A causa dell'ombra nefasta gettata sul mondo dalla Seconda guerra mondiale e dalle circostanze ad essa relative, la pace è diventata necessaria alla civiltà tanto quanto l'aria che respiriamo.
A volte nel perdere una battaglia trovi un nuovo modo di vincere la guerra.
Al vincitore non si chiederà se abbia raccontato o no la verità. Nei preparativi e nell'inizio di una guerra non è il fatto di avere ragione che conta ma la vittoria.
Amo la pace al punto che, per ottenerla, sono disposto a fare la guerra.
Anche in una dichiarazione di guerra si devono osservare le regole della buona educazione.
Anche la pace ha le sue vittorie, non meno importanti di quelle della guerra.
Bisogna però sapere che la guerra è comune, che la giustizia è contesa e che tutto accade secondo contesa e necessità.
C'è negli uomini un impulso alla distruzione, alla strage, all'assassinio, alla furia, e fino a quando tutta l'umanità, senza eccezioni, non avrà subíto una grande metamorfosi, la guerra imperverserà: tutto ciò che è stato ricostruito o coltivato sarà distrutto e rovinato di nuovo; e si dovrà ricominciare da capo.
Carne di porco ed uomini di guerra durano poco.
Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.
Che una guerra sia davvero giusta, nessuno, penso, saprebbe affermarlo prima della pace. Sono le paci giuste che fanno le guerre giuste.
Chi ama la guerra non l'ha mai vista in faccia.
Chi attraversa una guerra, combattendo o scappando, comunque in entrambi i casi cercando di sopravvivere, non possiede piú niente di personale, nemmeno la propria storia.
Chi vede come noi uomini siamo fatti e pensa che la guerra è bella o che valga più della pace è storpio di mente.
Chi vuole la pace, prepara la guerra!
Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue città senza assieparle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate.
Chi, essendo in guerra col mondo, è in pace con se medesimo, può essere felice; ma non può non essere infelicissimo chi, essendo in guerra con se medesimo, sia in pace col mondo.
Chiodo scaccia chiodo, ma quattro chiodi fanno una croce.
Chiunque sia capace di pensare deve pensare alla prossima guerra come fosse il proprio suicidio.
Ci sarà un'altra guerra e alla fine nessuno avrà più denaro... eccettuati i furfanti e i profittatori. Tutti gli altri non potranno più essere tassati.
Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio la guerra.
Ci sono per il povero a 'sto mondo due grandi modi di crepare, sia con l'indifferenza generale dei suoi simili in tempo di pace, sia con la passione omicida dei medesimi quando vien la guerra.
Ciò che chiamiamo pace è uno stato di guerra minimo e latente.
Ciò che da valore alla guerra, è la vittoria.
Coloro che possono vincere bene una guerra raramente possono fare una buona pace e coloro che potrebbero fare una buona pace non avrebbero mai vinto la guerra.
Colui che rifugge dalla guerra civile deve cessare l’opposizione e accettare la dittatura.
Colui che si oppone a una dittatura deve accettare la guerra civile come un mezzo.
Come si può sperare di sconfiggere le guerre se nel mondo continueranno a vincere uomini che hanno ancora paura?
Come tutte le cose buone, anche la guerra, da principio è difficile. Ma poi, quando ha attaccato, tien duro. Allora la gente ha paura della pace, come chi gioca a dadi ha paura di smettere perché viene il momento di fare i conti, di vedere quanto s'è perduto.
Con la guerra divenne legittimo chiudersi in sé, vivere alla giornata, non rimpiangere piú le occasioni perdute.
Conosco la guerra come poche altre persone al mondo e niente mi è più rivoltante di essa.
Da quando è stata approntata la prima bomba atomica nessun tentativo è stato fatto per rendere il mondo più sicuro dalla guerra, mentre molto è stato fatto per aumentare la capacità distruttrice della guerra stessa.
Dalla prigione ci esci vivo, dalla guerra no. Tutto il resto, sono parole.
Datemi la guerra, vi dico: è superiore alla pace quanto il giorno è superiore alla notte: è allegra, animata, sonora, piena di effervescenza. La pace invece è una vera apoplessia, è il letargo: insipida, sorda, sonnolenta, insensibile: una creatrice di bastardi più di quanto la guerra sia distruttrice di uomini.
Devo studiare politica e la guerra in modo che i miei figli abbiano la possibilità di studiare la matematica e la filosofia, la navigazione, il commercio e l'agricoltura, per poter fornire ai loro figli la possibilità di studiare la pittura, la poesia e la musica.
Di tutte le religioni dell’uomo, la guerra è la più tenace; ma anch’essa può dissolversi.
Dio usa le guerre per insegnare la geografia alla gente.
Dobbiamo essere pronti a fare sacrifici eroici in favore della pace più di quanto facciamo di buon grado in favore della guerra. Non esiste dovere che io consideri più importante o al quale io tenga di più.
Dobbiamo prendere il meglio di noi stessi e porgerlo al vicino. Forse il mondo potrà scoprire che l'amore può sconfiggere ogni male, ogni guerra, ogni dolore.
Dobbiamo stare attenti a non attribuire a questo trasferimento gli attributi di una vittoria. Le guerre non si vincono con le evacuazioni.
Dopo Hiroshima e Nagasaki la guerra mondiale ha cessato di essere la continuazione della politica con altri mezzi.
Dopo millenni di odi e di guerre per lo meno dovremmo avere imparato questo: che il dolore non ha bandiera.
Dove non c'è un potere comune, non c'è legge, dove non c'è legge, non c'è nessuna ingiustizia. Forza e frode, in guerra, sono le virtù cardinali.
Dove s'accampano gli eserciti crescono sterpi e rovi; al seguito di grandi guerre ci sono anni di carestia.
Essere preparati alla guerra è uno dei mezzi più efficaci per conservare la pace.
Facciamo la guerra per poter vivere in pace.
Fare una guerra è la cosa più semplice del mondo. È quando si vuol fare la pace che cominciano i guai.
Fate mostra di essere pronti alla guerra e avrete la pace.
Felicissimo è colui che correndo tra gli ostacoli della guerra, della politica, e delle pubbliche sventure, mantiene intatto il proprio onore.
