Passione

Aforismi

Disgrazia

Accusare gli altri delle proprie disgrazie è conseguenza della nostra ignoranza; accusare se stessi significa cominciare a capire; non accusare né sé, né gli altri, questa è vera saggezza.
Al mondo non c'è felicità che dura, né rango, né bellezza, né forza, né ricchezza possono tener lontano le disgrazie.
Che animale vorace è la vanità! Si nutre sia del successo che dell'insuccesso, della fortuna come della disgrazia, dell'amore come dell'odio, e in caso di necessità riesce a vivere del proprio grasso, diventando anzi ancora più grassa.
Chi ha perduto l'autorità che aveva prima diventa nella disgrazia bersaglio anche dei vili.
Chi non ha tutta l'intelligenza della sua età, ne ha tutta la sua disgrazia.
Chi non è stato partecipe delle buona sorte dei potenti, spesso è partecipe delle loro disgrazie.
Chi possiede poca saggezza criticherà i suoi tempi. Ciò è all'origine delle disgrazie. Una persona prudente nel parlare sarà utile in tempi prosperi ed eviterà guai nei tempi nefasti.
Ci consoliamo facilmente delle disgrazie degli amici quando esse servono a mettere in luce la nostra sollecitudine per loro.
Ci sono molto più terre sconosciute nella felicità di quante ve ne siano nella disgrazia. La disgrazia ha sempre la stessa voce, ma la felicità fa meno rumore man mano diviene più profonda.
Colui che è veramente colpito dalla mala sorte non si deve aspettare alcuna partecipazione da parte del suo prossimo. Le disgrazie vere fanno scappare la gente.
Con le disgrazie basta incominciare. E quando sono incominciate, non c’è niente che le faccia fermare, si estendono, si sviluppano come una merce a buon mercato e di largo consumo.
Contro le disgrazie ha più risorse il coraggio che la ragione.
Conviene visitare gli amici più nel tempo in cui si trovano in disgrazia, che quando vivono nella felicità.
Date mille lingue a una notizia gradita, e le disgrazie si anuncino da sé nel momento in cui colpiscono.
Di fronte a una disgrazia non è sufficiente rimanere calmi. Quando sopraggiunge la sventura, il samurai deve rallegrarsene e andare avanti con coraggio. Un'attitudine simile differisce radicalmente dalla rassegnazione. Questo è ciò che afferma il detto: "Quando le acque salgono, la barca fa altrettanto".
Dinanzi a qualsiasi disgrazia che ci affligge, ci meravigliamo sempre di soffrire meno di quanto, a nostro giudizio, avremmo dovuto.
Disgrazia è avere un cattivo vicino, quanto, se buono, è grande vantaggio.
Dopo una disgrazia il ricordo è un'altra disgrazia.
Esser cieco non è una disgrazia diversa da esser vivo.
Essere biasimati nella disgrazia è peggio della disgrazia stessa.
Finché la gente ammirerà Cesare e Napoleone, Cesare e Napoleone puntualmente risorgeranno per portare disgrazie alla gente.
Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera.
I momenti di disgrazia mostrano quelli che non sono i veri amici.
I potenti e gli umili conoscono le stesse disgrazie e le stesse passioni, ma uno è in cima alla ruota e l'altro vicino al centro, e così gli stessi movimenti lo agitano meno.
I veri amici si riconoscono nelle disgrazie.
Il giudizio viene colle disgrazie.
Il modo più facile di sopportare una disgrazia è vedere un nemico stare peggio.
Il pianto rende più lievi le disgrazie.
Il più disgraziato degli uomini è colui che non sa sopportar la disgrazia.
Il privilegio dei grandi è vedere le disgrazie da una terrazza.
Il silenzio è un segnale di disgrazia e non di rado di un crimine. È uno strumento politico, esattamente come il fragore delle armi o i discorsi di un comizio. Uno strumento di cui hanno bisogno i tiranni e gli occupanti che vigilano affinché la loro opera sia accompagnata dal silenzio.
In questioni d'amore ho un'altra superstizione: io immagino che la più grande disgrazia che possa accadere a un uomo sia che una donna gli dica che lo ama.
In televisione, a parte le disgrazie, la violenza, la vanità e la stupidità, tutto è falso.
In tutta la mia vita non ho mai conosciuto un uomo che non fosse capace di sopportare le disgrazie di un altro da perfetto cristiano.
L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
L'amicizia? Essa scompare quando la persona che è amata cade in disgrazia, o quando coloro che si amano diventano potenti.
