del sole.
Vorrei sopportare tutte le umiliazioni, tutte le torture, l'ostracismo assoluto e anche la morte, per prevenire la violenza.
È dalla violenza che nasce la tirannide.
È proprio vero che la violenza ricade sul violento, e il cacciatore finisce nella trappola che ha preparato per la sua preda.