Finché ci saranno gli uomini, ci saranno le guerre.
Finché il colore della pelle di un uomo sarà più importante di quello dei suoi occhi sarà sempre guerra.
Finché la guerra sarà considerata una cosa malvagia, conserverà il suo fascino; quando sarà considerata volgare, cesserà di essere popolare.
Fondamentale in tutte le guerre è lo stratagemma.
Fra le armi tacciono le leggi.
Gli affari sono una combinazione di guerra e divertimento.
Gli anni a venire non conosceranno mai l'inferno ribollente e l'oscuro ambiente infernale, gli innumerevoli drammi minori e i retroscena della guerra di secessione ed è meglio che sia così.
Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.
Gli sconfitti escono dalle guerre con una vitalità e un'energia creativa che i vincitori si sognano.
Gli uomini che muoiono sono i figli, gli amanti, i mariti. Una donna può solo perdere in guerra, mai vincere. E a lei la guerra non dà nessun brivido di emozione.
Gli uomini non fanno la rivoluzione più volentieri di quanto facciano la guerra.
Gli uomini più anziani dichiarano la guerra. Ma sono i giovani che devono combattere e morire.
Gli uomini vengono uniti prima di tutto dalla guerra. Essa li avvicina talmente che li uccide.
Grande è la colpa della guerra non necessaria.
Guerra è dapprima la speranza che dopo si stia meglio; poi l'attesa che l'altro stia peggio; poi la soddisfazione che anche l'altro non stia meglio; ed alla fine la sorpresa che tutti e due stanno peggio.
Guerra. Un sottoprodotto della pace.
Han diritto agli allori del trionfo coloro che, conoscendo meglio di tutti i benefici della pace, non si sono sottratti alle sofferenze della guerra.
Hanno certamente ragione coloro che definiscono la guerra una condizione primigenia e naturale. Finché l'uomo resta un animale, vive per il combattimento, a spese degli altri, teme e odia il prossimo. La vita, quindi è guerra.
I bambini che hanno visto la guerra sono l'unica speranza di pace.
I diplomatici sono essenziali per iniziare una guerra quanto lo sono i soldati per finirla... Togli la diplomazia dalla guerra, e la cosa si sgonfierà in una
settimana.
I guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno in guerra, mentre i guerrieri sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere.
I pacifisti che rifiutano di indagare le cause economiche della guerra fanno causa comune con i venditori d’armi.
I pacifisti sono i peggiori guerrafondai.
I più grandi uomini di tutti i popoli famosi nella guerra appartengono sempre e soltanto ad epoche di un'alta civiltà.
I popoli che non hanno né commercio né industrie non sono costretti a fare la guerra, mentre per un popolo industrioso una politica di conquiste è indispensabile.
I poveri vanno alla guerra, a combattere e morire per i capricci, le ricchezze e il superfluo di altri.
I soldati si mettono in ginocchio quando sparano: forse per chiedere perdono dell'assassinio.
I vantaggi della guerra, se ce né qualcuno, sono solo per i potenti della nazione vincente. Gli svantaggi ricadono sulla povera gente.
Il denaro fa la guerra, la guerra fa il dopoguerra, il dopoguerra fa la borsa nera, la borsa nera rifà il denaro, il denaro rifà la guerra.
Il dio della guerra odia coloro che esitano.
Il disordine ha già salvato la vita a migliaia di individui. In guerra basta spesso la più piccola deviazione da un ordine per portare in salvo la pelle.
Il dominio d'uno a tempo di guerra, è migliore; e a tempo di pace è migliore quello di molti. Però i Romani faceano un Dittatore nelle gran bisogne di guerra, ma in pace due consoli.
Il fine della guerra è il controllo d'un pezzo di terra, il riconoscimento d'un solo padrone.
Il fine politico in quanto motivo determinante della guerra, sarà la misura, tanto per la meta da raggiungere mediante l'attività bellica, quanto per gli sforzi necessari.
Il giornalismo stampato ha fatto per la mente ciò che la polvere da sparo ha fatto per la guerra.
Il lavoro generava danaro ben più della guerra e il denaro accumulato generava nuovo lavoro, con il sudore della fronte invece che con il rumore delle armi. Stava nascendo il capitalismo e la sua diversa etica.
Il lusso è più spietato della guerra.
Il mezzo più sicuro per perdere ogni guerra è impegnarsi su due fronti.
Il modo più veloce di finire una guerra è perderla.
Il nome della pace è dolce, e la cosa in sé è benefica, ma c'è una grande differenza tra la pace e la servitù. La pace è libertà nella tranquillità, la servitù è il peggiore di tutti i mali, da contrastare non solo con la guerra, ma anche con la morte.
Il peggio che possa capitare agli uomini in guerra e cioè morire insieme risparmia loro la morte individuale che essi temono più di tutto.
Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia.
Il primo passo di ogni guerra è la disumanizzazione del nemico. Il nemico non è un uomo come te, quindi non ha gli stessi diritti.
Il problema della guerra e della pace sarà radicalmente diverso il giorno in cui le donne contribuiranno con lo stesso peso dell'uomo alle sorti del genere umano. Le madri e le mogli hanno una sola risposta a questo problema: la pace.
Il sapiente è di migliore qualità, se nessuna offesa gli nuoce, piuttosto che se non gliene viene fatta nessuna; e io dirò uomo valoroso quello che non è domato dalle guerre e non è impaurito dalla forza del nemico che si avvicina, non quello che si gode un pingue ozio tra popoli inoperosi.
Il soldato che si rifiuta di prestare servizio in una guerra ingiusta è applaudito da coloro che non rifiutano di sostenere l'ingiusto governo che fa quella guerra.
Il soldato prega più di tutti gli altri per la pace, perché è lui che deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra.
Il terrorismo è la guerra dei poveri, e la guerra è il terrorismo dei ricchi.
Il tratto caratteristico dell’uomo non è la consapevolezza bensì il conformismo, e il risultato sono le guerre di religione.
Il valore di un popolo non viene determinato solo dalle vittorie in guerra, ma esse sono il fondamento del suo valore.
Il vero guaio della guerra moderna è che non da a nessuno l’opportunità di uccidere la gente giusta.