L'essere umano è fatto così: nella miseria più nera basta la gioia di un minuto per rinfrancarlo, e nei momenti di gioia maggiore lo abbatte la prospettiva più lontana, ancora al di là dell'orizzonte, di una disgrazia.
L'ignoranza delle proprie disgrazie è un evidente guadagno.
L'invidia è naturale all'uomo: tuttavia è un vizio e una disgrazia allo stesso tempo.
L'uomo può sopportare le disgrazie, esse sono accidentali e vengono dal di fuori: ma soffrire per le proprie colpe, ecco l'aculeo della vita.
L'uomo, misericordioso verso un disgraziato, si ricorda di sé stesso.
La cattiveria di pochi è la disgrazia di molti.
La disgrazia ci fa conoscere strani compagni di letto.
La disgrazia non sta nella punizione, ma nel crimine.
La disgrazia più grande non è non essere amati, ma non amare.
La disgrazia è una visita del Signore; è un dono, una ricchezza, quasi un privilegio.
La felicità è l’insieme di tutte le disgrazie che non abbiamo.
La forca è fatta pel disgraziato.
La giustizia senza forza e la forza senza giustizia, sono due grandi disgrazie.
La grande disgrazia, l'unica disgrazia di questa società moderna, la sua maledizione, è che essa si organizza visibilmente per fare a meno della speranza come dell'amore; immagina di supplirvi con la tecnica, aspetta che i propri economisti e i propri legislatori le forniscano la doppia formula di una giustizia senza amore, di una sicurezza senza speranza.
La moderazione e la medicina nella disgrazia.
La noia è la malattia delle persone felici; i disgraziati non si annoiano, hanno troppo da fare.
La peggior disgrazia del cuore non è sanguinare, ma essere paralizzato.
La peggior disgrazia può darci modo di esercitare la nostra migliore virtù. In ciò può essere ancora una fortuna.
La peggiore disgrazia che possa capitare ad un uomo è essere soddisfatto di sé.
La peggiore disgrazia in prigione, è di non poter chiudere la propria porta.
La più grande disgrazia che vi possa capitare è di non essere utili a nessuno, e che la vostra vita non serva a niente.
La prosperità mette a dura prova gli animi, perché le disgrazie si possono sopportare ma la felicità corrompe.
La saggezza del disgraziato nasconde ancora il desiderio di esser felice; la vera saggezza è quella dell'uomo felice.
La timidezza, fonte inesauribile di disgrazie nella vita pratica, è la causa diretta, anzi unica, di ogni ricchezza interiore.
La virtù risplende nelle disgrazie.
Le cose liete dei disonesti, presto si trasformano in disgrazia.
Le disgrazie altrui sono il breve conforto degli infelici.
Le disgrazie cercano e trovano il disgraziato anche se si nasconde nell'angolo più remoto della terra.
Le disgrazie che sopportiamo... vengono dall'esterno, sono accidenti. Ma soffrire per un nostro errore, ah! Questo è il dolore più acuto che si possa provare nella vita.
Le disgrazie degli altri ci impressionano tanto perché potrebbero capitare anche a noi.
Le disgrazie degli altri sono un utile ammonimento per tutti.
Le disgrazie della fanciullezza si ripercuotono sulla vita intera e lasciano al cuore dell'uomo una fonte inesauribile di malinconia.
Le disgrazie e le gioie sono sempre dietro l’angolo.
Le disgrazie più insopportabili sono quelle che non si sono mai verificate.
Le disgrazie sono la pietra di paragone del carattere. Come avviene di alcune erbe che bisogna pestarle, acciocché mandino il loro buon odore; così è di certe nature d'uomini, che non mostrano la bontà di cui sono dotate, se non messe a cimento dal dolore. Non di rado le traversie della vita fanno apparire virtù e grazie, che altrimenti resterebbero nascoste.
Le disgrazie sono la salsa di questa pessima pietanza che è la vita.
Le disgrazie sono tegole che cascano sul capo dei Re come su quello dei sudditi, e non c'è allegrezza senza che ci sia mescolato qualche dispiacere.
Le nature compassionevoli, soccorrevoli nella disgrazia in ogni momento, sono di rado quelle che partecipano insieme alle gioie altrui: nella felicità degli altri esse non hanno niente da fare, sono superflue, non si sentono in possesso sella loro superiorità e mostrano perciò facilmente disappunto.