Il vincitore di tutte le guerre è quello che non la fa, o almeno che non combatte sul proprio territorio.
In cose rischiose come la guerra, gli errori che provengono dal buon cuore sono proprio i peggiori.
In guerra ci sono sempre dieci eroi per ogni soldato.
In guerra come in amore per concludere bisogna avvicinarsi.
In guerra come in amore per venire a termine bisogna avvicinarsi.
In guerra e in amore sono le ritirate che scatenano le avanzate.
In guerra e in amore, non è possibile prevedere tutto.
In guerra gli eventi importanti sono il risultato di cause banali.
In guerra non c'è nessun premio per il secondo classificato.
In guerra non ci sono sostituti della vittoria.
In guerra non devi riuscire simpatico: devi soltanto avere ragione.
In guerra risoluzione, nella sconfitta sfida, nella vittoria magnanimità, in pace buona volontà.
In guerra, in politica e in amore, se non si coglie il momento propizio non lo si ritrova più.
In guerra, la massima 'la sicurezza innanzi tutto' porta diritto alla rovina.
In guerra, la verità è la prima vittima.
In guerra, le considerazioni morali contano per i tre quarti, il rapporto delle forze reali solo per l'altro quarto.
In guerra, o si vince o si perde, si vive o si muore, e la differenza sta in una ciglia.
In guerra, qualunque parte possa vantarsi di aver vinto, non ci sono vincitori, tutti sono perdenti.
In pace i figli seppelliscono i padri, in guerra sono invece i padri a seppellire i figli.
In questo mondo di guerra e violenza anche i fiori piangono... e noi continuiamo a credere che sia rugiada.
In un congresso di pace è estremamente antipatico parlar d’armi e di strumenti di guerra.
Io non posso credere che la guerra sia la soluzione migliore. Nessuno ha vinto l'ultima guerra e nessuno vincerà la prossima.
Io non so come si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si combatterà con pietre e bastoni.
L'amore è come la guerra. Prima o poi va dichiarato.
L'amore è come la guerra: facile da cominciare ma difficile da fermare.
L'amore è come la guerra: tutti e due sono preceduti da una dichiarazione.
L'amore è una guerra in cui bisogna essere armati.
L'arte della guerra consiste nello sconfiggere il nemico senza doverlo affrontare.
L'arte della guerra, considerata dal suo punto di vista più elevato, si cambia in politica.
L'assoluto, la cosiddetta certezza matematica, non trova in nessun luogo una base solida nel calcolo della guerra.
L'attacco migliore è quello che non fa capire dove difendersi. La difesa migliore è quella che non fa capire dove attaccare.
L'inizio di ogni guerra è come aprire la porta su una stanza buia. Non si sa mai che cosa possa esserci nascosto nel buio.
L'intolleranza è qualcosa che genera le guerre, i pogromi, le crocefissioni ed i linciaggi. È qualcosa che spinge gli uomini ad esser crudeli verso i bambini ed anche fra loro.
L'istruzione è importante. Se gli uomini fossero meno ignoranti, non ci sarebbe la guerra.
L'osservatore disattento potrebbe pensare che lo sviluppo tecnologico a scopi di pace sia stato voluto tanto quanto quello di guerra. Non è così. Le tecnologie di pace sono le briciole di un lauto pasto servito al tavolo della distruzione planetaria.
L'uguaglianza non genera guerre.
L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità.
L'unica politica sensata per il mondo è quello di abolire la guerra.
L'uomo deve essere educato per la guerra e la donna per il ristoro del guerriero: tutto il resto è sciocchezza.
La Dea della Pace può solo marciare a fianco del Dio della guerra e ogni grande azione della Pace ha bisogno dell'aiuto e della protezione della forza.
La carestia, la peste e la guerra sono i tre più famosi ingredienti di questo basso mondo. Ma la guerra, che riunisce tutti questi doni, ci viene dall'inventiva di tre o quattrocento persone sparse sulla superficie del globo sotto il nome di principi o di governanti.
La condizione dell'uomo al di fuori della società civile non era altro che una condizione di guerra di tutti contro tutti.
La configurazione tattica eccellente, dal punto di vista strategico, consiste nell'essere privi di configurazione tattica, ossia nella condizione 'senza forma'. Quando si è senza forma, neanche gli agenti segreti più profondi sono in grado di spiarci, né gli uomini più intelligenti di tramare progetti.
La costanza, lungi dall'essere una virtù, sembra spesso essere il minaccioso
peccato della razza umana, figlia della pigrizia e dell'autosufficienza, sorella del sonno, la causa di molte guerre e di praticamente tutte le persecuzioni.
La creatività mal compresa provoca la guerra e i crimini.
La diplomazia è la continuazione della guerra con altri mezzi.
La donna è un animale né saldo né costante; è maligna e mira ad umiliare il marito, è piena di cattiveria e principio di ogni lite e guerra, via e cammino di tutte le iniquità.
La forma assoluta della guerra non scoraggia i suoi profeti. Sembra, anzi, che esasperi la loro predicazione.
La guerra c'è sempre stata. Prima che nascesse l'uomo, la guerra lo aspettava. Il mestiere per eccellenza attendeva il suo professionista per eccellenza. Così era e così sarà.
La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.
La guerra consente di liberare, legittimamente, l'aggressività naturale, e vitale, che è in ciascuno di noi. È evasione dal frustrante tran tran quotidiano, dalla noia, dal senso di inutilità e di vuoto che, soprattutto nelle società opulente, ci prende alla gola.
La guerra contro la fame è in realtà una guerra di liberazione dell’umanità intera.
La guerra e la malattia, questi due infiniti dell'incubo.
La guerra esisterà ancora a lungo, probabilmente per sempre. Tuttavia il superamento della guerra, oggi come ieri, continuerà a essere la più nobile delle nostre mete.
La guerra fra i sessi è l'unico tipo di guerra in cui i nemici dormono regolarmente insieme.
La guerra genera la guerra e la vittoria la sconfitta.
La guerra ha comportato un incredibile sviluppo dei mezzi di distruzione e la terrificante prospettiva di un suo rapido e illimitato sviluppo.
La guerra in un primo momento è la speranza che a uno possa andar meglio, poi l'attesa che all'altro vada peggio, quindi la soddisfazione perché l'altro non sta per niente meglio e infine la sorpresa perché a tutti e due va peggio.
La guerra non ci si propone più come un'alternativa razionale.
La guerra non consiste solo di battaglie, o dell'atto di combattere, ma di un periodo di tempo, in cui la volontà di contendere in battaglia è sufficientemente nota.
La guerra non sarà sconfitta finché nelle menti degli uomini non sarà costruito un atteggiamento in difesa della pace.
La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.
La guerra non stabilisce chi ha ragione, ma solo chi sopravvive.
La guerra non è altro che un assassinio di massa, e l'assassinio non è progresso.
La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi.
La guerra non è che un duello su vasta scala.
La guerra non è così onerosa quanto la schiavitù.
La guerra non è fine a se stessa, eccetto in certe scivolate catastrofiche verso la dannazione assoluta. É la pace ciò che si vuole. Una qualche pace migliore di quella con la quale è iniziato il tutto.
La guerra non è un gioco da salotto in cui tutti rispettano le regole. Quando ci sono in ballo la vita e la morte, le regole e gli obblighi vanno a farsi benedire. Qui soltanto il ripudio totale della guerra può essere utile.
La guerra non è un istinto ma un'invenzione.
La guerra non è una maledizione insita nella nostra natura: è una maledizione insita nella vita. Non ci si sottrae alla guerra perché la guerra fa parte della vita.
La guerra nutre se stessa.
La guerra più acerrima è sempre quella che si combatte dentro casa.
La guerra più difficile per l'essere umano è la guerra contro se stesso. La storia è piena di uomini e di donne che hanno vinto il mondo ma che sono crollati di fronte a loro stessi e alle loro debolezze.
La guerra più terribile è quella che deriva dall'egoismo, e dall'odio naturale verso altrui, rivolto non più verso lo straniero, ma verso il concittadino, il compagno.
La guerra più terribile è quella che deriva dall'egoismo, e dall'odio naturale verso altrui, rivolto non più verso lo straniero, ma verso il concittadino, il compagno.
La guerra prepara la ricostruzione, la ricostruzione prepara la guerra… La pace è quasi sempre impreparata.
La guerra può esistere solo nel mondo della tragedia: fin dall'inizio della storia l'uomo non ha conosciuto che il mondo tragico e non è capace di uscirne. L'età della tragedia può aver fine solo con una rivolta della frivolezza.
La guerra può essere abolita solo con la guerra. Perché non vi siano più fucili, bisogna impugnare il fucile.
La guerra può proteggere: non può creare.
La guerra si fonda sull’inganno.
La guerra sta all'uomo come la maternità alle donne.
La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna.
La guerra totale è la società moderna stessa, al suo più alto grado di efficienza.
La guerra uccide gli uomini, e gli uomini deplorano la perdita; ma la guerra distrugge anche i cattivi princìpi e tiranni, e così salva le società.
La guerra uccide più cornuti di quanto la pace non generi uomini.
La guerra va incontro a tutte le esigenze, anche a quelle pacifiche.
La guerra vera non comparirà mai nei libri.
La guerra è bellissima per coloro che non l'hanno vissuta.
La guerra è come l'amore, trova sempre il suo fine.
La guerra è crudele per i popoli e terribile per i vinti.
La guerra è dolce per chi non la conosce.
La guerra è dunque un atto di forza per ridurre l’avversario al nostro volere.
La guerra è fatica e fastidio; l'onore una bolla vuota.
La guerra è figlia della violenza che a sua volta è figlia della forza fisica, e il trinomio non partorisce che scelleratezze.
La guerra è il primo passo verso la pace.
La guerra è il sistema più spiccio per trasmettere una cultura.
La guerra è l'unica speranza che ha l'uomo di annientarsi.
La guerra è la norma e la pace una parentesi.
La guerra è la pace con altri mezzi.
La guerra è la sintesi culminante e perfetta del progresso.
La guerra è madre di tutte le cose e di tutte regina; e gli uni rende dèi, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi.
La guerra è sempre stata fatta per rimettere in movimento i soldi, per conquistare altri mercati, per entrare in possesso di risorse altrui. Per far respirare il denaro.
La guerra è sempre stata il principale divertimento dell'umanità. Gli altri divertimenti sono un surrogato della guerra.
La guerra è solo un triste espediente per affermare il proprio diritto con la violenza.
La guerra è un atto contrario alla ragione umana e a tutta la ragione umana.
La guerra è un atto di forza e non c'è nessun limite nell’uso di questa: l’una parte impone la propria legge all’altra.
La guerra è un castigo tanto per chi la infligge quanto per colui che la patisce.
La guerra è un gioco che si gioca sorridendo. Se non sai sorridere, sogghigna. Se non sai sogghignare levati di mezzo, finché puoi.
La guerra è un gioco, che i re, se i loro sudditi fossero saggi, non giocherebbero mai.
La guerra è un male, ma è spesso il male minore.
La guerra è un maledetto nonsenso, un vasto cancro alimentato dalle bugie e dalla cattiveria auto compiacente da parte di coloro che non devono combattere.
La guerra è un massacro fra uomini che non si conoscono a vantaggio di uomini che si conoscono ma evitano di massacrarsi reciprocamente.
La guerra è un ossessione dei vecchi, che mandano i giovani a combatterla.
La guerra è un rozzo e violento mestiere.
La guerra è un'imposizione fulminea di coraggio, di energia e d'intelligenza a tutti. Scuola obbligatoria d'ambizione e d'eroismo; pienezza di vita e massima libertà nella dedizione alla patria.
La guerra è un'invenzione della mente umana, e la mente umana può anche inventare la pace.
La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai militari.
La guerra è una lezione della storia che i popoli non ricordano mai abbastanza.
La guerra è una professione con la quale un uomo non può vivere onorevolmente; un impiego col quale il soldato, se vuole ricavare qualche profitto, è obbligato ad essere falso, avido, e crudele.
La guerra è una sciagura così immane, il suo esito così incerto e le sue conseguenze, per un paese, così catastrofiche, che i sovrani non avranno mai riflettuto abbastanza prima di intraprenderla.
La guerra è una serie di catastrofi che risultano in una vittoria.