Le sconfitte non hanno grande importanza nella vita; la più grande disgrazia è quella di restare fermi.
Nella disgrazia bisogna rispettare coloro che si sono rispettati nella grandezza.
Nella vita può capitare una disgrazia, ma c’è sempre una persona cara che ti è vicina. Nel matrimonio le due cose coincidono.
Nelle disgrazie gli uomini invecchiano presto.
Nessuna disgrazia è più facile da sopportare della disgrazia del vicino.
Niente è così stupido ed infelice quanto attendersi una disgrazia. Che follia, anticiparsi il male prima che questo capiti!
Noi cerchiamo sempre una causa; abbiamo sempre bisogno di trovare una ragione: è una caratteristica prettamente umana! Ma, purtroppo, la verità è che spesso gli incidenti e le disgrazie non hanno nessun motivo razionale, sono parte costitutiva della vita, inclusi nel pacchetto dell'esistenza: accadono e basta!
Non bastano le disgrazie a fare di un fesso una persona intelligente.
Non c'è niente di più infelice che una felicità senza disgrazie.
Non c'è nulla di più gravoso che starsene fermi e inattivi quando si sentono raccontare terribili disgrazie altrui.
Non c'è peggiore disgrazia che morire soli.
Non esiste un uomo più disgraziato di colui che non ha mai sofferto.
Non essere amati è una semplice sfortuna, la vera disgrazia è non amare.
Non è una disgrazia fallire. Fallire è una delle più grandi arti del mondo.
Per un samurai l'unica cosa che conta dovrebbe consistere nel compiere il proprio dovere. Alla maggior parte delle persone non piace il proprio lavoro, esse ritengono più interessante quello altrui, e ciò causa invidie e porta disgrazie.
Perdere un genitore può essere considerata una disgrazia. Perderli tutti e due è segno di trascuratezza.
Poche disgrazie sono irrimediabili: la disperazione è più ingannevole della speranza.
Quando abbiamo perso tutto, inclusa la speranza, la vita diventa una disgrazia e la morte un dovere.
Quando si sia bene conosciuto e sentito che tutta quanta la vita è amara, ben poco di amaro vi possono aggiungere le piccole disgrazie che intervengono alla giornata. In una infusione di assenzio non si avverte qualche goccia di sugo di genziana.
Quando una disgrazia è accaduta e non si può più mutare, non ci si dovrebbe permettere neanche il pensiero che le cose potevano andare diversamente o addirittura essere evitate: esso infatti aumenta il dolore fino a renderlo intollerabile.
Quando uno muore, per lui la faccenda è molto reale; per gli altri, solo una disgrazia o un ingombro da levar di torno. e per questo c'è il cimitero.
Ricordati che gli uomini sono essi stessi artefici delle proprie disgrazie.
Se un uomo parla delle proprie disgrazie, in esse c'è qualcosa che non gli è sgradevole.
Sii sensibile verso le disgrazie altrui. Devi conoscere altrettanto bene le tragedie e i trionfi, gli insuccessi come i successi.
Sopra ogni dolore d'ogni sventura si può riposare, fuorché sopra il pentimento. Nel pentimento non c'è riposo né pace, e perciò è la maggiore e la più acerba di tutte le disgrazie.
Tutto è questione di punti di vista, e la disgrazia è spesso soltanto il segno di un'errata interpretazione della vita.
Una delle più incomprensibili disgrazie dell'uomo è che egli debba confidare ciò che ha di più prezioso a qualcosa di così instabile, di così plastico, ahimè, come la parola.
Una disgrazia tutti sanno cos'è. È una cosa che lascia senza difesa.
Uno strappo è una disgrazia, una macchia è un vizio.
Vi è una certa bassezza d'animo a pretendere che, quando siamo infelici, gli altri si interessino alle nostre disgrazie.
È consolazione per i disgraziati aver avuto compagni di sventura.
È curioso quanto lontana ci risulti una disgrazia quando non ci riguarda personalmente.
È incredibile con quanta prontezza e buona grazia ci rassegniamo alle disgrazie altrui.
È meglio impiegare la nostra mente a sopportare le disgrazie che ci succedono che a prevedere quelle che ci potranno succedere.
È una bella disgrazia non avere figli.
È una disgrazia per un bambino o per un adolescente sapere di essere ricco e poter soddisfare ogni desiderio dipendente dal denaro. In questi casi diventa impossibile misurare le proprie forze e le proprie capacità. Tutto si riduce al chiedere, immediatamente seguito dall'avere.