La guerra! È una cosa troppo seria per lasciarla ai militari.
La guerra, così come è matrigna di codardi, è madre di prodi.
La guerra, fra i suoi pochissimi pregi, ha quello di rendere più intelligenti le persone in pericolo.
La guerra, la vera guerra è questa: non l'odio che getta le persone l'una contro l'altra, ma soltanto la distanza che separa le persone che si amano.
La guerra, questa giustificazione della stupidità umana.
La guerra, sola igiene del mondo.
La libertà, come tutti sappiamo, non fiorisce in un paese che sta sempre sul piede di guerra, o che si prepara a combattere. Una crisi permanente giustifica il controllo su tutto e su tutti, da parte del governo centrale.
La nostra generazione non ha avuto la grande guerra, e nemmeno la grande depressione. La nostra guerra è spirituale. La nostra depressione sono le nostre vite.
La nozione che il disarmo possa porre termine alla guerra è contraddetta da ciò che si può osservare in una qualsiasi baruffa fra cani.
La pace corrompe non meno di quanto la guerra devasti.
La pace fa ricchezza, ricchezza superbia, la superbia porta guerra, la guerra porta miseria, la miseria umiltà, e l'umiltà fa di nuovo la pace.
La pace non può essere onorevole o sicura, se il sovrano tradisce una pusillanime avversione alla guerra.
La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d'animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia.
La pace non è una relazione tra nazioni. É una condizione mentale provocata dalla serenità dell'anima. La pace non è semplicemente l'assenza di guerra. É anche uno stato mentale. La pace duratura può venire solo alla gente pacifica.
La pace si conquista. La guerra è conquista. La pace è progetto. La guerra, rigetto.
La pace è il presupposto essenziale alla guerra.
La pace è l’intervallo fra due guerre.
La pace è un pericolo costante: le guerre scoppiano sempre in tempo di pace.
La pace è un’estensione della guerra realizzata con mezzi politici.
La più ingiusta condizione delle guerre sta in questo, che tutti si
attribuiscono il merito delle imprese andate bene, mentre le sconfitte sono sempre imputate a uno solo.
La politica e la guerra si assomigliano sorprendentemente.
La politica è eccitante quasi quanto la guerra e quasi altrettanto pericolosa. In guerra puoi essere ucciso una sola volta, in politica molte volte.
La politica è guerra senza spargimento di sangue, mentre la guerra è politica con spargimento di sangue.
La principale funzione dei maschi adulti liberi è la guerra.
La proibizione dell'omicidio, sebbene sia universale, non si è in alcun modo opposta alla guerra. Senza divieto, la guerra sarebbe impossibile, inconcepibile.
La razza umana è diventata forte nella lotta perpetua, e non potrà che perire in una perpetua pace.
La scienza della guerra conduce alla dittatura pura e semplice. La scienza
della nonviolenza può condurre soltanto alla pura democrazia.
La storia ci dice che la guerra è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell'umanità. Forse è il destino tragico che pesa su l'uomo. La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna.
La storia insegna che la guerra inizia quando i governi credono che il prezzo dell'aggressione sia basso.
La tolleranza non ha mai provocato una guerra civile; l'intolleranza ha coperto la terra di massacri.
La tragedia della guerra moderna è che i giovani muoiono combattendosi l'un l'altro, invece di combattere i loro veri nemici che stanno a casa nelle capitali.
La tragedia della guerra è che utilizza il meglio dell'uomo per fare il peggio dell'uomo.
La vita è una tale fatica, bambino. È una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele.
Le armi non si devono mai impugnare per vani disegni di grandezza né per l'avidità di conquiste.
Le battaglie si fanno in quanto degne. Non per la garanzia di vincere la guerra.
Le bombe non scelgono. Colpiscono qualunque cosa.
Le divise sono sempre pericolose, specialmente quando le si fa indossare a dei bambini, perché vuol dire che li si sta preparando ad una guerra.
Le due virtù cardinali in guerra sono la forza e la frode.
Le guerre cominciano in tempo di pace nelle periferie delle città, mentre voi ve ne state nei vostri circoli culturali a discutere di poesia.
Le guerre cominciano perché i diplomatici raccontano bugie ai giornalisti e poi credono a quello che leggono.
Le guerre finiscono. L'odio dura per sempre.
Le guerre inevitabili sono sempre giuste.
Le guerre negano la memoria dissuadendoci dall'indagare sulle loro radici, finché non si è spenta la voce di chi può raccontarle. Allora ritornano, con un altro nome e un altro volto, a distruggere quel poco che avevano risparmiato.
Le guerre non si pagano in tempo di guerra, il conto viene dopo.
Le guerre possono essere combattute con le armi, ma alla fine sono vinte dagli uomini. Sono lo spirito dell'uomo che obbedisce e lo spirito di quello che comanda che conducono alla vittoria.
Le guerre si fanno per creare debiti. La guerra è il sabotaggio più atroce.
Le guerre stesse sono viaggi, viaggi di nazioni.
Le industrie che producono ordigni di guerra e i laboratori che studiano e progettano strumenti portatori di stragi non sono frutto del progresso scientifico. Essi nascono dal connubio tra potere politico, cultura dell’odio e tecnologia di morte.
Le scene di guerra non sono difficili come quelle d'amore.
Le statistiche hanno provato che la mortalità aumenta sensibilmente tra i militari nei periodi di guerra.
Le vittorie vere e durature sono quelle della pace e non della guerra.
Lo scopo della creazione di un esercito è arrivare all'assenza di forma. La vittoria in guerra non è ripetitiva, ma adatta incessantemente la sua forma. Una forza militare non ha una formazione costante, l'acqua non ha una forma costante: la capacità di ottenere una vittoria cambiando e adattandosi a seconda dell'avversario è chiamata genio.
Lo statista che si lascia prendere dalla guerra non è più un abile politico ma preda di inevitabili ed incontrollabili eventi.
Mai credere in una guerra corta e felice o che chiunque si imbarchi in uno strano viaggio possa prevedere le insidie e gli uragani che incontrerà.
Mai pensare che la guerra, anche se giustificata, non sia un crimine.
Matrimonio: guerra e necessità; celibato: pace e prosperità.
Meglio pace con pane e sale, che guerra con arrosto.
Meglio un folle a banchetto che un saggio in guerra.
Mi domando se la guerra non scoppi al solo scopo di permettere all'adulto di fare il bambino, di regredire con sollievo fino all'età dei costumi gallonati dei soldatini di piombo.
Mille trattative fallite hanno più successo di una guerra riuscita.
Minacciate soltanto la guerra: avrete la pace.
Molte donne si chiedono: metter al mondo un figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito ed offeso, perché muoia ammazzato alla guerra o da una malattia? E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la guerra.
Molte guerre, purtroppo, derivano dal timore di coloro che sono diversi da noi stessi. Solo attraverso il "dialogo" si possono superare queste paure.
Molto si miete in guerra, ma il raccolto è sempre scarsissimo.
Nei tempi antichi è stato scritto che è dolce e opportuno morire per la propria patria. Ma nella guerra moderna non c'è niente di dolce o di opportuno nella morte. Si muore come cani senza un valido motivo.
Nel diritto pubblico, il più grave atto di giustizia è la guerra, perché può ottenere come effetto la distruzione della società.
Nel momento in cui indagate direttamente la causa della guerra, state indagando il vostro rapporto con l’altro, il che significa che mettete in discussione tutta la vostra esistenza, tutto il vostro modo di vivere.
Nella guerra, determinazione; nella sconfitta, resistenza; nella vittoria, magnanimità; nella pace, benevolenza.
Nella pace nulla di meglio per diventare un uomo che la tranquillità e l'umiltà, ma se tu senti il soffio della guerra allora imita la tigre, indurisci i tuoi muscoli, eccita il tuo sangue, nascondi la tua lealtà sotto la fredda rabbia e infine dà al tuo sguardo l'orribile splendore.
Nella prossima guerra, i sopravvissuti invidieranno i morti.
Nella solitudine, nella malattia, nella confusione, la semplice conoscenza dell'amicizia rende possibile resistere, anche se l'amico non ha il potere di aiutarci. È sufficiente che esista. L'amicizia non è diminuita dalla distanza o dal tempo, dalla prigionia o dalla guerra, dalla sofferenza o dal silenzio. È in queste cose che essa mette più profonde radici. È da queste cose che essa fiorisce.
Nelle assemblee va bene la lingua, ma in guerra valgono di più le mani.
Nessun bastardo ha mai vinto una guerra morendo per il suo paese. L'ha vinta facendo morire l'altro povero, stupido bastardo per il suo paese.
Nessun governante creda tanto alla pace da non essere preparato alla guerra.
Nessun trionfo di pace è più esaltante di un trionfo di guerra.
Nessuno può garantire il successo in guerra, può solo meritarlo.
Noi siamo avvocati dell'abolizione della guerra, noi non vogliamo la guerra, ma la guerra può essere abolita solo con la guerra e per sbarazzarsi del fucile bisogna prendere in mano il fucile.
Non amar tanto la pace che tu divenga inetto alla guerra.
Non c'è mai stata una guerra buona o una pace cattiva.
Non c'è mai stata una guerra protratta nel tempo che abbia portato vantaggi a una nazione.
Non c'è niente da aspettarsi dalla guerra e tutto dalla pace.
Non c'è niente di potenzialmente più sporco di una guerra nascosta.
Non c'è salvezza nella guerra: o pace, tutti ti invochiamo.
Non capisco come mai ancora oggi, oltre duemila anni dopo la nascita di Cristo, in qualche modo la guerra debba essere la risoluzione, attraverso la violenza, delle controversie. Continuo a pensare che è inutile che ci professiamo così tanto moderni o modernisti, quando poi alla fine facciamo i conti con queste realtà.
Non esaltiamo la guerra per la guerra, come non esaltiamo la pace per la pace.
Non esiste un modo onorevole di uccidere, né un modo garbato di distruggere. Non c'è niente di buono nella guerra, eccetto la sua fine.
Non esisterà mai una guerra né piacevole, né veloce.
Non possiamo prevedere in modo credibile ogni sventura o fortuna. Sappiamo bene che ogni guerra può finire con la nostra morte o con l’annuncio della pace, ogni malattia prevede una guarigione o altra sofferenza, ogni notte di viaggio ci fa sognare una tempesta o una locanda.
Non puoi dire che la civiltà non avanza, comunque, perché in ogni guerra ti uccidono in un modo nuovo.
Non saremo mai in grado di rimuovere il sospetto e la paura come cause potenziali di guerra fino a che non si permetterà alla comunicazione di viaggiare, libera ed aperta, attraverso i confini internazionali.
Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia.
Non si può prevenire e preparare una guerra allo stesso tempo.
Non viaggio senza libri né in pace né in guerra. È il miglior viatico che abbia trovato in questo viaggio umano.
Non è la fame, ma, al contrario, l'abbondanza, l'eccesso di energia, a provocare la guerra.
O l'uomo è obsoleto o lo è la guerra. La guerra è l'ultimo attrezzo della politica.
O pace, quante guerre sono state mosse in tuo nome.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Occorre cercare in tempo di pace quanto serve per fare la guerra.
Ogni guerra civile si trasforma in guerra di religione.
Ogni guerra di libertà è sacra, ogni guerra d'oppressione è maledetta.
Ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.
Ogni ora di ritardo diminuisce la fama e la forza dell'invasore, e moltiplica le risorse della guerra difensiva.
Ora, la forma dell'operazione militare è come quella dell'acqua. L'acqua, quando scorre, fugge le altezze e precipita verso il basso. L’operazione militare vittoriosa evita il pieno e colpisce il vuoto. Come l’acqua adegua il suo movimento al terreno, la vittoria in guerra si consegue adattandosi al nemico. L’abile condottiero non segue uno shih prestabilito e non mantiene una forma immutabile. Modificare la propria tattica adattandosi al nemico è ciò che si intende per "divino".
Per distruggere l'inevitabilità delle guerre è necessario distruggere l'imperialismo.
Per essere certo di conquistare la zona dove hai impegnato battaglia, attacca un punto che il nemico non difende. Per essere certo di tenere ciò che difendi, attestati dove il nemico non può attaccare.
Per i prossimi secoli il problema più grande sarà quello della sovrappopolazione del globo; dunque la risoluzione più logica e banale è quella di intraprendere delle politiche di limitazione della crescita, o con le buone (educazione) o con le cattive (guerre e carestie). Scegliete pure.
Per quel che mi riguarda, la guerra è sempre un fallimento.
Per voler la pace non c'è altra via che quella di prepararla coi trattati di commercio e di lavoro, che stringono tra gli uomini legami di solidarietà; e chi prepara la guerra, anche a fini che crede difensivi, non fa altro, senza accorgersene, che volere la guerra.
Perché si chiamava civile una guerra in cui due fratelli potevano trovarsi uno contro l'altro? Non si sarebbe dovuto chiamarla, anzi, incivile?
Più che una fine della guerra, vogliamo la fine dei principi di tutte le guerre.
Più di una volta ho immaginato l'incanto che seguirebbe a una guerra atomica: finalmente la terra senza uomini!
Poeta si diventa, ma vedova di guerra si nasce.
Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.
Probabilmente è una perdita per molta gente, poiché la guerra è lo svago preferito della nostra razza, che dà scopo e colore alle vite opache e stupide. Ma è una grande fortuna per l'uomo intelligente che si batte solo quando deve... mai per sport.
Può la disciplina nella guerra più che il furore.
Quando c'è la guerra, a due cose bisogna pensare prima di tutto: in primo luogo alle scarpe, in secondo alla roba da mangiare; e non viceversa, come ritiene il volgo: perché chi ha le scarpe può andare in giro a trovar da mangiare, mentre non vale l'inverso.
Quando chi sta in alto parla di pace, la gente comune sa che ci sarà la guerra. Quando chi sta in alto maledice la guerra, le cartoline precetto sono già state compilate.
Quando dico che la guerra è la fonte di tutte le arti, intendo dire anche che è la fonte di tutte le grandi virtù e facoltà degli uomini.
Quando esamino la fama conquistata dagli eroi e le vittorie dei grandi generali, non invidio i generali.
Quando i ricchi si fanno la guerra sono i poveri che muoiono.
Quando la guerra sarà finita, saremo troppo stanchi per goderci la vita.
Quando parlai di guerra futura, intendevo dire che si potranno utilizzare onde elettriche dirette senza l'uso di aerei o gli altri attrezzi di distruzione. Questo vuol dire, come ho già puntualizzato, che sarebbe ideale non solo utilizzare energia nei conflitti senza alcun sforzo per la manutenzione della sua potenzialità, ma sarebbe fondamentale farlo in tempi di pace. Questo non è un sogno.
Quando parli in pubblico di un soldato dici che vuole la pace e odia la guerra, quando sei solo con il soldato lo addestri a sparare.
Quando scoppia una guerra, la gente dice: "Non durerà, è cosa troppo stupida". E non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare.
Quando vi parleranno di guerra preventiva, dite loro di andare a combatterla da soli. In seguito alla mia esperienza, sono giunto a odiare la guerra. La guerra non risolve nulla.
Quando viene dichiarata una guerra, la prima vittima è la verità.
Quanto alla guerra, che è la più grande e pomposa delle azioni umane, mi piacerebbe sapere se vogliamo servircene come prova di qualche nostra prerogativa o, al contrario, come testimonianza della nostra debolezza e imperfezione.
Quanto più siamo forti, tanto meno probabile è la guerra.
Quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell’uomo.
Quasi tutte le guerre sono state scatenate sul pianeta perché una religione voleva dire a un'altra che l'unica, vera strada verso Dio era la propria.
Quelli che sono in grado di vincere una guerra possono raramente realizzare una pace conveniente, e quelli che possono realizzare una buona pace non hanno mai vinto una guerra.
Questa dannata guerra finirà quando saremo troppo vecchi per goderci la pace.
Questa guerra non la si può fare che così. E poi non siamo noi che comandiamo a lei, ma è lei che comanda a noi.
Questo mondo quasi senza più guerre ma con una pace feroce, più tremenda di tutte le guerre del passato.
Questo è certamente uno dei peggiori effetti della guerra: di rendere insensibili, di indurire il cuore, di ammazzare la pietà.
Ringrazio Dio di avermi fatto vedere la guerra, altrimenti avrei potuto amarla.
Sapere nella guerra conoscere l'occasione e pigliarla, giova più che niuna altra cosa.
Sapete perché ha successo chi considera la vita una guerra? Semplice, in guerra il coraggio diventa dovere. L'audacia si nutre sempre di un'opposizione. Tu sei là, i tuoi obiettivi son qua: vieni a prenderli, soldato.
Sappiamo che c'è la luce perché c'è il buio che c'è la gioia perché c'è il dolore che c'è la pace perché c'è la guerra e dobbiamo sapere che la vita vive di questi contrasti.
Scegli i tuoi alleati e impara a lottare in compagnia, perché nessuno vince una guerra da solo.
Scoprire il sistema per giungere all'abolizione della guerra è una necessità vitale della nostra civiltà; ma nessun sistema ha alcuna probabilità di successo, fintanto che gli uomini sono così infelici da considerare lo sterminio reciproco meno orrendo della continua rassegnazione alla luce del giorno.
Se Hitler invadesse l'inferno io farei quanto meno un rapporto favorevole al diavolo alla Camera dei Comuni.
Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi.
Se esistesse una legge internazionale che obbligasse ogni capo di Stato che dichiarasse guerra a scendere in campo con tutti i suoi consiglieri per combatterla in prima linea accanto ai soldati, nel mondo ci sarebbe sicuramente qualche guerra in meno e, forse, anche qualche pacifista in piú.
Se gli austriaci ci dovessero chiedere risarcimenti per danni di guerra, restituirò loro la salma di Hitler.
Se la guerra si perde l'ha perduta il popolo; se si vince, l'hanno vinta i professori.
Se la guerra è una cosa orribile, il patriottismo non sarebbe l'idea-madre che la tiene in vita?
Se le donne avessero condotto la Seconda guerra mondiale, sarebbe finita dopo una settimana.
Se metti su una bilancia da una parte i vantaggi e dall'altra gli svantaggi, ti accorgi che una pace iniqua è molto meglio di una guerra equa.
Se nessuno le combattesse, non ci sarebbero mica, le guerre.
Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi.
Se ogni guerra è una sorta di viaggio all'inferno, l'Africa è la sua scorciatoia.
Se per decidere se debba esserci o no la guerra, viene richiesto il consenso dei cittadini, allora la cosa più naturale è che, dovendo subire loro stessi tutte le calamità della guerra, rifletteranno molto prima di iniziare un gioco così brutto.
Se tutti si battessero soltanto secondo le proprie opinioni, la guerra non si farebbe mai.
Se vogliamo assicurarci la pace, deve essere noto che siamo, in ogni momento, pronti alla guerra.
Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra.
Se vuoi attaccare in un punto vicino, simula di dover partire per una lunga marcia; se vuoi attaccare un punto lontano, simula di essere arrivato presso il tuo obbiettivo.
Sembra che gli uomini provino più sensi di colpa per i terremoti che per le guerre che essi stessi fomentano.
Si attacca con la forza frontale, ma si vince con quelle laterali.
Si ricordino i prìncipi, che si cominciano le guerre quando altri vuole, ma non quando altri vuole si finiscono.
Si sta in una guerra anche per vergogna di rimanerne fuori.
Sia maledetto chi per primo inventò la guerra.
Siccome di guerre ne ho fatte troppe, sono certo di avere dei pregiudizi, e spero di avere molti pregiudizi. Ma è persuasione ponderata del sottoscritto che le guerre sono combattute dalla più bella gente che c'è, o diciamo pure soltanto dalla gente, per quanto, quanto più ci si avvicina a dove si combatte e tanto più bella è la gente che si incontra, ma sono fatte, provocate e iniziate da precise rivalità economiche e da maiali che sorgono a profittarne.
Solo i morti hanno visto la fine della guerra.
Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla.
Sottovalutare la tremenda forza della guerra e di ciò che spinge a farla, credendo che per impedirla bastino un po' di buoni sentimenti e qualche canzone accompagnata dalla chitarra, significa spianarle la strada, non bloccare in tempo il suo meccanismo.
Spesso dalle più sanguinose guerre civili esce un sano e forte corpo di nazione, mentre da una pace mantenuta artificialmente nasce la putrefazione. Non si cambiano con guanti di pelle fina i destini dei popoli.
Stai attento che la tua ansietà di evitare la guerra non ti faccia ottenere un padrone.
Tanto più lo scopo della guerra verrà a coincidere con il fine politico e tanto più puramente militare e meno politica sembrerà essere la guerra.
Togli il sangue dalle vene e versaci dell’acqua al suo posto: allora sì che non ci saranno più guerre.
Tu dici che è la buona causa che consacra perfino la guerra? Io ti dico: è la buona guerra che consacra ogni causa.
Tu puoi non essere interessato alla guerra, ma la guerra è interessata a te.
Tutte le guerre sono civili, perché tutti gli uomini sono fratelli che spandono il loro proprio sangue.
Tutte le guerre sono combattute per denaro.
Tutte le guerre sono sante, vi sfido a trovare un belligerante che non creda di avere il cielo dalla sua parte.
Tutti gli uomini in fondo desiderano la guerra. Essa porta con sé una semplificazione di tutto, che gli uomini sentono come sollievo. Tutti trovano che la vita è troppo complicata.
Tutti i vizi di tutte le età e di tutti i paesi del globo riuniti assieme, non eguaglieranno mai i peccati che provoca una sola campagna di guerra.
Tutto è permesso in amore e in guerra.
Tutto è sempre possibile, anche la guerra, che ci sembra impensabile e che la nostra cultura si illudeva di aver superato e aveva invece soltanto rimosso.
Uccidere in guerra non è affatto meglio che commettere un banale assassinio.
Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono di una chitarra.
Un giorno faranno la guerra e nessuno ci andrà.
Un impero fondato sulla guerra deve conservare se stesso con la guerra.
Un sovrano non deve mai portare le sue armate all'ira, un capo non avvierà mai una guerra con il furore.
Un uomo si avvia verso il sapere come se andasse in guerra, con attenzione, timore, rispetto e assoluta sicurezza. Andare verso il sapere o andare in guerra in condizioni diverse da questa è un errore, e chiunque lo commetta se ne pentirà per il resto della vita.
Una delle più orribili caratteristiche della guerra è che la propaganda bellica, tutte le vociferazioni, le menzogne, l'odio provengono inevitabilmente da coloro che non combattono.
Una guerra intrapresa senza sufficiente denaro non ha che un filo di forza. Le monete sono state le vere forze trainanti delle battaglie.
Una guerra non termina con la pace, ma con la guerra successiva.
Una guerra non è vinta se il nemico sconfitto non è stato trasformato in un amico.
Una guerra perduta come pure una guerra vittoriosa porta un aumento delle banche e delle industrie.
Una guerra, anche se vinta, non la si dovrebbe festeggiare, ma solamente rammaricarsi che sia potuta accadere.
Una vittoria non è tale se non mette fine alla guerra.
Una volta che abbiamo una guerra c'è solo una cosa da fare. Essa deve essere vinta. Perché la sconfitta porta cose peggiori di quelle che potranno mai accadere in guerra.
Uno può andare in guerra da solo, ma non si può costruire da soli la pace.
Vi sono due cose che un popolo democratico farà sempre con grande fatica: cominciare una guerra e finirla.
È certo assai più difficile perdere una guerra che vincerla. A vincere una guerra tutti son buoni, non tutti son capaci di perderla.
È con i poveri che i ricchi si fanno guerra.
È da saggi provare tutte le vie prima di arrivare alle armi.
È fatale prendere parte a una qualsiasi guerra senza la volontà di vincerla.
È più facile andare in guerra che smettere di fumare.
È più facile cominciare una guerra che finirla.
È più facile fare la guerra che la pace.
È segno di maggior gloria uccidere le guerre con la parola anziché gli uomini con le armi, e conquistare la pace con la pace, non con la guerra.
È stato più facile prima correre sotto le granate che dopo passeggiare sulle macerie.
È una triste verità che le prime e più crudeli perdite in guerra devono essere subite dalla massa degli innocenti e degli indifesi.